12 dicembre ’69: una strage pianificata dai servizi segreti

 

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La strage di Piazza Fontana può essere considerata la data ufficiale d’inizio della “strategia della tensione”.

La bomba di stato scoppiò a Milano il 12 dicembre 1969 alle 16.30.

La strage aveva lo scopo di terrorizzare i cittadini ( terrorismo psicologico) e bloccare le lotte degli operai e degli studenti che protestavano contro il regime democristiano ladro e cattofascista.

Un ordigno di elevata potenza esplose nel salone centrale della Banca nazionale dell’agricoltura, in piazza Fontana, dove coltivatori diretti e imprenditori agricoli si riunivano abitualmente. Gli effetti furono devastanti: il pavimento del salone fu squarciato e 17 persone restarono uccise, altre 90 furono ferite. Qualche minuto prima della esplosione, un altro ordigno venne rinvenuto nella sede della Banca commerciale di piazza della Scala sempre a Milano. Tra le 16.55 e le 17.30, altre tre esplosioni si verificarono a Roma: una, all’interno della Banca nazionale del lavoro di via San Basilio; altre due, sull’Altare della Patria di piazza Venezia. Per la sua gravità e la sua rilevanza politica, la strage di Piazza Fontana divenne il momento più alto di un progetto eversivo preparato attraverso gli altri attentati di quello stesso anno e diretto (come emerge dalle sentenze) a utilizzare il disordine e la paura per sbocchi di tipo autoritario, in ciò sostenuti (come è scritto nella Relazione della Commissione stragi) da «accordi collusivi con apparati istituzionali».

Ma cos’è la strategia della tensione?

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La strategia della tensione è un piano militare, un vecchio vizio dei servizi segreti della Nato ancora oggi in auge. Il piano militare prevedeva la pianificazione e l’organizzazione delle stragi per imporre poi una dittatura militare (potere autoritario). La strategia della tensione in Italia fu pianificata e organizzata dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio all’hotel Parco dei Principi di Roma dal 3 al 5 maggio del 1965. Al convegno parteciparono personaggi ambigui come Ivan Matteo lombardo, ex-ministro socialdemocratico del governo enigmatico nato dalle elezioni del 1948 (centrodestra cattofascista democristiano) e Ciano Accame, redattore del settimanale neofascista ‘Il borghese’ e responsabile del movimento pacciardiano ‘Nuova Repubblica’, assieme agli altri che famosi diverranno di lì a pochi anni. Tra questi Guido Giannettini, Stefano delle Chiaie e Mario Michele Merlino (fascista infiltrato tra gli anarchici insieme ai suoi compari sempre fascisti: lo sbirro Salvatore Ippolito e Nino Sottosanti, Merlino fondò nel ‘69 insieme a Pietro Valpreda il circolo anarchico 22 marzo di Roma…).

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II tema del dibattito all’istituto ‘Polio’ (finanziato dai servizi segreti tramite il generale Viaggiani, capo del Sifar), non era per nulla rassicurante: la guerra rivoluzionaria……

Dall’illustrazione degli scopi dell’organismo, si passa presto all’enunciazione di carattere politico generale e ai programmi pratici per combattere la lotta rivoluzionaria degli anarchici e dei comunisti.

Per la strage di Piazza Fontana fu incolpato Valpreda, perché faceva parte del gruppo eterogeneo ( infiltrato dai fasci)  ’22 Marzo’ di Roma….

II teorema della strage di stato di Piazza Fontana si perfeziona di ora in ora e le indagini vengono assegnate al commissario Luigi Calabresi, che ferma illegalmente il compagno anarchico Giuseppe Pinelli e lo tiene nel suo ufficio per 48 ore dove fu torturato e ucciso, facendolo poi precipitare dalla finestra per cancellare le prove dell’omicidio avvenuto in questura durante la mezzanotte del 15 Dicembre (metodo fascista, codice Rocco). La morte del compagno Pinelli assomiglia tanto a quella dell’anarchico americano Salsedo, precipitato da una finestra della polizia poco prima dell’arresto di Sacco e Vanzetti.

