Incidente ferroviario: 3 donne morte e 46 feriti! e i Sitav vogliono andare a 501 km/h…

Milano, treno deragliato

A livello sociale e culturale siamo proprio fermi al Medioevo, oggi come allora comanda la dittatura militare del latifondismo, ma vogliono investire ancora sul business dell’alta velocità! Per andare dove? Sempre più forte! a 501 km/h… Ma non prendiamoci per il culo!! e non acconsentiamo alla massomafia di ingrassarsi anche sulle disgrazie della gente svantaggiata, in questo contesto sociale repressivo, gerarchico e razzista, dove conti solo se consumi.

Ma facciamo un po’ di cronologia attuale:

Il 17 gennaio i mass media annunciano che Telt sarà la società che realizzerà il business massomafioso del tunnel sulla linea Torino-Lione. Il lavoro complessivo per i contratti e le attività tecniche avrà un costo del valore di 800mila euro solo per il tunnel di base del Moncenisio, la maxigalleria da 57 km tra Italia e Francia. Invece alla svizzera Pini Swiss Engineers è stata assegnata la direzione lavori delle nicchie di interscambio alla Maddalena, mentre il raggruppamento torinese Industrial Engineering Consultants/Gae enginnering si è aggiudicato la sicurezza sul lavoro…  “Entriamo nella fase operativa del tunnel di base anche in Italia (spiega Mario Virano, dg Telt) mentre sul versante francese sono stati scavati 2,1 dei 9 km di galleria geognostica ed è in corso l’assegnazione dei lavori per i pozzi di Avrieux, è stata registrata anche la delibera Cipe per il finanziamento dei lotti costruttivi e si sta completando l’iter autorizzativo per la variante di cantierizzazione in Italia”…

Invece il 24 gennaio Renato Mazzoncini a.d. Di Fs, dichiara ai mass media che vuole convincere Di Maio che l’opera del tunnel Torino – Lione deve essere assolutamente realizzata “se M5s andrà al governo apriremo con loro una discussione per convincerli”. La Torino-Lione “si interconnetterà con le direttrici che scendono lungo la dorsale verso Roma (ha aggiunto Mazzoncini). Non possiamo nemmeno lontanamente immaginare che questo corridoio rimanga nella pianura padana e non si connetta con la Francia e con la Spagna, grazie a un’opera che, ricordiamo, è cofinanziata dall’Unione Europea”. Se magna…

Ma dopo le dichiarazioni dei massomafiosi Virano e Mazzoncini cosa succede?

Il 25 gennaio un treno delle ferrovie Trenord è deragliato tra Pioltello e Segrate, alle porte di Milano. Il convoglio, con a bordo circa 350 persone, in maggioranza pendolari, era partito da Cremona e diretto a Milano Porta Garibaldi. L’incidente ferroviario (avvenuto per mancanza di manutenzione) ha causato tre donne morte e 46 feriti, di cui 5 in codice rosso, 8 in codice giallo e 33 in codice verde.

