Strage di Bologna: adesso esiste il reato di depistaggio….

05/07/2016

La Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge di Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione vittime della strage di Bologna, che introduce il reato di depistaggio, punito con il carcere da 3 a 8 anni, che salgono a 12 quando è commesso in un processo per reati gravi come la strage. Il testo è dunque legge. I sì sono stati 325, i no 1, gli astenuti 14.

La strage alla stazione di Bologna faceva parte delle strategie della tensione :

Il movente principale della strategia della tensione sarebbe stato quello di destabilizzare la situazione politica italiana. In tale ottica, tra i moventi di tale strategia, soprattutto in Italia e nel quadro della guerra fredda, sarebbe stato quello di influire sul sistema politico democratico, rendendo instabile la democrazia e bloccare il progressivo spostamento dell’asse politico e governativo verso le forze di estrema sinistra che all’indomani del ‘68 e dell’Autunno caldo avevano migliorato le loro condizioni e rafforzato il loro ruolo nella società italiana. Il SID aveva un ruolo da registra in tale strategia, infatti gli attentati terroristici avevano lo scopo di seminare il terrore tra la popolazione, in modo da legittimare l’instaurazione di un governo di tipo autoritario (dittatura militare) o addirittura colpi di stato da parte di forze politiche, o comunque organizzate, generalmente gravitanti nell’area dell’estrema destra. Le strategia golpistica trae origine ideologica fin dalla metà degli anni ‘60, in particolare dal cosiddetto “Piano Solo – fatto solo dai carabinieri” (il fallito colpo di stato del 1964) e dal Convegno dell’hotel Parco dei Principi organizzato dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio nel maggio 1965 avente come tema la “guerra rivoluzionaria” anticomunista, in cui intervennero personalità del mondo imprenditoriale, alti ufficiali dell’esercito, giornalisti, politici ed esponenti neofascisti (tra cui Pino Rauti, Stefano Delle Chiaie e Mario Merlino…).

La strage avvenne Il 2 agosto 1980 alle 10:25, nella sala d’aspetto di 2ª classe della stazione di Bologna, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, venne fatto esplodere e causò il crollo dell’ala ovest dell’edificio. La bomba era composta da 23 kg di esplosivo, una miscela di 5 kg di tritolo e T4 (T4 di provenienza Nato) detta “Compound B”, potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina a uso civile). La strage fece 85 morti e 200 feriti….

Il presidente Dc Francesco Cossiga e le forze di polizia (SUBORDINATE AI SERVIZI SEGRETI), depistarono l’indagine attribuendo la causa della strage all’esplosione di una vecchia caldaia sita nel sotterraneo della stazione.

Molti anni dopo, ricordando l’ipotesi della caldaia, il magistrato Libero Mancuso ebbe a dire in un’intervista televisiva che i depistaggi erano già iniziati pochi minuti dopo la strage. Ciò fu particolarmente grave perché, essendo esclusa nelle prime ore l’ipotesi di un attentato, gli esecutori poterono dileguarsi indisturbati.

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Vi furono svariati episodi di depistaggio, organizzati per far terminare le indagini, dei quali il più grave è quello ordito da parte di alcuni vertici dei servizi segreti del SISMI, tra i quali Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte (il primo era affiliato alla loggia P2 di Licio Gelli), che fecero porre in un treno a Bologna, da un sottufficiale dei carabinieri, una valigia piena di esplosivo, dello stesso tipo che fece esplodere la stazione, contenente oggetti personali di due estremisti di destra, un francese e un tedesco, legati a Stefano Delle Chiaie…..

2 agosto 1980, strage di Bologna - Foto N.13

La Corte di cassazione il 23/11/1995 condannò all’ergastolo, quali esecutori dell’attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, mentre l’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte (foto sopra) vennero condannati per il depistaggio delle indagini.

Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: 9 anni di reclusione per Massimo Carminati, estremista di destra, e 4 anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e Ivano Bongiovanni, delinquente comune legato alla destra extraparlamentare. Ultimo condannato per la strage è Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007. Saranno assolti anche Stefano Delle Chiaie e Avanguardia Nazionale.

