(4° parte) Chi controlla il controllore? Anarchia, l’unica via!

Elenco dei  politici impuniti, esosi e corrotti –  indagati:

Abbiamo ritenuto importante mandare questo elenco di politici impuniti (di destra, di sinistra e cattosinistroidi), e puntualizzare il  loro sistema  politico, i loro intrallazzi,  speculazioni,  e tutto questo per arrivare a diventare il capo politico e arricchirsi sempre di più, soprattutto in questo periodo oscuro dove sono già arrivati i 250 miliardi  di Euro del PNRR a fondo perduto, e i politici si stanno spartendo la torta!

E Noi poveracci ce tocca arranca’ ci hanno tolto lo statuto dei lavoratori imponendoci il libero mercato fatto di sfruttamento e lavoro nero legalizzato.

Mentre questi se stanno rubando tutto, molti  campagni anarchici e anarchiche vengono arrestati per azioni dirette dimostrative, senza morti, fatte per evidenziare le tante problematiche sociali, ambientali, politiche, militari italiane e geopolitiche! E arrestati ingiustamente perché troppo utopistici e sognatori, in questo mondo mediocre, crudele e senza sogni e sentimenti, dove il senso della vita è quello di arricchirsi sempre più e lasciare i poveri schiavi e sempre più poveri, senza cultura, a farsi la guerra tra di loro per sopravvivere. Lo Stato invece, ha fatto eccidi e stragi di Stato e sono ancora impuniti: vergogna!

La massomafia ha le sue guardie private che, tra le altre cose, dirottano le elezioni: gabellotti, Cosa nostra, la ‘Ndrangheta, la Camorra, che, grazie alla massoneria, sono diventati molto più potenti e sempre più inseriti all’interno di un Sistema statale massomafioso, terrorista, criminale integrato.

Sul tema ‘massoneria e mafia’ il Governo tace e dorme (nella peggiore delle ipotesi è in trattativa…), ma la cosa più grave è che quel Movimento Cinque Stelle che doveva essere, a parole, il nemico numero uno della massomafia, si trova di fatto al governo con la Meloni, con quelle forze politiche anticostituzionali (massoneria) fondate da uomini della mafia, soggetti politici, militari, imprenditori, e servizi segreti, che l’hanno costantemente pagata mammasantissima, per fare i lavori sporchi:

Frigerio, Gianstefano/Forza Italia

Frigerio-gianstefano

Ex leader della Dc, diventato uno degli strateghi di Forza Italia. Un nome, una garanzia. Già, ma qual è il nome? Nel collegio dove Silvio Berlusconi l’aveva candidato nel 2001, in Puglia, è Carlo Frigerio, com’era scritto sui manifesti. A Milano, dove da decenni fa politica, è Gianstefano. Eppure è sempre lui: come segretario regionale della Dc in Lombardia (e cassiere occulto del partito) ha incassato decine di tangenti, è stato arrestato tre volte tra il 1992 e il 1993, è stato coinvolto in molti processi. è accusato di aver accettato mazzette per le discariche lombarde, per il depuratore di Monza, per gli appalti alle Ferrovie Nord. Alcune tangenti le ha ammesse, pur minimizzando il proprio ruolo.

Ha confessato, per esempio, di aver ricevuto 150 milioni da Paolo Berlusconi, in cambio dei permessi alla Fininvest per gestire la discarica di Cerro Maggiore.

Ha accumulato tre condanne definitive: 1 anno e 4 mesi per finanziamento illecito ai partiti, 1 anno e 7 mesi per finanziamenti illeciti e ricettazione, 3 anni e 9 mesi per corruzione e concussione. Ciò nonostante, dopo aver lasciato la Dc si è inventato una nuova vita come consigliere personale di Silvio Berlusconi e influente membro di Forza Italia, di cui dirige il centro studi. Mentre i giudici dell’esecuzione stavano esaminando le sentenze definitive che pesano su di lui per decidere il cumulo della pena da scontare, Gianstefano scompare e ricompare, in Puglia, Carlo: lì si è conquistato un bel seggio in Parlamento. Il 31/5/2001, primo giorno di riunione della nuova Camera dei deputati, Frigerio è stato arrestato. Doveva scontare in definitiva una pena di 6 anni e 5 mesi. Affidato poi ai servizi sociali, ha avuto il permesso dal giudice di sorveglianza di frequentare il Parlamento per qualche giorno al mese: come pratica di riabilitazione (il giudice forse non conosceva il tasso di devianza di quell’ambiente…). Così Frigerio, che fuori dal Parlamento non poteva votare perché colpito da una pena accessoria che gli inibiva temporaneamente i diritti di voto, dentro la Camera ha votato e deciso le leggi per tutti gli italiani. Ora, beneficato dal rapporto strettissimo con Berlusconi, malgrado tutto e tutti tornerà in Parlamento.

