Moro e la guerra sotterranea della DC cattosinistroide (guerra fredda)

Sono passati 42 anni da quel 9 maggio 1978, quando trovarono il corpo di Aldo Moro dentro una Renault 4 rossa, crivellato da 11 colpi.

L'allora Ministro dell'Interno Francesco Cossiga fu uno dei primi a riconoscere il corpo senza vita di Moro

L’onorevole Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, viene rapito in via Fani il 16/3/1978, lo stesso giorno in cui il governo Andreotti si riprendeva il potere democristiano (6° governo) e chiedeva la fiducia in Parlamento.

Durante il periodo della sua detenzione, Moro scrive 86 lettere ai principali esponenti della DC, alla famiglia e al Papa Paolo VI, nella speranza di aprire una trattativa. Le Brigate Rosse, infatti, col comunicato n. 8 propongono di scambiare la vita di Moro con la libertà di alcuni terroristi.

Non tutti i brigatisti erano d’accordo con l’omicidio di Aldo Moro.

Quel 9 maggio ’78, Morucci con una telefonata avvisa i mass media, su dove trovare il corpo di Moro, in via Caetani, nel portabagagli di una Renault 4 rossa, in pieno centro di Roma e a due passi dalle sezioni della DC e del Partito Comunista.

Sergio Flamigni, membro della Commissione Moro, afferma: “Le indagini di quei 55 giorni furono contrassegnate da una serie di errori, omissioni e negligenze…

Ma torniamo indietro nel tempo per capire il contesto sociale e politico che c’era allora:

Nel 1960 il Presidente della Rep. Giovanni Gronchi, assegna al ministro Tambroni l’incarico di formare un governo. Tambroni proveniva dalla sinistra democristiana e ricopriva il ruolo di ministro degli Interni.

Andreotti lo aveva messo li perché avrebbe dovuto guidare un governo centrista (Dc di destra con Dc di sinistra).

Tambroni riesce a prendere il potere e vincere le elezioni politiche, anche coi voti del Movimento Sociale Italiano, determinando uno spostamento a destra (estrema destra cattolica – centrodestra) degli equilibri politici.

Una scelta ambigua fatta per interesse politico, della quale ancora oggi ne paghiamo il contesto sociale, ritrovando ancora gli stessi poteri politici in mezzo ai coglioni, con la loro logica bastarda militare di repressione e di controllo sociale…

La storia ci insegna che i fasci hanno sempre approfittato del livello culturale della massa, mediocre, omologata e facilmente manovrabile, consapevoli che chi sa domina chi non sa (la massa appunto…).

Col governo Tambroni, la destra democristiana, rientra nel gioco politico della Repubblica democratica nata dalla Resistenza (Dc). E ci rientra da protagonista.

Ancora oggi i fasci sono al Governo, rappresentati e sovvenzionati da Berluska e Salvini, che nel 1994 rifondano il centrodestra, sostenuto da Forza Italia, Lega e Alleanza nazionale ( alè se magna!! ‘Massomafiosi’ li aveva definiti Falcone).

Il 1973 fu anche l’anno del compromesso storico tra Dc Andreottiana di centrodestra e la Dc Dossettiana del Pci (proprio quando la Dc di Andreotti rischiava di perdere il potere e di decadere a livello politico, a causa dello scandalo Lockheed). Invece Andreotti si riprese il potere, grazie anche ai voti della corrente di centrosinistra di Moro, che confluì in massa nel suo partito.

Dunque nel 1973 la destra, governata dal ministro Tambroni ritornò al potere e impose la stagione politica del centrismo (centro destra e centrosinistra assieme per detenere e governare il potere dello stato democristiano). E’ l’inizio delle strategie militari Atlantiche, della guerra fredda (guerra geopolitica sotterranea per detenere il potere, tra la Dc di centrodestra rappresentata da Andreotti e il centrosinistra (1964), fondato dalla corrente di Aldo Moro, coi loro giochi sporchi sotterranei di alleanze e scontri occulti….

Tambroni (sinistroide) fu ministro dell’Interno di 2 governi di centrodestra rappresentati da Andreotti (feroce anticomunista), che schedò segretamente (con metodi occulti – dittatura militare), politici e militanti di sinistra. Le sue schedature non risparmiavano nemmeno i suoi avversari politici del suo stesso partito come ad esempio Moro.

La nascita del governo Tambroni, rappresentava una Dc monocolore appoggiata anche coi voti dell’Msi (alla faccia della Costituzione antifascista…), fu un enigma che ancora oggi non è stato svelato! Ma che va certamente inquadrato in quel periodo in cui la DC conservatrice (l’evoluzione ambigua dei partigiani bianchi), veniva rappresentata dal governo di centrodestra capitanato da Andreotti che, dopo la liberazione dal fascismo prese il potere politico economico militare facendo alleanze (segrete) geopolitiche sotterranee tra i vari servizi segreti militari (Gladio Rossa – centrosinistra e Gladio Bianca Nera – Nato anticomunista).

