1 aprile 2015 Gli affari sporchi della massomafia

01 aprile 2015

GLI AFFARI SPORCHI DELLA MASSOMAFIA             (massoneria & mafia) Tangenti Expo 

Gli impuniti: Tangenti Expo, Acerbo patteggia una condanna a tre anni e torna in libertà.

Ci sono prove consistenti che dimostrano come Antonio Acerbo, ex subcommissario di Expo, abbia pilotato la gara per la costruzione delle Vie d’acqua sud in cambio di contratti fittizi di consulenza a favore del figlio Livio. Prove da cui si evince che l’allora responsabile del Padiglione Italia aveva messo su un ‘ (“U”) sistema’ di cui avrebbero fatto parte anche il suo braccio destro Andrea Castellotti e Giandomenico Maltauro, cugino dell’imprenditore Enrico e consulente dell’omonima società di costruzioni vicentina.

Il giudice ha in sostanza ritenuto che gli atti di indagine “offrono elementi probatori che depongono consistentemente a favore della ‘sussistenza’ delle ipotesi di reato”, ossia la corruzione e la turbativa d’asta, contestate a vario titolo ai tre imputati, tutti arrestati lo scorso ottobre e ora liberi. Si conclude così uno dei filoni dell’inchiesta dei pm milanesi Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio sui lavori per Expo, nato da quello principale con al centro la cosiddetta ‘cupola degli appalti’ e che a maggio scorso aveva portato in cella, fra gli altri, l’ex pci Primo Greganti e l’ex dc Gianstefano Frigerio (anche loro hanno patteggiato nei mesi scorsi, assieme ad altri imputati).

Secondo la ricostruzione della Procura, Acerbo “in qualità di commissario delegato per le opere” avrebbe fatto vincere nel luglio 2013 la gara per l’appalto sulle Vie d’acqua sud, del valore di 42,5 milioni di euro, a un’associazione temporanea di imprese capeggiata dalla Maltauro e in cui figurava anche la Tagliabue. In cambio suo figlio Livio avrebbe ottenuto nel 2012 un contratto fittizio di consulenza da 36mila euro dalla Maltauro e la promessa di altri 150mila euro, dopo una iniziale richiesta di 300mila euro, attraverso un altro contratto ‘schermo’ con una delle sue molte società.

Sette mesi prima della gara, ossia nell’agosto 2012, l’ex subcommissario avrebbe passato a Maltauro e Castellotti, ex facility manager sempre del Padiglione Italia, una chiavetta usb con dentro “gli atti progettuali definitivi e riservati” sull’appalto. Acerbo, fra l’altro, è anche indagato per turbativa d’asta nell’inchiesta della Procura di Firenze sulle grandi opere, che ha portato all’arresto del progettista Stefano Perrotti e di un ex manager del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza.

L’accusa riguarda l’appalto per la costruzione di Palazzo Italia per l’Expo. Il figlio Livio, invece, è accusato di riciclaggio e concorso in corruzione in un filone dell’inchiesta milanese ancora aperto, nel quale sono indagati anche un manager della Tagliabue e un architetto. Filone di cui si attende la chiusura col deposito di altre carte.

La vicenda per cui sono state patteggiate le condanne riguarda quel “sistema” fatto di appalti truccati in cambio di mazzette versate o promesse, agganci con la politica, e “protezioni” e avanzamenti di carriera assicurati in cambio di informazioni riservate. Un “sistema” collaudato da una cerchia ristretta di persone, alcune delle quali già salite alla ribalta delle vicende giudiziarie italiane all’epoca di Tangentopoli, e che pochi giorni prima di finire in cella o agli arresti domiciliari, è stato accertato, avrebbero continuato a fare affari gestendo o cercando di gestire gli appalti di Expo, Sogin e Città della salute.

Ora dell’indagine sulla cosiddetta ‘cupola degli appalti’, è rimasto aperto il fascicolo sulle gare nel mondo della sanità lombarda. Il troncone relativo a Sogin è stato invece trasferito per competenza territoriale a Roma.

 

Mario Mauro, Maurizio Lupi, Roberto Formigoni e don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione.

01 aprile 2015

Formigoni e i suoi “compagni di merende”….

Appena entrato in aula, la prima cosa che l’ex governatore Roberto Formigoni chiede al collegio del tribunale di Milano è di non essere ripreso dalle telecamere. E’ talmente sporco che si vergogna di essere in tribunale come teste – imputato. Poi, ascoltato come teste nel processo a carico dell’ex assessore regionale Domenico Zambetti, accusato di voto di scambio con la ‘ndrangheta, inizia a spiegare il suo rapporto con lui, assessore in due giunte dal 2005 fino al 2010, quando il politico dell’Udc non fu confermato dopo un rimpasto.

Secondo l’ex governatore, oggi senatore del Nuovo centrodestra, fu l’intervento dell’ex ministro Gianfranco Rotondi a convincerlo nella riconferma nella nuova giunta.

L’ex governatore ha spiegato di aver conosciuto Zambetti “quando si era candidato alle elezioni regionali del 2005” vinte dal centrodestra. Ricostruzione contestata dai difensori di Zambetti, che hanno esibito una foto che ritrae l’ex governatore con l’imputato sul palco durante un comizio nel 1989, quando entrambi erano esponenti della Democrazia cristiana…….

Ma andiamo ad analizzare chi è quella merdaccia, capo dei ciellini Roberto Formigoni: è stato presidente della regione Lombardia dal 1995 al 2013. Si è i laureato nel 1971 in Filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una tesi sugli studi giovanili di Marx…..; quindi studia Economia politica alla Sorbona di Parigi…..

