2 parte: Strage di Piazza Fontana attuata dal Patto Atlantico della Nato anticomunista

Mentre c'è chi semina odio, vi propongo il delicato inno all'amore di Aldo  Moro - BergamoNews

Aldo Moro per salvarsi dai suoi carcerieri, scrisse sul suo memoriale dei segreti militari (come aveva fatto Sossi prima di lui), che allora erano ancora segreti di stato – top secret: la strage di piazza Fontana e la strategia della tensione, ma i suoi carcerieri non divulgarono gli scritti di Moro e lo uccisero, facendo sparire gli appunti originali di Moro e facendo il gioco sporco dei servizi segreti (consapevolmente? inconsapevolmente?). L’Italia è l’unico Paese del ‘mondo sviluppato’ che ha conosciuto nel breve volgere di due decenni, ogni forma di eversione e di terrorismo ed è l’unico stato che ha istituito una Commissione Parlamentare dal nome significativo: “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi”. Essa fu costituita nel 1988, dopo che una serie di verdetti di proscioglimento confermavano l’incapacità di polizia e magistratura ad individuare e colpire i responsabili di così gravi delitti. Pochi dati per descrivere il lavoro svolto: atti, perizie, documenti giudiziari, studi e testimonianze per oltre 700.000 pagine. Con le acquisizioni della XII legislatura, si è ormai ben oltre il milione di fogli raccolti nell’archivio di Palazzo San Macuto. La mole del materiale costituisce un caso unico nella storia del parlamento italiano. D’altra parte la Commissione ha indagato su un arco di temi assai vasto, sistematizzati in tre filoni principali: 1° strategia della tensione (stragi, tentativi di colpi di stato, Gladio, Alto Adige, eversione nera); 2° disastro di Ustica; 3° caso_Moro. Privilegiando questa fonte, ci si è limitati però ad esaminare la documentazione relativa alla “strategia della tensione” che non fu soltanto un fenomeno italiano ed ebbe sicuramente una durata che indicativamente va dal 1960 al ‘74. Lo stragismo fu solo la fase più acuta se riferita alla storia politica del nostro Paese e convenzionalmente si indica, come termine di inizio la data del 12 dicembre 1969 (attentato alla banca dell’Agricoltura di Milano) e, come fine, quella del 31 ottobre del 1974 con l’arresto del generale Miceli capo dell’organizzazione Rosa dei venti che fu un’organizzazione segreta italiana di stampo neofascista con finalità anticomuniste, collegata con ambienti militari e individuata alla fine del 1973 dalla magistratura. Negli anni successivi al 1974, ci sono le stragi di Bologna (2 agosto 1980, stazione) e del rapido 904 (definita “la strage di Natale”); ma entrambe avvengono in un contesto diverso. Il caso del treno 904 è caratterizzato da un intreccio fra servizi segreti e malavita organizzata, non inseribile in un disegno politico; come del resto conferma il disvelarsi pieno della vicenda da parte di polizia e magistratura, impotenti invece a scoprire la verità delle altre stragi. Quanto ai fatti di Bologna, pur riconoscendo un’affinità coi precedenti episodi e le coincidenti tecniche (quali per esempio i depistaggi dei servizi segreti), gli indiziati sono stati attivi militanti in una fase politica completamente diversa da quella in cui si svolge la strategia della tensione. Il periodo preso in esame è segnato da dinamiche politiche omogenee, pur con rilevanti differenze interne: da Piazza Fontana (foto sotto) alla Questura di Milano, le stragi sono congegnate in modo da attribuire le responsabilità all’estrema sinistra, mentre negli ultimi due casi (Brescia e l’Italicus) si tratta dichiaratamente di azioni della destra con finalità terroristiche. Questo è il bilancio in cifre di quel quinquennio: 92 morti, 2795 feriti, 4065 attentati fra cui 7 stragi. Pur senza considerare gli episodi precedenti: Alto Adige, Portella delle Ginestre, ecc., e quelli successivi (Bologna, 904, via Fani, ed altri), sono dati che, dal 1945 in poi, non hanno riscontro in nessun altro paese dell’Occidente industrializzato.

La strage di piazza Fontana spiegata a chi non c'era: cosa è successo il 12  dicembre 1969, perché e cosa dicono le carte processuali - la Repubblica

La strategia della tensione si sovrappone e si intreccia con il “lungo ’68 italiano”, che va considerato da un punto di vista della ricostruzione storica, una sorta di crinale nella vicenda dell’Italia repubblicana: da questo momento in poi il sistema politico cattoliberalsinistroide subisce una serie di scosse che porteranno, nel giro di un ventennio, al disfacimento dell’intera classe politica. Al tramonto della prima Repubblica contribuisce notevolmente lo stragismo, anche se a tutt’oggi rappresenta il lato più oscuro della storia repubblicana. E’ però indispensabile per una ricostruzione storica cercare di valutare il peso della strategia della tensione, che ha effetti immediatamente riscontrabili sul piano politico in quella specifica fase e conseguenze di più lungo periodo. Se è vero che nessun colpo di stato ebbe successo, lo stragismo contribuì ad ottenere altri risultati: scongiurare un governo delle sinistre, far esaurire l’ondata di protesta lasciando indenne il sistema politico. La strategia della tensione è stato un progetto di “destabilizzazione per stabilizzare” il sistema politico allora vigente e lasciò un residuo: la contaminazione fra le varie forme di devianza delle classi dominanti, potere occulto, servizi “deviati”, malavita organizzata, che sino a quel momento erano rimaste abbastanza separate e solo occasionalmente interagenti. Nasceva così un blocco della criminalità delle classi dirigenti che non poteva non darsi una struttura stabile ed occulta. La P2 fu la principale, ma non l’unica organizzazione ad assolvere questo compito. Oggi, nonostante lo scioglimento della Loggia P2 e l’esaurimento della strategia della tensione, la rete dei poteri occulti è sopravvissuta alle occasioni che la avevano generata, oggi si chiama P3, P4 ecc… Nonostante l’evidente rilevanza del fenomeno, la strategia della tensione non è ancora stata sottoposta ad un’esauriente indagine storica. Nonostante l’abbondanza del materiale documentario, sono ancora troppe le fonti alle quali non è possibile attingere in modo organico. C’è poi una tale quantità di carte agibili, ma disperse in diversi settori (le carte processuali, innanzitutto) che si dovrebbe quantomeno organizzare una serie di gruppi di ricerca che lavorino ad uno spoglio sistematico.

