C.A.R.A.: Come Arraffare Risultando Altruisti…

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23 Giugno 2016

Gli elenchi degli ospiti al Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Mineo, nel catanese, erano «gonfiati». Tra il 2011 e il 2015 il numero delle presenze era stato falsamente aumentato, così da intascare circa un milione di euro di contributi dello stato italiano e dell’unione europea.

È l’ennesimo procedimento che si abbatte sul Cara siciliano. Nel registro degli indagati della procura della repubblica di Caltagirone sono finite sei persone, tra le quali, il direttore del Cara Sebastiano Maccarone, Salvo Calì, presidente del cda del consorzio di cooperative capofila dell’Ati che ha gestito il centro fino a ottobre 2014, e il contabile del centro, Andromaca Varasano. Nei loro confronti sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello stato e dell’unione europea.

Il Centro accoglienza di Mineo era composto da 400 villette a schiera identificate ognuno con un numero (avrebbero dovuto ospitare i militari della base americana di Sigonella), tutto attorno una recinzione di filo spinato, l’ingresso da un cancello di ferro.

Nel 2011, il residence su decisione dell’allora premier Silvio Berlusconi e dell’ex ministro degli Interni Roberto Maroni, diventò uno dei centri per richiedenti asilo più grandi d’Europa…..

Abitazioni rosa a due piani, che ospitavano 4.000 migranti. Il centro, come spesso accade, era sovraffollato e le condizioni di vita degli ospiti ai limiti della decenza.

All’interno del residence convivono decine di etnie, di tribù: pachistani, siriani, libici, africani sub-sahariani. Una sorta di Babilonia, dove si parlano lingue e si professano religioni differenti. Uomini, donne, famiglie ammassate, tutti in attesa di quel pezzo di carta che riconosca loro lo status di rifugiato …..

Salvatore Buzzi, l’uomo delle coop rosse, era il tramite tra l’organizzazione criminale di Carminati (apparteneva alla banda della Magliana) ed il mondo politico, muoveva fiumi di denaro con gli appalti per gestire il business sui campi di accoglienza per gli emigranti. E traeva guadagni persino dai campi rom….

Nel Maggio 2016 l’inchiesta “Mondo di Mezzo” della procura di Roma aveva portato in galera faccendieri di Sicilia, Lazio e Abruzzo, accusati di associazione a delinquere. 44 arresti e 21 gli indagati a piede libero. Sullo sfondo gli affari (sporchi) collegati ai flussi migratori e alla gestione dei campi di accoglienza per migranti, gestiti da Mafia Capitale, il gruppo riconducibile a Massimo Carminati, ora in carcere. L’indagine aveva portato alla luce l’esistenza, nella capitale, di “una struttura mafiosa, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali”.

Le indagini hanno documentato, tra l’altro, “un ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello di imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori”.

Ma chi è Massimo Carminati?

Fu un esponente del gruppo eversivo d’ispirazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari e affiliato all’organizzazione malavitosa romana Banda della Magliana…..

Tra il 1980 e i primi mesi del 1981 Carminati si trova in Libano insieme ad altri componenti dei NAR a sostenere i falangisti cristiano-maroniti di Kataeb nella guerra civile contro i filo-palestinesi.

Il 25 novembre del 1981, fu ritrovato in uno scantinato del Ministero della Sanità, al civico 34 di via Liszt all’Eur, l’arsenale composto da 19 tra pistole e revolver, una Beretta M12, un mitra Beretta MAB 38, un mitra sten, altri fucili mitragliatori, oltre a cartucce e bombe a mano.

Analizzando le armi, gli inquirenti poterono risalire anche ai legami tra la banda della Magliana e la destra eversiva dei Nar che, proprio tramite Massimo Carminati, ebbero modo di utilizzare alcune di quelle armi.

Massimo Carminati il 2/12/2014 viene arrestato di nuovo insieme ad altre 36 persone, tra cui Salvatore Buzzi, il suo braccio destro, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni nell’ambito dell’inchiesta Mondo di Mezzo della procura di Roma riguardante le infiltrazioni mafiose, chiamata dagli inquirenti Mafia Capitale, nel tessuto imprenditoriale, politico ed istituzionale della città, attraverso un sistema corruttivo finalizzato ad ottenere l’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma e dalle aziende municipalizzate, con interessi anche nella gestione dei centri di accoglienza degli immigrati e nel finanziamento di cene e campagne elettorali (tra cui quella dell’ex sindaco Gianni Alemanno, che figura tra gli indagati).

Romanzo Capitale puntata del 14/4/2013

http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-5e545c35-2ed6-4bfa-89a9-f560141ed700.html

 

A proposito di Sigonella…

Febbraio 2016: è stato siglato tra Italia e Usa un nuovo accordo bilaterale che consente ai droni armati dell’Us Air Force destinati a missioni killer, di decollare dalla base di Sigonella. Potenzialmente potranno colpire in tutta l’Africa settentrionale e il Medio Oriente. Il governo italiano, dopo lunghe trattative svelate dal «Wall Street Journal» e confermate da fonti della Difesa, ha concesso il suo assenso, ma imponendo condizioni.

Sulla falsariga di quelle concordate per la base aerea di Aviano, dove ci sono i caccia dell’Us Air Force, anche per i droni, quando lanciati in missione di combattimento, il governo di Washington dovrà preventivamente informare Roma e attenderne il via libera. Un vincolo su cui il governo Renzi non ha derogato, tanto è vero che l’ultimissima azione americana sulla Libia, considerata puramente offensiva e non difensiva, non è stata autorizzata e gli americani sono dovuti ricorrere a una base in Gran Bretagna per far decollare i jet…..

La Nato sta costruendo il suo «occhio» sul Mediterraneo in Italia, a Sigonella, e Finmeccanica fornirà le tecnologie che rappresentano il «cervello» per farlo funzionare, realizzate nello stabilimento di Torino Caselle.

Stiamo parlando dell’Alliance Ground Surveillance, un programma da oltre un miliardo di euro basato sui droni, che servirà a garantire la capacità dell’Alleanza Atlantica di sorvegliare e proteggere in particolare il fronte sud.

Il sistema si basa su 5 droni Global Hawk, forniti dalla compagnia americana Northrop Grumman, che saranno basati a Sigonella. La Divisione Sistemi Avionici e Spaziali di Finmeccanica, invece, fornirà le stazioni di terra per la centrale operativa, due sistemi trasportabili, e gli apparati di comunicazione per la trasmissione dei dati e delle immagini dai droni a terra. In pratica il «cervello» del sistema, che servirà ad analizzare quanto vedono gli «occhi» e rendere utilizzabili le informazioni raccolte. Questi strumenti verranno realizzati nello stabilimento di Torino Caselle.

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)