Anniversario della strage di Brescia: aggiornamento sull’analisi storica e sociale

Piazza della Loggia nelle ore immediatamente successive allo scoppio della bomba Nella foto di Silvano Cinelli, cerchiato,quello che potrebbe essere Toffaloni

Il 25 maggio a Brescia l’Avvocatura di stato ha depositato il ricorso in Cassazione contro la decisione del gup Francesca Grassani di escludere il governo dalle parti civili nell’ultima udienza preliminare in corso a carico di Roberto Zorzi per la strage di stato di piazza Loggia; il 68enne fascista veronese accusato col compaesano Marco Toffaloni (foto sopra), di avere infilato i candelotti di gelignite nel cestino dei rifiuti nel cuore di Brescia il 28 maggio 1974, durante una manifestazione sindacale. Ci sono stati 4 istruttorie sfociate nelle condanne definitive per il mandante, il medico veneziano Carlo Maria Maggi (foto sotto), leader di Ordine nuovo, uno degli ideologi della strategia della tensione, e la spia dei servizi segreti Maurizio Tramonte.

L’avvocato Stefano Casali, al termine di un’arringa durata circa 3 ore, ha chiesto il non luogo a procedere per Zorzi. Ma andiamo a capire chi era quella figura (a dir poco) ambigua di Zorzi: era figlio di un geologo dei servizi segreti. Nel 1993, il pentito Carlo Digilio, sostenne di essere un agente della CIA infiltrato in Ordine nuovo e di aver raccolto la confidenza di Zorzi in cui avrebbe sostenuto di aver preso materialmente parte all’attentato. Digilio dichiara anche che era entrato nella rete degli informatori italiani al servizio delle basi NATO nel Veneto, col nome in codice Erodoto (già usato dal padre), nell’ambito del programma di arruolamento di fascisti e anticomunisti promosso dalla CIA e dai servizi segreti italiani (Patto Atlantico anticomunista). Nel 2002 il pentito Martino Siciliano, già teste chiave nel processo per la strage di piazza Fontana, scagionò Delfo Zorzi da ogni accusa ma venne poi indagato per favoreggiamento così come il legale di Zorzi Gaetano Pecorella (foto sotto).

L’avvocato Pecorella: “Berlusconi? Perseguitato e c’è la prova. Di Maio? Mi ha stupito”. E sul referendum sulla giustizia: “Quesiti complicati, ma…” ce li spiega

A Siciliano sarebbero andati 500.000 euro per ritrattare la testimonianza e per il trasferimento in Colombia. Le indagini sul presunto favoreggiamento si conclusero con l’archiviazione nel 2010. Il 16/11/2010 la Corte d’assise di Brescia assolse per insufficienza di prove tutti e 5 gli imputati. Tra gli assolti per la strage di Brescia, ci fu anche quel ambiguo e oscuro verme del generale Francesco Delfino (generale di divisione dei carabinieri e dirigente del Sismi – servizi segreti), accusato di aver depistato le indagini nella prima fase, e Pino Rauti per non aver commesso il fatto su richiesta della stessa accusa. Tutti gli imputati furono nuovamente assolti anche in appello, in seguito al ricorso della Procura generale di Brescia contro l’assoluzione in appello, Zorzi fu definitivamente assolto dalla Cassazione nel 2014 insieme a Delfino (per il cattofascita Pino Rauti intervenne l’estinzione del procedimento, essendo questi deceduto nel frattempo). Il 14 aprile Delfino viene tratto in arresto assieme all’imprenditore Giordano Alghisi. Viene inoltre indagato il capitano dei cc Arnaldo Acerbi, allora comandante del nucleo operativo dei cc di Brescia, al quale viene contestato di non aver riferito all’autorità giudiziaria, le confidenze da lui raccolte da Carlo Soffiantini sul ruolo svolto da Delfino nella vicenda per la quale quest’ultimo veniva tratto in arresto. In un primo tempo, Delfino tenta di sottrarsi al carcere ottenendo il ricovero presso l’ospedale militare del Celio (Roma), ma una consulenza tecnica medica stabilisce in breve che la sua salute è compatibile col regime carcerario. Il 14/5/2008, dopo 34 anni dalla strage organizzata dai servizi segreti e dalla loro manovalanza (fascisti), Francesco Delfino viene rinviato a giudizio, con l’accusa di concorso nella strage di Brescia, assieme a Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte, Carlo Maria Maggi, Pino Rauti (foto sotto) e Giovanni Maifredi. Il generale Delfino P2, dava ordini e  manovrava, attraverso  infiltrati, sia l’estrema destra che l’estrema sinistra (manovalanza –braccio armato).

Pino Rauti

Ma facciamo un po’ di Storia:

Quasi 50 anni fa, il 28 maggio del 1974, in piazza Loggia a Brescia, un ordigno scoppiò durante una manifestazione antifascista e morirono 8 persone e più di 100 feriti.