Nel 1974 ci fu la caduta del governo Tambroni a causa dello scandalo Lockheed (in Italia riguardò la fornitura e le tangenti che giravano attorno agli aerei da trasporto C-130, ricevuti dall’aeronautica militare a partire dal 1972).

Moro per non perdere la poltrona, difese il suo partito dall’accusa di aver creato un «regime» e difese anche i ministri Luigi Gui (DC) e Mario Tanassi (PSDI), che erano al centro dell’inchiesta Lockheed: un sistema di tangenti versate dall’impresa aerospaziale americana Lockheed in cambio dell’acquisto di aerei da trasporto militari C-130. Lo scandalo Lockheed riguarda gravi casi di corruzione avvenuti in diversi stati del mondo negli anni ’70, e riguardò in particolare, oltre che gli USA, anche i Paesi Bassi, Germania Ovest, Giappone e Italia.

Nel 1976 la Lockheed Corporation ammise di aver pagato tangenti a politici e militari di alcuni stati del mondo, per vendere i propri aerei militari…

lo scandalo lockheed

Ma dopo gli scandali del magna magna di centrodestra, salta fuori anche il magna magna del centrosinistra:

il 13/2/1974 i segretari amministrativi dei partiti di governo di centrosinistra (DC, PSI, PSDI, PRI) furono indagati dalla magistratura genovese per aver ricevuto fondi dall’Enel (compagnia elettrica di stato) e dalle compagnie petrolifere. Secondo il giudice Mario Almerighi, la tangente era del 5% sui vantaggi derivanti dai petrolieri dall’approvazione di leggi speciali, che incentivavano le loro compagnie multinazionali e i loro sporchi giochetti, e imporci anche a livello giuridico, come risorsa energetica anche il nucleare.

Andreotti nella sentenza di Palermo del 1980, venne condannato anche per la sua contiguità con la mafia, ma a forza di pagare i magistrati attraverso le tangenti (vecchio vizio), i reati di cui venne indagato andarono in prescrizione.

Nel 1978, il presidente della Rep. Giovanni Leone di centrodestra, fu travolto anch’egli dallo scandalo Lockheed e dovette dimettersi.

Ma il processo Lockheed coincise anche con uno dei periodi più drammatici della storia della repubblica italiana: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. Moro durante la prigionia, nel suo memoriale parla anche di Andreotti come una persona impassibile, disumano e avido di potere.

Ma non c’era soltanto Andreotti che non voleva far liberare Moro (perché sapeva troppi segreti di stato e poteva quindi rivelarli ai suoi carcerieri per liberarsi), c’erano anche i suoi compagni di partito (Dc di destra insieme alla Dc di sinistra), che si erano messi d’accordo in quei giorni, per non aprire nessuna trattativa coi brigatisti….

Andreotti non aveva nessun interesse a liberare Moro dalla ‘prigione del popolo’, sopratutto quando nelle sue lettere ai suoi amici politici sia di destra che di sinistra, Moro li minacciò di rivelare dei segreti di stato, se non avessero collaborato per farlo liberare (gladio bianca-nera e gladio Rossa, nuclei clandestini dello Stato) .

Moro per non far capire cosa stava dicendo ai suoi carcerieri, usò un linguaggio occulto dantesco (italiano antico), col quale descriveva già allora, cos’era la Gladio e suoi nuclei clandestini dello Stato…

Se Aldo Moro fosse stato liberato dalle Br, avrebbe provocato la disfatta per sempre della Dc corrotta, di centrodestra e la fine politica di Andreotti, invece, col rapimento di Moro, il governo di centrodestra di Andreotti si rafforzò e riprese il potere (1978: 6° Governo Andreotti).

Noi, generazione antimilitarista degli anni ’80, che non abbiamo fatto il militare obbligatorio, e quindi non siamo abituati ad obbedire, non siamo mai riusciti a concepire l’inquadramento militare dei brigatisti…

Ma perché non rapirono Andreotti? Chi gli disse di rapire Moro e non Andreotti?

Forse volevano fare il gioco più facile e scelsero appunto Moro come martire dei conflitti economici militari geopolitici tra Est e Ovest. Andreotti, andava anch’egli tutte le mattine (come Moro) a messa senza la scorta…

Era più logico rapire Andreotti, che stava con la destra cattoliberalfascista, ma invece rapirono Moro, che stava col potere democristiano di sinistra (Dossetti – La Pira), centrosinistra.

Erano sempre loro, i cattolici democristiani, che quando gli conveniva andavano a destra o a sinistra, arrivando addirittura a mettere assieme in un unico partito: la Dc Andreottiana, e la sinistra dossettiana, pur di non perdere il potere….

Ma per capire meglio l’italico problema, ritorniamo indietro nella Storia:

Nel settembre del 1942, Aldo Moro si incontrava clandestinamente con altri esponenti del movimento cattolico, nell’abitazione di Giorgio Enrico Falck, noto imprenditore milanese. Alla riunione erano presenti Alcide De Gasperi, Mario Scelba, Attilio Piccioni, Giovanni Gronchi, provenienti dal disciolto Partito Popolare Italiano di Don Sturzo; Giulio Andreotti dell’Azione Cattolica; Amintore Fanfani, Giuseppe Dossetti e Paolo Emilio Taviani della FUCI.

