Il 16/4/1978 le BR comunicano che l’interrogatorio di Moro è terminato: condannato a morte (II parte)

Omicidio di Aldo Moro: una tragedia che cambiò per sempre la storia del nostro Paese - Il Faro Online

15 marzo 2018 Gero Grassi (foto sopra) dichiara ai mass media: “Il caso Moro è un intrigo internazionale con la partecipazione di Cia, Mossad, Kgb, servizi segreti inglesi e francesi”. In tutto questo ci sono anche responsabilità di pezzi della magistratura italiana, delle forze dell’ordine e della cupola maggiore che è la P2″. Buona parte del dramma che paralizzò l’Italia e che si consumò in quei 55 giorni che separano via Fani da via Caetani rimane tuttora avvolto nell’ombra. Un caso contenuto in ben 8 processi Moro, 4 commissioni terrorismo e stragi, 2 commissioni Moro, una commissione Mitrokhin e una commissione P2, che però non sono bastati a far piena luce su una delle pagine più grigie e inquietanti del ‘Belpaese’. Un tassello alla volta, la II Commissione d’inchiesta su Aldo Moro è riuscita però a fare emergere elementi nuovi, smontando pezzo per pezzo la versione conosciuta negli ultimi quarant’anni. Ad animarne il lavoro, in prima linea, Gero Grassi, vicepresidente del gruppo Pd della Camera, autore del libro “Aldo Moro: le verità negate”. Verità che Grassi non ha mai smesso di cercare in tutti questi anni, che passano per depistaggi, cospirazioni, morti sospette e menzogne, parte di un intrigo internazionale capace di tenere assieme tutti i poteri forti: politica, massoneria, servizi segreti, chiesa, criminalità organizzata (presenze costanti che si intersecano e si celano dietro ai più grandi misteri irrisolti della storia italiana). Ora abbiamo la certezza che in via Fani con le Brigate Rosse ci fosse la malavita romana, la Banda della Magliana e i servizi segreti italiani e stranieri. Un dubbio che ancora oggi abbiamo, è che il Bar Olivetti non fosse chiuso al momento della strage (rapimento Moro), come si è scritto invece per 38 anni, ma fu l’epicentro del rapimento Moro, la centrale operativa, frequentata da brigatisti, Nar, uomini della ‘ndrangheta, Frank Coppola (mafia-siculo americana), Tano Badalamenti (mafia siciliana), e Camillo Guglielmi, vice comandante generale di Gladio. Le altre due novità riguardano la prigione di Aldo Moro e la sua morte: la prigione di Moro non si trovava in via Montalcini, ma in via Massimi 91, in un complesso che godeva dunque della extraterritorialità (alla Balduina, poco distante da via Fani) dove è stato ospitato anche il brigatista Prospero Gallinari e dove aveva sede il palazzo dello Ior (la banca mondiale del vaticano che, se donasse tutti i soldi accumulati, non esisterebbe più la povertà!!).

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone

Perfino la ricostruzione della morte di Moro, fatta da quelle merde (perché, se son fatte comprà dagli sbirri alleati: compagni, secondo i partigiani bianchi…) di Germano Maccari e Mario Moretti, oggi non regge rispetto alle ultime prove. Loro dicono che è morto sul colpo e invece Moro è morto dopo 30 minuti di agonia. Loro parlano di 8-9 colpi e i colpi invece sono 12. Loro dicono che Moro era steso nella Renault e noi riteniamo che Moro fosse appoggiato alla Renault, che stesse fuori dalla vettura. Tutto questo ci induce a dire che in via Fani c’erano anche le Br, e che sul luogo della morte invece mancavano le Br!! Giustino De Vuono ‘ndranghetista calabrese, era l’aggancio tra i servizi segreti e la ‘ndrangheta. Quindi ci domandiamo: ma quale è stato il ruolo della ‘ndrangheta e della mafia nel caso Moro? La ‘ndrangheta frequentava anche lei il bar Olivetti, riciclava armi giocattolo che poi diventavano armi vere che sparavano!!

