Contraddizione: al corteo per la strage di Bologna c’era Piantedosi e la Schlein!

Oggi è il 43° anniversario della strage di Bologna, al corteo hanno partecipato anche quel pagliaccio di Matteo Piantedosi (foto sotto), dal 2022 ministro dell’interno nel governo Meloni, e Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico  Pd cattosinistroide, quelli che sono stati zitti (per convenienza), quando la destra della Meloni (della quale vi risparmiamo l’ipocrita discorso sulla strage), ci ha tolto lo statuto dei lavoratori per imporci il libero mercato che lascia i lavoratori senza diritti, legalizzando il caporalato e il lavoro nero. Anche quegli abbuffini (aumm aumm) che fanno parte del senato (centrodestra e centrosinistra), hanno ricordato oggi la strage di stato: ipocriti!

Strage di Bologna, Piantedosi rappresenta il Governo

Secondo la commissione stragi il problema della strage di bologna non è solo la strategia della tensione attuata dalla Nato nel 1949, per incentivare una spinta autoritaria (dittatura militare) verso una svolta di centro destra, ma c’erano anche contrasti di potere internazionali tra NATO e Patto di Varsavia, tra Israele e OLP, tra Stati Uniti e Libia, con l’Italia in posizione ambigua come sempre. La stessa sentenza di condanna degli esecutori emessa della Cassazione afferma che, se essi sono accertati, il movente occulto è oscuro, così come i mandanti. C’è chi ipotizza anche che la bomba fu un’azione della strategia della tensione per sviare l’attenzione da alcuni scandali del periodo: il crack finanziario del Banco Ambrosiano, la bancarotta e la caduta del faccendiere Michele Sindona (colluso con la mafia e la P2, deputato di Democrazia Proletaria e  finanziatore della strategia della tensione fino al 1974. L’affacciarsi degli attacchi di Cosa nostra contro lo Stato e le indagini che avrebbero condotto agli elenchi dei piduisti, ritrovati a Castiglion Fibocchi: tutti casi in cui venne coinvolta la loggia diretta da Gelli, il cui scopo era l’instaurazione di una Repubblica massonica monarchica, presidenziale bipartitica (Dc –Pc), con tratti di autoritarismo, per il controllo della massa e dei mass media, con intenti «liberali» e «anticomunisti» (Nato: Patto Atlantico). Le operazioni di depistaggio furono progettate ed eseguite da un settore deviato del SISMI, all’epoca diretto dal generale Giuseppe Santovito, iscritto alla P2. Il 29/7/1985 Pietro Musumeci (agente segreto iscritto alla loggia massonica P2, il suo nome era nella lista trovata nella casa di Licio Gelli, con il numero 487) è stato condannato a 9 anni di carcere per associazione a delinquere, poi c’è Francesco Pazienza un altro ex agente segreto (la destra che va a lavorare per gli agenti segreti –sbirri), condannato a 8 anni e 6 mesi fu assolto dall’ amnistia), poi c’è Giuseppe Belmonte un’ altro agente segreto italiano, ricordato soprattutto per l’attività di depistaggio da lui svolta nel caso della strage di Bologna, fu condannato a 7 anni e 8 mesi per associazione a delinquere, peculato e interesse privato in atti di ufficio. In appello, il 14/3/1986, le condanne scesero a 3 anni e 11 mesi per Musumeci, a 3 anni e 2 mesi per Pazienza, e a 3 anni per Belmonte (foto sotto).

17/7/1987 Agente segreto SISMI Giuseppe Belmonte, continua l'interrogatorio  del 16 1 di - YouTube