Il 19/3/1943, il gruppo si riunì a Roma, in casa di Giuseppe Spataro, per discutere e approvare il documento, redatto da De Gasperi, che proponeva il ‘centrosinistra’ (destra e sinistra assieme).

Il 18/4/1948 la Dc di centrodestra cattoliberal fascista, vince le elezioni battendo il Fronte popolare, socialcomunista. Alcide De Gasperi diventa per la 5° volta presidente del Consiglio, alla guida di un governo di coalizione insieme a liberali, repubblicani e socialdemocratici: tutti partiti di centro…

Nel 1946, Moro divenne vicepresidente della Dc. Eletto deputato al parlamento nelle elezioni del 1948, fu nominato sottosegretario agli esteri nel gabinetto De Gasperi (23/5/1948 – 27/1/1950). Moro, insieme a Segni, Colombo, Rumor e altri, costituì la corrente democristiana Andreottiana, sotto la leadership di Fanfani.

Moro nel 1959 scelse di accantonare la linea politica fanfaniana di apertura a sinistra costituendo la corrente dei “dorotei”. Al Consiglio Nazionale, come premio per la sua fedeltà, i dorotei elessero Aldo Moro come segretario della Dc, che guidò il VII congresso nazionale, svoltosi a Firenze dal 23 al 28 ottobre 1959, che lo rielesse per pochi voti, respingendo nuovamente la piattaforma politica “fanfaniana” che affermava la necessità di una collaborazione col PSI.

Dopo la parentesi del governo Tambroni (1960), appoggiato dai voti determinanti del MSI, la convergente iniziativa di Moro alla segreteria, porta Fanfani nuovamente al governo. L’esperienza delle maggioranze di centrosinistra, prese forma col 4° governo Fanfani (1962) di coalizione DC-PSDI-PRI e con l’appoggio esterno del PSI. Quindicesimo governo della Rep. italiana, il 3° della III legislatura, e l’unico sostenuto da una maggioranza di centro-destra durante tutta la cosiddetta Prima Repubblica.

Il governo rimase in carica dal 26/3/1960 al 27/7/1960, per un totale di 123 giorni, ovvero 4 mesi e 1 giorno.

Il 28/4/’63 si votò per le elezioni politiche. Nel dicembre 1963 (IV legislatura, 1963 – ’68), Moro divenne presidente del Consiglio, formando per la prima volta, dal 1947, un governo con la presenza di esponenti socialisti. La coalizione resse fino alle elezioni del 1968 ma trovò, inizialmente, la contrarietà del Presidente della Rep. Antonio Segni (1962-1964). Segni, durante le consultazioni per il conferimento del nuovo incarico, esercitò pressioni sul leader socialista Pietro Nenni per indurre il PSI a uscire dalla maggioranza governativa della Dc di centrodestra.

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Il generale dei carabinieri De Lorenzo, il 25/3/1964, si era incontrato coi comandanti delle divisioni di Milano, Roma e Napoli e aveva proposto loro un piano anticomunista finalizzato a far fronte a una ipotetica situazione di estrema emergenza, (per evitare che la sinistra entrasse nel potere politico democristiano), e imporre anche in Italia uno stato di emergenza – colpo di stato – dittatura militare. Per l’attuazione del piano militare si prevedeva l’intervento dell’arma dei carabinieri, chiamato appunto “Piano Solo” che prevedeva un colpo di stato con l’arresto di 731 uomini politici e sindacalisti di sinistra che i cc avrebbero dovuto prelevare e trasferire in Sardegna nella base militare segreta di Capo Marrargiu (base Nato anticomunista – sede anche dei Nasco dove nascondevano le armi per le varie guerriglie)…

Il piano militare cattoliberalfascista prevedeva anche l’occupazione dell’Informazione, attraverso l’occupazione della sede RAI-TV, l’occupazione delle sedi dei giornali di sinistra e l’intervento dell’arma in caso di manifestazioni filocomuniste. Il piano militare prevedeva infine già allora, l’uccisione di Moro per mano del tenente colonnello dei paracadutisti Roberto Podestà.

Ma il colpo di stato non ci fu perché al congresso, Moro uscì dalla corrente di Andreotti “dorotei”, per formare la Dc di centrosinistra (la Dc composta dai cattolici di destra che poi per convenienza diventano di sinistra, ma sempre loro erano…). Inizia la battaglia sotterranea tra la destra e la sinistra per il potere politico, economico, militare democristiano.

Moro nel 1968 fu messo al potere democristiano come ministro degli affari esteri.

Nel frattempo, nella Dc di Moro, sconfitta alle elezioni politiche, pensarono da buoni opportunisti (come ai tempi storici delle signorie…), di tornare nella maggioranza (coi cattoliberalfascisti, la corrente di Andreotti) per riconquistare le poltrone allegoriche, coi simboli massonici che gli ricordavano ancora il potere del periodo medioevale….