Ma la cosa più ambigua di tutta questa situazione non è Moretti. Il procuratore della rep. di Reggio Calabria e procuratore nazionale antimafia, ha evidenziato in commissione che la ‘ndrangheta seguiva il caso Moro e che partecipava. Ma la situazione più ambigua si riscontra nei viaggi di Moretti, nei 55 giorni, tra la Calabria e la Sicilia. Certamente non sono stati loro a organizzare il rapimento, loro sono stati usati (braccio armato) come i brigatisti, dai servizi segreti della Nato (la Russia nel 1990 faceva parte della Nato…). Ma il problema in Italia sono sempre stati i servizi segreti dell’Ovest e dell’Est che si sono sempre scannati tra di loro (guerra fredda), per creare in Europa un altro ‘ordine mondiale’ col proprio esercito. È questo il problema!!   

Ma facciamo un po’ di storia:

La NATO verso la seconda Guerra Fredda

La Nato viene fondata nel 1949 come patto difensivo contro l’Urss, contro il comunismo. Dagli anni ‘90 cambia approccio e strategia, passando dai 12 membri fondatori agli attuali 30.

La North Atlantic Treaty Organization (Nato) nasce il 4 aprile 1949, nel contesto della Guerra Fredda e dei blocchi contrapposti (Est – Ovest). Il mondo occidentale stringe un patto di reciproca assistenza militare in caso di aggressione da parte sovietica. I Paesi fondatori della Alleanza Atlantica erano 12: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Gran Bretagna e Stati Uniti. Per tutti gli anni della Guerra Fredda ci sono solo 4 nuovi ingressi: quelli di Grecia e Turchia (1952), dell’allora Garmania Ovest (1955) ‘ripulita’ dell’onta nazista e della Spagna? O riciclata attraverso il mondo cattolico? (1982 Francisco Franco).

Con la caduta del Muro di Berlino (foto) e la conseguente dissoluzione del’Urss, avviene il primo radicale cambiamento nell’assetto della Nato. Nel dicembre del 1991 viene creato il Consiglio di Cooperazione Nord Atlantico, con l’obiettivo di dialogare e cooperare con gli ex rivali del Patto di Varsavia. Il percorso di avvicinamento tra Europa dell’Ovest e dell’Est, che nel frattempo passa da un impegno diretto delle forze Nato nell’ex Jugoslavia dilaniata dalla guerra, culmina nel 1999 con l’ingresso nell’alleanza di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, primi Paesi ex comunisti ad aderire al blocco un tempo rivale. Nel 2004 è la volta di Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia e soprattutto delle tre repubbliche baltiche, Estonia Lettonia Lituania, ingresso estremamente simbolico perché si tratta di ex repubbliche sovietiche. Nel 2009 entrano nell’Alleanza Atlantica anche Albania e Croazia, nel 2017 il Montenegro e nel 2020 la Macedonia del Nord. Oggi sono dunque saliti a 30 i Paesi aderenti alla Nato e presto potrebbero diventare 31 con l’ingresso della Bosnia-Erzegovina che sta partecipando al Piano d’azione per l’adesione.

La Nato, in cui gli Stati Uniti e i partner europei si fanno carico di risolvere crisi e controversie in ogni angolo del mondo (???). Un’evoluzione in un certo senso naturale, con la fine della Guerra Fredda, dalla quale sono tuttavia già passati tre decenni: tanti, nel mondo contemporaneo. Il grande interrogativo sollevato dalla crisi ucraina è dunque se l’ordine mondiale pensato a Washington tra gli anni Novanta e Duemila possa reggere anche in pieno 21° secolo, alla luce dell’ascesa della Cina e del rinnovato protagonismo della Russia. Senza sottovalutare le altre potenze economiche globali, dall’Iran alla Corea…

Il caso Moro è un intrigo internazionale geopolitico, che vede la partecipazione di Cia, Mossad, Kgb, servizi segreti inglesi e francesi. In tutto questo ci sono anche le responsabilità di pezzi della magistratura italiana, pezzi delle forze dell’ordine e della P2, che poi è il governo di tutti questi fenomeni occulti criminali!!.  Ma ci sono due personaggi chiave, su cui permangono ombre e interrogativi: uno è l’allora ministro degli interni Francesco Cossiga, di cui si sostenne una responsabilità morale dell’omicidio Moro, l’altro è il presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Cossiga riunisce un comitato di emergenza formato da 40 piduisti (comitato dal quale, sosterrà Steve Pieczenik, funzionario della sezione antiterrorismo del Dipartimento di stato americano, avvennero le fughe di notizie).