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All’interno della strategia della tensione, c’era questa presenza non solo di elementi neofascisti, ma di settori deviati di servizi segreti (nuclei clandestini dello stato sia di destra che di sinistra) in un rapporto assai stretto con poteri occulti massomafiosi. Poteri occulti come la Loggia Massonica P2 (formata da banchieri e alti gradi delle  forze militari) che, nel quadro di un debole sistema istituzionale, tendono a conquistare un peso crescente. Episodi come quelli dell’indagine del giudice Giovanni Tamburino sulla Rosa dei Venti, nella quale fu coinvolto il gen. Vito Miceli, capo del SID (servizi segreti), non autorizzano a parlare di “terrorismo di Stato” o di “strage di Stato” ma evocano una serie di responsabilità di apparati dello stato e della classe dirigente, e pongono in luce la debolezza di un sistema entro il quale prosperano poteri occulti sottratti a ogni controllo . Ma le responsabilità maggiori sono dentro ai vertici della Democrazia Cristiana, responsabilità quanto meno di natura omissiva. Non viene ricordato, ad esempio, lo spettacolo non certo onorevole nel settembre del 1977, quando il capo del governo Andreotti e gli ex ministri Rumor, Tanassi e Zagari di fronte alla Corte d’Assise di Catanzaro, che celebrava l’ennesimo processo per la strage di Piazza Fontana, si limitarono a rispondere con una avvilente sequela di “non ricordo”, “la mia assenza di memoria permane”, “non fui informato”, “non approfondii”, “non toccava a me intervenire”. Il quartetto venne incriminato per falsa testimonianza e reticenza; ma poi inevitabilmente prosciolto dalla Commissione inquirente per i reati ministeriali. I vertici comunisti erano perfettamente consapevoli che nei gangli delicatissimi della macchina statale si era annidato un personale dirigenziale che aveva fatto carriera durante il regime fascista e agli ideali del fascismo ancora orientava il proprio comportamento. Accanto a questi si era formata una leva di colonnelli cresciuta in piena guerra fredda, nell’incubatrice dei servizi Nato che faceva anche propaganda – marcheting: per i più giovani, come per i più anziani, la lotta contro il comunismo andava combattuta con tutti i mezzi, anche con la dittatura fascista che, in realtà, sembrava ad essi lo strumento più adatto. Ciononostante, si trattava pur sempre di una minoranza tra i tanti servitori dello stato; una minoranza che finiva per essere sottovalutata dal PCI come “scorie del passato”, non certo il prodotto moderno di un capitalismo contemporaneo di segno autoritario – come sosteneva la nuova sinistra movimentista cattoliberalsinistroide.  

Edgardo Sogno (il partigiano bianco – il traditore), il “Piano di Rinascita democratica” della P2 e il rapimento Moro, altro non sono che sfumature tattiche della stessa strategia del “partito del golpe” è all’interno delle strutture più delicate dello stato e il terrorismo di sinistra altro non sarebbe che “l’accordo segreto della stessa azione provocatoria dei servizi segreti”.

Solo dopo 50 anni (a fine anni ‘90) in Italia hanno potuto costituire una commissione stragi che ha tolto il segreto di stato, il segreto militare!

E’ vecchia ormai, sbirri assassini, la storia che i terroristi siamo sempre noi Anarchici! Noi siamo contro le guerre e tutte le violenze dell’uomo sull’uomo, fino agli eccidi! Terroristi siete voi che siete abituati ad obbedire e mai a pensare! Voi e i vostri borghesi maestri massonici che vi danno i comandi. Le stragi di stato le avete eseguite voi sbirri infami, coi vostri nuclei clandestini militari dello stato, sia di destra che di sinistra! Non siamo solo noi del Movimento Anarchico, a partire  dal compagno Pinelli a ribadirlo, a puntualizzare che “i terroristi siete voi!”, ma c’è oggi, una Commissione Stragi che ha finalmente tolto il segreto di stato, il segreto militare e può solo confermarlo.

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Ballata dell’anarchico pinellihttps://www.youtube.com/watch?v=jlL2u8nv4tY

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Ci si dica pure che siamo dei “senza patria”;

può anche darsi che sia così. Ad ogni modo,

se una patria noi dovessimo sceglierci,

sceglieremmo sempre la patria degli oppressi,

e non quella degli oppressori.

Errico Malatesta

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Solidarietà a tutti i compagni/e rinchiusi ingiustamente per i nostri ideali utopistici di libertà e giustizia sociale per tutti.

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Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)