NO TAV: stato di polizia – stato d’assedio

No Tav: stato di polizia – stato d’assedio

140 anni di carcere per i compagni No Tav che si sono ribellati alle ingiustizie sociali

No Tav: dalla mediazione al compromesso, risultato 140 anni di carcere per i compagni che coraggiosamente hanno difeso la val Susa da uno stato di polizia (dittatura militare) insediatosi apposta per difendere gli interessi (gare d’appalto miliardarie) e le speculazioni della massomafia (stato-mafia). Le linee ferroviarie al centro delle proteste No Tav sono state contestate principalmente per via del costo eccessivo rispetto alla loro utilità. Questi treni ad alta velocità sono stati costruiti senza tener conto nemmeno dell’impatto ambientale e dei danni sulla salute umana. Gli abitanti della valle, sono riusciti ad organizzarsi per protestare contro la militarizzazione, hanno cominciato a ribellarsi contro questa ingiustizia e contro queste invasioni, senza chiedere il consenso degli abitanti, imposte da un sistema capitalistico sempre più ingordo, spregiudicato e sempre più avaro nei confronti del più debole, che da secoli, paga le conseguenze socioeconomiche e salutari, di un sistema perverso che guarda solo il profitto a tutti i costi. Il treno ad alta velocità è stata una finanziaria europea sbagliata, che ha ingrassato solo i soliti ”furbetti del quartierino” cioè ne hanno beneficiato solo i componenti della borghesia massomafiosa (imprenditori, commercialisti, notai, banchieri, magistrati, sindaci, politici, sbirri, capi mafia, mammasantissima) …..

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12 ottobre 2016: Sono 47 le condanne chieste dal procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, al maxi processo per gli scontri in Valle di Susa del 2011. Gli imputati erano 53, ma 5 posizioni sono state stralciate e verranno giudicate in un processo separato. La somma complessiva delle condanne chieste supera i 140 anni di carcere. L’accusa ha anche chiesto la condanna di quegli imputati che in primo grado erano stati assolti. “Nessuno di loro ha preso le distanze dai fatti del 27/6/2011, durante lo sgombero del presidio No Tav alla Maddalena di Chiomonte, (dove gli sbirri usarono la violenza su donne, anziani e giovani), e del 3 luglio 2011, quando attivisti giunti da tutta Italia difesero la valle dall’invasione e dalle recinzioni militari appena installate, gli sbirri sparando contro i manifestanti lacrimogeni al Gs ritenuti pericolosi dalla convenzione di Ginevra nel 1993. Ma vengono usati abitualmente dalle polizie di tutto il mondo per attaccare i manifestanti che protestano…

Due giorni prima delle condanne ai no Tav, la massomafia aveva incrementato ulteriormente il guadagno sul business dell’alta velocità… come dire: dopo la condanna ingiusta, pure la beffa !!!!

 

 

Il tunnel esplorativo della futura Torino-Lione diventa galleria d’arte

10 ottobre 2016

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Telt, la società incaricata di costruire e gestire la nuova linea ferroviaria ad alta velocità, ha promosso nella galleria di Chiomonte, in valle di Susa, l’allestimento di murales realizzati da artisti italiani e francesi. ‘Tunnel Art Work’ è stata inaugurata oggi alla presenza del presidente della società Hubert du Mesnil, del direttore generale Mario Virano, dell’assessore alla Cultura del Piemonte, Antonella Parigi e del curatore del progetto, Luca Beatrice. Le opere sono dell’artista milanese Simone Fugazzotto, 33 anni, di Laurina Paperina, trentaseienne trentina, e del francese Ludo, 40 anni. Le visite, gratuite, possono essere prenotate presso Telt.

Le opere d’arte si trovano a 2.000 metri di profondità nel tunnel, che a fine lavori sarà lungo 7,5 chilometri, e sui due vagoni del convoglio utilizzato per il trasporto del personale e dei visitatori all’interno della galleria.

Ma torniamo indietro nel tempo proponendo un volantino fatto da noi (Rsp) alla fine degli anni ‘90, per evitare di dimenticare tutta la merda che c’è dietro gli interessi sull’alta velocità, che ancora oggi esiste, e ci sguazza ancora in questo contesto sociale di grande crisi economica, si arricchisce sempre di più con soldi sporchi mentre noi poveracci stiamo andando in miseria:

Meditate mediocri, meditate …..

 

I 100 km che dal capoluogo piemontese giungono al confine francese di Modane sono stati teatro dei ricatti mafiosi dei clan calabresi insediati a Bardonecchia, dei traffici d’armi dell’armeria Brown Bess di Susa, delle azioni a fine anni ’70, dei terroristi di Prima Linea, delle attività non sempre limpide degli uomini dei servizi insediati da Dalla Chiesa per reprimere lo stesso terrorismo e poi rimasti in valle sull’orlo di una imbarazzante disoccupazione….