Ritornato nella maggioranza Andreottiana, Moro incentivò attraverso il governo di Emilio Colombo, il ritorno al centrismo (Governo Andreotti II).

Nel 1973 al XII Congresso nazionale del partito di maggioranza approvarono tutti assieme (cattolici di destra coi cattolici di sinistra – DC) un documento favorevole al ritorno alla formula di centro-sinistra (DC-PSI-PSDI-PRI).

Nel 4° governo Moro insieme a La Malfa (vicepresidente), fecero entrare nel potere politico il PCI di Enrico Berlinguer. Ma nel 1976 il segretario socialista Francesco De Martino ritirò l’appoggio esterno del PSI al 5° governo Moro determinando la caduta del centrosinistra.

Una stretta di mano tra il segretario del Pci Enrico Berlinguer (a sinistra) e il presidente della Dc Aldo Moro. La foto venne scattata il 3 maggio 1977, durante il periodo degli accordi ad ampio raggio di solidarietà democratica. Moro sarebbe stato assassinato un anno dopo dai terroristi delle Brigate rosse (foto Lapresse)

Negli anni ’70 dopo gli scandali della Dc (1976) cattoliberalfascista di Andreotti, Moro per non perdere il potere democristiano e riprendere la fiducia delle masse, fondò i governi di “solidarietà nazionale”, inserendo nel suo partito anche il PCI. Moro da quel momento si fece molti nemici (lui sapeva cosa rischiava a fare entrare nel partito Dc monarchico conservatore, il Pci, in un contesto geopolitico (patto Atlantico 1949 – Piano militare) anticomunista. Nel frattempo il gobbo Andreotti formò un’altra corrente politica chiamato il “governo della non sfiducia” e Moro fu eletto presidente del Consiglio Nazionale della DC.

Aldo Moro aveva proposto un accordo di solidarietà politica fra i comunisti e i cattolici di destra, in un momento di profonda crisi sociale e politica in Italia (stavano saltando fuori tutti gli scandali del magna magna sia della destra democristiana, sia della sinistra democristiana).

Il 15/3/1978 il giorno prima del rapimento Moro, Pasolini accusò su Op la classe di governo democristiana di «una quantità sterminata di reati […] indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la Cia, uso illegale di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna, distruzione paesaggistica e urbanistica dell’Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani (responsabilità, questa, aggravata dalla sua totale inconsapevolezza), responsabilità della condizione, come suol dirsi, paurosa, delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria, responsabilità nell’abbattimento “selvaggio” delle campagne, responsabilità nell’esplosione “selvaggia” della cultura di massa e dei mass-media, responsabilità della stupidità delittuosa della televisione».

Il 20 marzo 1979 Pecorelli (a destra nella foto) fu ucciso a colpi d’arma da fuoco davanti alla sua abitazione.

pecorelli moro

Nel 1992 Tommaso Buscetta rivelò che l’uccisione fu eseguita da Cosa nostra (con la manovalanza romana della Banda della Magliana, per «fare un favore ad Andreotti», preoccupato per certe informazioni sul caso Moro…

Nella “prigione del popolo”, Aldo Moro scrisse moltissime lettere, indirizzate perlopiù ai familiari e ai suoi amici degli amici, della dirigenza della Democrazia Cristiana, più precisamente a Benigno Zaccagnini, a Francesco Cossiga, a Giulio Andreotti, a Riccardo Misasi e ad altri; oltre che al capo socialista Bettino Craxi, ma questi se ne fregarono sperando di prendere il suo posto. Ma dopo 55 giorni di prigionia (via Montalcini 8, a Roma) Moro fi ucciso il 9 maggio del 1978.

Il 14/10/1978 Eugenio Scalfari direttore de la Repubblica, pubblicò un’intervista di Aldo Moro. Scalfari spiegava di aver incontrato per l’ultima volta il Presidente del consiglio nazionale della Dc Moro il 18/2/1978, un mese prima del suo rapimento, nel pieno della trattativa in corso col Pci per il varo della nuova maggioranza di governo che poi vedrà luce il 16 marzo (6° governo Andreotti).

Si trattava (scriveva Scalfari) del primo incontro «da quando, nella primavera del 1968, si era svolto alla Camera dei deputati un dibattito sullo scandalo Sifar, sul “piano Solo” architettato dal generale Giovanni De Lorenzo e sugli “omissis” con i quali Moro aveva mutilato i documenti che i giornalisti dell’Espresso avevano addotto in loro difesa...

L’1/10/1978 nella base brigatista di via Monte Nevoso 8, a Milano, fecero trovare il dattiloscritto della memoria difensiva di Moro, perché, come ebbe a scrivere lui stesso: «intorno alle parole di Moro s’è combattuta e tuttora si combatte una battaglia importante, una battaglia politica» (tra la Dc di centrodestra e la Dc di centrosinistra).

