Condannati mandanti e sovvenzionatori della strage di Bologna del 1980

Monumento alle vittime della strage di Bologna (Ansa)

Il 2 agosto 1980, alle 10,25 alla stazione di Bologna, nella sala d’attesa per viaggiatori di seconda classe, esplode una bomba. Fu un’altra strage di Stato!!

Quel giorno scoppiarono delle bombe ad altissimo potenziale che colpirono in pieno anche il treno Adria Express Ancona-Basilea in sosta nella stazione di Bologna. Fu un grave atto terroristico, un piano militare geopolitico chiamato “strategia della tensione”, previsto dal patto Atlantico anticomunista firmato anche dall’ Italia nel 1949. La strage provocò 85 morti e 200 feriti.

Il piano militare della strategia della tensione, fu anche il terreno di scontro per il potere, tra i vari servizi segreti dell’Ovest e dell’ Est (guerra fredda). Mezzo mondo vedeva nell’ex Urss un grave pericolo per l’Alleanza Atlantica anticomunista e per la democrazia sia di centrodestra che di centrosinistra.

Per la strage di Stato alla stazione di Bologna, sono stati condannati per la prima volta, dopo 40 anni, i mandanti e i finanziatori: c’era la loggia massonica Propaganda 2. E dietro alla loggia c’erano 4 menti nere: quelle di Licio Gelli, del suo braccio destro Umberto Ortolani e del potentissimo capo dell’ufficio Affari riservati del Viminale (capo dei servizi segreti) Federico Umberto D’Amato, e il piduista senatore del Msi, Mario Tedeschi.

L’11/2/2020 la Procura Generale della Repubblica di Bologna guidata da Ignazio De Francisci, ha chiuso la nuova inchiesta sulla strage di Bologna che provocò 85 morti e 200 feriti.

Nell’avviso firmato dall’avvocato generale Alberto Candi e dai sostituti procuratori generali del capoluogo emiliano Umberto Palma e Nicola Proto, si legge che fu la loggia massonica Propaganda 2 a organizzare e finanziare la strage. Tutti piduisti ormai deceduti da anni.

Tra i destinatari degli avvisi di fine indagine figurano oggi Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale, ritenuto dagli inquirenti uno degli esecutori materiali della strage, coinvolto in una lunga scia di omicidi, collegato alla ‘ndrangheta e implicato nella trattativa stato-mafia. Anche Quintino Spella, 91 anni, ex capo del Sisde di Padova è stato indagato per depistaggio. Di depistaggio dovrà rispondere anche l’ex carabiniere del nucleo informativo di Genova Piergiorgio Segatel, 72 anni e Domenico Catracchia, ex amministratore di una società immobiliare usata dal Sisde (servizi segreti).

Catracchia, l’amministratore degli appartamenti di via Gradoli a Roma, è stato indagato per avrer detto il falso negando di aver dato in affitto un appartamento nella strada romana, tra il settembre e il novembre 1981. Inoltre si rifiutò di spiegare le modalità e le ragioni per cui Vincenzo Parisi, funzionario di pubblica sicurezza e poi direttore del Sisde, “si serviva dell’agenzia” dello stesso Catracchia, per l’attività immobiliare. L’enigma di via Gradoli non è stato ancora risolto: la strada romana in cui era prigioniero Aldo Moro per 55 giorni, è la stessa via dove anche i Nar nel 1981 avevano due covi!…

Insomma, tutto normale per noi italiani mediocri (che non sappiamo mai dove stare): gli appartamenti di via Gradoli erano in uso sia ai terroristi di estrema destra, sia ai brigatisti di estrema sinistra, come le Br dell’ambiguo Moretti… Appartamenti riconducibili a società immobiliari e a personaggi legati ai servizi segreti ‘deviati’, in particolare al Sisde. Servizi segreti deviati, li hanno definiti così per deviare l’argomento e non chiamarli Nuclei clandestini istituzionalizzati dal patto Atlantico…

Questo nuovo filone di indagine sulla strage di Bologna è nato grazie al dossier presentato dall’Associazione dei familiari delle vittime, che in un primo momento venne snobbato, viene ritenuto “poco interessante” dalla Procura ordinaria di Bologna che, nel marzo del 2017 chiese l’archiviazione del fascicolo di inchiesta sui mandanti, rimasto contro ignoti. A ottobre 2019, il giorno dopo la decisione del Gup di rinviare a giudizio l’ex Nar Gilberto Cavallini ( foto sopra), per aver offerto supporto nella strage, la Procura generale di Bologna avoca a sé il fascicolo e riesce a ricostruire tutti i passaggi di denaro attraverso cui Licio Gelli e Ortolani finanziarono i Nar per compiere l’attentato. Dalle indagini è emerso che il prezzo del gravissimo attentato fu di 5 milioni di dollari, soldi riconducibili a Gelli e Ortolani e poi finiti ai Nar. E’ la prima volta che si condannano i mandanti e i finanziatori delle stragi di stato, peccato che nel frattempo sono già morti, e quindi non pagano la condanna, sembra che i massoni P2 abbiano previsto anche questa pagliacciata, quella di condannare gli imputati solo dopo morti, tanti anni di attesa, per rimanere poi inpuniti (la giustizia italiana, se hai potere e soldi, ti dà ragione anche se hai torto)…

Il 9 gennaio 2020 è stato condannato dopo 40 anni di processi, Gilberto Cavallini, ex Nar accusato di concorso nella strage alla stazione che fece 85 morti e 218 feriti. Fu lui, infatti, secondo le accuse, ad aver fornito supporto logistico a Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, i Nar condannati in via definitiva. L’inchiesta sui mandanti vede indagato per depistaggio anche l’ex generale Quintino Spella, all’epoca responsabile Sisde a Padova.

