Gennaio 2019 : I giochi sporchi della massomafia 

Il 2 gennaio in Liguria i giudici della Corte dei Conti hanno condannato a risarcire quasi 50 mila euro 10 ex consiglieri regionali del Pd. Tra questi c’è il senatore e segretario regionale del partito Vito Vattuone. Gli altri sono Michele Boffa, Lorenzo Basso, Ubaldo Benvenuti, Franco Bonello, Ezio Chiesa, Luigi Cola, Antonino Miceli, Mirella Mosca, Moreno Veschi. I fatti contestati riguardano i rendiconti dei primi 5 mesi del 2010. La procura contabile contestava spese che non sarebbero state adeguatamente giustificate o considerate non inerenti all’attività politica, come generi alimentari, rimborsi per utenze telefoniche, viaggi, acquisto di cellulari, pernottamenti, ristoranti….

Il 4 gennaio i mass media scrivono che a Torino, il 12 gennaio torna in piazza il fronte del Si alla Tav Torino-Lione. I movimenti Si tav avevano già manifestato il 10 novembre per farsi propaganda e far pressione sul governo per la realizzazione delle infrastrutture. Il portavoce dell’Ue a fine 2018 dichiara ai mas media: “L’ennesimo rinvio del governo, mette una seria ipoteca su 800 milioni di fondi europei per la Torino-Lione. Alla protesta del 12 gennaio hanno già dato l’adesione 21 sindaci corrotti del Piemonte e quelli di Vado Ligure (Savona), Aosta, Padova e Venezia.

L’8 gennaio i mass media scrivono  che a Lomagna in provincia di Lecco, l’azienda lecchese Fiocchi che fabbrica munizioni, ha deciso di costruire nell’area ex RDB, un deposito che servirà per stoccare le merci rivolte al mercato bellico e non. Secondo le prescrizioni del Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone, in quel lembo di paesaggio naturale è vietato edificare. L’azienda lecchese ha dichiarato ricavi nel 2017 superiori a 180 milioni di euro, di cui oltre il 50 % negli Stati Uniti. La convenzione(a umma umma)  per gli interventi di miglioramento in via Giotto, interessa il Parco del Curone, il Comune di Lomagna e la società “Immobiliare Sernovella S.r.l.”, proprietaria dell’area oggetto di riqualificazione. L’impresa ha però contatti stretti con la Fiocchi per costruire i nuovi edifici in base alle esigenze di chi poi effettivamente utilizzerà l’insediamento. Ad approvare per primo il progetto della fiocchi è stato il Consiglio di Gestione del Parco, in una seduta di inizio novembre. Con 4 voti a favore, l’unico ad opporsi era stato il consigliere di Sirtori Venanzio Magni, rimarcando “il proprio disagio nei confronti di un processo che consente l’insediamento di un’azienda appartenente all’industria delle armi”. Secondo la delibera, l’impresa attraverso la convenzione si impegna a demolire gli edifici e i piazzali dismessi ex RDB e di ex Passoni. Puntualizziamo che il problema dell’amianto non è stato affrontato dalla delibera, infatti  fino ad oggi l’area non è mai stata bonificata. L’eternit, il materiale con cui sono stati costruiti gli edifici fatiscenti, viene definito nella convenzione “di basso pregio”, e quindi senza farsi troppi scrupoli, per risparmiare sulla bonifica, hanno pensato di risolvere il problema dell’area  ex RDB (stimate in 12 mila mq) facendo una copertura di cemento per nasconderci sotto anche l’eternit…

Il 10 gennaio il tribunale di Roma ha eseguito una confisca di numerosi immobili, auto, società, conti bancari e crediti, per un valore complessivo di oltre mezzo miliardo di euro, appartenenti all’imprenditore Mauro Balini, il quale era già stato arrestato nel 2015 per associazione a delinquere per bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni, il cui principale centro di affari era il porto turistico di Ostia e gli stabilimenti balneari “Hakuna Matata” e “Plinius”. Secondo le indagini, Balini era in rapporti con esponenti di organizzazioni malavitose sul litorale romano, come i clan Fasciani e gli Spada. In particolare con Cleto Di Maria, narcotrafficante “di elevato spessore criminale” che aveva la gestione di un bar all’interno dello stabilimento balneare “Hakuna Matata” e che, per suo conto, curava i servizi di sicurezza e vigilanza all’interno del porto turistico.