Moro stava lavorando politicamente per favorire una «seconda fase del centrosinistra in cui il Pci dossettiano poteva governare con la Dc cattoliberalfascista Andreottiana» (1973 – compromesso storico tra Dc – Pci). La Dc cattosinistroide, nonostante gli scandali non voleva mollare il potere e creò un sistema di dittatura militare (a bassa intensità secondo il loro gergo militare, come per esempio la strategia della tensione o false flag, per incolpare i comunisti o gli anarchici, in un contesto sociale repressivo che non ha dato spazio alla libera espressione dei giovani studenti, che si stavano impegnando per alzare il livello culturale degli operai e della povera gente, che non aveva mai potuto accedere alla cultura (conoscenza dei propri diritti), in un contesto sociale conservatore, di cui ancora oggi ne paghiamo il contesto repressivo.

Ma il magna magna non si è mai fermato, sopratutto nei periodi di ‘emergenza’, quando la destra sguazza sulle disgrazie della gente, per imporsi con la prepotenza e arricchirsi, specialmente in un contesto sociale allo sfascio, travolto dalle tensioni sociali (solo nel 1960, i figli degli operai possono accedere per la prima volta alle università, e si ribellano al contesto politico cattoliberalfascista rapresentato da Andreotti e dai suoi adepti…).

Un governo democristiano cattoliberalfascista che della società, nun glie fregava niente. Un governo democristiano di destra e di sinistra, composto da monarchici altoborghesi spregiudicati e senza scrupoli e da politici corrotti, che non volevano mollare il potere politico statale, con tutti i privilegi che ne conseguono…

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Moro voleva raccontare un segreto di Stato come aveva fatto Sossi, che raccontò per salvarsi, cosa era il ‘doppio Sid’, il doppio servizio segreto occulto, ancora considerato oggi, un segreto di Stato. Alcuni brigatisti decisero di liberare Sossi e divulgare attraverso i mass media, la notizia del segreto del doppio Sid (perché quello era il senso). Con Moro non fu così, i brigatisti decisero di ucciderlo e non divulgare l’informazione…

In questo modo i brigatisti, alcuni involontariamente, visto che erano divisi in tre livelli militari gerarchici, non comunicanti tra di loro, indirettamente, si trovarono a fare proprio il gioco dei loro nemici (patto Atlantico anticomunista) ….

Le lettere che scrisse Moro furono fatte recapitare al suo partito, i quali membri decisero che era meglio un martire che uno che minacciava di raccontare un segreto di stato se non lo liberavano…

E così Moro fu sacrificato come eroe nazionale!!

Lungo tutto il decennio 1980-’90, Bonisoli, Azzolini, Mantovani e altri esponenti della “Walter Alasia”, continuarono a denunciare il mancato ritrovamento delle fotocopie dei manoscritti, del denaro e delle armi che erano state riposte nella intercapedine e che non risultavano nell’inventario indicato nei verbali di perquisizione dell’appartamento di Monte Nevoso, senza mai essere presi sul serio dall’autorità giudiziaria.

Il timore che in quelle carte vi fossero rivelazioni dirompenti sul malaffare e la corruzione della Dc, sui retroscena delle stragi e dei tentati golpe o su questioni di natura strategica, come accordi o patti segreti riguardanti i servizi segreti della Nato, fece tremare il sistema politico e gli alti comandi militari e mandò in fibrillazione le redazioni dei giornali…

Nel memorandum difensivo di Moro nella prigione del popolo, gli erano state fatte delle domande precise che coprivano l’intero trentennio di vita repubblicana Dc.

Ai brigatisti interessava capire in che modo lo Stato imperialista delle multinazionali (SIM), interagisse in Italia, quali fossero le fonti di finanziamento della Dc e i suoi rapporti con gli Stati Uniti e le banche, quale il ruolo della grande stampa nel progetto di ristrutturazione capitalistica (Patto Atlantico – Piano Marshall), definito «neogollista» di centrodestra.

L’altalena delle previsioni fabbricata dal Fondo monetario internazionale

I brigatisti avevano chiesto chiarimenti sul ruolo avuto dal Fondo monetario internazionale (che aveva fornito un prestito all’Italia per tamponare il debito), quale era stato l’apporto di singole personalità democristiane come Andreotti, Fanfani, Cossiga e Taviani, il ruolo giocato dal grande capitale industriale, in particolare della famiglia Agnelli e il significato del loro impegno in politica. I brigatisti gli avevano fatto domande anche sul potere della Montedison, e domande sulla presidenza della Repubblica di Andreotti, sul ruolo svolto dal generale De Lorenzo e dal presidente della Rep. Segni nelle vicende del “piano Solo” (1964, colpo di stato per bloccare le sinistre che volevano entrare nel potere democristiano). I brigatisti chiesero anche quale era il ruolo di De Gasperi, la strategia della tensione e la strage di piazza Fontana, la ricostruzione dell’ultima crisi di governo e il coinvolgimento del Pci nella maggioranza, la politica italiana in Medio oriente. Infine le Br avevano cercato di capire se esistesse un coordinamento Nato contro le guerriglie europee. Moro era stato firmatario insieme ad Andreotti di tutti questi patti geopolitici militari, quindi era ritenuto pericoloso dai suoi stessi compagni di partito (partigiani bianchi insieme ai partigiani rossi)….

