Ricomincia la ʹGuerra Freddaʹ, lo scontro spionistico militare tra Usa e Urss per il controllo dellʹEuropa…

Ricomincia la ʹGuerra Freddaʹ, lo scontro spionistico militare tra Usa e Urss per il controllo dellʹEuropa…

 

WASHINGTON – Il Pentagono sarebbe pronto a dispiegare mezzi pesanti nell’Est Europa per impedire eventuali aggressioni da parte della Russia.

Il piano militare prevede anche il dispiego di 5000 soldati in paesi baltici e dell’Est Europa. Se il piano militare fosse approvato, si tratterebbe della prima volta dalla Guerra Fredda che Washington insedia forze militari nei nuovi stati membri della Nato, un tempo parte della sfera sovietica.

Il 16 giugno 2015 Vladimir Putin ha dichiarato ai mass media: “La Russia aggiungerà quest’anno più di 40 nuovi missili balistici al suo arsenale nucleare”, precisando che i nuovi Icbm “saranno in grado di superare anche il più tecnicamente sofisticato sistema di difesa missilistico. Le dichiarazioni di Putin arrivano in un momento di particolare tensione tra Mosca e l’Occidente per la crisi ucraina e l’annessione della Crimea, e conseguenti sanzioni economiche di Stati Uniti e paesi europei. La Russia teme in particolare lo spiegamento di mezzi pesanti nelle ex repubbliche sovietiche del Baltico: Estonia, Lituania e Lettonia, invece chiedono lo schieramento permanente di truppe di terra come deterrente contro la ‘pressione’ russa….

Ma andiamo a vedere cosa è stata la guerra fredda e le sue conseguenze (guerra militare sotterranea tra anticomunismo atlantico e comunismo – partigiani bianchi contro partigiani rossi)

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La Guerra Fredda è iniziata alla fine della II Guerra Mondiale e si è conclusa solo nel 1989 col ritiro dellʹArmata Rossa da Berlino e col conseguente crollo del ʹMuroʹ.

Ora torniamo indietro nella storia per capire meglio il problema:

Subito dopo la fine della II Guerra Mondiale le due superpotenze vincitrici, Usa e Urss, avevano diviso il globo in due parti, ciascuna delle quali era direttamente controllata o si trovava sotto l’influenza di uno dei due giganti. La Guerra Fredda, ovvero la contrapposizione tra i due blocchi che si erano così formati, ha dominato la scena politica internazionale per tutta la seconda metà del XX secolo. Fu guerra perché il pianeta intero viveva con terrore l’esplosione, sempre possibile, di un conflitto nucleare ( Piano militare – guerra psicologica).

I governi di entrambe le superpotenze accettarono la divisione stabilita al termine del conflitto mondiale. L’URSS controllava le zone occupate dall’Armata Rossa o da altre forze militari comuniste alla fine della guerra e gli USA controllavano il resto del mondo capitalista.

Il conflitto militare, quindi, pur rimanendo latente (politico) e nonostante si sia manifestato più volte nell’arco di 50 anni, non fu la conseguenza più importante della guerra fredda. Le due potenze nucleari furono, infatti, impegnate in tre guerre, ma mai l’una contro l’altra. Nei conflitti in Corea, in Vietnam ed in Afghanistan la sofisticata tecnologia bellica messa a punto dai due giganti non si rivelò decisiva. Di ben altra entità furono, invece, le conseguenze politiche che portarono a una spartizione e a una polarizzazione in due campi nettamente distinti del mondo e che fecero sentire i propri effetti in tutte le nazioni, in Occidente i comunisti scomparvero dal governo diventando emarginati politici permanenti….

All’inizio degli anni ‘60, tuttavia, la guerra fredda sembrava muovere qualche passo verso una soluzione durante il periodo della distensione. Questa parola si era affacciata sullo scenario internazionale verso la fine degli anni ‘50, quando Chruscěv, l’unico statista di origine contadina che abbia mai governato una superpotenza, aveva stabilito la sua supremazia nell’unione Sovietica post-stalinista.

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L’elezione di J.F. Kennedy nel 1960 coincise con un periodo in cui al mondo capitalista sembrava di perdere terreno contro le economie comuniste, cresciute molto rapidamente durante gli anni ‘50.

L’URSS, da parte sua, era preoccupata dalla grave rottura con la Cina, che accusava Mosca di scivolare lentamente ma inesorabilmente verso il capitalismo. Tale posizione di Pechino costrinse Chruscěv ad adottare una politica più intransigente verso l’Occidente capitalista e le due superpotenze si fronteggiarono a Berlino, nel Congo e a Cuba. Nel 1961 venne eretto il Muro di Berlino, che chiuse in Europa l’ultima frontiera che era rimasta incerta tra l’Oriente comunista e l’Occidente capitalista. Gli Stati Uniti accettarono un paese comunista come Cuba a poche miglia di distanza dalla Florida, dopo che, in un primo momento, si era rischiata l’esplosione della guerra quando Cuba aveva accettato di “ospitare” dei missili sovietici e i focolai accesi in America Latina dalla rivoluzione cubana ed in Africa dal processo di decolonizzazione sembrarono estinguersi. Ancor più indicativi del processo di distensione in atto furono alcuni provvedimenti che avevano come obiettivo la limitazione delle armi nucleari e il fiorire del commercio tra Usa e Urss. Le prospettive per il futuro sembravano positive ma due eventi destabilizzarono l’equilibrio finalmente raggiunto: dapprima la guerra del Vietnam (1965 – ‘75), che portò ad un progressivo isolamento degli Stati Uniti e che vide l’emergere, in tutto il mondo, di numerosi movimenti pacifisti contro l’intervento militare e, successivamente, nel 1973, la guerra dello Yom Kippur, combattuta tra Israele, che gli USA avevano scelto come alleato, l’Egitto e la Siria, militarmente rifornite dai Sovietici…..

La Guerra psicologica consiste nell’uso pianificato della propaganda ed altre azioni psicologiche allo scopo principale di influenzare opinioni, emozioni, atteggiamenti e comportamento di gruppi ostili in modo tale da favorire il raggiungimento degli obiettivi nazionali. È nota anche col termine infowar, che intende enfatizzare l’importanza tattica dello sfruttamento delle informazioni a fini bellici.

I modi con cui viene attuata la guerra psicologica sono detti operazioni psicologiche o manovre psicologiche (in inglese PSYOPS, Psychological operations). Queste sono un moderno metodo utilizzato da istituzioni militari definibile come un complesso di attività psicologiche messe in atto mediante l’uso programmato delle comunicazioni, pianificate in tempo di pace, crisi e guerra, dirette verso Gruppi Obiettivo amici, neutrali o nemici (governi, opinioni pubbliche, organizzazioni, gruppi o individui), al fine di influenzarne gli atteggiamenti e i comportamenti che incidono sul conseguimento di obiettivi politici e militari.

La guerra psicologica può essere assimilata alla guerra non convenzionale, sotto il profilo che essa tende ad infiltrarsi e a influenzare la mente del nemico, anziché distruggerne l’apparato militare….

 

Rsp (individualità Anarchiche)