L’11 gennaio la procura di Ferrara, dopo 4 anni di indagini e processi, oggi, ha chiuso così il suo lavoro sul crac della banca cittadina, chiedendo 9 condanne e 2 assoluzioni. Secondo il  pm Stefano Longhi e Barbara Cavallo, l’aumento di capitale Carife da 150 milioni di euro è stato condotto in porto con un “disegno criminoso”. E la sua dirigenza raggiunse la quota imposta da Banca Italia con un “gioco d’azzardo”: falso in prospetto, aggiotaggio, ostacolo aggravato alla vigilanza di Consob e Bankitalia e bancarotta patrimoniale, i reati contestati. La pena più pesante richiesta è per Sergio Lenzi, ex presidente Carife: 7 anni e 4 mesi. Poco meno, 7 anni per Daniele Forin, ex dg e per Davide Filippini, funzionario tecnico, ritenuto deus ex machina dell’operazione “criminosa” dell’aumento. Poi 5 anni e 2 mesi a Michele Sette, dirigente, 3 anni a Michele Masini, responsabile di Deloitte & Touche, società di revisione. Sono stati condannati anche  per i vertici delle banche amiche, CariCesena e Valsabbina Brescia.

Il 12 gennaio a Torino c’è stata la manifestazione in piazza Castello del cosiddetto salotto buono (corrotto) di Torino. C’erano 30 mila persone: imprenditori, associazioni di categoria, sindacati,   dirigenti, colletti bianchi e politici mediocri senza scrupoli. Tanti partiti, dal Pd alla Lega, passando per Forza Italia e Fratelli d’Italia. Divisi su (quasi) tutto ma non sul supertreno, per loro un grande business,  camuffato come simbolo di sviluppo e di futuro. Patrizia Chiazza e Roberta Castellina, sono le due animatrici del falsh mob con l’ex sottosegretario Mino Giachino.

I magistrati Antonio Savasta e Michele Nardi

Il 14 gennaio i mass media scrivono che: l‘ex pubblico ministero del Tribunale di Trani, Antonio Savasta, ora giudice del Tribunale di Roma, e il suo collega Michele Nardi, pm a Roma, ed in precedenza gip a Trani e magistrato all’ispettorato del Ministero della Giustizia, sono stati arrestati e condotti in carcere su disposizione della magistratura salentina. Le accuse sono di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso per fatti commessi tra il 2014 e il 2018. I due magistrati corrotti avrebbero garantito esiti processuali positivi in diverse vicende giudiziarie e tributarie in favore degli imprenditori coinvolti in cambio di ingenti somme di danaro e, in alcuni casi, di gioielli e diamanti. Gli imprenditori avrebbero pagato per i favori ricevuti e gli avvocati avrebbero svolto il ruolo di intermediari e facilitatori. E’ quanto avrebbe accertato la Procura di Lecce.

Il 16 gennaio i mass media scrivono che il Tribunale di Como ha condannato 7 imputati a 12 anni di reclusione al termine di 2 anni di udienze nel processo di primo grado sui presunti abusi all’interno del Comune di Como legati al progetto di realizzazione delle paratie per difendere la città dalle esondazioni del lago. Processo al quale sono stati uniti procedimenti diversi, tra cui un episodio di corruzione a carico di un ex dirigente, Pietro Gilardoni (anche ex direttore dei lavori delle famose paratie) condannato con la pena più alta, 4 anni, per corruzione, turbativa d’asta e falso. I giudici hanno condannato per turbativa d’asta e falso a un anno e sei mesi (pena sospesa e non menzione) l’ex sindaco di Como Mario Lucini (centrosinistra), in carica fino al 2017.

Il 17 gennaio si è conclusa a Torino l’inchiesta della magistratura sulla vecchia gestione del Salone del libro di Torino. La magistratura parla di Bandi e appalti pilotati, irregolarità contabili e spese ‘pazze’. Gli indagati sono 29.  All’ex presidente della Fondazione, Rolando Picchioni, è contestato fra l’altro l’uso indebito della carta di credito alimentata con le sovvenzioni della Regione: spese personali per circa 800mila euro. L’ex sindaco Piero Fassino e l’assessore regionale Antonella Parigi, insieme ad altre figure, sono chiamati in causa per l’affidamento diretto (senza gara d’appalto) alla società Gl Events dell’organizzazione dell’edizione 2015 del Salone. L’ex assessore regionale alla Cultura (nelle giunte di centrodestra) Michele Coppola è indagato, con Fassino e altri, non per la sua attività politica ma in qualità di direttore per l’arte e la cultura di Banca Intesa Sanpaolo: la vicenda è relativa all’ingresso dell’istituto bancario come socio della fondazione nel 2016. I pm della procura di Torino procedono per turbativa d’asta.