Giudice, Gaspare/Forza Italia

Nel 1998, quando era vicecoordinatore per la Sicilia di Forza Italia, la procura di Palermo chiese il suo arresto per complicità con la mafia. Silvio Berlusconi commentò: “Essendo Giudice vicecoordinatore di Forza Italia in Sicilia e avendo avuto quindi rapporti con l’onorevole Gianfranco Micciché, non si può neppure immaginare alcun alone di dubbio intorno a lui, perché altrimenti non avrebbe potuto avere quell’incarico”. Secondo l’accusa, Giudice era al diretto servizio della cosca mafiosa di Caccamo, i cui uomini si vantavano di averlo fatto eleggere e gli telefonavano fin dentro il palazzo di Montecitorio per ricordargli la sua dipendenza e per ordinargli che cosa doveva fare: “Gasparino, guarda che siamo stati noialtri a metterti lì”, gli ripetevano. Gli elementi raccolti dall’accusa erano tali da far escludere alla giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere che ci fosse fumus persecutionis nei confronti del parlamentare. Perfino il “supergarantista” Filippo Mancuso, in giunta, non aveva avuto nulla da eccepire contro la richiesta dei magistrati. Eppure la Camera dei deputati il 16/7/1998 bocciò (303 voti a 210, con 13 astenuti) la richiesta d’arresto. Non solo, i deputati sottrassero al giudice elementi di prova: impedirono (287 voti a 239, con 3 astenuti) l’utilizzo processuale dei tabulati Telecom, quelli da cui erano documentati i rapporti e la dipendenza di Giudice dagli uomini delle cosche.

Settimio Gottardo/Udc

Implode l'idea di Gottardo Civiche in ordine sparso - Il Mattino di Padova

Ex sindaco di Padova, ha patteggiato una pena di 17 mesi: era accusato di corruzione per una tangente sulla costruzione del nuovo palazzo di giustizia. La deputata Annamaria Leone ne chiese la sospensione “per gravi violazioni dei doveri morali”: Leone non è stata ricandidata alla Camera, Gottardo entrerà in Senato.

Greco, Maria Stella/Udc

Più nota come Madame Stella, astrologa e cartomante, esperta in cuori solitari e filtri d’amore. Sotto inchiesta per aver imbrogliato alcuni clienti. Ora è eletta all’Assemblea regionale siciliana.

Grillo, Luigi/Forza Italia

Senatore della Repubblica. Eletto in Liguria, nel collegio di Chiavari. Ex democristiano, nel 1994 sedeva in Parlamento tra i banchi del centrosinistra, ma saltò (nomen omen) nel centrodestra, permettendo a Silvio Berlusconi di avere la maggioranza per formare il suo I governo (e avendo in premio una poltrona di sottosegretario alla presidenza del Consiglio). Nel 2001 è stato rieletto per Forza Italia. Appena messo piede in Senato, il primo giorno d’attività di Palazzo Madama, ha ricevuto un invito a comparire spedito dalla procura di Milano: per una vicenda che risale a quando Grillo era sottosegretario di un governo di centrosinistra e permise l’affidamento di una consulenza miliardaria per uno studio sull’Alta velocità ferroviaria in Liguria. L’ipotesi di reato su cui la procura di Milano indaga è truffa aggravata. Nel 2003 si distingue in Senato proponendo un emendamento alla legge Gasparri sulle tv che toglie le telepromozioni dal mazzo dell’affollamento orario degli spot pubblicitari, regalando così a Mediaset parecchi miliardi. E’ stato il più grande sostenitore del governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, anche durante le scorribande fatte nell’estate 2005 dai “furbetti del quartierino”. Ripagato con generosi fidi della Banca popolare di Lodi.