Anche questa strage di stato rientra nel piano militare Atlantico (stay behind), chiamato

“strategia della tensione”, dove i servizi segreti della Nato anticomunista aveva pianificato atti stragisti e attentati (falliti o realizzati) e colpi di stato, per sovvertire la vita politica dell’Italia che stava riconquistando i propri diritti con la lotta di classe (ottenendo lo Statuto dei lavoratori, che comprendeva anche l’articolo 18). Secondo la commissione stragi (nata nel 1988), i teorici delle stragi di stato erano i servizi segreti della Nato, fondata a Washington nel 1949,  che comprendeva 12 paesi fondatori: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti, a cui si sono aggiunti nel tempo Bulgaria, Estonia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia, che usavano la destra come manovalanza (braccio armato). In Italia abbiamo 9 basi Nato: la prima, è quella di Camp Darby presso Pisa, in Toscana. In Friuli si trova la base aerea di Aviano, mentre in Veneto (precisamente a Vicenza) se ne trovano ben due: la Caserma Ederle e Camp Del Din (foto sotto), entrambe ospitano truppe della US Army. Tale strategia anticomunista si rinforza in un contesto sovranazionale, connessa alla partita in atto sullo scacchiere internazionale negli anni della Guerra Fredda: (nasce nel 1947 e fu un periodo di tensione geopolitica tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica e i loro alleati, il blocco occidentale e il blocco orientale).

Una veduta aerea della caserma Del Din a Vicenza

Il problema principale della Nato anticomunista nasce dal II dopoguerra, quando in Italia il comunismo era diventato il partito più forte in occidente. Negli anni ‘50 si consolida una specifica rete militare connessa alla Nato e alla Sezione preposta alla “guerra non ortodossa”, detta Stay behind, che nasce negli Usa e si diffonde in Europa Occidentale come garanzia di un protocollo d’azione nel caso di vittoria comunista. Nel 1956 i servizi segreti della Nato siglano l’accordo dal quale nascerà l’organizzazione segreta Gladio (foto sotto), strettamente connessa al Sifar (Servizio Informazioni delle Forze Armate) e alla Cia, della quale il governo italiano ammetterà l’esistenza soltanto negli anni ’90, quando la commissione stragi dopo 50 anni tolse il segreto militare. Le stragi si attuano negli anni della lotta senza esclusione di colpi alla tanto temuta “avanzata del comunismo”e perché una tale strategia si realizzi, occorre orientare opinione pubblica, partiti politici e società civile, provocando reazioni emotive e politiche tali da spostare a destra l’area del consenso, favorendo le forze dell’ordine (disordine! Formata da sbirri- carabinieri e polizia di stato) e gli apparati militari. La “guerra non ortodossa” rientra nella sfera dell’azione perversa che prevedeva «la pianificazione di strutture paramilitari non note al nemico e l’esecuzione di azioni coperte decise da una selezionata cerchia di élites militari e politiche (P2), al di fuori delle procedure istituzionali. E’ al convegno sulla guerra contorivoluzionaria, organizzato dal 3 al 5 maggio del 1965 all’Istituto di studi militari Alberto Pollio, all’hotel Parco dei Principi di Roma che organizzarono la strategia della tensione (colpi di stato- stragi di stato per incolpare gli Anarchici e i comunisti). Al convegno parteciparono giornalisti e militari degli apparati statali (servizi segreti) in buona parte vicini al neofascismo, ed è li che elaborano le tecniche di guerra non ortodossa e di guerra psicologica da attuare in Italia nel segno di una “guerra permanente contro il comunismo”. L’estremismo nero aveva legami internazionali con gli USA e la Grecia dei colonnelli, con le forze armate e i servizi segreti italiani e internazionali. I Nuclei di difesa dello stato nascono nel ‘66 su impulso delle linee strategiche delineate al convegno del Pollio e vantano l’adesione di circa 2000 ufficiali. Si tratta di una struttura delle forze armate funzionale alla guerra non ortodossa col solo obiettivo (diversamente da Gladio) della repressione del nemico interno. È una «struttura istituzionale flessibile» che incorpora le organizzazioni di destra sotto il controllo dei servizi segreti della Nato anticomunista. Una sorta di servizio parallelo e occulto, di cui sono a conoscenza i vertici militari e quelli dei servizi, oltre che i ministri della Difesa (i Nuclei saranno sciolti nel ‘73 per evitare che se ne scopra l’esistenza che diverrà di pubblico dominio solo negli anni ’90, quando tolsero il segreto militare (fino ad allora top secret).

