Da otre un secolo la massomafia usa la mafia per arricchirsi sempre più

opere incompiute in calabria

Negli anni ‘70 la Calabria ha avuto una crescita progressiva e ininterrotta a seguito dell’intervento statale per la realizzazione delle grandi opere nel Mezzogiorno. In quegli anni gli imprenditori (massomafiosi) del nord vennero in Calabria per avviare grandi progetti infrastrutturali, come il raddoppio ferroviario e l’autostrada, e alcuni di loro usarono i boss della zona come interlocutori privilegiati e con loro si spartirono ciò che avevano guadagnato dai loro investimenti. Gli affiliati delle ‘ndrine, da guardiani dei campi divennero guardiani dei cantieri, è così che la mafia si è arricchita diventando il mostro che è oggi. Questa politica scellerata dello stato italiano non ha creato nessun posto di lavoro ma solo scheletri di enormi opere pubbliche e un potere mafioso incontrastato. Nel 1978 venne intercettata una telefonata tra il segretario di Aldo Moro Sereno Freato e Benito Cazora, deputato della Dc, secondo alcune ricostruzioni incaricato di tenere i rapporti con la malavita calabrese, avvenuta 8 giorni prima della morte di Moro, nella quale Freato cerca di avere notizie sulla prigione di Moro. Dall’intercettazione risulterebbe che la ‘ndrangheta aveva a disposizione alcune foto di via Fani (forse quelle relative al rullino sparito o delle loro copie) e che in una di queste vi fosse “un personaggio noto a loro”. Il 13/7/2016 il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, Giuseppe Fioroni rivela che: il 16/3/1978 in via Fani c’erano anche l’esponente della ‘ndrangheta Antonio Nirta, già nominato dal pentito Saverio Morabito ed il generale Francesco Delfino. Il 10/11/1992 l’allora Procuratore capo di Palmi Agostino Cordova dispose il rinvio a giudizio di 132 imputati con le accuse di narcotraffico, traffico di armi e voto di scambio: tra gli inquisiti, esponenti dei clan Pesce e Pisano di Rosarno, l’ex Gran Maestro della P2 Licio Gelli, l’ex assessore regionale socialista Giovanni Palamara, l’ex presidente del Consiglio regionale Antonino Zito e Mario Battaglini, già vicepresidente socialista della Provincia di Reggio Calabria. Nel 1995 il processo si concluse con una pioggia di assoluzioni, con tutti i soldi che avevano fatto con la malavita rimasero impuniti, si comprarono giudici e avvocati. Nel novembre 2010, a seguito dell’inchiesta Crimine e Infinito del luglio 2010, per la prima volta un comune lombardo: Desio, viene sciolto per evitare il commissariamento per infiltrazioni mafiose. Nel marzo 2011, per la prima volta in Liguria viene sciolto il comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose della famiglia Pellegrino. Il 17/1/2012 l’ex assessore del Il Popolo della Libertà alla regione Lombardia Ponzoni, è accusato di aver avuto appoggio elettorale dalla ‘ndrangheta nelle elezioni regionali del 2005. Il 3/2/2012 anche il comune ligure di Ventimiglia viene sciolto per mafia. Il 22/5/2012 viene sciolto il comune di Rivarolo Canavese (Torino), per infiltrazioni mafiose. Il 10/10/2012 viene arrestato, a Milano, insieme ad altre 19 persone, l’assessore regionale della Lombardia Domenico Zambetti del Pdl per voto di scambio politico-mafioso (ha comprato, a 50 € a voto, 4000 voti dalla ‘ndrangheta per un totale di 200.000 €).

'Ndrangheta,  13 anni e mezzo e 700mila euro di risarcimento all'ex assessore di Regione Lombardia Zambetti

Tra la merce di scambio del patto politico-mafioso, i due criminali Eugenio Costantino e Alessandro Gugliotta chiedevano a Domenico Zambetti appalti per l’Expo 2015 a Milano e Rho per la ‘ndrina Oliverio di Belvedere Spinello (KR). Eugenio Costantino, organizzava cene per campagne elettorali per l’assessore regionale Zambetti, che sono costate ai contribuenti più di 4 milioni di euro. Il 2/4/2014 si conclude l’operazione della Guardia di Finanza Metastasi che porta all’arresto di 10 persone tra cui presunti esponenti dei Trovato del locale di Lecco, il consigliere comunale di Lecco Franco Palermo che sarebbe anche affiliato e il sindaco del comune di Valmadrera Marco Rusconi; sono stati sequestrati anche 17 immobili, 5 auto e due bar e quote di partecipazione ad alcune società. Il 28/1/2015 si conclude l’operazione Aemilia con l’arresto di 160 persone in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia delle procure di Bologna, Catanzaro e Brescia tra cui affiliati dei Grande Aracri e il presunto capo di Reggio Emilia Nicolino Sarcone, il capogruppo di Fi di Reggio Emilia, Giuseppe Pagliani. Le persone sono accusate di: associazione mafiosa, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il 24/3/2017 a seguito dell’operazione ‘i conti di Lavagna’ viene sciolto in Liguria il comune di Lavagna. Il 26/9/2017, nell’ambito della maxioperazione in Lombardia è stato arrestato il sindaco di Seregno, Edoardo Mazza di Forza Italia. L’accusa, che lo ha portato agli arresti domiciliari, è di corruzione, per aver favorito il costruttore Antonio Lugarà in cambio di voti assicurati da quest’ultimo per le elezioni del 2015, vinte dall’ormai ex sindaco.

