2/9/1980: due giornalisti, Graziella De Palo e Italo Toni, scompaiono a Beirut, stavano indagando su un traffico d’armi tra Italia e Medioriente

E’ il 2 settembre di 35 anni fa, due giornalisti italiani, Graziella De Palo e Italo Toni, inviati in Libano da Paese Sera e Astrolabio, scompaiono a Beirut, stavano indagando su un traffico d’armi tra Italia e Medioriente.

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Una vicenda oscura, che coinvolge anche i servizi segreti deviati, logge massoniche, intrighi internazionali, mai ritrovati i loro corpi. La solita storia tutta italiana fatta di depistaggi, omissioni e collusioni istituzionali: nessun mandante, nessun esecutore, nessun colpevole….

La scomparsa dei due giornalisti si colloca in un contesto temporale di torbidi rapporti tra lo stato italiano e i paesi del medio oriente. In Libano è in atto una sanguinosa guerra civile tra i cristiano maroniti appoggiati da Israele e arabi palestinesi sostenuti da Siria e Iran.

 L’America e i suoi alleati appoggiano Israele, il pretesto sta nella minaccia che arabi e musulmani porterebbero allo stato Ebraico: in questo contesto si colloca la scomparsa di Graziella De Palo e Italo Toni.

Anti-American Demonstration in Tehran, June 1, 1951. A large poster depicting Uncle Sam being thrown out of Iran is carried in a demonstration organized by the Tudeh Party (an Iranian communist party) in Tehran. The script on the poster criticizes American "junk sellers'' who import preservatives and dolls into Iran.

 Un contesto nel quale il traffico d’armi è fiorente, i cui proventi vengono riciclati nelle banche di Beirut, dove personaggi ambigui in quegli anni sono di casa, come Roberto Calvi e il suo Banco Ambrosiano….

Tutto viene coperto dal segreto di stato, ordinato da Bettino Craxi.

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Nella vicenda emergono altri personaggi ambigui, il generale Giuseppe Santovito (foto sopra), capo del Sisde, il colonnello dei carabinieri Stefano Giovannone, capo centro del Sismi a Beirut, con compiti di destabilizzazione, termine tecnico che sta per aggressione militare….

Entra in scena anche Aldo Moro (lodo Moro), il quale ha raggiunto un’intesa col fronte palestinese, dunque un nemico di Israele, degli Usa e dei poteri occulti contro i quali si scontrano Graziella De Palo e Italo Toni, poteri di cui è elemento essenziale Stefano Giovannone, come documentato dal materiale cartaceo in mano alla giornalista italiana.

Apparati deviati dello stato (il generale Vito Miceli era filo arabo, il generale Maletti era legato ai servizi israeliani) approfittano di questa situazione, instaurando loschi traffici commerciali che vedono il mercato delle armi e droga al centro di profitti che non possono avvenire alla luce del sole.

Graziella e Italo prima di essere rapiti erano ospiti dell’OLP. I due giornalisti avevano alle spalle scottanti inchieste che fecero pubblicare in Italia. Graziella De Palo, in particolare, aveva denunciato su Paese Sera e l’Astrolabio il traffico internazionale di armi e droga che avveniva in violazione agli embarghi internazionali. In Libano il capo centro del SISMI a Beirut, colonnello Stefano Giovannone, era stato individuato da Graziella in un suo articolo su Paese Sera come “l’agente commerciale in Libano, con il compito di organizzare il traffico di armi per il Medio Oriente”. Paradossalmente, come in una tragedia greca, Giovannone sarebbe stato poi incaricato delle ricerche dei due giornalisti.…

Graziella aveva descritto in altri articoli come l’industria bellica italiana (la quarta produttrice di armi al mondo), controllata, oggi come allora, dall’azionariato di stato, lavorava anche su brevetti statunitensi. L’Italia si trovava nella scabrosa posizione di fare il lavoro sporco, vendendo armi e droga per conto statunitense a tutti i cosiddetti “stati canaglia”. E a trarne profitto, trattandosi di operazioni coperte, furono in tanti…..

Giunti in Libano, il giorno precedente alla loro scomparsa, i due giornalisti, essendosi deteriorati i loro rapporti ( a causa delle loro inchieste) con la componente principale dell’OLP, Al Fatah, si recarono per la prima volta dal loro arrivo, evidentemente molto spaventati, all’Ambasciata d’Italia, chiedendo espressamente di essere cercati se non fossero rientrati nell’albergo di Beirut, il “Triumph” (di proprietà e sotto il controllo dell’OLP), entro tre giorni. Il giorno seguente, 2/9/1980, avevano appuntamento con uomini del Fronte Democratico di Liberazione della Palestina, di Nayef Hawatmeh, per visitare il fronte di guerra e i campi d’addestramento dei Fedayn, nel sud del Libano. Gli addetti dell’Ambasciata lasciarono passare i giorni e se ne fregarono del loro rapimento, fintanto che i familiari di Graziella, non vedendoli rientrare in Italia entro il 15 settembre, data stabilita, denunciarono alle autorità la loro scomparsa.