La Loggia, Enrico/Forza Italia

Indagato al Tribunale dei ministri per finanziamenti dalla Parmalat di Calisto Tanzi (100 mila euro) in cambio di presunte “consulenze”.

La Malfa, Giorgio/Forza Italia

Giorgio La Malfa: "Oggi come ieri dare continuità alla ripresa" - FIRSTonline

Deputato della Repubblica. Ex segretario del Pri ai tempi della I repubblica, La Malfa (nella foto con Draghi), ha portato il suo partito ad aderire alla Casa delle libertà. E’ stato condannato con sentenza definitiva a 6 mesi per aver percepito finanziamenti illeciti, provenienti dalla maxitangente Enimont.

Letta, Gianni/Forza Italia (nella foto con Prodi)

Romano prodi gianni letta - Dago fotogallery

Non è un parlamentare, ma è stato addirittura il candidato del centrodestra alla più alta carica dello stato, la presidenza della Rep. Poi è diventato il candidato di Romano Prodi alla presidenza della Figc, per salvare il calcio italiano. Ma Gianni Letta è soprattutto l’uomo della lobby del Biscione, il pettinatissimo cardinale al servizio di Berlusconi che per anni intesse i rapporti con la politica. Letta, come vicepresidente della Fininvest, nel 1990 aveva accompagnato amorevolmente nei corridoi del Parlamento il cammino della legge Mammì e il relativo piano delle frequenze. Poi nel 1993 era stato indagato per corruzione dalla procura di Roma che ne aveva chiesto addirittura l’arresto. Il gip Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa, si era spogliata del caso perché “amica di famiglia” di Letta (Vespa aveva infatti iniziato la sua carriera al “Tempo” di Angiolillo, esattamente come Letta). L’inchiesta era stata poi archiviata, ma con motivazioni non proprio esaltanti per Letta. Poi, quando Berlusconi entra direttamente in politica, diventa il suo braccio destro, il potente e silenzioso sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ma c’è anche un prima. Un’inchiesta era stata scippata, negli anni ‘80, alla procura di Milano dal porto delle nebbie romano: quella di Gherardo Colombo sui fondi neri dell’Iri, nella quale l’allora direttore del “Tempo” Gianni Letta aveva ammesso, nel dicembre 1984, di aver ricevuto 1 miliardo e mezzo di lire in nero dall’ente statale per ripianare i buchi del suo disastrato giornale. Un giornale che, scrissero Scalfari e Turani in “Razza padrona”, era “in vendita ogni giorno, e non solamente in edicola”.

Letta-Letta, come lo chiamava Sergio Saviane, passò poi alla corte del Cavaliere nella doppia veste di gran ciambellano nei palazzi della politica e di conduttore tv su Canale 5: le sue interviste ai boss democristiani e socialisti sotto la sigla “Italia domanda”, tutte sorrisetti e moine, rimasero per anni un capolavoro di lecchinaggio ineguagliato.

Malvano, Franco/Forza Italia

Franco Malvano - Corriere.it

Ex questore di Napoli, è sotto inchiesta per concorso esterno in associazione camorristica.

Mannino, Calogero/Udc

Condannato in appello a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. Poi la Cassazione ha annullato la sentenza per difetto di motivazione e ha disposto un nuovo appello. Mannino però ha invocato la legge Pecorella, che abolisce l’appello in caso di proscioglimento.

Maroni, Roberto/Lega nord

Deputato della Rep. Eletto nel collegio di Varese. Leghista, ex ministro dell’Interno nel I governo Berlusconi. E’ coinvolto in 3 inchieste giudiziarie. Per gli scontri con la polizia, inviata a perquisire la sede della Lega a Milano, è stato condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale. Come capo delle “camicie verdi”, è stato indagato dalla procura di Verona per reati come attentato contro l’integrità dello Stato. Infine, la procura di Roma lo ha indagato per favoreggiamento di una presunta compravendita di voti. Candidato al ministero della Giustizia nel governo Berlusconi, ha dovuto farsi da parte, tra le polemiche. Ma è comunque diventato ministro al Welfare.