La sentenza del 30/6/2001 ha condannato all’ergastolo alcuni fascisti che facevano parte del braccio armato della Democrazia cristiana cattofascista: Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni, tutti e tre di Ordine Nuovo, e ha dichiarato prescritto il reato per Carlo Digilio per aver collaborato coi giudici, il processo ha avuto una vicenda giudiziaria che è durata più di 30 anni. Dal processo sono entrati e poi usciti altri esponenti di spicco di ordine nuovo come i padovani Franco Freda e Giovanni Ventura, condannati a Catanzaro a 15 anni per altri attentati a Padova e a Milano.

Stefano delle Chiaie, neofascista romano e Merlino (qui sotto in una foto recente) insieme ai loro scagnozzi, avrebbero commesso gli attentati per farne ricadere la responsabilità su altri movimenti (False flag)….

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La strage di piazza Fontana segnò un “salto di qualità” nella strategia della tensione, condotta nel nostro paese contro il movimento anarchico e contro il partito comunista che stava entrando al comando del potere politico democristiano cattofascista, fondando il centrosinistra cattosinistroide. Questo avvenimento portò a una grande mobilitazione di massa composta da tanti gruppi eterogenei che protestavano contro i colpi di stato avvenuti in Italia in quegli anni, eseguiti appositamente per terrorizzare le masse (terrorismo psicologico) e imporre attraverso le stragi di stato, una dittatura militare.

I piani militari anticomunisti che facevano parte della strategia della tensione, comprendevano anche i colpi di stato, fatti per imporci uno stato di polizia che pianificava poi la destabilizzazione: il Piano Solo del giugno 1964 fu un golpe di Stato, ideato dal capo dei carabinieri, il generale Giovanni De Lorenzo per far cadere il primo governo di centro-sinistra guidato da Aldo Moro…; 1970, Golpe “Tora Tora” fu ideato come scusa per consentire al governo democristiano di emanare leggi speciali organizzato dal principe nero Junio Valerio Borghese comandante della Xª Flottiglia MAS e il suo braccio armato, il “Fronte Nazionale” e “Avanguardia Nazionale”; Golpe Rosa dei Venti ’73, compiuto da un’organizzazione segreta italiana di stampo neofascista, collegata con ambienti dei servizi segreti della Nato; Golpe bianco ’74, un colpo di stato liberale e presidenzialista, organizzato da ex partigiani bianchi antifascisti e anticomunisti….

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Dunque questi Piani militari sono stati portati avanti da neofascisti con l’appoggio dei servizi segreti e la complicità di alcuni settori degli apparati statali e della classe politica italiana che non tolleravano un’evoluzione del quadro politico che portasse alla vittoria elettorale della sinistra sui partiti stabili di governo dal 1947, data in cui si ruppe l’intesa tra la Dc e i partiti della sinistra. In molti studi su documenti parlamentari e giudiziari si nota che i servizi segreti italiani, legati in un vincolo di sostanziale subordinazione ai servizi segreti anticomunisti della Nato, ebbero parte non secondaria nelle stragi organizzate dallo stato militare in quegli anni. Dall’ultima inchiesta milanese del giudice Salvini emergono con chiarezza due elementi. Il primo è che c’è negli anni ’60 la presenza in Italia di una struttura operativa e informativa targata Nato , Cic (Counter Intelligence Corp) che, oltre a seguire e a controllare gli estremisti di destra tramite persone che avevano un doppio ruolo (informatori dei servizi segreti della Nato e militanti di Ordine nuovo), fornì loro un apporto tecnico per far crescere le cellule che avrebbero dovuto eseguire gli attentati. Il 2° elemento spiega la connessione che si realizzò tra gli estremisti di destra e gli ambienti politici interessati a un colpo di stato di tipo istituzionale (destabilizzare per poi stabilizzare in un equilibrio politico che escluda la sinistra).