Il 1º ottobre 1978, pochi mesi dopo il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, gli uomini del Generale Dalla Chiesa fanno irruzione nel covo delle Brigate Rosse in via Monte Nevoso 8 a Milano. Alla fine della perquisizione, vengono rese note solo 49 pagine del cosiddetto Memoriale Moro.

Il “Memoriale Moro” fu scoperto parzialmente nell’ottobre 1978 in via Montenevoso, e poi, 12 anni dopo, nel 1990, rispuntò da un’intercapedine dello stesso appartamento in forma autografa e fotocopiata….

Il memoriale di Moro è nel covo BR

Il 24 ottobre 1990 il presidente del consiglio Andreotti davanti alla commissione stragi (che tolse il segreto di stato), ammise che in Italia esisteva davvero come disse Moro già allora (1978) una rete clandestina chiamata Stay behind, rinominata “Gladio bianca” – “Gladio rossa”.

Quando furono trovati i documenti di Moro, il Pci naturalmente aveva negato l’autenticità degli scritti (si vergognavano di aver fatto parte, per ambizione, al centrismo cattoliberal fascista di Andreotti…).

Per Noi Anarchici Ricercatori senza padroni, il problema principale delle Br fu proprio quello di essere formate militarmente, a 3 livelli militari gerarchici, non comunicanti tra di loro (I livello: dirigezionali, II livello: organizzativo, III livello: esecutivo), dove il primo livello dirigenziale, giocava in modo diverso dalla base.

Il 1 livello dirigenzionale, ad esempio, consideravano compagni anche gli sbirri (i servizi segreti).

Il problema pricipale delle Br sono stati gli infiltrati altoborghesi che si accordavano anche coi servizi segreti di Yalta e della Nato. Personaggi ambigui e doppiogiochisti come Roberto Dotti, Corrado Corghi, Corrado Simioni, Giovanni Senzani e i vari leccaculi come per esempio quel infame di Mario Moretti, che quando arrestarono Curcio e Franceschini nel 1974, aveva avuto il compito di avvisarli per dargli il tempo di fuggire, ma il bambino scemo ambizioso dell’oratorio non lo fece, per prendere lui il ruolo di capo delle Br (capo dei miei coglioni ndr).

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Ma l’enigma Moretti riemerge col ritrovamento dell’appartamento di VIA GRADOLI, una palazzina al numero 96, dove Mario Moretti, (nome di copertura ‘ingegner Borghi’) e la sua compagna Barbara Balzerani avevano affittato una casa. L’appartamento venne scoperto il 18/4/1978, in seguito ad una perdita d’acqua segnalata dall’inquilina del piano di sotto. Nella palazzina di Via Gradoli la commissione stragi scopre che 24 case appartenevano a società immobiliari intestate a fiduciari del servizio segreto italiano Sisde (!!!)

Un altro enigma della storia del rapimento Moro fu la presenza del colonnello Camillo Guglielmi del SISMI nelle vicinanze dell’agguato durante l’azione delle BR. La notizia della sua presenza in via Stresa, tenuta segreta inizialmente, verrà rivelata soltanto nel 1991 durante le indagini della Commissione Stragi, anche a seguito di una relazione presentata dal deputato di Democrazia Proletaria Luigi Cipriani (allora membro della commissione) che riferiva di alcune testimonianze sul caso Moro e sul ruolo di Guglielmi come osservatore, da parte di un ex agente del SISMI. Guglielmi con faccia tosta affermerà davanti alla commissione stragi di essere stato realmente in zona, ma perché invitato a pranzo da un collega che abitava nella vicina via Stresa. Secondo alcune fonti (tra cui lo stesso Cipriani) Guglielmi avrebbe anche fatto parte della Gladio.

Poi, la Commissione stragi verrà a scoprire anche che, alcuni macchinari presenti nella tipografia utilizzata dai brigatisti per la stampa dei comunicati (da quasi un anno prima del rapimento), gestita da un brigatista (Enrico Triaca) e finanziata da Moretti, erano stati precedentemente di proprietà dello Stato: si trattava di una stampatrice AB-DIK260T, che era di proprietà del Raggruppamento Unità Speciali dell’Esercito (facente parte del SISMI) e che, seppur con un pochi anni di vita e un elevato valore, era stata venduta come rottame ferroso, e di una fotocopiatrice AB-DIK 675, precedentemente di proprietà del Ministero dei trasporti, acquistata nel 1969 e che, dopo alcuni cambi di proprietario, era stata venduta a Enrico Triaca.

Nel maggio 1979 i brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda, due degli ideatori del sequestro Moro, furono arrestati a Roma nell’appartamento di Giuliana Conforto, figlia di Giorgio Conforto, col rinvenimento nell’abitazione della mitraglietta Skorpion (di marca cecoslovacca) usata da Moretti per assassinare Moro. Nel dossier Mitrokhin si parlò di Giorgio Conforto come agente e spia del KGB, nome in codice «Dario», capo rete dei servizi strategici del Patto Atlantico anticomunista (1949) e di quello di Varsavia (1955).

