Meno armi e sbirri – più case popolari

Il vecchio vizio delle forze dell’ordine di creare stragi, soprusi, violenze e ingiustizie sociali come nel caso di Pinelli (ucciso perché aveva dichiarato che la strage di piazza fontana era una strage di stato). 12 dicembre 1969 iniziava la strategia della tensione, chiamata anche patto anticomunista atlantico, attuato con colpi di stato, stragi e infiltrazione dei nuclei clandestini dello stato nei movimenti anarchici e di sinistra. Inizia la strategia delle stragi per incolpare il movimento anarchico e quello studentesco – operaio, che si stavano unendo per ribellarsi alla sopraffazione e ai soprusi di una cultura arretrata cattofascista, fatta di autoritarismo e sfruttamento. Ma nonostante le rivolte e le contestazioni degli anni ‘60/’70, non siamo andati in meglio dalla condizione sociale di dittatura militare che si era instaurata già allora!! Secondo noi Rsp individualità anarchiche, non siamo migliorati perché dopo la dittatura cattofascista, il potere è andato al governo cattosinistroide (elezioni politiche 1948: Togliatti – Alcide De Gasperi – Andreotti- Moro- Dossetti – La Pira), fino ad arrivare alla teologia della liberazione chiamata più comunamente lotta armata proposta da Paolo VI negli anni ‘70 ….! Forse per comodo o per vigliaccheria, le generazioni degli anni ’60/’70, dopo le contraddizioni della destra e della sinistra, hanno preferito stare col potere ambiguo della chiesa, che li ha dirottati nella contraddizione, nell’ipocrisia e nell’ambiguità. Ecco perché siamo ancora nella miseria sia culturale che economica. Dagli anni ’80 in poi, non ci sono rimasti più sogni né eroi, perché la realtà dura e cruda non ha lasciato spazio alla filosofia….

Il 26 AGOSTO i mass media scrivono che la procura della Corte dei Conti della Liguria ha chiesto un risarcimento danni di oltre 8 milioni di euro (3 milioni di danni patrimoniali e 5 per danno d’immagine) a 27 sbirri appartenenti alla polizia di stato, per i pestaggi avvenuti alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. La procura contabile ha citato anche i dirigenti e i funzionari dell’epoca: Francesco Gratteri, allora direttore del servizio centrale Operativo, il suo vice Gilberto Caldarozzi; Spartaco Mortola capo della Digos (i magistrati lo indicano responsabile dell’uscita notturna alla Diaz); Vincenzo Canterini comandante del primo reparto mobile di Roma, il suo vice comandante e i capisquadra. Secondo il pm contabile, lo stato, non solo ha dovuto affrontare importanti risarcimenti, ma ha subito anche un grande danno d’immagine, per i brutali pestaggi avvenuti all’interno della scuola Diaz da parte delle forze dell’ordine la notte tra il 21 e il 22 luglio 2001, che si è concluso in Cassazione con alcune condanne e numerose prescrizioni, che hanno visto coinvolti anche i vertici della polizia di stato. Il pm sottolinea però “come sia per i fatti per cui vi è stata una condanna, che per quelli per cui è intervenuta la prescrizione, si siano accertate le responsabilità e vi sia stata condanna al risarcimento danni e al rimborso delle spese, nonché il riconoscimento di provvisionali in favore delle parti civili”. In Cassazione, nel luglio 2012, il collegio presieduto da Giuliana Ferrua, per le violenze della Diaz, confermò le condanne a 4 anni per Giovanni Luperi e Francesco Gratteri, 5 anni per Vincenzo Canterini, 3 anni e 8 mesi a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici (questi ultimi all’epoca dirigenti di diverse Squadre mobili), Spartaco Mortola capo della digos di Genova, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini. Nel 2013 sono state depositate le prime cause civili contro il Viminale per i danni psicologici e le torture subite dai manifestanti da parte delle forze del disordine in quei giorni a Genova nel 2001.