Ma facciamo un pò di storia, per capire in che contesto storico geopolitico eravamo:

Invasione della Polonia

La II guerra mondiale ebbe inizio il 1º settembre 1939 con l’attacco della Germania nazista alla Polonia e terminò, nel teatro europeo antifascista, l’8 maggio 1945, con la resa dei tedeschi e, il successivo 2 settembre con la resa dell’Impero giapponese, dopo i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.

La II guerra mondiale, è stato il più grande conflitto armato della storia e costò all’umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri, con 60 milioni di civili morti.

La Germania, l’Italia e il Giappone, erano i tre principali membri dell’Asse cattofascista.

L’alleanza tra le tre nazioni, prevedeva il dominio della Germania sulla maggior parte dell’Europa continentale, quello dell’Italia sul Mediterraneo e quello del Giappone sull’Asia Orientale e sul Pacifico.

I futuri alleati, guidati da Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica, riuscirono, alla fine, a sconfiggere le forze dell’Asse e a porre fine, così, alla II Guerra Mondiale. L’Italia fu il primo stato membro della coalizione ad arrendersi agli alleati, l’8 settembre 1943.

Fin dallo scoppio della guerra, nel ’39, gli Usa, per quanto ancora formalmente neutrali, cominciarono a rifornire gratuitamente tutti i nemici dell’Asse. Il porto di New York assumeva, quindi, importanza strategica e si temevano sabotaggi da parte di spie tedesche e italiane. Fu per scovare e colpire queste ultime, ben nascoste nella numerosa comunità italoamericana newyorkese, che uno dei massimi responsabili dell’intelligence, addetto alla sicurezza portuale, il maggiore Radcliffe Haffenden, decise di usare, comperare come forza armata, il gangster Lucky Luciano. Il boss faceva comodo ai servizi segreti dell’alleanza Atlantica perche, nonostante stesse scontando in carcere una condanna a 50 anni per prostituzione, continuava a controllare le attività illecite del porto tramite il suo affiliato Joe Lanza.

La valanga di informazioni fornite ai servizi segreti Usa da Lucky Luciano, consentì agli americani di smantellare il potere della rete spionistica italiana nel porto di New York (servizi segreti), ma anche di garantirvi una forzosa pace sindacale per non turbare l’invio di materiale bellico in Europa (materiale che serviva alla Nato anticomunista). Un altro servigio reso da Lucky Luciano, fu quello di segnalare agli americani i mafiosi residenti in Sicilia, che avrebbero certamente cooperato al momento dello sbarco in Sicilia (operazione Husky). L’Office of Strategic Services (Oss) il servizio segreto statunitense, si preoccupò anche di selezionare militari di origine siculo-americana e di creare una rete di contatti con tutti coloro che, nella Trinacria, fossero ostili al regime, non ultimi gli influenti membri del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia. Il principale interlocutore di Lucky Luciano nell’isola fu, appunto, don Calogero Vizzini, il quale aderì al progetto, unendo insieme le forze dei latifondisti affiliati al Mis (dei mafiosi), a quelle dei servizi segreti americani. “Ufficiale di collegamento” fra Vizzini e Luciano era il criminale Vito Genovese che, dall’America, era ritornato in Italia già nel 1938. Lo ritroviamo in una fotografia mentre posa, in divisa americana, accanto al bandito Salvatore Giuliano.

La mafia (la bassamanovalanza), il braccio armato della massomafia come la definì Falcone (politici imprenditori industriali e ufficiali di alto grado), dopo lo sbarco alleato, si infiltrerà nel tessuto politico-amministrativo di gran parte dei comuni isolani, supportata dall’Allied Military Government of Occupied Territories (Amgot). La mafia dopo aver lucrato col mercato nero durante la II guerra mondiale, cominciò a prosperare, nel dopoguerra, soprattutto col traffico di stupefacenti….