Sempre il 17 dicembre a Bologna hanno smantellato due cartelli di imprese funebri che controllavano le camere mortuarie dei due principali ospedali cittadini, riuscendo ad avere il monopolio nell’aggiudicazione dei servizi funebri. Sono 30 le misure cautelari. Gli infermieri, secondo le indagini, agganciavano i parenti dei defunti indirizzandoli alle agenzie funebri e venivano compensati con somme tra i 200 e 350 euro a ‘lavoro’. Secondo le indagini i due ‘cartelli’ si spartivano i servizi nelle camere mortuarie dell’Ospedale Maggiore e del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, ottenendo di fatto il monopolio nel settore.

Il 17 gennaio i mass media scrivono che la Telt la società incaricata di realizzare e gestire la Torino-Lione, ha spartito il business:  ha deciso di affidare il lavoro per il tunnel di base del Moncenisio (la maxigalleria da 57 km tra Italia e Francia) alla svizzera Pini Swiss Engineers, alla quale è stata assegnata la direzione lavori delle nicchie di interscambio alla Maddalena. Al  raggruppamento torinese Industrial Engineering Consultants/Gae enginnering la Telt a deciso invece di aggiudicargli la sicurezza sul lavoro. Sul versante francese sono già stati scavati 2,1 dei 9 km di galleria geognostica ed è in corso l’assegnazione dei lavori per i pozzi di Avrieux. L’Italia pagherebbe il tunnel di 57 km 286,9 milioni di Euro al km, la Francia solo 57,9 milioni al km. l’Italia pagherebbe 5 volte più caro il tunnel (i governanti francesi, fin dai tempi del colonialismo, ci hanno sempre considerati buffoni mediocri e ambiziosi, quindi facilmente corruttibili).

Il 17 dicembre a Latina sono state arrestate 6 persone che sfruttavano attraverso il caporalato, centinaia di stranieri impiegati in lavori agricoli in condizioni disumane: costretti a lavorare 12 ore al giorno, per una paga al di sotto della metà di quella prevista dal contratto nazionale, all’ubbidienza di regole e restrizioni estreme, senza la garanzia dei più elementari diritti. Sono scattate le misure cautelari anche per un sindacalista (obbligava gli emigranti a iscriversi) ed un ispettore del lavoro. Tra gli arrestati ci sono anche 2 donne che reclutavano e sfruttavano gli stranieri centrafricani e rumeni, tramite una società cooperativa con sede a Sezze (LT), distribuendo illecitamente la loro manodopera a centinaia di aziende agricole, monopolizzando il settore nelle provincie di Latina, Roma, Frosinone e Viterbo. I migranti venivano trasportati nei campi a bordo di pulmini sovraffollati, privi di sicurezza. Oltre ai 6 arrestati, vi sono 50 indagati, tra cui imprenditori agricoli, commercialisti, funzionari ed esponenti del mondo sindacale, che avrebbero dovuto vigilare sulla legalità nel mondo del lavoro e tutelare i lavoratori. La cooperativa riusciva a sfruttare anche i migranti che provenivano dai centri di accoglienza straordinaria ed erano in attesa del riconoscimento della protezione internazionale. Le indagini di natura patrimoniale hanno portato al sequestro di 5 abitazioni, 3 depositi, 3 appezzamenti di terreno, 9 autovetture, 36 tra furgoni e camion, 1 società cooperativa, 4 quote societarie e numerosi rapporti bancari, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro….

Il 18 gennaio il Tribunale di Milano ha condannato a 2 anni e 6 mesi Renzo Bossi, figlio di Umberto Bossi detto il Trota (lega), e a un anno e 8 mesi l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi Nicole Minetti (Pdl), tra i 57 imputati al processo sulla cosiddetta ‘Rimborsopoli’ al Pirellone erano tutti ex consiglieri ed ex assessori in Regione Lombardia (a umma umma…). Massimiliano Romeo capogruppo della Lega in Senato è stato condannato a un anno e 6 mesi. Per Stefano Maullu europarlamentare di Forza Italia la pena è stata di un anno e 6 mesi, mentre Alessandro Colucci, deputato del gruppo misto, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi. La pena più alta di 4 anni e 8 mesi per Stefano Galli, ex capogruppo della Lega in Regione.