Il magistrato Enrico Zucca il 22 marzo 2018 dichiara ai mass media (“chi coprì i torturatori del G8 di Genova è ai vertici della Polizia”), le sue critiche per le carriere dei poliziotti che ebbero un ruolo nei pestaggi e nelle falsificazione dei verbali durante l’irruzione alla scuola Diaz. Come la nomina di Gilberto Caldarozzi a vicario della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia. La Cassazione fissò per lui una pena a 3 anni e 8 mesi, perché firmò insieme ai suoi compari il verbale di perquisizione in cui si dichiarava che dalla scuola dove dormivano i No global, poi manganellati durante l’irruzione degli agenti dove spuntarono poi due bottiglie incendiarie. Le stesse esibite la mattina successiva nel corso di una conferenza stampa. Il verdetto di falsificazione divenne definitivo il 5 luglio 2012 e in quel momento Caldarozzi era capo del servizio centrale operativo. Fu sospeso durante l’interdizione dai pubblici uffici, scaduta a luglio 2017, ed era stato ingaggiato da Finmeccanica quando era presidente Gianni Di Gennaro, cioè il capo della polizia nel periodo del G8 (a umma umma, tutto in casa).

de-gennaro

Pietro Troiani (per i giudici fece portare alla Diaz le false molotov), nel 2017 è diventato comandante del centro operativo della Polstrada a Roma. “Secondo le carte del caso Diaz, è l’uomo che nella notte del 22/7/2001 ordinò a un assistente di trasportare nell’Istituto le bombe trovate il giorno prima in tutt’altra parte della città… Ha preso 3 anni”. Sulla vicenda Caldarozzi-Troiani il ministero ha parlato “non di avanzamenti ma di posti assegnati in base al grado e alle professionalità dei funzionari”. Francesco Gratteri viene definito il “più noto fra i condannati per il verbale fasullo. Fra il 2001 e il 2012 (data della sentenza definitiva) diventa prima capo dell’antiterrorismo, poi Questore di Bari e, col grado di prefetto, coordinatore del Dac (Divisione Centrale Anticrimine)”. Le parole del magistrato Zucca, “trovano obiettivo riscontro, oltre che nelle promozioni accordate ad alcuni dei funzionari condannati all’esito del processo Diaz (come Gilberto Caldarozzi, vice-capo della DIA), anche nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo, che in relazione a questa vicenda ha condannato l’Italia per aver violato il principio in base al quale ‘laddove un agente statale sia incriminato per torture o maltrattamenti, questi dovrà essere sospeso dalle sue funzioni durante l’istruttoria e il processo e, qualora sia condannato in via definitiva, rimosso”. Nel 2010 i mas media scrivono le confessioni del vice-questore Pasquale Troiani. Fu una “leggerezza” portare nella scuola Diaz le due molotov per incastrare i 93 no-global ospiti dell’istituto. Spartaco Mortola, ex capo della Digos genovese, riconosce che quella notte arrestare i manifestanti fu fatta anche da parte sua “una forzatura giuridica”. Francesco Gratteri, capo dello Sco, spiega come il finto accoltellamento dell’agente sarebbe servito a giustificare “l’eccesso di violenza” dei Nuclei anti-sommossa. E’ una sconvolgente confessione, quella che emerge dai verbali dei super-poliziotti interrogati dalla Procura di Genova nel 2010 sul famigerato blitz della notte del 21 luglio 2001, una delle tante pagine nere della storia della polizia italiana. Un’operazione militare che doveva permettere di recuperare l’immagine delle forze dell’ordine agli occhi del mondo dopo i brutali pestaggi inflitti a donne anziani e bambini avvenuti il 20 luglio durante la manifestazione e che sfociò poi con l’omicidio di Carlo Giuliani. Il poliziotto Massimo Nucera, mostrò una coltellata sul giubbotto antiproiettile, secondo lui inferta da un occupante della scuola. L’agente è stato successivamente accusato di falso e di calunnia: i pm ritenevano infatti che il taglio sul giubbotto del poliziotto fosse stato fatto ad arte in un secondo momento. Assolto in primo grado, venne condannato in appello e poi in via definitiva a 3 anni e 5 mesi (di cui effettivi solo 5 mesi per via dell’indulto) nel gennaio 2014. A fine 2013 l’inpunito Nucera venne condannato dal Consiglio provinciale di disciplina della polizia ad una sospensione di un mese dello stipendio, poi convertita nel marzo del 2014, dopo ricorso all’allora capo della polizia Alessandro Pansa, a un giorno di stipendio……