La causa della tragedia sarebbe il ‘cedimento strutturale’ di un pezzo di binario di 23 centimetri che è stato sequestrato dagli inquirenti a una ventina di metri dalla rotaia, un chilometro prima della stazione di Pioltello. In quel punto, 3 carrozze sono uscite dai binari, ma il convoglio ha continuato la marcia finché uno dei vagoni fuori asse ha colpito un palo della trazione elettrica e si è accartocciato. Poco più di 6 mesi fa, il 23 luglio, un altro treno di Trenord era parzialmente uscito dai binari proprio a Pioltello, senza però provocare feriti. Per svolgere tutti gli accertamenti necessari nell’inchiesta gli inquirenti nelle prossime ore iscriveranno, come atto dovuto, i responsabili legali e della sicurezza di Rete Ferroviaria Italiana nel registro degli indagati. Non è escluso che siano necessarie anche altre iscrizioni tecniche come quelle di alcuni responsabili di Trenord. Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sono stati sequestrati anche i vagoni, l’intera area in cui è avvenuto il deragliamento, oltre a tutti i documenti che riguardano la manutenzione e i lavori su quel tratto di binari. Su investimenti e sicurezza si accende la polemica. ‘In questi anni è stata data maggiore attenzione all’alta velocità che non ai treni dei pendolari’, ha detto il presidente del Consiglio regionale lombardo Cattaneo. “La linea Cremona-Milano è stata segnalata come una delle peggiori in Lombardia: conta oltre 10 mila pendolari giornalieri, su treni lenti e sovraffollati dall’età media di 17 anni. Dal rapporto Pendolaria presentato da Legambiente qualche giorno fa, emerge che in Lombardia “i convogli che viaggiano quotidianamente, su alcune tratte versano in condizioni inaccettabili, troppo spesso soggetti a guasti, per lo più dovuti all’età dei convogli stessi”. Nel rilevare che “sulla linea circolano ancora modelli obsoleti, soprattutto negli orari di maggior affluenza di pendolari”, la presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto osserva che “non è pensabile che nel 2018 non si possa viaggiare sui mezzi pubblici in sicurezza”. “E’ una notizia che non si vorrebbe mai leggere quella di un grave incidente ferroviario dove si contano vittime e feriti”, rileva Legambiente Lombardia nella nota ricordando che ogni giorno nella regione “si spostano migliaia di pendolari, quasi 800mila l’anno, che prendono treni per recarsi al lavoro”. ….

“Ai grandi successi dell’Alta Velocità maturati in questi anni, con un’offerta aumentata in meno di 11 anni al 435% (rileva Legambiente), si affianca una situazione del trasporto regionale che rimane difficile, anche per via della riduzione dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza (-15,5% dal 2010 al 2016) con un calo del 40% dei passeggeri e la diminuzione dei collegamenti regionali (-6,5% dal 2010 al 2016), dopo i tagli realizzati nel 2009″……

Legambiente rileva anche “alcuni errori compiuti in questi anni nelle politiche dei trasporti e il modo con cui le diverse Regioni hanno gestito il servizio dopo il trasferimento delle competenze nel 2001, con tagli ai servizi ferroviari e aumento del costo dei biglietti in quasi tutte le Regioni”.

Luca Giunti, naturalista, tecnico e attivista No-Tav, dichiara nel 2013: “Da tecnico professionale ma volontario, della Comunità Montana e delle associazioni ambientaliste, studio da anni i progetti della Torino-Lione. In quest’opera la tecnica non c’è più. Anzi, è stata pervertita. Il termine è di origine greca e significa “arte” nel senso di “perizia”, “saper fare”, “saper operare”. E’ l’insieme delle norme applicate e seguite in una attività, sia intellettuale che manuale. Implica l’adozione di un metodo e di una strategia nell’identificazione precisa degli obiettivi e dei mezzi più opportuni per raggiungerli. Di tutta questa sapienza non c’è traccia nei documenti che dovrebbero sostenere e realizzare la Torino-Lione. L’ultimo progetto presentato ( il Definitivo della Prima Fase del lato italiano della Sezione Transfrontaliera) ammette candidamente di non conoscere com’è fatta la montagna che vorrebbe scavare per 57 km, ignora spensieratamente come raggiungere il tunnel da entrambi i lati, disobbedisce spudoratamente alle Prescrizioni imposte dal Cipe, dichiara tranquillamente ingenti impatti sull’acqua e sulla salute ma vanifica ogni legale valutazione dei danni, annuncia felicemente vantaggi fantastici ottenuti grazie a superlativi incrementi dei traffici continuamente smentiti dal Pil. Le prove sono innumerevoli e ben documentate, ma queste 5 bastano come esempi rappresentativi. Dunque, la tecnica come perizia, come saper No Tavfare, come bene operare, è del tutto assente dalla Torino-Lione. E’ stata sostituita da un’altra tecnica, perversa e non più al servizio del bene (come vorrebbe la sua etimologia) ma del male. Non discute più di merito e di ragioni, che ormai sono tutte dall’altra parte. Non accetta nessun dialogo, nessun approfondimento, nessun confronto sui fatti, sui quali è perdente. Non ammette alcuna sospensione o ripensamento, anzi procede imperterrita con proclami, decreti e lavori. E soprattutto colpisce i contestatori. Li accusa di ogni nefandezza, li segnala alla disapprovazione dei mass media, li trascina sull’unico terreno dove è in vantaggio: lo scontro fisico, la criminalizzazione, la repressione….