Stato di polizia: Il 19 gennaio i mass media scrivono che Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi 18 anni, ucciso di botte nel 2005 durante un fermo dagli sbirri, commenta sui giornali la morte del giovane Arafet Arfaoui, deceduto a Empoli dopo essere stato colto da un malore (ammazzato di botte dagli sbirri pure lui) durante un intervento delle forze dell’ordine: “Per me è come se mi uccidessero Federico ogni volta. Quel ragazzo è Federico”. “Ormai abbiamo commentato moltissime volte e continua a ripetersi la tragedia. Troppi morti, sto perdendo le speranze.”.

Il 22 gennaio a Monza sono stati arrestate 2 persone e messi ai domiciliari i fondatori di una falsa associazione benefica con sede a Limbiate (Monza). I due sono stati accusati di associazione a delinquere, truffa e sostituzione di persona.  Gli indagati sono 38, ma finora agli arresti sono finiti: Alessandro Sala, 47enne di Monza e Andrea Nicola Bianchi, 43enne di Milano, sono accusati di aver raccolto oltre 110 mila euro spacciandosi per volontari di una filiale della onlus ‘Un cuore per tutti contro l’emarginazione’ da loro falsamente avviata in Brianza, di fatto sfruttando la denominazione di una vera associazione benefica, da anni operante a sostegno dei bambini affetti da patologie cardiache.

Il 23 gennaio i mass media scrivono che la Corte d’Appello di Milano ha disposto il “non doversi procedere (…) per mancanza di querela” per Umberto Bossi e il figlio Renzo imputati per appropriazione indebita con l’ex tesoriere Francesco Belsito. Belsito invece è stato condannato a un anno e 8 mesi e 750 euro di multa pena sospesa. La Lega aveva dimenticato di fare querela alla famiglia Bossi ma non a Belsito, l’ex tesoriere del Carroccio, il solo condannato a 1 anno e 8 mesi, pena sospesa, al processo in appello a Milano nel quale risponde di appropriazione indebita insieme a Umberto Bossi e il figlio Renzo. Belsito però ci ha guadagnato lo stesso (nella logica opportunista borghese), perché in questa sentenza ha ottenuto l’assoluzione e la prescrizione di una cinquantina di capi di imputazione… Francesco Belsito, prima di andarsene, ha lasciato nelle casse della Lega la bellezza di 49 milioni di euro che i Bossi prontamente hanno poi fatto sparire in Offshore. Tra gli indagati per appropriazione indebita c’è anche l’avv. Rinaldo Romanelli, legale dell’ex tesoriere del Carroccio Belsito…

Il 23 gennaio i mass media scrivono che la Direzione Distrettuale Antimafia di Torino ha fatto arrestare elementi collegati a mammasantissima, che si erano ramificati soprattutto in Valle d’Aosta, a Torino e a San Luca (Reggio Calabria), un sodalizio ‘ndranghetistico riconducibile anche alla famiglia Nirta-Scalzone di San Luca (Reggio Calabria). Gli arrestati fanno parte non dell’ultimo gradino ma di quelli alti, che tramano dall’alto e gestiscono i vari business sporchi, protetti dall’immunità parlamentare: sono stati condotti in carcere il consigliere regionale Marco Sorbara, eletto nelle fila dell’Union Valdotaine, poi c’è  anche Monica Carcea, assessore comunale di Saint-Pierre (Aosta) e Nicola Prettico, consigliere comunale di Aosta. Tra questi che trafficavano nel torbido c’era anche un noto avvocato penalista torinese, il calabrese Carlo Maria Romeo conosciuto come l’avvocato difensore dei boss della ‘ndrangheta, è fra gli indagati. Secondo le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino c’è stato “uno scenario di pervasiva infiltrazione nel tessuto economico-imprenditoriale” e ci sono documentazioni su l’esistenza di un’associazione finalizzata al narcotraffico di matrice transnazionale tra Spagna e Italia.

Il 25 gennaio a Roma quella faccia da culo senza scrupoli (vestito da sbirro) di Salvini, dichiara ai mass media : “La prossima settimana sarò a Chiomonte al fianco delle forze dell’ordine e a ribadire che i numeri in mio possesso dicono che l’opera va completata”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini ribadisce il suo sì al Tav (il suo si al business della massomafia  – a umma umma, tutti fratelli…) .

Il 25 gennaio il tribunale di Napoli ha rinviato a giudizio l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, ex amministratore delegato di Eternit  (danni salutari causati dal bum economico), con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale in relazione alla morte di sei operai e due loro familiari per cancro provocato da esposizione all’amianto nello stabilimento Eternit di Bagnoli, quartiere della periferia occidentale di Napoli. Il 12 aprile comincia il processo davanti alla seconda sezione della Corte di Assise di Napoli.