Martinat, Ugo/Alleanza nazionale

Viceministro delle Infrastrutture, è indagato a Torino per turbativa d’asta e abuso nelle gare d’appalto per le Olimpiadi di Torino e per la Tav in Valsusa. Secondo un’inchiesta dei magistrati di Torino, infatti, avrebbe ricevuto soldi per il suo partito dal costruttore Vincenzo Procopio, che aveva appena vinto il primo appalto per i lavori in Valsusa. Il 19/3/2004 parte a favore di An un bonifico di 23 mila euro. «Procopio mi ha detto di fare un versamento ad An, dicendo che il partito aveva bisogno di fondi», racconta, intercettato, l’uomo che si era occupato materialmente dell’operazione. La conferma arriva poi dalla stessa segreteria di Martinat: il 7/5/2004 Alfredo Calvani, dello staff del ministro, chiama Procopio e gli conferma che il bonifico è arrivato.

Mastella, Clemente/Udeur

Mastella

Ex democristiano, si presentò insieme a Pierferdinando Casini alla prima udienza del processo per mafia ad Andreotti, a Palermo. Era presente (come testimone di nozze) anche al matrimonio di Francesco Campanella, il mafioso di Villabate che aiutò Provenzano a operarsi a Marsiglia. Diventerà ministro della Giustizia: viste le pendenze di molti nel suo partito, un ministro omeopatico.

Matteoli, Altero/Alleanza nazionale

Il ministro dell’Ambiente è indagato a Genova per rivelazione di segreto e favoreggiamento nei confronti dell’ex prefetto di Livorno: lo avrebbe avvertito delle indagini a suo carico sugli abusi edilizi all’isola d’Elba.

Moffa, Silvano/An

Indagato per corruzione e abuso d’ufficio in una vicenda d’insediamenti industriali a Colleferro. Nel suo collegio è stato interdetto.

Nania, Domenico/Alleanza nazionale

Condannato in primo grado per gli abusi edilizi della sua villa a Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia.

Pili, Mauro/Forza Italia

Ex presidente della Regione Sardegna, è indagato a Cagliari per peculato.

Pisanu, Giuseppe/Forza Italia

Parlamento, La Malfa e Pisanu da record: sono gli highlander della politica italiana - Il Fatto Quotidiano

Democristiano di lungo corso, Pisanu (nella foto con Fini e Casini), è stato per anni deputato Dc e sottosegretario al Tesoro e alla Difesa nei governi del pentapartito. Nel II governo Berlusconi, dopo un’eclissi durata un decennio, torna sulla scena e diventa finalmente ministro: di un nuovo dicastero che si chiama “Attuazione del programma di governo”: una sorta di musiliana “Azione Parallela”. Quando poi il suo collega di governo Claudio Scajola è costretto alle dimissioni (dopo aver definito Marco Biagi «un rompicoglioni»), Pisanu prende il suo posto: ministro dell’Interno.

L’eclissi è causata da una storia che ha a che fare col Banco ambrosiano. Nell’estate 1981, Pisanu, sardo e amico di Armando Corona (che poi diventerà Gran Maestro della massoneria), conosce in Sardegna il banchiere Roberto Calvi (tessera P2 numero 1624). L’uomo che fa incontrare Calvi e Pisanu è Flavio Carboni, faccendiere sardo che era in contatto con un imprenditore milanese che voleva fare affari in Sardegna: Silvio Berlusconi (tessera P2 numero 1816). Pisanu è il padrino politico di Carboni, che presenta come un «interlocutore valido per le forze politiche richiamantesi alla stessa aspirazione, cioè quella cattolica».

Dichiara Pisanu al magistrato titolare dell’indagine su Calvi e il suo Banco Ambrosiano: «Il Carboni si diceva congiuntamente interessato alle televisioni private in Sardegna: ciò in un’ottica di inserimento nella regione del circuito televisivo Canale 5, facente capo al signor Silvio Berlusconi di Milano. Il Carboni mi spiegò che il Berlusconi aveva interesse a espandere Canale 5 alla Sardegna, talché lo stesso Carboni si stava interessando per rilevare a tal fine la più importante rete televisiva sarda, Videolina. Sempre riferendosi all’oggetto delle sue attività, il Carboni mi disse di essere in affari col signor Berlusconi non solo con riferimento all’attività televisiva, ma anche con riguardo a un grosso progetto edilizio di tipo turistico denominato “Olbia 2″. Fin dall’inizio ritenni di seguire gli sviluppi delle varie attività di Carboni, trattandosi di un sardo che intendeva operare in Sardegna e che peraltro mostrava di avere vari interessi e vari contatti con persone qualificate» (Testimonianza Pisanu al pm Dell’Osso).