Insomma quel 21 luglio 2001, tra le ore 22 e mezzanotte, nelle scuole Diaz, Pertini e Pascoli, dove c’era il coordinamento del Genoa Social Forum, ci fu un abuso di potere da parte delle forze dell’ordine. Gli sbirri per giustificare la perquisizione che volevano fare dichiararono di aver trovato due bombe molotov. La «prova regina» data dagli sbirri risultò poi falsa. Fabbricata ad arte per incastrare i 93 no global e giustificare così la rappresaglia e il pestaggio a freddo, violentissimo, inflitto ai manifestanti inermi, indifesi. Il 13 giugno 2007 uno dei 28 poliziotti imputati per l’irruzione alla Diaz, Michelangelo Fournier, all’epoca dei fatti vice questore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma agli ordini di Canterini, confessa in aula a Genova, rispondendo alle domande del PM Francesco Cardona Albini, di aver assistito a veri e propri pestaggi, sia da parte di agenti in uniforme (specifica, anche in interviste successive, “con l’uniforme dei reparti celere e un cinturone bianco”, sia in borghese con la pettorina. Fournier ha sostenuto di non aver parlato prima perché non ebbe “il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza”.

Ricordiamoci che il G8 di Genova fu organizzato in pieno regime piduista, ad un mese dalla nascita del governo Berlusconi e dal gov. D’Alema. Nel G8 facevano parte: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti d’America. Quel giorno arrivarono a Genova 300 mila manifestanti. A Genova, un’infinità di persone, “colpevoli” di manifestare il proprio dissenso, subirono violenze fisiche e psicologiche che hanno segnato le loro vite (stato di polizia – dittatura militare)…

Il 27 ottobre 2017 i mass media hanno scritto che la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, dichiara che a Bolzaneto furono commessi atti di tortura. E’ quanto ha stabilito la corte, condannando l’Italia per le azioni messe in atto dalle forze dell’ordine nella caserma del reparto mobile di Genova durante il G8 del 2001. In sintesi: era la notte del 21 luglio 2001 quando scattò l’irruzione dei militari alla scuola Diaz, dove si trovavano alcuni dei manifestanti giunti nel capoluogo ligure per protestare contro il vertice internazionale. Dopo un violento pestaggio, furono arrestate 93 persone che dormivano all’interno della scuola e trasferite nella caserma di Bolzaneto. Sul banco degli imputati per quelle violenze sono finiti a vario titolo: poliziotti, carabinieri, agenti della penitenziaria e medici.

Nella caserma di Bolzaneto i manifestanti subirono sevizie fisiche e psicologiche protratte per giorni: furono costretti a rimanere in piedi per ore, senza bere e mangiare, senza poter contattare i legali o gli interpreti, dovendo intonare canzoni fasciste. E, soprattutto le donne, si dovettero denudare davanti ai poliziotti maschi. Nella caserma di Bolzaneto furono trattenute in quei giorni 307 persone, italiani, spagnoli, greci, tedeschi, francesi, svizzeri, inglesi, neozelandesi, statunitensi e un lituano. E il «potere pubblico», è scritto nel provvedimento, li trattò «come oggetti, che hanno vissuto durante tutta la durata della loro detenzione in un luogo “di non diritto”, dove le garanzie più elementari erano state sospese». Ancora: «L’insieme dei fatti emersi dimostra che i membri della polizia presenti, gli agenti semplici, e per estensione, la catena di comando, hanno gravemente contravvenuto al dovere deontologico primario di proteggere le persone poste sotto la loro sorveglianza».