E non ci ricordiamo più della pagliacciata (massonica) allegorica fatta il 2 aprile 1978 da Romano Prodi, durante il rapimento di Moro, dove attraverso una seduta spiritica saltarono fuori per la prima volta le parole Viterbo, Bolsena e Gradoli, quest’ultima («Gradoli») che appunto coincideva col nome della strada in cui si trovava il covo impiegato da Moretti? La vedova di Moro dichiarò di aver più volte indicato agli inquirenti l’esistenza di una via Gradoli a Roma, senza che questi estendessero le ricerche anche alla via, (gli inquirenti avrebbero asserito che non esisteva una simile strada negli stradari di Roma). Questa circostanza è stata confermata anche da altri parenti, ma è stata energicamente smentita da Francesco (cattoliberalsinistroide) Kossiga, all’epoca dei fatti Ministro dell’Interno.

Gli unici brigatisti che erano in grado di decifrare il linguaggio politichese di Moro, erano gli intelletuali teorici altoborghesi che giocavano sporco (anche coi servizi segreti)…

Tra l’altro, gli altoborghesi avevano 20 anni in più (40 anni) dei giovani brigatisti che avevano appena terminato il servizio militare (lavaggio del cervello di Stato)…

I bastardi che hanno giocato sporco trainando anche il movimento di base in contraddizione, sono: Roberto Dotti Corrado Corghi, Corrado Simioni, Giovanni Senzani. Questi altoborghesi sono rimasti occulti, protetti da chi?

I brigatisti che rappresentarono Moretti, quando capirono che il governo non era interessato a far rilasciare Moro, rinunciarono al voler essere riconosciuti dallo stato come forza militare (una delle richieste fatte per liberare Moro) ,in cambio però chiesero di far rilasciare almeno alcuni dei loro compagni arrestati nel frattempo.

Il Papa (cattofascista) decise comunque per la teoria della fermezza, quella di non trattare assolutamente coi terroristi, condannando di fatto Aldo Moro al martirio. I suoi scritti troppo compromettenti furono trovati solo quando facevano comodo agli sbirri (telecomandati e foraggiati dalla destra Dc Atlantica cattosinistroide)…

Per salvarsi, Moro spiegò cosa erano i gruppi clandestini dello stato Atlantico anticomunista (gladio bianca-Nera) e le devianze dei loro servizi segreti.

I fondatori del patto Atlantico nel 1949 furono: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito Regno Unito, Stati Uniti, in contrapposizione alla gladio Rossa (patto di Varsavia 1955). Questi due poteri si combattevano per detenere il predominio militare…

Alberto Franceschini fondatore delle Br, si dissociò quando scoprì che le Br erano divise in 3 livelli non comunicanti tra di loro, e che il 1° livello (Roberto Dotti, Corrado Corghi, Corrado Simioni, Giovanni Senzani), giocava sporco coi servizi segreti di Yalta: un patto militare antifascista composto da Franklin Delano Roosevelt, capo degli Stati Uniti d’America Atlantici (patto Atlantico), Winston Churchill capo del Regno Unito Atlantico (patto Atlantico) e Iosif Stalin comunista, capo invece dell’ Unione Sovietica (dove impose anche lui una dittatura militare ai contadini, basato sulla repressione, sul lavoro e sulla miseria).

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Franceschini si dissociò anche dalle Br di Moretti che volevano essere riconosciute come potere militare all’interno dello Stato (che sfigato Moretti, ha fatto svanire gli ideali della lotta di classe, per le sue piccole e futili ambizioni di carriera militare!)…

Noi Ricercatori senza padroni, siamo convinti che la base delle Br, era quella che credeva veramente di poter cambiare le tante ingiustizie che caratterizzano questo mondo egoista e ingiusto. A 20 anni pensi davvero di poterlo cambiare il mondo, è solo dopo, nell’età della maturità che capisci che è, purtroppo, un’utopia. Ti rendi conto della realtà dura e cruda della vita, fatta ancora di omologazione, competizione, gerarchie, dove vince sempre il più bastardo, capisci solo dopo, gli intrecci politici che indirettamente subisci ancora oggi, anche a livello sociale.

Le infiltrazioni e le ideologie cattoliche nelle Br

Comunque vada, noi, incorreggibili antimilitaristi, cercheremo di usare l’arma della risata, anche quando rileggiamo la recente Storia allegorica d’Italia e dei vari conflitti, organizzati per detenere il potere tra la destra democristiana e la sinistra democristiana.

Ma oggi è importante, ancora come allora (quando si ottenne lo statuto dei lavoratori), alzare il livello culturale dal basso, che molto spesso, a causa della scuola troppo selettiva e antica, non può accedere alla cultura.

Oggi la politica italiana, sta tornando indietro nel periodo del 1973, quando il potere militare della destra si stava allargando, attraverso repressione, militarizzazione e colpi di stato, per imporre dittature militari (come in Grecia nel 1973 e in Sud America, Argentina, Cile ecc.).