I giudici accoglieranno nei fatti il teorema Amato (pur arrivando a condannare solo esecutori e depistatori) dal nome del giudice assassinato: cioè che i NAR fossero sfruttati e manovrati da altri neofascisti più esperti, e che lo “spontaneismo” fosse una copertura, mentre la direzione del terrorismo nero fosse ancora nelle mani dei vecchi ordinovisti e dei membri di Avanguardia Nazionale. L’operazione viene descritta su tre diversi livelli: gli esecutori materiali (i NAR), il livello intermedio dei vecchi ordinovisti (tra cui gli indagati Massimiliano Fachini e Paolo Signorelli), i mandanti occulti e ispiratori (la P2, servizi segreti deviati, ambienti politici, strutture come quella che verrà poi identificata come Gladio).

 

L’Associazione dei Familiari delle Vittime delle Strage di Bologna ha sempre sostenuto che, come in altre stragi analoghe, chi posizionò la bomba era solo un esecutore di ignoti mandanti. Il presidente dell’associazione, l’on. Paolo Bolognesi, ha affermato che essi vanno cercati nelle istituzioni dell’epoca e in gruppi come la P2. Egli afferma che Licio Gelli diede 10 milioni di dollari a persone dei servizi segreti e ad appartenenti all’Organizzazione Gladio, prima e dopo il 2 agosto 1980. L’Associazione Familiari delle Vittime respinge invece le piste “estere”, sia di estrema sinistra e arabe, sia quelle che coinvolgono i servizi segreti dei paesi NATO, affermando che la strategia della tensione fu ideata da mandanti italiani (persone che stavano “nel cuore delle istituzioni“), per mantenere il potere in maniera autoritaria. Bolognesi afferma che Fioravanti e Mambro negano la strage (sia come effettivo attentato, sia come incidente o errore, nonostante l’ammissione di tutti gli altri omicidi, perché troppo infamante e diversa dagli obiettivi e dal messaggio di lotta armata contro lo stato (a differenza dello stragismo del vecchio neofascismo) che i NAR volevano rappresentare, quando cominciarono la loro attività. I NAR avrebbero collaborato non per motivi ideologici (come avevano fatto le precedenti organizzazioni armate di estrema destra), ma perché ricompensati con una contropartita, in collusione con la criminalità organizzata e le strutture segrete deviate, della quale avrebbero agito come semplice sicari e ultimo anello della catena.

Il 19/8/2011 la Procura di Bologna pone sotto indagine due terroristi tedeschi, Thomas Kram e Christa Margot Frohlich, entrambi legati al gruppo del terrorista Carlos, i quali risulterebbero presenti a Bologna il giorno dell’attentato, seguendo così la pista del terrorismo palestinese e/o mediorientale, mai accettata dal presidente dell’Associazione famigliari vittime Paolo Bolognesi e invece ripetutamente riproposta da Cossiga.

Sempre Bolognesi ha dato alle stampe, con Roberto Scardova, il libro: Stragi e mandanti. Sono veramente ignoti gli ispiratori dell’eccidio del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna? (2012) in cui viene ipotizzata un’unica strategia anticomunista internazionale, attuata in Grecia con la dittatura dei colonnelli, in Italia con la strategia della tensione, comprendente falsi golpe di avvertimento e reali stragi, di cui Bologna fu il culmine, e in America latina con i golpe (Cile, dittatura argentina appoggiata dalla P2, ecc.) dell’Operazione Condor (della quale l’Operazione Gladio fu l’equivalente europea), con mandanti originari uomini dei servizi segreti anglo-americani, importanti politici stranieri e, localmente, italiani. La strategia della tensione sarebbe partita da prima della fine della II guerra mondiale con la costituzione, in ambito fascista, della struttura parastatale denominata Noto Servizio o “Anello“, il cui capo durante la repubblica, secondo quanto detto anche da Licio Gelli, sarebbe stato Giulio Andreotti. Lo stragismo avrebbe quindi da sempre usato manovalanza neofascista, neonazista, criminali comuni e mafiosi e avrebbe goduto di finanziamenti esterni provenienti dall’estero (sia dalla NATO, sia dal petrolio della Libia di Gheddafi, in affari segreti coi governi di Andreotti e con l’ENI di Eugenio Cefis) e da faccendieri italiani.

Anarchia, al giorno d’oggi, è l’attacco, è la guerra

ad ogni autorità, ad ogni potere, ad ogni stato.

Nella società futura, l’anarchia sarà la difesa,

l’impedimento opposto

al ristabilimento di qualsiasi autorità,

di qualsiasi potere, di qualsiasi Stato.

C. Cafiero

 

Rsp (individualità Anarchiche)