Cerca di isolarli, di fare terra bruciata intorno a loro, di avvelenare i pozzi. Annulla ogni opzione moderata, scientifica, dialogante, pacifica. Accomuna al terrorismo qualsiasi opposizione: se non è attivamente sovversiva è almeno ingenua o addirittura connivente. E via di questo passo, esaltando gli estremismi opposti cioè l’unico gioco dove questa tecnica crede di essere vincente perché conosce e pratica da anni le sue strategie di violenza e sopraffazione. Questa è l’unica tecnica rimasta a giustificare l’opera. E’ una tecnica di potere. Anzi, di guerra. I promotori della Torino-Lione sono come gli ultimi giapponesi, vecchi e isolati: hanno armi che possono ancora fare molto male ma combattono una guerra già perduta”.

Lo scontro tra Moretti e il Commissario alla spending review (lobby, cricche), mette in luce quanto il bilancio delle Ferrovie dipenda dal contributo pubblico. Ma pesa però anche sul bilancio dello stato: 259 miliardi dal 1992 a oggi!!! Nel 2014 il manager delle Ferrovie Nord Milano è stato accusato di un danno che ammonta a oltre 600mila euro. Avviso di garanzia anche al presidente del collegio sindacale per tentato favoreggiamento. Il manager a capo del gruppo quotato controllato dalla Regione Lombardia (58%) e partecipato dalle Ferrovie dello stato (14%) oltre che dai Gavio, è indagato per i reati di peculato e truffa aggravata ai danni dell’ente pubblico. Nel mirino degli inquirenti sono appunto finite le spese effettuate nel periodo 2008-2014 e, in particolare, l’acquisto coi fondi della società di beni di natura personale come un abbonamento alla pay tv, capi d’abbigliamento, pasti non di lavoro, scommesse sportive e materiale elettronico per circa 110mila euro. Non solo: al manager è contestata anche la cessione alla moglie e a un figlio di due schede telefoniche intestate alla società, che ne sosteneva i costi per quasi 125mila euro.

In Italia invece, un anno fa, (il 1 febbraio 2017) i mass media annunciavano l’arrivo in territorio francese della fresa ‘Gea’ che sta scavando il tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte, in val Susa. Lo annuncia Telt, la società massonica incaricata di realizzare e di gestire la futura Torino-Lione ad alta velocità ferroviaria. Lo scavo è arrivato a 6.912 metri sui 7.500 previsti, con una copertura di roccia di 2.000 metri. Ma come mai, nonostante la forte opposizione No Tav (che ha dovuto subire arresti e violenze da parte delle forze dell’ordine), l’infrastruttura faraonica miliardaria Tav è stata quasi completata?

Ormai è già stato accertato che dietro al movimento “Sì Tav” c’è sempre stata la ‘ndrangheta e i suoi garanti, i politici massopapponi, in particolare la cosca Raso-Gullace-Albanese originaria di Cittanova (Reggio Calabria) ma da anni operante in Liguria…..