Iniziarono immediatamente i depistaggi da parte di alti esponenti dei servizi segreti militari. Personaggi, come il già nominato colonnello dei carabinieri Stefano Giovannone, in servizio a Beirut come Capo Centro del SISMI, ed il generale Giuseppe Santovito, direttore del Servizio Segreto militare, crearono ad arte una falsa “pista falangista”, che avrebbe visto come autori del rapimento i falangisti di Bechir Gemayel, in realtà stanziati nella parte opposta di Beirut, cioè ad Est. Dagli atti processuali risulta che la Farnesina sollevò dall’incarico l’ambasciatore D’Andrea, che per primo aveva comunicato la responsabilità di Al Fatah nel rapimento dei due giornalisti, trasferendolo d’ufficio in Danimarca.

Dopo alcuni anni la Magistratura aprì un procedimento penale nei confronti di George Abbash leader del FPLP, per duplice omicidio, mentre il generale Santovito ed il colonnello Giovannone del SISMI vennero incriminati per favoreggiamento nei reati di sequestro e omicidio. Il giudice istruttore Renato Squillante prosciolse Habbash per insufficienza di prove….

Graziella e Italo scoprirono dunque una verità inconfessabile. Tornare vivi in Italia e pubblicare queste notizie avrebbe contribuito ad acuire gli scontri negli anni di piombo (comunisti e anticomunisti – gladio bianca e gladio rossa). L’accordo con l’OLP (lodo Moro) implicava appunto la tolleranza, da parte di alcuni apparati delle nostre istituzioni, dell’operato di organizzazioni terroristiche, come l’FPLP di George Habbash o il gruppo Separat di Carlos, lo sciacallo, e vedevano il Libano come un crocevia di scambio di armi e droga che partivano dall’Italia verso tutti i regimi dittatoriali nel mondo. L’intera operazione di “scarico” dal ministero degli Esteri, istituzionalmente competente dell’incolumità degli italiani all’estero, ai Servizi Segreti, ebbe come regista il piduista Francesco Malfatti di Montetretto, segretario generale dello stesso ministero degli Esteri. Questo ha costituito un precedente per tutti i successivi rapimenti di italiani all’estero, generalmente liberati in seguito ad ingenti riscatti. Santovito e Giovannone in quanto militari senz’altro obbedirono a degli ordini superiori e dovettero depistare per salvare il “lodo Moro” e quindi permettere all’Italia di salvarsi dal baratro.

Con l’imperversare della crisi di Gaza, tutti hanno imparato a conoscere Hamas. Chiunque, adesso, sa che si tratta di un’organizzazione paramilitare e terrorista, contro cui si è scatenata la furia di Israele con quello che ne è conseguito: un vero e proprio genocidio di innocenti, arabi colpevoli semplicemente di essere non ebrei.

Quello che in pochi sanno è come, Hamas, abbia una storia lunga e travagliata: come la stessa sia stata probabilmente vista di buon occhio per lungo tempo dagli israeliani, a causa della sua rivalità con un’altra organizzazione palestinese, l’Olp, fondato, tra gli altri, da Yasser Arafat.

Lo stato ebraico sobilla gli scontri per tentare un’invasione del Libano, nonostante le risoluzioni dell’Onu che intimano ad Israele di ritirarsi. Nel 1982 gli israeliani sferrano l’operazione Pace in Galilea, nella quale vengono bombardati campi profughi con l’eccidio di 17 mila arabi.

Altre aggressioni si susseguono, nel 1992, nel 2006 e, nonostante la preponderante superiorità militare israeliana, gli Hezbollah libanesi resistono e respingono gli attacchi.

Riconoscendo in Hamas il nemico supremo, si dimentica l’Olp. La cui storia sta per tornare a galla. Il motivo è semplice: fu proprio questa organizzazione a scendere a patti col Sismi italiano, nell’ambito del cosiddetto “lodo Moro”, i cui dossier relativi stanno per diventare pubblici…

 

Video: Il caso Toni – De Palo – Un mistero di stato

http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/il-caso-toni-de-palo/841/default.aspx

 

Cultura dal basso contro i poteri forti e i loro servi

Rsp (individualità Anarchiche)