Morto il faccendiere dei misteri italiani Flavio Carboni: fu condannato per il crac del Banco Ambrosiano e l'associazione segreta P3 - Il Fatto Quotidiano

Poi Carboni (foto sopra), ebbe vari guai giudiziari. Girò assegni del Banco Ambrosiano agli usurai della Banda della Magliana. Subì arresti e condanne. Ma almeno fino alla primavera 1982 restò in stretto contatto con Giuseppe Pisanu che, mentre era sottosegretario al Tesoro, si interessò attivamente della vicenda Calvi-Ambrosiano. Nei mesi frenetici che precedono la scoperta della bancarotta dell’Ambrosiano e la fuga all’estero di Calvi, Pisanu incontra Calvi per 4 volte, sempre accompagnato da Carboni. L’ultimo appuntamento avviene il 22/5/1982, quando Pisanu vola a Milano sull’aereo di Carboni. Poi, il 6 giugno, il sottosegretario risponde in Parlamento ad alcune interrogazioni sulla situazione della banca di Calvi, dopo che erano ormai filtrate voci sulla drammatica crisi finanziaria che stava attraversando. Pisanu risponde tranquillizzando: la situazione è normale; il sottosegretario non accenna minimamente alla gravissima situazione debitoria in cui versa il Banco Andino, controllato dall’Ambrosiano.

Alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2, dichiarerà Angelo Rizzoli (foto sotto), restando però senza conferme: «A proposito dell’Andino, Calvi disse a me e a Tassan Din che il discorso dell’onorevole Pisanu in Parlamento l’aveva fatto fare lui. Qualcuno mi ha detto che per quel discorso Pisanu aveva preso 800 milioni da Flavio Carboni». Dopo lo scandalo P2 e il crac Ambrosiano, nel gennaio 1983 Pisanu è indotto a dimettersi da sottosegretario al Tesoro. «A causa di fatti incontrovertibili», secondo una dichiarazione del deputato radicale Massimo Teodori al Corriere della sera: «I rapporti strettissimi e continuativi fra Pisanu e Carboni; i rapporti di Pisanu con Calvi tramite Carboni; i rapporti di Pisanu con Calvi e Carboni per la sistemazione del Corriere della sera; i rapporti di Pisanu con Calvi e Carboni quando, sottosegretario al Tesoro, il ministro prendeva importanti decisioni sull’Ambrosiano» (Corsera, 22/1/1983).

Morto Angelo Rizzoli a Roma presso il Policlinico Gemelli

Il 18/7/1982 Calvi fu trovato impiccato sotto un ponte di Londra. Pisanu, dopo le sue dimissioni, scomparve per molto tempo dalla scena. Ricompare nel 1994, quando torna in Parlamento e diventa vicecapogruppo dei deputati di Forza Italia: lasciata la Dc, si è schierato col partito di Berlusconi, ex socio d’affari del suo protetto Carboni. E Berlusconi, nel 2001, pur di dargli una poltrona da ministro, inventa il curioso dicastero dell’”Attuazione del programma”. Accanto, alle riunioni di governo, ha il più feroce dei suoi accusatori, ai tempi della vicenda Calvi: Mirko Tremaglia.

I sardi sanno che Beppe Pisanu (originario di Ittiri, Sassari) è sempre stato molto riconoscente con compaesani, amici e parenti che lo hanno sostenuto nella lunga carriera politica. E che tiene molto alla carriera dei 3 figli: Gigi fa l’avvocato ed è consigliere di Forza Italia al Comune di Sassari. Angelo è oggi nella segreteria nazionale di Forza Italia, dopo essere stato candidato nel 2005 in Lazio nello (sfortunato) listino di Francesco Storace. Alessandra Mussolini, vittima degli spioni provati legati a Storace, ha dichiarato: “Il ministro metta suo figlio a indagare, visto che sta con Storace”. Il terzo figlio, Gianmario, è partner della multinazionale della consulenza Accenture, coinvolta nell’appalto affidato a trattativa privata a Telecom per la sperimentazione dello scrutinio elettronico in 4 regioni italiane alle elezioni politiche del 9/4/2006.