Nel 1949 nasce la NATO

Il ruolo giocato dalla Nato Atlantica anticomunista e dalle alleanze analoghe, vigenti dalla conferenza di Yalta, influenzarono notevolmente l’attività dei servizi. Anche se sulla carta si trattava di organizzazioni strettamente difensive, non vi è dubbio che questi “patti” avessero anche una spiccata vocazione al mantenimento del potere, dello status quo. La Nato Atlantica anticomunista, era pronta all’azione armata non solo in caso di invasione dell’Italia per opera di forze del blocco orientale, ma anche nell’ipotesi che il Partito Comunista Italiano avesse vinto le elezioni. La pianificazione risulta abbastanza chiara e dettagliata nella direttiva “National Security Council 1/3” del 1948, adottata significativamente alla vigilia politica delle prime elezioni che avrebbero restaurato il Parlamento dopo il fascismo. Il documento non ci gira attorno nello spiegare la reazione dei servizi segreti della Nato nel caso di vittoria comunista “con mezzi anche illegali”, ed “anche a rischio di una guerra civile”…

Nel 1945 il generale William J. Donovan, passa in rassegna gli Operational Groups dell’OSS in partenza per una missione anticomunista in Cina.

Dopo la guerra in Corea, l’attività ufficialmente denominata “ravvivare la determinazione ad opporsi al comunismo”, è coordinata da un nuovo organismo ad hoc, denominato “Psychological Strategy Board” (PSB). In questa luce s’inquadrano i 2 piani anticomunisti elaborati, rispettivamente, per la Francia (Cloven) e per l’Italia (Piano Demagnetize), entrambi orchestrati dal PSB. Probabilmente non è un caso che il SIFAR ed il Patto Atlantico anticomunista, siano nati negli stessi giorni di quel 1949.

La subordinazione dei nostri servizi segreti Italiani a quelli della Nato, è ormai un fatto accertato.

In particolare, per quanto attiene al monitoraggio delle telecomunicazioni, è stato autorevolmente affermato che il rapporto tra National Security Agency (NSA) ed istituzioni di intelligence dei paesi alleati, era “una strada a senso unico”: solo gli USA si avvantaggiavano in questa sorta di patto leonino.

Nel 1945 ci fu la Conferenza di Jalta (o Yalta), organizzata dagli stati dei governi che firmeranno nel 1949 il patto anticomunista Atlantico. Tre furono i protagonisti: Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Josif Stalin, capi rispettivamente dei governi degli Stati Uniti d’America, del Regno Unito e dell’Unione Sovietica. Dal 1946 i servizi segreti italiani, lavorano sotto stretta supervisione delle autorità atlantiche. Nel 1948 invece, il generale di artiglieria Giovanni Carlo Re, è designato a guidare l’Ufficio I (servizio segreto militare), che pochi mesi dopo verrà ribattezzato SIFAR.

File:Operazione Gladio.png

Nel 1956 nasce ufficialmente l’Organizzazione paramilitare clandestina Gladio, anche se diverrà di (relativo) pubblico dominio, soltanto una quarantina d’anni più tardi, quando tolsero il segreto di stato. Prima di chiamarsi Gladio aveva un altro nome: “nucleo Duca”. L’allora direttore del SIFAR, nel 1951 era il gen. Umberto Broccoli, che già allora scrisse al Capo di Stato Maggiore della Difesa (Efisio Marras), una nota prefigurante la nascita della struttura di resistenza clandestina.

Già a quel tempo, si affermava, erano state avviate organizzazioni stay-behind in Regno Unito, Paesi Bassi e Belgio, e Francia, che ne manteneva pure al di fuori del suolo nazionale. Contestualmente si osservava che la creazione di Gladio era anche una sorta di reazione a un’iniziativa del tutto analoga, che gli americani avevano già arbitrariamente assunto nel Nord Italia tra il 1947 ed il ’50. Appianata questa asserita diatriba con gli USA, nel 1953 venne concretamente fondata la base di Poglinani in Sardegna, nei pressi di Alghero. Per tenere il più possibile celata la natura dell’operazione, i terreni necessari furono simulatamente comprati da alcuni agenti segreti, che ovviamente se li intestarono al catasto. La struttura addestrativa prese a funzionare tra il 1956 ed il ’58, con la denominazione di Centro Addestramento Guastatori; contemporaneamente, nell’Ufficio R del SIFAR, veniva costituita la sezione SAD.

L’organizzazione della Gladio contava 622 operativi, ripartiti in 40 cellule, di cui 6 di spionaggio, 6 di propaganda, 6 di evasione e fuga, 10 di sabotaggio, 12 di guerriglia.

I servizi segreti P2, sarebbero coinvolti anche nelle bombe del 1992 e ’93.

Il Piano di rinascita democratica della P2, il testo integrale

Siamo molti i concordi nel dire (perchè siamo preoccupati), che sta ritornando la “II guerra fredda”, ‘sta volta contro Cina e Islam, due pericoli per il potere Atlantico anticomunista. Il rischio è controllato dal Patto Atlantico, con piani militari (dittatura militare), che prevedono anche colpi di stato e stragi di stato, come nella prima guerra fredda.

Già Shakespeare si domandava allora: ma con tutti questi controllori poi, chi controlla il controllore?

La massomafia, caro Shake…

 

Libertà per l’individuo!

Prendere dei sassolini, diceva Fourier, metterli

in una scatola e scuoterli: si distribuiranno da soli

in un mosaico che non riuscisse mai a fare

se affidaste ad un altro il compito

di disporli armoniosamente.

P. Kropotkin

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)