Edoardo Mazza (Forza Italia) - sindaco di Seregno famoso per le sue  battaglie "per la sicurezza" contro Rom e migranti: "Vengono qui a  delinquere" - Peccato che è stato arrestato per corruzione

La vicenda si inserisce nella vasta inchiesta che ha portato a 27 arresti in totale per i legami tra ‘ndrangheta e mondo politico e dell’imprenditoria. In seguito alla vicenda, anche il vice sindaco di Seregno, Giacinto Mariani si è dimesso dal suo incarico e nei giorni seguenti anche quest’ultimo è stato indagato per abuso d’ufficio. Il 9/1/2018 si conclude l’operazione Stige, con l’arresto di 170 presunti affiliati o sodali dei Farao-Marincola e dei Giglio tra cui nel crotonese i presidenti dei consigli comunali di Cirò, Marina, Strongoli, Mandatoriccio, Casabona e San Giovanni in Fiore e del presidente della Provincia di Crotone; 13 arresti sono avvenuti in territorio tedesco in Assia e a Stoccarda. In Germania imponevano i loro prodotti e i semilavorati per la pizza, mentre in Calabria gestivano il mercato ittico, il gioco d’azzardo legale delle slot machine, i distributori di bevande, i servizi di onoranze funebri e la gestione dell’accoglienza dei migranti. Il 12/11/2018 si conclude l’operazione Quinta Bolgia della Direzione distrettuale antimafia che porta a 24 ordinanze di custodia cautelare per la cosca degli Iannazzo-Daponte-Cannizzaro e Giampà che fanno riferimento a Vincenzo Torcasio ma anche per due esponenti politici: il consigliere di Lamezia Terme Luigi Muraca e l’ex deputato Giuseppe Galati (deputato dal 1996 al 2018) e alcuni dirigenti comunali. Sarebbero accusati di essersi inseriti illecitamente nella gestione delle ambulanze, delle onoranze funebri e della fornitura di materiale sanitario dell’azienda sanitaria provinciale. Anno 2019 – Voto di scambio in Valle d’Aosta, l’arresto del sindaco di Pizzo, dell’assessore regionale del Piemonte e del presidente del consiglio di Piacenza. Il 23/1/2019 si conclude l’operazione Geenna dove in Valle d’Aosta vengono arrestate 16 persone di un sodalizio, operanti come Locale di Aosta almeno dal 2014 e riconducibili ai Nirta Scalzone, ai Raso e ai Mammoliti tra cui un consigliere di Saint Pierre, uno di Aosta e un consigliere regionale dell’Union Valdôtaine (all’epoca dei fatti a lui contestati era assessore) e accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, traffico di droga, estorsione. Il 20/12/2019 nell’operazione Fenice vengono arrestate tra Torino e Carmagnola 8 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa e reati fiscali, tra gli arrestati figura anche l’assessore regionale di Fratelli d’Italia Roberto Rosso accusato di scambio elettorale politico-mafioso; durante le elezioni regionali del 2019 avrebbe chiesto il voto a membri dei Bonavota di Carmagnola, in particolare Onofrio Garcea, pagando 15.000€.

Ndrangheta a Torino, arrestato assessore di Fratelli d'Italia del Piemonte  - Il Blog delle Stelle

Nella trattativa stato-Mafia sono stati coinvolti politici, generali, toghe. La corte d’assise d’appello di Palermo ha assolto l’ex senatore Marcello Dell’Utri e gli ufficiali dei carabinieri: Mario Mori, Giuseppe De Donno e Mario Subranni, nell’ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia, sono rimasti impuniti (con tutti i soldi che hanno fatto con le gare d’appalto dello stato e mammasantissima, hanno attuato il solito gioco sporco di comperarsi gli avvocati e i magistrati). Nel caso del processo sulla trattativa stato- mafia, Mori è stato considerato l’anello di congiunzione tra pezzi deviati dello stato e ‘cosa nostra’. Tra di loro c’era anche Calogero Mannino, Colonna della Dc siciliana, 6 volte parlamentare, 5 volte ministro. L’assoluzione, già ricevuta in Appello, era arrivata l’11/12/2020 anche in Cassazione.

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https://www.corrieredellacalabria.it/tag/operazione-stige/

https://it.wikipedia.org/wiki/Pacchetto_Colombo

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Solidarietà ai compagni reclusi, in particolare a Cospito che è ancora sotto tortura di stato (41bis)!

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Se la democrazia potesse essere altro

che un mezzo di ingannare il popolo,

la borghesia, minacciata nei suoi interessi,

si preparerebbe alla rivolta e si servirebbe

di tutta la forza e di tutta l’influenza che

le sono date dal possesso della ricchezza,

per ricordare al governo la sua funzione

di semplice gendarme al suo servizio.

Errico Malatesta

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Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)