A Roma il 26 gennaio sono state indagate 5 persone per aver compiuto 8 rapine (consumate e tentate), ai danni di banche in vari quartieri della Capitale, tra marzo e novembre 2017, e una ad Alba Adriatica. Gli arrestati sono romani tra i 40 ed i 50 anni. Alcuni di loro gravitano negli ambienti degli ultrà del tifo laziale e c’è anche un poliziotto (sbirro) attualmente sospeso dal servizio…

Il 30 gennaio i mass media scrivono che la manovra economica del governo cattosinistroide  giallo verde ha diminuito i fondi per la scuola. Questo governo liberal cattofascista, vuole di nuovo imporci una scuola selettiva, che serve solo a chi ha i mezzi per poter accedere alla cultura, vogliono fare il solito giochino sporco, ci vogliono lasciare ignoranti per soggiogarci, sfruttarci e manovrarci meglio, questo è quello che ci insegna la Storia (finché sapremo leggerla…). Naturalmente per arrivare a questo scopo, il governo liberale ha deciso che nei prossimi 3 anni i sovvenzionamenti per la scuola diminuiranno di 4 miliardi di euro. Il Pd finalmente si sbilancia e parla di “tagli degni della peggiore destra”, anche se poi noi cittadini ci ricordiamo che se Salvini è al potere militare, è grazie sempre ai loro giochetti del magna magna (prima mangia la destra e poi la sinistra) che li ha sempre messi d’accordo (compromesso storico). Ma i tagli sono reali, infatti nella “tabella 7”, quella che contiene l’elenco analitico delle spese a carico del Miur, c’è specificato che  le spese del personale per il funzionamento delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione sono preventivate in 19.088 milioni per il 2019; 18.719 per il 2020 e 18.147 per il 2021: circa il 5% in meno rispetto al triennio precedente per un totale di un miliardo di euro. Altri tagli per circa un miliardo sono stati previsti per i docenti di sostegno della scuola del primo ciclo: 3.277 milioni nel 2019; 2.891 nel 2020; 2.307 nel 2022. In totale la decurtazione, per questa voce, è del 30%. Poi ci sono circa 700 milioni di tagli per la scuola del II ciclo, dove si passa dai 10.967 milioni del 2019 ai 10.713 milioni del 2020 e ai 10.260 del 2021, per un calo totale del 7% “si passa da 48,3 a 44,4 miliardi nel giro di 3 anni, con una riduzione delle risorse sia per l’istruzione primaria (da 29,4 a 27,1 miliardi di euro) che per quella secondaria (da 15,3 a 14,1 miliardi)” e i tagli incidono anche sui fondi per gli insegnanti di sostegno e per i progetti di integrazione scolastica per allievi con Bes per una cifra pari a 1 miliardo e 300 milioni di euro. Questi tagli sono stati fatti soprattutto nelle scuole primarie dove l’insegnamento è di base, nella fase più importante della crescita del bambino, quando impara ad amare la cultura e a sviluppare le capacità di apprendimento, per poi organizzare un metodo di studio che gli servirà per proseguire. Volevamo puntualizzare che la scuola era già arretrata anche prima dei tagli, perché troppo repressiva, tanto da togliere ai bambini la possibilità di esprimersi liberamente. Attraverso il dialogo e la relazione (il gioco educativo, perché no?), l’alunno acquisisce anche sicurezza in sé stesso, sviluppando più motivazioni per impegnarsi al meglio nello studio. La cultura è un diritto per tutti, ma il governo gialloverde vuole di nuovo che sia un optional solo per i ricchi…

Il 22 dicembre 2018 a Torino i mass media scrivono che in un’indagine della Procura di Torino, è stato accusato di appropriazione indebita (insieme al fratello) l’ex parroco della Gran Madre di Dio, la chiesa monumentale di Torino che si affaccia sul Po davanti a piazza Vittorio Veneto. Questo mediocre pretaccio ambizioso, per anni aveva  versato il denaro delle donazioni alla parrocchia, sul conto di una banca in Svizzera, a lui intestato, sul quale sono stati accumulati 2,4 milioni di euro (questo pezzo di merda invece di aiutare la povera gente a venire fuori dalla miseria,  pensava solo ad accumulare! Peggio di Marcinkus,  l’arcivescovo che fu presidente dello Ior (banca mondiale del Vaticano…).

 

Ogni potere presuppone qualche forma

di schiavitù umana, perché la divisione

della società in classi superiori ed inferiori

è tra le condizioni primarie della sua esistenza.

R. Rocker

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)