Ma non è finita qua: Il 5 luglio 2018 i mass media annunciano che il governo Conte con un decreto del 4 luglio, ha dato il via libera alla sperimentazione del Taser, la pistola elettrica (elettroshock tascabile) che sarà presto in dotazione alle forze dell’ordine. Stando a quanto reso noto dal Viminale, sarà usata da polizia, carabinieri e guardia di finanza, inizialmente in 11 città: Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e a Brindisi. Anche il cattofascista, ministero dell’Interno Salvini, il 27 agosto dichiara ai mass media che vuole introdurre la pistola taser, proponendocela come un’arma innocua, già in uso in Europa da una quindicina di anni. I carabinieri del nucleo radiomobile di Milano (caserma Montebello di via Vincenzo Monti) hanno iniziato a sperimentarle sui manichini. Il ministro dell’interno dichiara inoltre che dal 5 settembre le pistole (che si aggiungono ai 100 milioni di euro al giorno di spese militari), saranno date ad alcune pattuglie di carabinieri, polizia e guardia di finanza, a Milano e in altre città italiane come Roma, Torino e Palermo.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2018-06-16/taser-polizia-quanto-costa-e-che-business-muove-pistola-elettrica-093341.shtml

Si tratta di pistola di colore giallo che (quando va bene, ndr) paralizza per 5 secondi la vittima. La “x2”, questo il nome del taser, rilascia una scossa di intensità regolare di 5 secondi. Doppio puntatore laser, può colpire un obiettivo lontano fino a 7 metri. Il Taser è una vera e propria arma “non da fuoco”, il cui porto è vietato. Viene considerata “non letale” ma Amnesty international ha documentato diversi casi, soprattutto negli Stati Uniti, in cui le persone colpite hanno perso la vita. La pistola, ideata nel 1969 dal ricercatore e scienziato della Nasa, Jack Cover, non spara proiettili ma lancia due elettrodi legati da fili elettrici che, una volta raggiunto l’obiettivo, trasmettono per qualche secondo una scarica di circa 50mila volt ma a basso amperaggio. La vittima viene stordita e praticamente immobilizzata dalla scarica elettrica. La principale azienda produttrice delle Taser è l’americana Axon, di Scottsdale, in Arizona. Oltre agli Stati Uniti, quest’arma è in dotazione alle forze di polizia di circa 107 paesi, tra cui Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya e in Europa in Finlandia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito.

La pistola Taser verrà usata sicuramente per le persone inermi, non armate, che si fanno sentire durante le manifestazioni di piazza, la pistola taser serve contro chi protesta, vedi appunto il G8 di Genova. Un’arma di tortura legalizzata contro i manifestanti o contro la povera gente in miseria, che ruba per mangiare, non per arricchirsi, difficilmente verrà usata per fermare i Benetton, i Ligresti, i Mario Monti o i Mario Draghi….

Sperimentazione delle pistole taser: la posizione di Amnesty International Italia

Secondo un’indagine condotta da Amnesty International, sarebbero stati tra il 2001 e il 2012 più di 500 le persone morte negli Usa a causa dell’uso della pistola Taser. LA PISTOLA ELETTRIFICATA dunque può ammazzare se usata contro persone che hanno pregressi problemi cardiaci o disturbi neurologici. Può essere letale per un bambino che è nel grembo della mamma. La stessa azienda produttrice riconosce che esisterebbe un fattore di rischio pari allo 0,25%. E’ come se su un qualsiasi prodotto farmaceutico ci fosse scritto che ogni 400 persone che lo usano, uno di loro rischia la morte. Quell’azienda farmaceutica, se lo scrivesse nel bugiardino, verrebbe messa fuori legge insieme al suo prodotto. Le morti certificate però non sono mica le morti reali, molte restano oscure, le cause non accertate. Nel 2014 nel sostenere che vi sia stata una violazione dell’art. 3 della Convenzione europea che proibisce la tortura determinata dall’uso di pistole con scariche elettriche, nel caso Anzhelo contro Bulgaria la Corte europea cita il Comitato di Strasburgo per la prevenzione della tortura che tra l’altro afferma che l’uso dell’elettroshock potrebbe aprire la porta a risposte sproporzionate. Anche il Comitato Onu contro la Tortura, a proposito del Portogallo che voleva introdurre l’uso delle pistole Taser nella propria legislazione, ha espresso la propria contrarietà per il rischio che l’utilizzo di questi strumenti degeneri in maltrattamenti.