Pecchioli

Insieme alle 2 merde parlamentari, collaborava con loro anche l’onorevole Ugo Pecchioli (foto sopra), del Partito comunista italiano. Quanto a Giulio Andreotti, lui era il presidente del Consiglio e dagli atti risulta che il suo governo non si è impegnato per la liberazione di Aldo Moro. Andreotti ha le sue responsabilità. La vicenda Moro è stata gestita da Cossiga d’intesa con Andreotti e con Pecchioli dall’altro lato.  Sul caso Moro sono decine i nodi irrisolti.  È emblematica la frase che Henry Kissinger (che non voleva il centrosinistra) rivolse ad Aldo Moro il 25/9/1974: “Presidente, lei deve smettere di perseguire sul piano politico per portare tutte le forze del suo Paese a collaborare direttamente. O la smette, o la pagherà cara”.

Il 14/3/1978, due giorni prima del rapimento: Moro era all’università a Roma e il suo assistente, Francesco Tritto, gli disse: ‘Presidente, si ricorda che dopodomani ci sarà la sua ultima seduta di laurea?’. ‘Perché l’ultima?, gli chiese Moro. ‘Perché lei a giorni sarà eletto presidente della Repubblica’. E Moro rispose: “La ringrazio, lei è affettuoso ma ingenuo. Io non farò mai il presidente della Repubblica. Mi faranno fare la stessa fine di John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas il 22 novembre del 1963”.

Lo stesso 16 marzo 1978 il ministro dell’interno Francesco Cossiga istituì due comitati di crisi ufficiali: Un «comitato tecnico-politico-operativo», presieduto dallo stesso Cossiga e, in sua vece, dal sottosegretario Nicola Lettieri, di cui facevano anche parte i comandanti di polizia, carabinieri e guardia di finanza, oltre ai direttori (da poco nominati) del SISMI e del SISDE, al segretario generale del CESIS, al direttore dell’UCIGOS e al questore di Roma. Un «comitato informazione», di cui facevano parte i responsabili dei vari servizi: SISMI, SISDE, CESIS e SIOS.  Prima Linea veniva considerata una semplice associazione sovversiva (anziché una banda armata), mentre Magistratura democratica (o perlomeno l’ala romana) nutriva ostilità verso lo stato, simpatizzando per i miti rivoluzionari; al punto che il politologo Giorgio Galli affermò che il terrorismo era diventato «un fenomeno storico comprensibile (anche se non giustificabile) in una fase di trasformazione sociale ostacolata da una classe politica corrotta». La brigatista Adriana Faranda citò una riunione notturna tenuta a Milano di poco precedente l’uccisione di Moro, ove ella e altri terroristi (Valerio Morucci, Franco Bonisoli e altri) erano in dissenso, tanto che la decisione finale sarebbe stata messa ai voti. Il 3 maggio…  Dunque l’uccisione di Moro è avvenuta per mano delle Brigate Rosse, ma anche e soprattutto per volere di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e del sottosegretario Nicola Lettieri.

Ferdinando Imposimato (foto sopra), era il giudice istruttore della vicenda del sequestro e dell’uccisione di Moro. “I servizi segreti avevano scoperto dove le Br nascondevano Moro, così come i carabinieri!! Il generale Dalla Chiesa avrebbe voluto intervenire coi suoi uomini e la polizia per liberarlo in tutta sicurezza, ma due giorni prima dell’uccisione ricevettero l’ordine di abbandonare il luogo attiguo a quello della prigionia. Quei politici (continuava Imposimato) sono responsabili anche delle stragi: da Piazza Fontana a quelle di Via D’Amelio. Lo specchietto per le allodole si chiama Gladio. A Falcone e Borsellino rimprovero soltanto di non aver detto quanto sapevano, perché avevano capito e intuito tutto, tacendo per rispetto delle istituzioni. Per ucciderli, Cosa Nostra ha eseguito il volere della Falange Armata, una frangia dei servizi segreti”. Lo stesso Imposimato aveva presentato un esposto alla Procura di Roma. Secondo il giudice le forze dell’ordine sapevano dov’era la prigione di Moro…

La commissione Fioroni sul rapimento e la morte di Moro, ha messo in dubbio la versione fornita dai brigatisti. Cosa ha scoperto di nuovo la II Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, presieduta dal presidente Fioroni (foto sopra) e terminata nel dicembre 2017? Atti emersi dal lavoro della II commissione Moro, quella presieduta dall’on. Fioroni, che dichiara ai mass media che in via Fani c’è stata una concentrazione di presenze: la banda della Magliana, i servizi segreti italiani e stranieri, le Brigate Rosse… E poi dichiara anche che il bar Olivetti, il 16 marzo era aperto e non chiuso come è stato detto per quasi quarant’anni.

