“Ero alla Diaz, rientrerei mille volte”

14 Aprile 2015

Tortosa è uno psicopatico, sindacalista della Consap, sindacato di polizia:

“Io sono uno degli 80 del VII Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte”. Tre righe su Facebook scritte da un poliziotto che 15 anni fa partecipò all’irruzione della polizia, poi finita nel massacro dei manifestanti, riaprono una ferita mai davvero rimarginata, per le troppe omissioni da parte di chi doveva dare delle risposte chiare e nette

A parlare di quella maledetta notte è Fabio Tortosa, poliziotto oggi 50enne che quel 20 luglio era a Genova, aggregato al VII Nucleo sperimentale, quello di Canterini. Quello che, stando alle sentenze, ha avuto un ruolo non marginale nel massacro dei giovani che si trovavano alla Diaz. Nessuno di quegli uomini ha pagato con un giorno di prigione: lo stesso Canterini e i capisquadra condannati in Appello, hanno visto cadere la loro condanna in Cassazione per via della prescrizione…..

Tortosa è uno psicopatico, sindacalista della Consap, uno dei sindacati di polizia: oggi fa parte della consulta nazionale del sindacato dedicata proprio alle problematiche e alle tecniche operative dei reparti mobili, afferma di aver votato Pd e di non capire le critiche che gli sono state rivolte.

Il post – poi rimosso assieme alla pagina Facebook – lo ha scritto il 9 aprile, due giorni dopo la sentenza della Corte di Strasburgo che ha condannato l’Italia definendo “tortura” quel che accadde alla Diaz. E il giorno dopo ne ha aggiunto un altro, di tenore ancora più forte: “Esistono due verità – ha scritto – …la verità processuale si è conclusa con una condanna di alcuni vertici della polizia e del mio fratello Massimo Nucera…. la verità processuale è stata delineata da tale Zucca e i suoi sgherri che tengo a sottolineare non essere infallibili, basti vedere la loro storia”. E poi esiste, aggiunge Tortosa, “la verità, quella con tutte le lettere maiuscole. Quella che solo io e i miei fratelli sappiamo, quella che solo noi che eravamo lì quella notte sappiamo. Una verità che non abbiamo mai preteso che venisse a galla”. Fino ad arrivare alla conclusione: “quello che volevamo era contrapporci con forza, con giovane vigoria, con entusiasmo cameratesco a chi aveva, impunemente, dichiarato guerra all’Italia…Tranquilli, non vogliamo la pietas di nessuno sappiamo che siamo quelli ignoranti, scampati alla disoccupazione, lontani dai vostri salotti radical chic, dal vostro perbenismo becero, dal vosto politically correct”.

 

 Pe capire come addestrano quelli che imiteranno Tortosa, proponiamo di leggere:

IO SONO UN’ARMA: Memorie di un marine

Autore: David Tell Traduzione di Alessio Lazzati

Ed. Longanesi – Pagine: 624

Questo libro parla di un uomo, un’arma, un soldato con un duro addestramento al boot camp, fatto di insostenibili umiliazioni, fisiche e morali e di sergenti privi di umanità…..

È notte fonda quando il diciottenne David Tell scende dall’autobus che l’ha portato a Parris Island, la base militare dove avviene la prima, estenuante e selettiva fase dell’addestramento dei marines. David è sempre stato idealista e patriottico, ma niente poteva prepararlo a quello che lo aspetta: un addestramento massacrante, un incubo fatto di soprusi, vessazioni, vere e proprie torture, dal quale David riesce a uscire soltanto quando tocca il fondo dentro di sé e scopre di poter resistere. Tanto che nei mesi successivi David terminerà l’addestramento (rischiando la vita più volte) e apprenderà le tecniche di combattimento più avanzate, con le armi da fuoco e senza, le tattiche di sorveglianza e di aggressione, le manovre di invasione degli edifici occupati dai nemici… E i suoi risultati saranno tanto eccellenti che verrà selezionato per entrare a far parte della Fast Co (Fleet Anti-Terrorism Security Team Company): un’unità speciale all’interno dei marines, un’élite composta da uomini scelti diventati vere e proprie armi viventi.

Con voce asciutta e struggente al tempo stesso, David rivela segreti e retroscena inediti che riguardano il corpo militare più famoso al mondo, raccontando la storia vera di come imparare a uccidere significhi avere la possibilità di diventare un eroe… Ma significhi anche estrema solitudine, odio, atrofizzazione del cervello e indifferenza nei confronti delle persone.

Il libro scritto da David è un manuale su come l’uomo possa essere spersonalizzato, modellato a non temere, non soffrire, non provare empatia né pietà, a obbedire immediatamente, a tendere tutto se stesso alla realizzazione di un ordine, a saper sopravvivere in condizioni estreme, a svuotare la testa dai ricordi. Essere solo biologia militare….

Questo libro è importante perché leggendolo si capisce come la logica militare e il suo duro addestramento, rendano l’essere umano spietato cinico e calcolatore, psicopatico, bastardo dentro (nonnismo). Ora capiamo in che stato psicologico questi affrontano i manifestanti che per loro sono solo nemici ….

Ecco perché quando vengono alle manifestazioni non usano il cervello e gasano con il GS (arma chimica proibita nel dopoguerra) e manganellando senza pietà i manifestanti inermi, lo fanno per sfogare le loro umiliazioni ( torture psicologiche e fisiche)  subite in caserma dai loro capi ….

Usano la violenza più spietata (scuola Diaz, Bolzaneto) sui manifestanti che denunciano pubblicamente le ingiustizie sociali, ribellandosi ad una politica corrotta e mafiosa ( massomafia), che lascia i meno abbienti nella miseria , per poi costruire e speculare su infrastrutture costosissime e inutili (Tav, centrali nucleari, ponte sullo stretto di Messina ecc..), inquinando l’ecosistema e sottraendo capitale sociale, che poteva essere utilizzato per affrontare la crisi che gli stessi governi hanno creato per renderci più servili, ricattabili e sottomessi alla logica del capitalismo e dei poteri forti.…

Rsp (individualità Anarchiche)