Il capo della polizia Gabrielli ha dichiarato ai mass media che “Sì, effettivamente il Taser non uccide, almeno non direttamente”… A vedere le immagini degli arresti, negli Stati Uniti, si capisce un po’ meglio perché questa arma, che in Italia è giudicata non da fuoco pur prevedendo il possesso del porto d’armi per averla in casa, è considerata dalle Nazioni Unite come un’arma di tortura: la scarica è talmente forte che non si riesce a stare in piedi, a parlare, nemmeno a muovere gambe e braccia, che tipicamente in questi casi si muovono di scatto, innaturalmente. A pochi mesi dall’approvazione in Italia del reato di tortura, hanno pensato bene di regalare un’arma micidiale alle “forze dell’ordine”, a uno STATO DI POLIZIA, a una DITTATURA MILITARE. Arma che le Nazioni Unite dichiarano essere uno strumento di tortura. E tutto questo si instaura in un contesto politico occulto, dove il capo delle forze dell’ordine non ha mai nascosto il proprio sostegno alle parti più violente della polizia piduista ….

Dopo gli annunci del capo della polizia Gabrielli e del ministro dell’Interno Salvini, le pistole elettriche sbarcano anche in Vaticano. I mass meda scrivono il 18 giugno che da qualche giorno un gruppo scelto di membri della gendarmeria vaticana, accanto all’arma di ordinanza (l’alabarda?), sono equipaggiati di pistola taser… E dire che al Vaticano dello Ior, bastava il classico caffè ‘corretto’ per eliminare i personaggi scomodi (vedi papa Luciani)….

Ma la sperimentazione del taser non è l’unica bastardata: ieri il Viminale ha inviato una circolare contro le occupazioni abusive di immobili che devono essere sgomberati con la “dovuta tempestività”, per evitare il consolidarsi di situazioni di illegalità che possano pregiudicare la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblici.

In pratica: sono state condannate le forze dell’ordine per torture e violenze disumane, ma il governo, invece di eliminare gli sbirri, gli propone il taser e se la prende con la povera gente che occupa le case abbandonate!!!

Paolo VI e la lotta armata

addestramenti militari, fake news e reazioni di massa

 

Religione, il dominio della mente umana.

Proprietà, il dominio dei bisogni umani;

e governo, il dominio della condotta umana,

rappresentano le roccaforti della schiavitù umana

e tutti gli orrori che questa comporta.

Emma Goldman

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Nuove caserme, vecchi fascismi e… cocchi clandestini

Il 12 agosto i mass media scrivono che il democristiano cattosinistroide (riferendoci al periodo storico Andreotti-Moro) Matteo Salvini, ha proposto il ritorno della leva militare obbligatoria, lo ha ricordato l’11 agosto nel corso di un comizio a Lesina, in Puglia. A febbraio, insieme ad altri esponenti del Carroccio, ha depositato in Parlamento un disegno di legge per reintrodurre il servizio di leva su base regionale per sei mesi, dicendo: «Farebbe bene a tante ragazze e ragazzi». Salvini detto Ruspa (e non per la sua intelligenza…), forse non ricorda che il servizio di leva obbligatoria, imposto fin dai tempi dell’unità d’Italia, è stato finalmente abolito nel 2004.

L’ultima classe a dover fare il militare fu quella nata nel 1985. Anche quel pedofilo P2 di Berluska ha tentato di reintrodurla nel 2009 promovendo l’iniziativa «Pianeta difesa», ovvero un periodo durante il quale 145 giovani avrebbero potuto iniziare a sperimentare da 15 giorni a un mese e anche di più, la vita militare. Nel 2010 furono stanziati fondi per tre anni per il progetto «Vivi le Forze Armate, militare per tre settimane». Idee analoghe sono state sostenute anche dalle associazioni d’arma (massoniche P2?), che hanno parlato di «rilancio morale e sociale del nostro Paese» (ci vogliono riproporre le stragi di stato e le false flags, già collaudate nel periodo delle contestazioni studentesche e operaie negli anni ‘70?) ….

