Stefano Cucchi: sbirri fascisti, sbirri assassini!

Stefano Cucchi: sbirri fascisti, sbirri assassini!

Risultati immagini per abusi di potere forze dell'ordine

17 gennaio 2017

La procura di Roma ha chiuso l’inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano torturato e ucciso dalle forze del disordine nell’ottobre del 2009.

Stefano Cucchi fu picchiato dai tre carabinieri che lo avevano arrestato con “schiaffi, pugni e calci”…..

Lo scrivono il procuratore della repubblica Giuseppe Pignatone ed il sostituto Giovanni Musarò nell’avviso di chiusura indagine. Le botte, per l’accusa, provocarono “una rovinosa caduta con impatto al suolo in regione sacrale” che “unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che avevano in cura Cucchi presso la struttura protetta dell’ospedale Sandro Pertini, ne determinavano la morte”. L’attacco epilettico del quale è stato vittima Stefano Cucchi nei giorni di detenzione dopo il suo arresto, citato in una perizia fatta in incidente probatorio, non figura tra le cause che ne hanno causato il decesso.

L’accusa di omicidio preterintenzionale è contestata ad Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, carabinieri in servizio, all’epoca dei fatti, presso il Comando Stazione di Roma Appia, che procedettero all’arresto di Cucchi in flagranza di reato per detenzione di droga. Tedesco è accusato anche di falso. A Roberto Mandolini, comandante Interinale della stessa stazione di Roma Appia sono attribuiti i reati di calunnia e falso. Accusa di calunnia anche per lo stesso Tedesco, e per Vincenzo Nicolardi, anch’egli militare dell’Arma.

Ai tre carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale, viene contestata anche l’accusa di abuso di autorità: è quanto emerge nell’avviso di chiusura dell’indagine, che prelude al rinvio a giudizio, per aver sottoposto Stefano Cucchi “a misure di rigore non consentite dalla legge” con l’aggravante di “aver commesso il fatto per futili motivi“.

La sorella Ilaria Cucchi dopo lunghi 7 anni di iter burocratico, alla fine del processo dichiara: “Finalmente si parla della verità” – “Oggi penso a mio fratello, con gli occhi pieni di lacrime, penso a quanto glielo dovevo”. “Oggi viene ristabilita la verità su quanto accadde. Mi sento di dire a tutti che non bisogna mai smettere di crederci, bisogna avere fiducia nella giustizia e andare avanti fino in fondo”. Finalmente, ha aggiunto Ilaria Cucchi, “si parlerà della verità, non ci sarà un processo a Stefano: si parlerà di omicidio, di quello che è stato fatto a mio fratello e di tutto ciò che è successo da quel giorno in poi”.

Grazie all’attivismo della sorella Ilaria Cucchi, il caso di Stefano ha avuto una grande visibilità mediatica, risultata in un notevole impatto sull’opinione pubblica italiana, facendo tra l’altro emergere altri casi analoghi di persone morte in carcere a causa degli abusi di potere e della violenza fascista delle forze dell’ordine, senza che la causa del decesso sia stata ancora accertata (26 casi nel solo 2009).

 

Al minimo segno di ribellione, tutto il peso

del governo, della legge e dell’ordine ti cadrà

sulla testa, a cominciare dal manganello

del poliziotto, dal carcere, dalla prigione,

fino alla forca o alla sedia elettrica.

A. Berkman

 

Rsp (individualità Anarchiche)