Giuseppe Pisanu Biotestamento parla Pisanu Fini prenda pure appunti

Beppe Pisanu in persona (foto sopra), è stato interrogato l’ottobre 2005, dalla procura di Cagliari: a proposito di un presunto giro di favori nel corso dell’inchiesta sulla maxi-truffa Ranno-Fideuram per corruzione, peculato, truffa e riciclaggio. Il nome di Pisanu padre, che non risulta indagato, è saltato fuori assieme a quello di Pisanu figlio ­ Angelo ­ durante l’interrogatorio a Gabriella Ranno, la promotrice finanziaria accusata numero uno dello scandalo: «Il titolare del dicastero dell’Interno si è interessato perché il piano triennale Fideuram andasse a buon fine», ovvero premendo affinché diversi enti regionali accettassero investimenti a tassi favolosi (fino al 20% del capitale speso), in cambio di «incarichi per il cognato, il fratello e il figlio». Nei dettagli, ha raccontato Ranno, «Angelo Pisanu è stato assunto in Fideuram nel 1998, su mia esplicita richiesta. Il fratello e il cognato del ministro, ho poi saputo, sono entrati nel consiglio d’amministrazione del Cis», il Credito industriale sardo, ora confluito in Banca Intesa. La spartizione dei pani e dei pesci, a detta di Ranno, sarebbe avvenuta a Roma nell’ottobre 1998, prima a casa Pisanu, in un incontro coi figli Angelo e Gigi, poi, la sera, a una cena nel ristorante Il bolognese: «Eravamo io, Andrea Pirastu, Beppe e Annamaria» (Annamaria è la moglie del ministro, già madrina della promotrice finanziaria; Pirastu è l’ex assessore all’Industria). Il tutto alla vigilia della campagna elettorale regionale del 1999, per il cui foraggiamento, secondo le dichiarazioni dell’accusata, «la banca si è avvalsa di fondi che i promotori hanno raccolto in nero e depositato nella nostra sede svizzera di Lugano, da dove poi rientravano in Italia», sotto forma di tangenti «per finanziare Forza Italia».

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Solidarietà a tutti i compagni e compagne Anarchici arrestati ultimamente e a tutti quelli che sono ancora in carcere o che subiscono una limitazione della libertà individuale. Libertà che è per noi indispensabile, insieme alla Giustizia, all’Uguaglianza tra i popoli, al Rispetto per l’ambiente (Ecologia), e alla Parità di Diritti (politici, sociali, economici e culturali).

Da sempre, noi Anarchici combattiamo ogni forma di schiavitù, di fascismo e di violenza (prepotenza, sopraffazione, stupro, persecuzione), di repressione e di tortura (41bis ma non solo: siamo per la chiusura delle carceri, dei centri psichiatrici e dei CPR, come anche degli allevamenti intensivi e dei laboratori che sperimentano sugli animali). Siamo contro l’ipocrisia, il perbenismo,  la mediocrità, l’esteriore cattolico, l’italiano medio e il proibizionismo; contro le armi, le guerre, gli eserciti e le forze del disordine.

Siamo Noi infatti, e non i politici, i banchieri, i massomafiosi, i “poteri forti”, gli stragisti, a fare i conti quotidianamente con sistematiche azioni di forza volte a stroncare il nostro Movimento utopista e sognatore, ma anche concreto e instancabile; frastagliato, variegato, ma unito e compatto alla bisogna.

 

Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la Libertà:www.youtube.com/watch?v=RZV95M0WlzM

Caparezza – Non Siete Stato Voi:youtube.com/watch?v=0jf4vVZIQLI&t=2s

Modena City Ramblers – Quarant’anni:www.youtube.com/watch?v=jnQmbYU-7Yo

MCR – Il ballo di Aureliano:www.youtube.com/watch?v=1mOLV2w-W9s

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Per la lotta politica intendiamo la lotta contro

il governo e l’insieme di quegli individui che

detengono il potere comunque acquistato

di far la legge e imporla ai governanti.

Dal Programma dell’Unione Anarchica Italiana (1899)

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Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)