E ora Matteo Salvini, il nuovo ministro dell’Interno, vuole riciclare di nuovo la naja, giustificando e sottolineando che la riforma militare non solo avrebbe una funzione educativa per i giovani, ma aiuterebbe ad affrontare i pericoli del terrorismo. Ricordiamoci che terrorista è lo stato!! che ha incentivato e sovvenzionato come braccio armato i gruppi extraparlamentari di estrema destra e di centrodestra (Almirante col Mar, Movimento di Azione Rivoluzionaria di Carlo Fumagalli, e i gruppi extraparlamentari di centro destra, considerati al loro interno ‘di sinistra’, come il partito di Pino Rauti [volontario nella RSI e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo] col suo braccio armato, i Nar, Nuclei armati rivoluzionari, un movimento extraparlamentare di centro destra! Rauti sosteneva che il fascismo fosse stato un movimento non di destra, bensì di sinistra….

Chi ha ideato le stragi di stato che facevano parte della strategia della tensione (destabilizzare col terrore per stabilizzare il potere cattofascista e i loro piani militari geopolitici “Patto Atlantico” firmato da Cossiga e Andreotti? E chi c’era sopra al potere politico: la P2 che attraverso il Viminale addestrava i nuclei clandestini dello stato??

E’ importante ricordarci e analizzare come si muovono: ad esempio l’ 11 agosto, i mass media scrivono che i gruppi extraparlamentari di quello xenofobo di Salvini, come quelle merde di Casapound, stanno facendo le feci degli sbirri (il controllo sociale). Si sono fatti vedere sulle spiagge di Ostia, vestiti con una pettorina rossa d’ordinanza e che andavano a caccia di venditori abusivi, come se fossero i responsabili della crisi attuale (naturalmente si accaniscono sulla povera gente, non vanno a rompere le balle a Carminati o a Mammasantissima…). La bastardata più grossa compiuta quel giorno dal braccio extraparlamentare della lega, l’ha fatta il capo, il consigliere municipale di Ostia Luca Marsella, che con una ventina di leccaculi addestrati militarmente, si sono scagliati contro un venditore di cocco tra gli sguardi dei bagnanti. A Ostia, alle ultime elezioni CasaPound ha ottenuto il 9% dei voti (è questo il problema: un partito fascista anticostituzionale che sta entrando nel potere politico economico militare). Proprio oggi mentre il suo braccio armato va in giro per le spiagge di Ostia a rompere i coglioni alla povera gente, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha parlato contemporaneamente dell’operazione “spiagge sicure” e di intensificare, in vista del Ferragosto, i controlli perché “vendere e acquistare merce contraffatta vuol dire aiutare le mafie. Salvini non parla di massomafia, ma si ferma all’ultimo gradino: la mafia, il braccio destro che da secoli, fin dai tempi dei gabellotti, ha fatto comodo alla massoneria latifondista sia di sinistra (loggia massonica Grande Oriente d’Italia) che di destra (Loggia massonica piazza del Gesù) che li assoldava per fargli fare il lavoro sporco, il lavoro occulto …..

francesco-belsito-matteo-salvini umberto bossi sequestro conti lega cassazione - 1

