7/8 Dicembre 1970 – Golpe Borghese – Colpo di Stato

7/8 Dicembre 1970 – Golpe Borghese – Colpo di Stato:

Il Patto Atlantico anticomunista che l’Italia firmò nel 1949, prevedeva anche Colpi di Stato e Stragi di Stato per difendere la Democrazia cristiana di centrodestra (Andreotti e Gelli):

Golpe Borghese, un colpo di Stato sotto lo sguardo di Giulio Andreotti

7- 8 dicembre 1970: il colpo di stato chiamato Golpe Borghese fu organizzato dal principe Junio Valerio Borghese, ex comandante della X Mas il vero capo del complotto, e il generale a riposo dell’aeronautica Giuseppe Casero, poi c’era anche il maggiore della polizia Salvatore Pecorella.

Il colpo di stato prevedeva oltre all’occupazione dei ministeri della Difesa e dell’Interno, della sede della RAI, degli impianti telefonici e quelli di telecomunicazione, anche la mobilitazione totale dell’Esercito. Tutto, insomma è pronto, comprese le liste delle personalità politiche e sindacali da arrestare. Eppure il Golpe Borghese fallisce. Lo stesso principe nero riceve una telefonata da un misterioso generale (dal P2 Gelli), che ordina la sospensione del colpo di stato… La magistratura corrotta farà di tutto per insabbiare l’inchiesta giudiziaria e per trasformare il Golpe Borghese in un Golpe da operetta… Il colpo di stato in questione sarebbe stato appoggiato anche da Luciano Liggio, Gaetano Badalamenti e Stefano Bontate, ovvero dai vertici mafiosi del tempo…

Anche il Golpe Borghese fu organizzato per ricattare il governo democristiano di centrosinistra ed escluderlo dal potere (politico economico, militare) statale.

Ma non dimentichiamoci che nel 1973, c’è stato anche il colpo di stato Rosa dei Venti, organizzato dal generale Spiazzi, in collaborazione con gli ufficiali della gerarchia militare Nato.

Amos Spiazzi avrebbe ricevuto l’ordine di mettersi dapprima in contatto con 2 imprenditori liguri, e poi di recarsi a prendere ordini successivi presso la cosiddetta Piccola Caprera, un luogo sul lago di Garda considerato un sacrario fascista. La telefonata in questione, proveniente da una caserma dei carabinieri di Vittorio Veneto, era stata inviata dal maggior Mauro Venturi, colui che successivamente sarebbe stato preposto ai Centri CS (centro sperimentale di controspionaggio) di Roma.

L’organizzazione segreta Rosa dei Venti è di stampo neofascista ed è collegata con ambienti militari della Nato. L’”organizzazione” istituita dal “Supersid” o “Sid parallelo” sarebbe nata contestualmente all’aborto del colpo di stato Piano Solo. L’”organizzazione” era «parallela alla struttura dei servizi segreti “I” ufficiale ed è sempre stata un’organizzazione in funzione anticomunista».

Ma non è cambiato niente a livello sociale da quando comandava il re, siamo ancora in mano al potere politico militare: a noi civili ci hanno tolto tutti i diritti e ci tocca anche stare zitti (terrorismo psicologico)…

Pagherete caro, prima o poi!

Pagherete tutto: tutte le ingiustizie sociali che ci avete creato e fatto subire!!

 

1860: UNA GUERRA SPORCA CONTRO IL REGNO DELLE DUE SICILIE

Cavour, fedele servitore del re, ideò una strategia militare che usava agenti segreti provocatori, volontari non inquadrati in un esercito regolare, utilizzando la corruzione di quadri militari e notabili locali, il traffico di armi, l’omicidio politico, la ‘ndrangheta, la mafia e la camorra per provocare la destabilizzazione interna dello stato borbonico. Il 12/5/1860 impose la dittatura nel regno delle due Sicilie in nome di Vittorio Emanuele II difeso dai picciotti del barone Sant Anna, a cui il re affidò il controllo del regno delle due Sicilie.

I principali capi dell’intelligence piemontese, pagati per gestire i piani di Cavour, si chiamavano: La Farina e Curletti; la loro missione consisteva nel promettere protezioni e promozioni.

La storia dell’unità d’Italia, si caratterizza soprattutto per la corruzione, la tendenza a scendere a patti coi poteri forti (massoneria), per l’utilizzazione di agenti segreti a scopi non istituzionali, per l’utilizzo della criminalità e lo sfruttamento, per ragioni di stato, di terroristi e rivoluzionari.

Era ormai dall’inizio dell’ ‘800 che l’Inghilterra, approfittando dei disordini causati, perseguiva tenacemente una sua strategia geopolitica per impossessarsi del Mediterraneo.