Risultato immagine per cosca Raso-Gullace-Albanese TAV

Lo ha riconfermato a luglio del 2016 il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho. Dall’inchiesta salta fuori che sono proprio gli imprenditori, prestanome della cosca, a sostenere e finanziarie il movimento ‘Si Tav’ per avere il consenso di fare un opera inutile e faraonica, che avrebbe distrutto l’ecosistema dei territori. Un business statale, miliardario, che ha portato solo inquinamento e sperpero delle risorse economiche e sociali, in un contesto sociale attuale dove l’80% delle famiglie si sta impoverendo a causa del libero mercato che annientando lo statuto dei lavoratori e i loro diritti, ha causato molte ingiustizie, come la precarietà e la disoccupazione. Con questo sistema depravato degli inciuci tra stato e mafia (massomafia), molte persone stanno andando in miseria (senza risorse per sopravvivere) col consenso dei politici massoni e il loro braccio destro, la mafia e i loro compari (sbirri e apparati militari/P2/Gladio).

Stando alle carte dell’inchiesta, infatti, in Liguria e in Piemonte è stata accertata l’infiltrazione degli appartenenti alla cosca in sub-appalti già aggiudicati per la realizzazione dell’infrastruttura “Terzo valico dei Giovi”. Una forte opposizione alla costruzione del Terzo Valico è stata portata avanti dal movimento No Tav che si è battuto anche per difendere gli abitanti dagli esproprio dello stato che ha buttato fuori famiglie intere dalle loro abitazioni per far posto ai cantieri dell’alta velocita. Sofio Orlando infatti (uomo di fiducia del boss Carmelo Gullace), oltre a impegnarsi ‘politicamente’ per infiltrarsi nei lavori relativi all’infrastruttura, si è schierato a favore del movimento Sì Tav per accelerare l’inizio dei lavori”. Un obiettivo che l’uomo del clan ha raggiunto grazie a Libero Pica, consigliere comunale Pdl di Novi Ligure (che si è fatto comprare da mammasantissima), nonché dipendente della ditta ‘Itinera spa’, sedente a Tortona, operante nel settore dell’edilizia industriale e stradale, con numerose partecipazioni in altre aziende, collegata al consorzio Co.Ci.V. general contractor per la costruzione del Terzo Valico”….

Nelle oltre 1800 pagine di ordinanza per i lavori del ‘Terzo valico’, il gip Bennato spiega come “era chiaro che ‘entrare’ nei lavori dell’alta velocità ferroviaria significava permettere alle imprese, ai mezzi e agli operai di Carmelo Gullace e del sodale Giovanni Raso, detto ‘Rocco’, di operare direttamente o per interposta persona, all’interno dei cantieri. Era evidente quanto fosse alto il pericolo di infiltrazione della cosca nei grandi appalti e le enormi capacità degli appartenenti alla stessa in grado di utilizzare mezzi e società facenti capo ad altre persone e a loro non riconducibili.

Ma il magna magna non finisce qua: il 26/10/2016 c’è stata una retata per le irregolarità nella gestione degli appalti delle Grandi Opere. Ventuno arresti per corruzione nei lavori della Salerno-Reggio Calabria e del People Mover di Pisa, 14 invece per la realizzazione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. L’inchiesta nasce da uno stralcio di Mafia Capitale.

Il pm ha ipotizzato l’esistenza di un’associazione a delinquere nell’ambito della quale operavano imprenditori e direttori dei lavori, sempre in accordo. Tra gli arrestati figura Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello stato Andrea. Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture (!!!!), risulta anche lui indagato. Secondo l’accusa il gruppo di persone facente riferimento all’ex direttore dei lavori Giampiero De Michelis e al suo socio Domenico Gallo, dava il via libera ai lavori in cambio di subappalti.

Ma a noi poveracci, chi ci difende dagli intrallazzi sporchi della massomafia – Mammasantissima che produce repressione, disuguaglianze e ingiustizie sociali?

I magistrati di Torino su TAV e mafia. Riflessioni.

http://radioblackout.org/2014/06/tavmafia-il-terzo-valico-a-voltaggio-e-in-corto-circuito/

L’assurdità del Tav – Terzo Valico

TAV Torino-Lione: il bilancio dell’opera dopo 27 anni di progetti

 

Sole Baleno lottano insieme a noi! le nostre idee non cambieranno Mai !!!

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

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