La grande manifestazione per l’ordine del 14/12/’69 indetta dagli estremisti di destra, avrebbe dovuto suscitare interventi decisivi degli uomini di Ordine nuovo ma anche dei servizi italiani e della Nato nella direzione di un golpe istituzionale. Di fatto, fu annullata in seguito alla rivolta dell’opinione pubblica e delle organizzazioni politiche e sindacali di fronte alla strage ma condusse comunque alla nascita di un quadripartito organico guidato sempre da Rumor con un significativo cambio della delega ai servizi segreti dal democristiano Gui, vicino a Moro (Moro fonda nel ‘64 il centro sinistra all’interno della Dc di centro destra Andreottiana e anticomunista, costituitasi nel ‘48 e per questo verrà ucciso), al socialdemocratico Tanassi, strettamente legato al presidente della repubblica Saragat.

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Scenari, avvenimenti e personaggi di una crisi, che ha avuto inizio per le divisioni interne dei governi di centro sinistra (cattocomunisti e cattofascisti insieme, che si scannavano tra loro per avere il potere politico militare ed economico, il famoso magna magna, umma umma, fifty-fifty, ecc…), dopo l’alt subìto nel’64 (vedi Piano Solo) esprimono i vincoli d’acciaio della guerra fredda. Tra il 1964 e il ‘67 – inizi ’68, nella nuova Italia pacificata dal centrosinistra, il neo fascismo attraversa una fase ancora più squallida. L’MSI del rag. Arturo Michelini amministrava la routine elettorale di un gruppo di comparse screditate, qualche raduno di nostalgici, le solite scritte sui muri, qualche attentato (una cinquantina in 3 anni). La sua funzione più importante, tutto sommato, era assolta dai gruppi dissidenti dell’estrema destra nell’ambiente studentesco romano. Restavano ai fascisti la difesa e le complicità politiche con l’apparato borghese dello stato, dettate dalle affinità culturali e ideologiche del singolo burocrate, poliziotto o magistrato, legittimando la loro presenza e il loro ruolo.

In quegli anni molte sezioni missine chiudono, il ‘Secolo d’Italia’ licenzia redattori e riduce la tiratura, due appartamenti di via Quattro fontane, sede nazionale del MSI, vengono affittati a uffici privati.

Poi, improvvisamente, nei primi mesi del 1968 le cose cambiano, comincia la pacchia che dura ancora oggi. L’MSI riapre e aumenta le sezioni le città italiane vengono invase da migliaia di volantini inneggianti alla ”piazza di destra” e di manifesti di giovanotti in camicia verde che puntano il dito ammonitore. Davanti alle scuole si diffondono gratuitamente pacchi del “Diario italiano” dove tra fiamme tricolori e fasci littori si inneggia a due anticomunisti: Benito Mussolini e James Bond.

Ma ricordiamoci chi erano quelli che sovvenzionavano i fasci già allora:

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La centrale dei finanziamenti USA al neofascismo italiano era la Continental Illinois Bank di Cicero, Illinois, che concentra enormi capitali provenienti in massima parte dall’industria bellica americana. La Continental (come anche la Gulf and Western che amministra il capitale della mafia americana Cosa Nostra) fornisce la copertura finanziaria alla Banca Privata Finanziaria, della quale si serve il P2 Michele Sindona per la gigantesca operazione di trasferimento di medie industrie italiane sotto il controllo del capitale americano, che è iniziata verso il 1968. La Continental, inoltre, è una delle maggiori consociate dell’industriale Carlo Pesenti e dell’Istituto per le Opere Religiose (IOR), la centrale finanziaria del Vaticano di cui il responsabile era monsignor Paul Marcinkus, originario di Cicero (Usa). Presidente della Continental Illinois Bank è David Kennedy, consigliere al tesoro dell’amministrazione Nixon. Tramite l’italo americano Philip Guarino, nostalgico per la parte italiana, repubblicano e grande elettore di Richard Nixon per l’altra metà americana David Kennedy è entrato in contatto con l’on. Luigi Turchi. Il deputato del MSI ha partecipato alla campagna elettorale di Nixon facendo capo al quartier generale del partito repubblicano a Washington da dove ha organizzato comizi, dibattiti e conferenze radiofoniche per la comunità italiana negli Usa.