Nel regno delle due Sicilie, gli affaristi londinesi, gestivano l’estrazione dello zolfo e del petrolio. Solo con la completa eliminazione della Russia dal Mediterraneo, l’Inghilterra avrebbe avuto campo libero. La questione orientale aveva il suo nodo strategico nei Balcani e nell’impero Turco e stava diventando una lotta tra Russia e Inghilterra: la questione del Mediterraneo, ed era questa la partita che Cavour giocava a fianco dell’Inghilterra e della Francia.

Col cambio della guardia tra garibaldini e piemontesi, la spregiudicata gestione finanziaria della dittatura, fu messa sotto accusa. Vennero a galla le ambiguità nelle concessioni di appalti per le ferrovie, di cui aveva beneficiato il finanziere mazziniano Adriano Lemmi (foto sopra), futuro gran maestro della massoneria italiana. Sui giornali si iniziò a parlare insistentemente dell’utilizzo dei fondi pubblici per il finanziamento dei partiti. Agostino Bertani, fu accusato di illecite sovvenzioni alla sinistra garibaldina. Il governo della repubblica monarchica, era in forte imbarazzo, non poteva più chiudere occhio sulla gestione delle finanze garibaldine; l’ala conservatrice, aveva sollevato un polverone sulla dubbia amministrazione della spedizione dei mille, pertanto si dovette chiedere al viceintendente generale delle finanze garibaldine in Sicilia, lo scrittore Ippolito Nievo, di tornare a Palermo per recuperare la documentazione delle spese sostenute e portarla a Torino. Era il 15/2/1861, quando lo scrittore-soldato si imbarcò sull’Elettrico, tormentato dall’idea di finire sotto inchiesta. Le sue elargizioni erano imbarazzanti ed erano state tante: dalle spese per il rifornimento di armi a quelle per corrompere generali e ammiragli borbonici; dai costi per i vettovagliamenti o le munizioni a quelli per pagare spie e informatori. Nievo (foto sotto), arrivò a Palermo e ci rimase per 20 giorni, poi il 4/3/1861, salpò dal molo dell’arsenale a bordo dell’Ercole. Dopo un solo giorno di navigazione, all’improvviso, il piroscafo naufragò “misteriosamente”, al largo di Capri.

L’Ercole sparì, inghiottito dalle acque con 78 persone a bordo. Fu una strage, una verità scomoda, destinata a restare un segreto di stato sotto il mare. Una strage che inaugurò la storia segreta massonica dell’Italia unita in nome di Vittorio Emanuele II.

Nota: guerra sporca, strategia militare, agenti segreti provocatori, volontari, corruzione, traffico di armi, omicidio politico, utilizzo della criminalità organizzata, destabilizzazione, dittatura, protezioni, promozioni, sfruttamento per ragioni di stato di terroristi e rivoluzionari, strategia geopolitica, ambiguità nelle concessioni di appalti, fondi pubblici per il finanziamento dei partiti, verità scomoda, strage, segreto di stato e massoneria. E’ questa la vera storia del “bel Paese” che si ripete da 150 anni fino ai giorni d’oggi, passando da quei ‘meravigliosi’ anni ’60-’70, quando la guerra a bassa intensità tra Pci e Dc aveva creato un oltranzismo militare atlantico. C’è poco da festeggiare…

Bisogna conoscere la Storia per capire il Segreto!

Ricordandoci sempre che il 12 dicembre è l’anniversario della strage di Piazza Fontana, ci rendiamo conto che i metodi militari e la logica militare di allora non è cambiata nemmeno ai giorni nostri: stiamo ancora pagandone il contesto siociale!

Pinelli fu ucciso dagli sbirri il 15 dicembre 1969, perchè arrestato (False Flag piano militare previsto dal Patto Atlantico) apposta dal Viminale (P2), per incolparlo della Strage di Piazza Fontana!! Siccome Pinelli continuava a dire che la Strage fu organizzata dallo stato, e non voleva ammettere (sotto tortura), quello che non avrebbe mai voluto fare (uccidere dei civili innocenti), gli sbirri cocainomani e terroristi, lo hanno torturato e infine, buttato giù dalla finestra della questura!!

 

La Storia Siamo Noi -Gianni Minoli- Il Golpe Borghese 1970

Non appena le aspirazioni e le idee contrarie

incominciano a penetrare nelle masse, tutto il sistema

del liberalismo borghese crolla come un castello

di carta. La tua umanità si trasforma in furore:

il suo rispetto dei diritti del prossimo, il suo culto

della libertà, cede il posto alla feroce repressione.

Il liberalismo politico scompare e, non trovando in se

stesso nè i mezzi nè la forza necessarie per reprimere

le masse, fa largo alla dittatura militare.

M. A. Bakunin

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)