Baita Clarea

Al centro delle inchieste anche la Sitaf, la società che ha costruito l’autostrada per Modane, era intenzionata ad entrare anche negli appalti sull’alta velocità, mafiosi, agenti dei servizi disoccupati, ufficiali dei carabinieri, tutto quello che non dice l’inchiesta-farsa sulla pista anarchica che nasconde una valle di misteri, intrighi, ricatti che ha prodotto da sola, più indagini dell’intera provincia di Torino. Una valle crocevia, non solo in senso geografico.

La stessa procura di Torino ,è stata sommersa da esposti, accuse e trattazioni. La sigla degli “ecoterroristi” compare per la prima volta a firmare 2 attentati compiuti fuori dalla valle, a Settimo Torinese e a Rondissone, tra la fine dell’ 89 e l’inizio dell’ 90. Due attentati ai tralicci Enel che trasportano in Italia energia prodotta da Superphoenix, il surgeneratore nucleare francese di Creis Malville, vicino a Lione. Il primo dei due attentati fallisce, il secondo raggiunge l’obiettivo. Azioni attribuite a spezzoni deviati dei servizi segreti impegnati a combattere per conto terzi una guerra commerciale sulla approvvigionamento dell’energia. Il verminaio della Val Susa comincia ad essere scoperchiato invece 17/6/’93 con l’arresto dei titolari dell’armeria Brown Bess di Susa, Luisa Duodero e il figlio, Andrea Torta.

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I due sono accusati di traffico d’armi per aver fatto sparire 397 pistole. Finite a chi ? con quale complicità? Il 12/12/1994, il processo si chiude con la condanna dei due armieri e, nella requisitoria finale, il Pm avanza il sospetto che i due abbiano gestito il traffico grazie alla complicità di pubblici ufficiali. I responsabili dei carabinieri nella zona, avevano infatti reso dichiarazioni evasive al processo. La svolta dell’inchiesta arriva nel marzo ’95 con una serie di esposti presentati in procura dall’ex maresciallo dei carabinieri di Susa, Germano Tessari, già uomo dei servizi antiterrorismo di Dalla Chiesa. Tessari suggerisce ai magistrati di interrogare un altro personaggio legato ai servizi, Franco Fuschi, fino ad allora sconosciuto alle cronache. Forse per rendere il “favore” all’ex amico Tessari, Fuschi si rivela più collaborativo del previsto e inizia una fluviale serie di rivelazioni e auto accuse. Alcune di queste, saranno ritenute inverosimili e archiviate come casi di millantato credito (l’asserita partecipazione di Fuschi all’attentato di Piazza Fontana e addirittura all’omicidio Calvi). Sono invece ritenuti credibili i racconti dell’ex agente dei servizi su 11 omicidi compiuti da lui stesso nel torinese e mai scoperti. Inoltre, La procura approfondisce con lo stesso Fuschi l’inchiesta sul traffico d’armi e sui misteriosi ritrovamenti di pistole e di esplosivi avvenuti in Valle negli ultimi anni. Com’era prevedibile, Fuschi coinvolge pesantemente nelle sue rivelazioni l’oramai ex amico Tessari, accusandolo di aver organizzato, insieme ai servizi segreti un traffico d’armi dell’armeria. Germano Tessari è stato maresciallo del cc di Susa fin dal ’90.

Nel corso della sua lunga permanenza da sbirro si è occupato, oltre che di Prima linea, anche di vicende minori, è stato lui ad esempio, ad arrestare nel ’81 Silvano Pellissero, uno dei frequentatori dei centri sociali accusati degli attentati contro l’alta velocità. Pellissero viene arrestato col padre, in seguito all’esplosione nel pollaio di casa a Bussoleno, di un rudimentale ordigno. Nella stessa abitazione vengono trovati fucili e pistole ma una perizia del tribunale sosterrà che si trattava di vecchie armi in disuso, Pellissero otterrà la condizionale. Terminata nel’90 la carriera di maresciallo, Tessari si dedica alla politica e viene eletto nello stesso anno assessore ai servizi sociali di Susa e consigliere provinciale nelle liste del PSDI. Nel ’92, si alza in consiglio provinciale per una circostanziata denuncia contro la corruzione alla Sitaf (la vicenda porterà successivamente al processo e alla condanne di due funzionari della società). Nel ’94 lascia il consiglio provinciale tentando di farsi candidare dai progressisti alle elezioni politiche. All’inizio del ’95 vengono ritrovati 100 candelotti di dinamite all’interno di una galleria in costruzione dell’autostrada Torino-Bardonecchia. Altri Ritrovamenti di esplosivi sono effettuati nelle settimane seguenti.

Nel marzo del ’95 la Sitaf assume Tessari, che pure aveva pesantemente attaccato la società solo tre anni prima, come responsabile della sicurezza per tutelarsi dai rischi di attentato. Effettivamente i ritrovamenti cessano ma nel dicembre del ’96, nel ambito delle nuove indagini sull’armeria di Susa, sono perquisiti l’ufficio e L’abitazione di Tessari, dove l’ex maresciallo custodiva apparecchiature di intercettazione ambientale…..

L’ex carabiniere dei servizi ha continuato a lavorare nel settore? Ma le rivelazioni del loquace Fuschi riguardano anche altri esponenti dei servizi. ln particolare i 2 agenti del SISDE Dante Caramellino e Raffaele Guccione: “Con loro, (ha detto Fuschi ai magistrati), ci mettevamo d’accordo.

