Monsanto, TTIP, soia ogm, glifosato e cambiamento climatico…

Monsanto, TTIP, soia ogm, glifosato e cambiamento climatico…

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3 luglio 2016

Monsanto valuta l’acquisizione di Basf dopo aver respinto l’offerta da 62 miliardi di dollari di Bayer. Lo riporta l’agenzia Bloomberg, sottolineando che il colosso americano delle biotecnologie agrarie sta studiando varie ipotesi e ha avviato colloqui con Basf. Il consiglio di amministrazione di Monsanto è spaccato su come procedere, con alcuni componenti che spingono per Basf, altri per Bayer e altri che preferirebbero che Monsanto restasse indipendente.

 

02.06.016 La Germania compra Monsanto e vende il TTIP all’Europa

http://it.sputniknews.com/economia/20160602/2806062/germania-monsanto-ttip.html

 

La Monsanto è sull’orlo del fallimento come tante altre multinazionali alimentari-farmaceutiche a stelle e strisce, il ttip (trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico) è fatto per permettergli di sopravvivere a costo di distruggere l’ecosistema come già fatto in Nord America. Il pericolo vero per noi è nel carrello della spesa, se poi il ttip passerà, allora siamo già cadaveri che camminano….

Zitti, zitti, che tanto a luglio nessuno se ne accorge e, senza la benché minima fatica, facciamo passare gli Ogm in Europa…

E così fu. Nel silenzio più totale dei media italiani, col viscido benestare della maggior parte dei politici, col solo contrasto del Movimento 5 Stelle, la Commissione europea ha autorizzato tre varietà di semi di soia geneticamente modificati per l’alimentazione umana e animale.

Che importa se ai cittadini europei questa storia degli Ogm proprio non va giù? Se più volte, in diversi stati, si sono espressi contrari al loro utilizzo? Cosa contano i pareri negativi che provengono da vari studi scientifici inerenti al loro utilizzo?

E chissenefrega di quel “principio di precauzione” su cui si dovrebbe basare l’Europa per cui, nel caso in cui dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio, si dovrebbe impedire la distribuzione dei prodotti ipoteticamente pericolosi.

Se le lobby chiedono che si apra il mercato agli Ogm, l’Europa obbedisce. E così via libera a soia “MON 87708 x MON 89788”, soia “MON 87.705 x MON 89788” e soia “FG 72”… solo i nomi fanno impressione! Ma impareremo a conoscerli, questi nomi. Per 10 anni, infatti, potranno tranquillamente invadere i nostri campi, i nostri carrelli e le nostre tavole. E’ questa la durata della licenza stabilita dalla Commissione con un sistema che non ha nulla di democratico.

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Queste decisioni così importanti per la salute e il futuro di tutti, dovrebbero essere prese dal comitato permanente e dal comitato d’appello di cui fanno parte i rappresentanti degli stati membri e tra questi i rappresentanti italiani dei ministeri della salute, dell’agricoltura e dell’ambiente.

Ma quando questi non riescono (o non vogliono?) adottare una decisione a “maggioranza qualificata” entro un determinato periodo di tempo, la Commissione ha il via libera per fare quello che vuole.

Che succede quindi? Che i nostri rappresentanti (tanto bravi a propagandare il biologico, la difesa dell’ambiente e del Made in Italy in televisione) una volta seduti ai tavoli che contano si scordano di prendere una decisione, temporeggiando e lasciando carta bianca a una Commissione che ha tutti gli interessi salvo quelli dei cittadini.

E questo ormai è palese: com’è capitato recentemente per il rinnovo del glifosato, http://www.internazionale.it/opinione/marina-forti/2016/08/23/glifosato-italia-divieto

la stessa modalità è stata messa in pratica per gli Ogm. Proprio nel nostro Paese, che dovrebbe fare del biologico e della qualità dei propri prodotti un volano dell’economia. E, invece, ancora una volta, per garantire il profitto di pochi si mette in secondo piano il benessere di molti. Ma c’è un problema più serio dei tre tipi di soia Ogm a cui sono state aperte le porte, un problema che riguarda i modi e gli scopi: un sistema antidemocratico introduce sostanze a rischio nei nostri Paesi, un po’ alla volta, senza troppo scalpore per farci abituare lentamente: un po’ alla perdita di sovranità, un po’ all’invasione di prodotti di dubbia sicurezza, un po’ al potere incontrastato del mercato… Un po’ all’avvento del TTIP?