Gladio

Oltre ai Nuclei di difesa dello stato (struttura di emanazione statale), c’erano anche 2 strutture che hanno fra i membri rappresentanti autorevoli delle istituzioni: la “Rosa dei venti” e la “P2”.  La prima è un’organizzazione neofascista collegata ad alti ufficiali, dirigenti dei servizi segreti, politici, industriali, finanzieri; la seconda è una loggia massonica segreta formata da alti gradi delle forze dell’ordine dei carabinieri, legata all’oltranzismo atlantico (implicata in progetti eversivi) e infine, vi sono 5 diverse organizzazioni eversive neofasciste che godono ancora oggi di coperture istituzionali: Ordine nuovo, Avanguardia Nazionale, Fronte nazionale, Mar, Ordine nero. Le prime tre strutture (Nuclei, Rosa dei venti e P2) sono in diretto collegamento col Sid (Servizio Informazioni Difesa), l’Uaarr (Ufficio Affari Riservati), l’Esercito e il Noto Servizio (o “Anello”, organizzazione segreta attiva sino agli anni ‘80 e coinvolta nelle vicende della strategia della tensione, e non solo, a vari livelli). Si definisce quindi il profilo di uno “Stato  repressivo militarizzato, intersecato con varie organizzazioni militari fasciste, in cui personalità dei settori civile, militare e d’intelligence statali sono coinvolte in programmi di sovvertimento o riforma della Repubblica democristiana (Pc e Dc: partigiani bianchi cattofascisti insieme ai comunisti). Il  1974 fu un anno decisivo per le inchieste sulle molteplici trame eversive e golpiste, dove anche i giornali si sbilanciano! e cominciano a parlare di servizi segreti e istituzioni statali come depistatori o complici dell’eversione nera, e delle responsabilità accertate della destra al depistaggio che vede coinvolti i servizi segreti della Nato e gli apparati militari dello stato, dal ruolo di primo piano rivestito dalla loggia Propaganda 2 di Licio Gelli (il Gran Maestro sarà condannato con sentenza definitiva per i depistaggi relativi all’inchiesta sulla strage di Bologna). I vari processi sulle tante stragi di stato indicano inevitabilmente l’impunità e la protezione del potere politico, militare, fatto di  sentenze passate ingiudicate, il coinvolgimento diretto e indiretto di alte cariche dello stato, dei corpi armati o dei servizi segreti, nella buia parentesi della stagione stragista che usava come manovalanza i gruppi fascisti. Nella complessità degli intrecci fra politica, eversione nera, forze armate e strutture statali, le coperture istituzionali e le deviazioni alle indagini della Magistratura hanno intralciato i percorsi della Giustizia in maniera così incisiva da tracciare un impietoso ritratto della stessa. Processi osteggiati, rinviati, sentenze di condanna che si alternano ad assoluzioni, verità mancate e soprattutto l’impunità per i mandanti che in nessuna delle 3 stragi organizzate dallo stato sono stati identificati. Nonostante le ricostruzioni giudiziarie, che pongano chiaramente in evidenza le responsabilità dei gruppi ordinovisti per l’eccidio di piazza Fontana e piazza Loggia, e dei Nar per la bomba alla stazione di Bologna, ancora oggi le stragi vengono occultate dal potere statale e dal potere politico – militare,  definendole banalmente  come “misteri d’Italia”!!

In questi giorni il presidente dei familiari delle vittime Manlio Milani fa una dichiarazione ai mass media, cercando un appoggio anche dalle persone civili che ancora hanno un cuore, dei sentimenti: “Il gup dovrebbe decidere sul rinvio a giudizio per Zorzi il 15 giugno, dopo 50 anni dalla strage di Piazza della Loggia non c’è più tempo da perdere”.

Milani inoltre, ha specificato che la nomina della deputata di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo (foto sopra), a capo della Commissione antimafia, è stata l’ennesima ingiustizia sociale, una nomina inopportuna”!!

Ricordiamoci anche di quel pedofili ambiguo, cattofascista di Silvio Berlusconi, cavaliere (massomafia), affiliato alla loggia massonica P2, n. di tessera 1816!! La massomafia ha sempre usato anche la mafia ambiziosa e analfabeta (non per questo giustificabile), fin dai tempi del latifondismo (quando faceva la guardia alle ricchezze della nobiltà), eccessivamente attaccata al denaro, non avendo studiato, non conosceva ne l’etica ne la morale. I latifondi in Sicilia si sono sviluppati tra il periodo che va dalla caduta dell’impero romano d’occidente agli anni ‘50 del XX secolo.

La povera gente aveva definito la mafia come la leggenda di Robin Hood: che rubava ai ricchi per dare ai poveri, anche se poi col tempo è rimasta un’illusione e una contraddizione, perché in realtà facevano la guardia alla nobiltà e alla borghesia, stavano col potere dei ricchi e non stavano (come la leggenda voleva), coi poveri…

Basta guerre! Basta armi! Né con la Nato né con la Russia! Anarchia: l’unica via.

Se vuoi riprenderti un po’ di entusiasmo, ascolta queste canzoni. W L’anarchia! Courage, courage.

Canti Anarchici:https://www.youtube.com/watch?v=4aCIw6BADNY

TALCO “Danza dell’Autunno Rosa”https://www.youtube.com/watch?v=3SgcaZCLJFk

Assalti Frontali – COURAGEhttps://www.youtube.com/watch?v=IBeujI0dEpk

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Nel combattere l’autorità, gli anarchici

han dovuto attaccare tutte le istituzioni

di cui il potere s’è creato difensore,

e di cui ha voluto dimostrare la necessità

per legittimare la propria esistenza.

J. Grave

La società morente e l'anarchia - Jean Grave - copertina

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)