Attorno a questa strage, come era già avvenuto per la strage di piazza Fontana nel 1969, si sviluppò un cumulo di affermazioni, controaffermazioni, piste vere e false, tipiche di altri tragici avvenimenti della cosiddetta strategia della tensione, che fa parte di un’unica strategia anticomunista internazionale, attuata in Grecia con la dittatura dei colonnelli, in Italia con la strategia della tensione, comprendente falsi golpe di avvertimento e reali stragi, di cui Bologna fu il culmine, e in America Latina coi colpi di Stato (Cile, dittatura argentina) dell’operazione Condor, con mandanti originari, uomini dei servizi segreti anglo-americani, importanti politici italiani e stranieri. La strategia della tensione sarebbe partita da prima della fine della II guerra mondiale con la costituzione, in ambito fascista, della struttura parastatale denominata Noto servizio o «Anello» (Con Noto servizio, detto anche Anello o SID parallelo, si indica un’organizzazione segreta italiana composta da massoni: industriali, politici e militari, fondato verso la fine della II guerra mondiale e sopravvissuto, con varie trasformazioni, fino agli inizi degli anni ‘90), il cui capo durante la Repubblica sarebbe stato Giulio Andreotti. Lo stragismo atlantico avrebbe quindi da sempre usato manovalanza neofascista, neonazista, criminali comuni e mafiosi e avrebbe goduto di finanziamenti esterni provenienti dall’estero (sia dalla NATO, sia dal petrolio della Libia di Gheddafi, in affari segreti coi governi di Andreotti e con l’Eni di Eugenio Cefis) e da faccendieri italiani. L’11/2/2020 la stessa procura generale di Bologna ha indicato Federico Umberto D’Amato (dirigente generale di pubblica sicurezza, direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’interno), come uno dei 4 mandanti, organizzatori o finanziatori della strage alla stazione di Bologna del 1980 insieme a Licio Gelli (faccendiere, noto per essere stato il «Maestro venerabile» della loggia massonica P2 formata da banchieri, giornalisti e alte gerarchie militari), Umberto Ortolani (imprenditore e banchiere italiano) e Mario Tedeschi (giornalista e politico). I due terroristi Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, neofascisti appartenenti ai NAR (braccio armato che eseguiva), sono stati riconosciuti definitivamente colpevoli, assieme a Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. Altro personaggio ambiguo è stato Paolo Bellini esecutore della strage, viene descritto come “il quinto uomo” della strage, processato dalla Corte d’Assise di Bologna che lo ha condannato all’ergastolo in primo grado per concorso in strage. Stefano Delle Chiaie (foto sotto), il leader dell’estrema destra accusato per molti fatti legati agli anni di piombo, oltre che per l’Operazione Condor dove collaborò con Augusto Pinochet, Michael Townley e Klaus Barbie; è stato invece assolto rimanendo impunito. A metà luglio del 1980 il colonnello Amos Spiazzi, già coinvolto nel golpe Borghese (tentato colpo di Stato attuato nel 1970) e dalla Rosa dei venti: organizzazione segreta italiana di stampo neofascista con finalità anticomuniste (Nato), sarebbe nata negli anni ‘60 contestualmente alla progettazione del Piano Solo (colpo di stato attuato solo dai carabinieri nel 1964), organizzato da Giovanni de Lorenzo (generale e politico italiano, capo del SIFAR, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e Capo di stato maggiore dell’Esercito Italiano), durante il suo incarico di comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, col benestare del Presidente della Repubblica Antonio Segni (partigiano bianco – cattofascista).

FASCISMO: MORTO STEFANO DELLE CHIAIE

Nel 2017 Gilberto Cavallini (esponente del gruppo eversivo d’ispirazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari) riceve in primo grado una condanna all’ergastolo per la strage di Bologna,  Paolo Bellini imputato anche lui per la strage di stato di Bologna, era un informatore dei carabinieri. Nel processo è emerso che Licio Gelli era il mandante della strage. Mentre Federico Umberto D’Amato, capo dell’Ufficio Affari Riservati presso il Viminale, insieme al senatore Msi Mario Tedeschi, si sarebbero occupati della gestione mediatica della strage. Il fascista Bellini fuggì in Brasile nel 1977, (a forza di comperarsi tutti riuscì a ottenere pure i documenti falsi per fuggire). In quei tempi, molti italiani aderenti all’estrema destra si nascosero in Sudamerica (dove, ancora oggi, persiste la dittatura militare): il leader ordinovista Elio Massagrande che ha dato ospitalità al piduista Licio Gelli, Cavallini, scappato in Bolivia dopo l’arresto nel 1981, Giusva Fioravanti ex Nar, condannato in via definitiva per la strage di Bologna, Delle Chiaie, Carmine Palladino, fondatore della società di import-export Odal Prima, storica cassaforte di Avanguardia nazionale, che avrebbe goduto di finanziamenti provenienti dalle banche sudamericane ove Gelli, il faccendiere Sindona e il banchiere Umberto Ortolani, avevano usato i capitali del Banco Ambrosiano (una delle banche mondiali, private cattoliche italiane) di Roberto Calvi, soprannominato ‘il banchiere di Dio’. Seguendo la ‘pista’ dei soldi del conto Bologna, i procuratori generali hanno dato un nome a quelli che erano le 4 ‘menti’ della strage: sono stati accusati da morti: Licio Gelli, maestro venerabile della loggia massonica P2 e Umberto Ortolani come mandanti-finanziatori; l’ex capo dell’ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato (foto sotto), indicato come mandante-organizzatore; Mario Tedeschi, direttore della rivista “Il Borghese” ed ex senatore dell’Msi considerato organizzatore per aver coadiuvato D’Amato nella gestione mediatica della strage, nonché nell’attività di depistaggio delle indagini. Nei vari gradi di giudizio che si sono succeduti dal 1987, con l’appello nel 1990 si ribalta il verdetto di I grado sulla strage di Bologna, che assolve tutti gli indagati.

L'uomo dei misteri d'Italia si chiama Federico Umberto D' Amato –  infosannio – notizie online

Il 19/8/2011 la Procura di Bologna indagò su due terroristi tedeschi, Thomas Kram e Christa Margot Frohlich, entrambi legati al gruppo del terrorista «Carlos», i quali risulterebbero presenti a Bologna il giorno dell’attentato, seguendo così la pista del terrorismo palestinese e/o mediorientale, mai accettata dal presidente dell’Associazione familiari vittime Paolo Bolognesi, e invece ripetutamente riproposta da Francesco Cossiga.

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Questi assassini, questi ladri, si fanno un nome.

Raggiungono i gradi più alti, diventando senatori,

vengono coperti di decorazioni,

e qualcuno arriva perfino ad avere un monumento.

Sono eroi della guerra.

Senza la guerra non salirebbero.

Senza la guerra rimarrebbero ignoti.

Se uccidessero e rubassero fuori dal mondo guerresco,

sarebbero ritenuti assassini feroci e ladri volgari.

C.Berneri

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Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)