Terroristi rossi, neri e criminalità organizzata insieme?

Quella è stata un’operazione che ha visto incrociarsi Kgb, servizi francesi e tedeschi, Mossad e P2.

Il problema delle nostre generazioni è che non abbiamo ancora discusso (aperto il dibattito pubblico) di queste tante problematiche militari, nonostante che le subiamo ancora!!

Tutte le volte che il movimenti si organizzava per ottenere i propri diritti, rispuntavano e rispuntano  questi gruppi clandestini occulti dello stato che si infiltrano, per depistarne  il movimento (come i gruppi clandestini della Gladio) e noi sognatori siamo ancora qua che sogniamo la lotta civile!! La lotta di classe, che sarebbe una reazione normale per noi dal basso, se non fosse che risvegliamo tutti questi gruppi occulti, anticomunisti creati dalla Nato nel 1949, gruppi che hanno fatto le stragi di stato per incolpare noi come movimento antifascista. Meditate mediocri, meditate!!

Alla P2 era legato Marcinkus (a sin. nella foto), il presidente dello Ior. Lui voleva fortemente la morte di Moro e ostacolò persino la raccolta fondi promossa da Paolo VI presso suoi amici milanesi ebrei nel tentativo di pagare il riscatto per salvare Moro. Nella P2 c’erano: generali, magistrati, politici, imprenditori, tutti acerrimi nemici di Moro. Il 17 gennaio Gelli riunisce un vertice di piduisti a Villa Wanda e dichiara l’intento di interrompere il circuito politico messo in moto da Moro. C’era convergenza tra gli obiettivi della P2 e delle Brigate Rosse.  A proposito dello Ior, alla banca vaticana apparteneva un complesso edilizio che è entrato nella relazione Fioroni, quello in via Massimi n. 91. Infatti. Già il 17 marzo la guardia di finanza arriva in via Massimi, ma non vi può entrare perché quell’edificio godeva di extraterritorialità… Meditate Mediocri, meditate!!

Per la Morte di Moro ci sono responsabilità singole come Cossiga, Andreotti, Pecchioli (deputato del Pci). Non fecero nulla. Il Parlamento non si riunisce neppure una volta per affrontare il caso Moro in quei 55 giorni. Siamo ancora lontani dallo scoprire la verità su via Fani?  No, gran parte della verità oggi (2022) è nota e lo è grazie al lavoro della commissione Fioroni che ci porta anni luce in avanti rispetto alle precedenti ricostruzioni. Oggi siamo vicini alla verità più di quanto si possa immaginare (gli sbirri non sono contenti che saltano fuori i loro altarini, i loro giochi sporchi: hanno ucciso perfino Moro!!).

Ma il problema delle nostre generazioni, è che dobbiamo ancora discuterne di questi enigmi. Enigmi per modo di dire, perché abbiamo una commissione Fioroni che, a fine anni ‘90, toglie il segreto di stato, creato dagli stessi servizi segreti…

Approfondire e discutere assieme questo argomento, per noi compagni, potrebbe essere un bell’attacco, nonviolento ma devastante, alle nostre istituzioni corrotte, autoritarie e repressive!!

Così evitiamo di fare indirettamente il loro gioco sporco, senza dargli la soddisfazione di farci arrestare!! Certo, ce devono tené bboni, non irritarci, sennò so’ ccavoli: ve spariamo alle gambe, anche se sappiamo che abbiamo ragione e così, ci metteremmo pure nella condizione di essere in contraddizione, essendo contro le guerre e le armi… Meditate mediocri, meditate!

Sbirri bastardi: se create la guerra civile, cominciamo da voi!! Pezzi di merda!! Bastardi!!

Se non facevano gli sbirri, facevano i mafiosi: è la stessa cosa, i livelli culturali sono sempre quelli…

 

Il 16/4/1978 le BR comunicano che l’interrogatorio di Moro è terminato: condannato a morte

 

La democrazia è menzogna, è oppressione,

è in realtà oligarchia, cioè governo di pochi

a beneficio di una classe privilegiata,

ma possiamo combatterla noi in nome

della libertà dell’uguaglianza, e non già

coloro che vi han sostituito o vogliono

sostituirvi qualcosa di peggio.

Errico Malatesta

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)