Una volta hanno messo un po’ di armi in un furgone a Rivoli per poi farcele ritrovare, naturalmente al termine di una brillante operazione”. Iniziativa da agenti disoccupati o un mezzo per effettuare nuovi ricatti? Forse non lo sapremo mai, perché l’inchiesta è stata archiviata per scadenza dei termini. Il 19/4/’96, mentre viene interrogato in procura, Fuschi si fa accompagnare in bagno e si spara alla tempia. Sopravvivrà ma da quel giorno la storia delle sue rivelazioni diventa di dominio pubblico. Pochi mesi dopo, in questo scenario di intrighi e ricatti, comincia la serie dei 13 attentati contro l’alta velocità che si apre il 23/8/’96 e si chiude il 10/11/’97. Solo 3 di questi attentati sono firmati dal Gruppo “Lupi Grigi, Val Susa libera“. I pm Maurizio Laudi e Marcello Tatangelo, fanno arrestare dai cc dei ros gli anarchici Silvano Pellissero, Edoardo Massari e la sua compagna Maria Soledad Rosas.

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Silvano viene arrestato poco dopo aver casualmente scoperto la presenza sulla vettura di una microspia. Edoardo (Baleno) e Soledad vengono arrestati dopo un assedio di qualche ora, all’interno della Casa occupata di Collegno, che viene perquisita e sgomberata. A detta dei carabinieri e della stampa viene scoperto un arsenale: un bengala usato, spacciato per “pipe-bomb” e alcune bottiglie di carburante fatte passare per molotov. Per gli squatter e gli autonomi torinesi, l’affronto meschino, fatto dallo stato non è altro che l’ennesima provocazione a danno dei posti occupati. La protesta si concentra sugli occupanti arrestati, sugli sgomberi e sulla violenza della polizia. “Squatting” significa occupare stabili vuoti per viverci, il che è per molti una necessità.

Gli Squatter nascono come movimento in Italia negli anni’80 e si caratterizzano dalle lotte sulle problematiche sociali e ambientali del proprio territorio. Sempre alla ricerca di giustizia sociale, e della libertà a tutti i costi, all’interno di un mondo di merda gerarchico che non funziona, ignora i troppi soprusi, e non rappresenta chi rifiuta di adattarsi a questo sistema capitalistico perverso. Il 28 marzo Edoardo Massari viene trovato morto impiccato nella sua cella del carcere delle vallette a Torino, dopo un pressante interrogatorio (terrorismo psicofisico). Si tratta del solito omicidio occulto, o è l’estrema ribellione contro la segregazione della propria vita, vissuta in ogni momento fuori e contro la logica imposta dal meccanismo lavora-produci mangia-consuma-caga-crepa? Baleno si è trovato di fronte a quella morte quotidiana che è il carcere, che si presenta come una cancrena che ti mangia l’anima a poco a poco. II ministro dell’interno e il capo della polizia insieme al prefetto dl Torino si contattano, preoccupati per le conseguenze che questa morte potrebbe avere, cioè la ribellione degli squatter. Silvano, rinchiuso nel carcere di Cuneo, inizia lo sciopero della fame. A Soledad, dopo la morte del compagno, vengono concessi gli arresti domiciliari in comunità, ma dopo l’esperienza del carcere (torture psicofisiche), i magistrati decidono di mandarla in una comunità-business, l’11/7/’98 si toglie la vita…..

Uno striscione degli squat riassume la sete di giustizia che ancora oggi non si è placata: “Sole e Baleno suicidati dallo stato“. Dei 13 attentati, 2 sono contro le centraline elettriche delle gallerie autostradali della Sitaf. Gli altri attentati non riguardano l’alta velocità ma ripetitori Mediaset o Omnitel.

I magistrati della procura affermano che non esiste prova che i 3 arrestati siano stati coinvolti direttamente nelle 13 azioni al centro dell’inchiesta, infatti sono stati accusati per altri 3 attentati minori. Quale dunque il filo che legherebbe i tre ai gruppi che hanno rivendicato le azioni in val Susa? E’ solo il volantino inneggiante ai “lupi grigi” ritrovato in casa Pellissero? O il vecchio vizio dei servizi segreti che, per coprire le loro porcherie massomafiose, incastrano il “solito ragazzotto ingenuo di campagna”…..

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Per approfondimenti sul malaffare che emerge dietro l’alta velocità, vi consigliamo di leggere questi siti:

25 agosto 2015: Graziano Delrio incontra i sindaci favorevoli al TAV

http://www.notavtorino.org/documenti-05/diario-14-04-1999.pdf

http://www.globalist.it/news/articolo/207315/tav-e-salerno-reggio-monorchio-jr-in-manette-lunardi-jr-indagato.html

 

Gli spiriti liberi non sono fatti per essere domati, hanno bisogno di restare liberi finché non trovano qualcuno di altrettanto selvaggio con cui correre !!!

 

Rsp (individualità Anarchiche)