La storia ci dice che la politica è sempre stata ambigua!! Ma adesso dobbiamo preoccuparcene di più, in Italia stiamo andando verso un potere conservatore (Cossiga – Andreotti – Fini – Salvini – Berlusconi)!!

La destra coi vari governi Dc cattosinistroidi, è rimasta sempre al potere non se ne è mai andata. Ma oggi in tempo di emergenza, dobbiamo preoccuparci ancora di più di queste merde (la storia ci dice che, nelle emergenze, questi idioti li riciclano apposta per la loro bastardaggine e il loro inquadramento militare). Questi gruppi fascisti vogliono creare, come appunto nel 1973, un’internazionale fascista (dittatura militare: il potere passa direttamente agli apparati militari – P2). Nonostante l’italia si dichiari antifascista, l’art. 4 della Costituzione vieta la riorganizzazione del Partito nazionale fascista, ma è già dal 1948 che i fasci sono ancora al potere, attraverso la Dc Atlantica…

Oggi più che mai, stiamo attraversando un periodo di sistematica repressione sbirresca, sostenuta dall’esercito della NATO, in un contesto dove le condizioni sociali stanno rapidamente regredendo, non abbiamo più diritti e stiamo andando verso la miseria economica e culturale.

Per capire meglio il problema della destra e del suo potere politico, vi consigliamo di guardare questo approfondimento (la destra voleva occultare questo video!):

ll virus nero – 27/04/2020 https://www.youtube.com/watch?v=ljoYPvlxPTs

https://www.raiplay.it/video/2020/04/Report—ll-virus-nero-e07fc324-9ede-4607-9331-1aa287774372.html

Naturalmente vi consigliamo di leggere anche il libro scritto da Alberto Franceschini intitolato ‘Che cosa sono le Br’. Milano, BUR, 2004. Noi Ricercatori senza padroni, rispettiamo molto Franceschini, perché ha avuto il coraggio di dissociarsi da un sistema militare gerarchico che usava la base per scopi militari geopolitici e non di classe…

Franceschini dichiara nel suo libro che purtroppo, a 20 anni conosci solo metà della mela e quindi sei facilmente manovrabile e condizionabile dagli adulti, che vengono visti dai giovani di allora, come esempio di vita da seguire, invece…

Franceschini, fondatore insieme a Curcio del primo troncone delle Br, si è domandato perché Curcio non si è dissociato come ha fatto lui, dal gruppo di Moretti?

Probabilmente perché Curcio proveniva dal gruppo enigmatico all’interno delle Br, dei cattolici dissidenti (infiltrati), ancora in cerca di gloria! Non ha nessun interesse a tirare fuori gli altarini e quindi, da buon cattolico, se ne sta zitto per convenienza…

https://ricercatorisenzapadroni.noblogs.org/post/2017/03/18/moro-e-andreotti-due-poteri-opposti-allinterno-della-dc/

A proposito di contraddizioni:

Proprio ieri, 13/5/2020 a Bologna, è in atto un’ordinanza cautelare per 12 presunti anarcoinsurrezionalisti, accusati di un attentato incendiario a Bologna.

Proprio adesso che gli Anarchici si stanno dando da fare per capire quali erano gli interessi militari geopolitici che giravano dietro alla morte di Moro! E gli sbirri rompono i coglioni agli Anarchici, inguaribili utopisti e sognatori, accusandoli di terrorismo: paradossale! Quando invece, i terroristi (la Storia ci insegna) sono loro!!

Solidarietà a tutti gli Anarchici repressi dalle leggi dello stato autoritario che continuamente vuole occultare il periodo storico della strategia della tensione, incolpando, oggi come ieri, gli Anarchici di terrorismo.

Pinelli, Sole e Baleno, Carlo Giuliani, vivono e lottano insieme a Noi! Uccisi dallo Stato!!

Erano compagni Anarchici che lottavano anche loro come Noi, sognando di cambiare il mondo, lottavano per sconfiggere le tante disuguaglianze sociali che ancora esistono, contro le devastazioni ambientali e culturali.

Vergogna avete finito di prendere per il culo!! perché colpiscono di più 10 penne, che 10 pistole…

A proposito di forze del disordine:

Il 30 aprile 2020, in piena emergenza coronavirus, i mass media scrivono che il mafioso Cocò (nome di fantasia) e lo sbirro Cucuzzo, sono stati accusati di aver ricevuto una mazzetta da 15.000 euro dal titolare di uno studio odontoiatrico, come compenso per evitare una multa o una segnalazione. Con questa accusa sono finiti in manette due carabinieri del Nas: un maresciallo e un appuntato, in servizio a Firenze.

Altro che Fase 2, qui siamo proprio… sfasati! Urge controllare i controllori, ma poi ci vorrebbe qualcuno che controlli i controllori dei controllori, ecc. E perché invece non rendere tutte quelle persone, veramente utili alla società? Vista la grande richiesta, che si mettano a cucire mascherine!

 

Utopia: sogno non realizzato, ma non irrealizzabile.

P. J. Proudhon

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)