Ma poi, da chi arriva la predica perbenista? Parla di etica e morale (peggio dei preti che predicano bene e razzolano male ma pensano di essere impuniti perché protetti da dio e dalla madonna! L’aveva capito anche Totò Rina questo concetto, anche se era analfabeta), ma il 24 luglio 2017 il Tribunale di Genova condannò Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito, confiscando 48 milioni di euro alla Lega. Sia sotto la gestione di Roberto Maroni, sia sotto quella di Salvini, parecchi milioni sono stati investiti illegalmente. Una legge del 2012 vieta infatti ai partiti politici di scommettere i propri denari su strumenti finanziari diversi dai titoli di stato dei Paesi dell’Unione europea. Il partito che si batte contro l’Europa serva di banche e multinazionali, ha cercato di speculare comprando le obbligazioni di alcune delle più famose banche e multinazionali. In questo business finanziario c’è anche una onlus di area leghista, si chiama ‘Più voci’. Questa onlus veniva usata dalla Lega per ricevere finanziamenti dalle aziende, denari girati subito dopo a società controllate dal partito. L’associazione è stata creata da tre commercialisti fedelissimi a Salvini nell’ottobre del 2015, nata proprio nel pieno del processo per truffa contro Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito….

lega nord sequestro conti cassazione 49 milioni - 2

Il 29 giugno i mass media scrivono che Salvini dichiara “Quei soldi non ci sono. Sono stati spesi in dieci anni“. Non spiega né come né quando, ma dice che i 50 milioni di euro della truffa sui rimborsi intascati dalla Lega Nord non verranno mai trovati. Il tribunale aveva stabilito la confisca di 49 milioni di euro dai conti del Carroccio, soldi di cui il partito avrebbe usufruito appunto grazie alla truffa in danno a Camera e Senato. Il 13 giugno sono scattate le perquisizioni dalla Guardia di finanza genovese nella sede della Sparkasse di Bolzano alla ricerca di 3 milioni di euro che dal Lussemburgo sarebbero tornati in Italia, nel capoluogo del Trentino Alto-Adige. Un movimento sospetto che una fiduciaria lussemburghese ha segnalato a Bankitalia che, a sua volta, l’ha segnalato ai magistrati genovesi. I pm Francesco Pinto e Paola Calleri vogliono infatti capire se si tratti di una parte del tesoretto della Lega che i magistrati non sono riusciti finora a trovare. Salvini nelle scorse settimane era stato più volte invitato da Roberto Saviano a parlare di quella somma di denaro e a organizzare un “Restitution day” …

Naturalmente non si è fatto sentire, e adesso vuole fare la morale ai giovani? Bell’esempio da seguire, fatto di inciuci e trame occulte, per poi impossessarsi del potere politico militare economico!! E chissà cosa ci combinano quelle merde che pensavamo ormai secche…

Ma non è finita qua proprio il 19 luglio i mass media scrivono che la Procura di Roma ha chiuso le indagini relative ai lavori legati alla Metro C di Roma. In 25 rischiano di finire sotto processo per i reati che vanno dalla truffa (per 320 milioni) alla corruzione e al falso. Tra gli indagati anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno (sposato con la sorella di Rauti, che fondò il centrodestra mettendosi in opposizione con Almirante, fu anche ministro delle politiche agricole e forestali dal 2001 al 2006 per il Governo Berlusconi II e III e fu sindaco di Roma dal maggio 2008 al giugno 2013), l’ex assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma (giunta Alemanno), l’ex assessore alla Mobilità Guido Improta (giunta Marino), l’ex dirigente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza e dirigenti di Roma Metropolitane e Metro C all’epoca dei fatti…..

Scemi di guerra

Moro per liberarsi aveva spiegato cosa era la Gladio, ma allora era top segret, era un segreto di Stato…. Gladio parte 1: https://www.youtube.com/watch?v=WW3tEScaZ-8

Gladio parte 2: https://www.youtube.com/watch?v=mLdX2DNvKFo

Gladio parte 3: https://www.youtube.com/watch?v=Rn6CMshrCAE

Intervista del 2009 a LICIO GELLI: https://www.youtube.com/watch?v=oTIq7ADnbU0

Perché: chi sa domina chi non sa, ecco perché è importante conoscere e alzarsi di livello culturale, per evitare di essere manovrati, da chi fa finta di condividere i tuoi ideali (es: partigiani bianchi- antifascisti, repubblichini monarchici), perché come dice Alberto Franceschini: a 20 anni conosci solo metà della mela e quindi sei facilmente manovrabile….