Altri soldi americani arrivano ai fascisti italiani dalla CIA che si serve per questo del ‘canale greco’. Il 1°ministro Papadhopulos aveva affidato la gestione di questi fondi al capo del KYP, colonnello Michele Rufogalis, (agente [come il ministro del coordinamento Makerezos] dei servizi segreti americani), il quale a sua volta ne cura la distribuzione sulla base delle indicazioni fornitegli dall’incaricato della “questione italiana” Costantino Plevris.

La fonte dei finanziamenti in Europa è la Banque de Paris et des Pays Bas, la stessa usata dai monopoli agricoli e minerari belgi, francesi e olandesi per le colossali operazioni di finanziamento dell’OAS in Algeria e delle truppe mercenarie in Congo.

Nel novembre ’68, Michele Sindona ha condotto per conto della Banque de Paris et des Pays Bas la scalata alla società Finanziaria Sviluppo, sino ad allora controllata dal gruppo italiano Cini-Gaggia-Volpi. Lo Sviluppo doveva servire alle grandi società petrolifere americane e anglo-olandesi per combattere all’interno della Montedison la battaglia contro la linea IRI-ENI- Agnelli- Pirelli che, col processo di razionalizzazione che comportava, avrebbe aumentato la competitività della Montedison a livello internazionale. A Genova, la strategia della tensione, viene sovvenzionata da armatori, petrolieri, a Rimini grossi albergatori, a Ravenna gli industriali zuccherieri, a Roma, Napoli e Palermo gli impresari edili, a Bari e Reggio Calabria gli agrari, eccetera. In sostanza a foraggiare i fascisti sono i settori della media e piccola industria e quelli del capitale parassitario. La Confindustria in quanto tale, poiché al suo interno esistono contrasti di tendenza tra ‘presidenzialisti’ e ‘riformisti’, ha preferito continuare a investire i propri soldi nei partiti di governo e dell’opposizione ‘costituzionale’ di destra, oltre che nel SID al quale versava ogni anno 70/80 miliardi di lire. I rapporti dei fascisti col vaticano invece erano cauti e discreti più che nel passato. Uno dei tramiti più noti è il Principe Filippo Orsini, ex assistente al soglio pontificio, molto legato a Junio Valerio Borghese e a Giulio Caradonna. Tra le varie entrature, Filippo Orsini ha quella molto consistente col cardinal Samorè, ex presidente della Pontificia Commissione Latino Americana, che è uno dei fiduciari della Misereor, una ricchissima società finanziaria tedesca che sostiene iniziative anticomuniste in tutta l’Europa.

La strategia della tensione, fu eseguita da un complesso di reti clandestine composte da militari e civili di ampiezza ben superiore al livello ufficializzato di Gladio, che aveva il compito originario di attivarsi nella eventualità, sempre più improbabile dopo i patti di Yalta, di una occupazione da est del territorio nazionale da parte di eserciti nemici….

 

Continuate a meditare mediocri, meditate !!!!!!

 

Contro tutte le guardie nere, contro tutte le guardie bianche , e le guardie rosse, braccio armato e servi del potere …..

Antimilitarismo sempre! Padroni di nulla, servi di nessuno ….

Anarchia l’unica via ……

Pinelli vive e lotta insieme a noi. Le nostre idee non cambieranno mai !!!!

 

Cultura dal basso contro i poteri forti e le loro guardie variopinte

Rsp (individualità Anarchiche)