 

Ttip, pubblicati i documenti: salute e ambiente a rischio

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Redazione InformaSalus.it

Greenpeace Olanda ha pubblicato oggi sul sito www.ttip-leaks.org parte dei testi negoziali del TTIP per garantire la necessaria trasparenza e promuovere un dibattito informato su un trattato di cui troppo poco si discute in Italia e che interessa quasi un miliardo di persone, nell’Unione Europea e negli USA. I negoziati per il trattato di libero scambio fra Stati Uniti e Unione europea (Ttip) sono in corso da oltre tre anni e si è da poco concluso il 12° round negoziale a New York.

Greenpeace ha deciso di pubblicare i documenti per garantire la necessaria trasparenza e promuovere un dibattito informato su un trattato di cui troppo poco si discute in Italia e che interessa quasi un miliardo di persone, nell’Unione Europea e negli USA. Se andrà in porto, infatti, il Ttip creerà la più grande area di libero scambio del pianeta, sommando due economie che insieme, rappresentando oltre 800 milioni di persone, ammontano già oggi ad oltre il 46% del Pil dell’intero pianeta. Un trattato in cui il commercio sarebbe solo la parte minore e le cui conseguenze sarebbero gigantesche e inciderebbero radicalmente sulla vita di entrambi i continenti.

È ora di far luce sul TTIP. Con questi negoziati segreti rischiamo di perdere i progressi acquisiti con grandi sacrifici nella tutela ambientale e nella salute pubblica. Fermiamo i negoziati e cominciamo a discuterne pubblicamente.

Dal punto di vista della protezione dell’ambiente e dei consumatori, 4 aspetti sono seriamente preoccupanti.

Col TTIP innanzitutto, potrebbero sparire per sempre le conquiste fatte nell’ambito della tutela ambientale. Nessuno dei capitoli al momento visionabili fa infatti alcun riferimento alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions). Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, compresa negli accordi GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation (WTO – in italiano anche Organizzazione Mondiale per il Commercio, OMC) permette agli stati di regolare il commercio “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”. L’omissione di questa regola suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante.

Anche la protezione del clima rischia di diventare più difficile. Gli Accordi sul Clima di Parigi chiariscono che è necessario mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi centigradi per evitare una crisi climatica che colpirà milioni di persone in tutto il mondo. Il commercio non dovrebbe essere escluso dalle azioni sul clima. Eppure nei testi ottenuti non c’è alcun riferimento alla protezione del clima.

I capitoli del TTIP dedicati alla “Cooperazione Regolamentare”, non menzionano in nessun modo il cosiddetto “principio di precauzione”, ossia l’obbligo da parte del legislatore di definire misure preventive rispetto a sostanze controverse, come le sostanze chimiche con note interferenze sul sistema endocrino.

Porte aperte, infine, all’ingerenza dell’industria e delle multinazionali: con il TTIP le grandi aziende ottengono garanzie sulla possibilità di partecipare ai processi decisionali, fin dalle prime fasi. Se la società civile ha avuto ben poco accesso ai negoziati, i documenti diffusi mostrano che l’industria ha avuto invece una voce privilegiata su decisioni importanti.

Chi ha cura delle questioni ambientali, del benessere degli animali, dei diritti dei lavoratori o della privacy su internet dovrebbe essere preoccupato per quel che c’è in questi documenti”. Si confermano le forti obiezioni della società civile e di milioni di persone che in tutto il mondo hanno protestato contro il TTIP, che non è altro che un grande trasferimento di poteri democratici dai cittadini al grande business.

https://stop-ttip-italia.net/

Tutti i rappresentanti eletti, la società civile e i cittadini, dovrebbero leggere questi documenti e impegnarsi in un dibattito approfondito.

Nel frattempo, consigliamo a tutti, in particolare ai vegani, che ne fanno spesso uso, ma anche ai carnivori (i mangimi per animali sono ricchi di soia), di escludere la soia, ma anche il mais, dalla propria tavola.

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Le istituzioni Usa al servizio delle lobby ogm (16 maggio 2013)

http://www.valori.it/ambiente/le-istituzioni-usa-servizio-lobby-ogm-6405.html

 

Puntata pro OGM a Presa Diretta.

Perché l’agricoltura biologica è stata ignorata? (Marzo 2016)

http://www.greenbiz.it/panorama/opinioni/14655-ogm-presa-diretta-biologico

 

Consumo di ogm: possiamo veramente scegliere? (luglio 2005)

http://www.saicosamangi.info/sociale/ogm-cibo.html

 

Alimenti per bambini (22/5/2005)

http://www.vitadidonna.it/alimentazione/alimenti/ogm-organismi-geneticamente-modificati-come-riconoscerli.html

 

Agricoltura dal basso contro i poteri forti e le loro voraci lobby

 

Rsp (individualità Anarchiche)