In gioventù incontra don Luigi Giussani, aderisce al movimento Gioventù Studentesca e, in seguito, a Comunione e Liberazione (diventa Memor Domini nel 1970, a 23 anni). Nel 1978 è stato fra i fondatori del settimanale cattolico Il Sabato e dal 1985 è iscritto all’ordine dei giornalisti come professionista. Il 13/12/2004 l’Università IULM gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Scienze e tecnologie della comunicazione.

Mario Moretti capo ambiguo, insieme a Senzani delle Brigate rosse, quando uscì di galera (1994) viene riciclato (assunto) da Formigoni come coordinatore del laboratorio di informatica della Regione Lombardia….. la famiglia di Moretti era di estrazione piccolo-borghese e non proletaria. Nel 1967si iscrive alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università Cattolica di Milano. l’università peraltro era in fermento ed egli venne in contatto coi nuovi movimenti di protesta studenteschi … Venne assunto nel gennaio 1967 come tecnico alla SIT Siemens grazie anche ad una lettera di raccomandazione della marchesa Anna Casati Stampa e dal prete del suo paese di origine (Marche).

Formigoni inaugura il sistema del buono scuola: un finanziamento alle famiglie volto a sostenere il pagamento delle rette scolastiche e a garantire la libertà d’educazione, di cui secondo i suoi critici beneficiano all’80% gli alunni della borghesia che frequentano le scuole private cattoliche, senza criteri di merito o di reddito, per un totale di 400 milioni di euro tra 2001 e 2009, aggirando i divieti costituzionali di finanziamento diretto.

Il 16/4/2012 i mass media lanciano la notizia secondo cui uno dei fiduciari svizzeri di Pierangelo Daccò, amico di Formigoni e uomo vicino a Comunione e Liberazione, arrestato per aver creato milioni di fondi neri nello scandalo dell’Ospedale San Raffaele e aver distratto, dal patrimonio della Fondazione Maugeri, circa 70 milioni di euro sotto forma di consulenze e appalti fittizi, avrebbe pagato viaggi aerei compiuti dallo stesso governatore, da un suo collaboratore, dal fratello di Formigoni e da sua moglie…..

Tra questi benefici, un viaggio Milano-Parigi da ottomila euro, compiuto il 27/12/2008, pagato da Daccò a Formigoni. Pierangelo Daccò è finito in galera per 10 anni, era imputato di associazione per delinquere, bancarotta e altri reati nell’inchiesta sul dissesto dell’ospedale San Raffaele. Inoltre il faccendiere Daccò, nell’inchiesta sulla fondazione Maugeri è indagato per corruzione in concorso con Roberto Formigoni.

Nel giugno 2012, Formigoni risulterebbe indagato dalla Procura di Milano per corruzione e finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità privata in Lombardia in cui risulta implicato il faccendiere Daccò, amico di Formigoni. Le accuse della Procura riguarderebbero un illecito finanziamento elettorale di oltre mezzo milione di euro ricevuto da un’azienda sanitaria privata in vista della campagna di Formigoni per le elezioni regionali italiane del 2010 in cui è stato rieletto per un quarto mandato consecutivo alla guida della regione; le accuse ipotizzano, inoltre, il reato di corruzione per la somma dei molteplici benefit di ingente valore patrimoniale (vacanze, soggiorni, utilizzo di yacht, cene di pubbliche relazioni a margine del Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini, condizioni favorevoli nella vendita di una villa in Sardegna a un coinquilino di Formigoni nella comunità laicale dei Memores Domini) messi a disposizione del governatore lombardo dal mediatore Daccò. Secondo l’accusa, Daccò, sfruttando l’intima amicizia con Formigoni, basata su benefit di varia natura, riusciva ad ottenere delibere e fondi da parte della regione Lombardia in favore di strutture sanitarie private, tra cui la fondazione Maugeri di cui Daccò era consulente ricevendo da questa più di 70 milioni di euro.

Il 25/7/2012 arriva, dalla procura di Milano, la conferma sullo status di indagato di Formigoni. Il reato che gli viene ascritto è quello di corruzione, in concorso con Daccò, Antonio Simone, Umberto Maugeri e Costantino Passerino. Il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha affermato che il governatore lombardo è iscritto nel registro degli indagati dal 14/6/2012.

Il 12/2/2013 la procura di Milano annuncia che ci sono nuovi elementi a carico di Formigoni al quale viene contestato anche il reato di associazione per delinquere.

Gli viene contestato anche il finanziamento di circa 200 milioni di euro alla Fondazione pavese.

Il 3/3/2014 viene confermato il rinvio a giudizio di Formigoni per associazione a delinquere e corruzione. Il processo comincerà il 6 maggio.

Formigoni è stato beccato anche per il presunto spoil system di tipo clientelare che avrebbe realizzato nella scelta dei dirigenti della Regione Lombardia, garantendo l’occupazione di “tutti i centri di potere” da parte di esponenti di Comunione e Liberazione, appartenenti per lo più al suo braccio economico: la Compagnia delle Opere.

La costruzione del Palazzo Lombardia, tra 2005 e 2009, voluta fortemente da Formigoni, ha suscitato polemiche e mobilitazione dei cittadini, a causa della distruzione dell’area verde del Bosco di Gioia. Il totale del costo per il palazzo della regione è stato di 400 milioni di euro, chissà quanti politicanti ci hanno mangiato sopra e poi ci domandiamo ancora cosa sia la mafia ….

Formigoni ha sempre sostenuto i finanziamenti pubblici alle scuole private e confessionali, anche quelle di confessione islamica ……

Gli affari sporchi della massomafia cattolica: dalle sue origini Templari fino alla lobby dei Rosa Croce. Da Cagliostro a Cl fino ad arrivare alla mafia della Compagnia delle opere…..

Rsp (individualità Anarchiche)