 

Ci si dica pure che siamo dei “senza patria”:

può anche darsi che sia così. Ad ogni modo,

se una patria noi dovessimo sceglierci,

sceglieremmo sempre la patria degli oppressi,

e non quela degli oppressori.

E. Malatesta

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Strage di Via d’Amelio: indagati i servizi segreti

Strage di Via d’Amelio: indagati i servizi segreti

Il 1 luglio i mass media scrivono che la Corte d’Assise di Caltanissetta ha depositato le motivazioni della sentenza con cui si è concluso l’ultimo processo sulla strage di via d’Amelio. Si legge nel documento depositato: «Uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana», i magistrati puntano il dito contro i servitori infedeli dello Stato. Il 20/4/2017 la Corte ha condannato all’ergastolo per strage Salvino Madonia e Vittorio Tutino e a 10 anni per calunnia Francesco Andriotta e Calogero Pulci, finti collaboratori di giustizia usati per mettere su una ricostruzione a tavolino delle fasi esecutive della strage costata l’ergastolo a 7 innocenti. Accuse prescritte per Vincenzo Scarantino, il più discusso dei falsi pentiti, protagonista di ritrattazioni nel corso di 20 anni di processi, a cui i giudici hanno concesso l’attenuante prevista per chi viene indotto a commettere il reato da altri. La sentenza della corte mette il dubbio su chi «esercitò in modo distorto i poteri». La Corte d’assise si riferisce al gruppo che indagava sulle stragi del ’92 guidato da Arnaldo la Barbera. Sarebbero stati loro a indirizzare l’inchiesta e a costringere Scarantino a raccontare false versioni sull’attentato. La Barbera, secondo la corte, ebbe un «ruolo fondamentale nella costruzione delle false collaborazioni con la giustizia ed è stato intensamente coinvolto nella sparizione dell’agenda rossa di Borsellino durante l’attentato. La Barbera è morto e l’inchiesta sulla scomparsa dell’agenda rossa è stata archiviata.

Ma chi era la Barbera? Iniziata la carriera in polizia nel 1972 come commissario di Pubblica Sicurezza, è capo della squadra mobile di Venezia-Mestre dalla fine degli anni ‘70. Nel 1986 e nel ‘87 risulta essere stato anche un collaboratore del Sisde, il servizio segreto civile, col nome in codice “Catullo”. Promosso capo della squadra mobile di Palermo nell’agosto del 1988. Qui gestisce le prime indagini per le stragi di Capaci e di via D’Amelio del 1992. Nel gennaio 1993 viene nominato dirigente generale di PS e trasferito alla Direzione centrale della polizia criminale, per tornare pochi mesi dopo a Palermo per guidare il “gruppo d’indagine Falcone-Borsellino” dello SCO, e poi essere nominato nel 1994 questore del capoluogo siciliano. Resta a Palermo fino al febbraio del 1997, quando arriva la nomina a questore di Napoli. Il 14/10/’99 è diventato questore di Roma dove resta fino al gennaio 2001. Nel gennaio 2001 la Barbera viene nominato prefetto dal Consiglio dei ministri, è a capo della Direzione centrale della polizia di prevenzione (l’ex Ucigos) da cui viene spostato il 3/8/2001 per un avviso di garanzia ricevuto dopo l’irruzione e le torture avvenute alla scuola Diaz durante il G8 di Genova. Per le sue bastardate fu anche promosso vice alla direzione del CESIS, l’organo di coordinamento dei servizi d’intelligence…

L’attentato di via D’Amelio fu rivendicata dalla falange armata.

La Falange Armata era la sigla in cui i servizi segreti rivendicavano le bombe mafiose del ’92-’93, ma anche gli omicidi e le rapine. La prima rivendicazione della Falange Armata è datata 27/10/1990. Alle 12.20 la redazione bolognese dell’Ansa riceve la telefonata di un uomo con un forte accento straniero: intesta alla “Falange Armata Carceraria” la responsabilità dell’omicidio di Umberto Mormile (ucciso l’11 aprile 1990 a Carpiano). Mormile fu ucciso dalla cosca calabro-lombarda Domenico e Rocco Papalia per aver negato un permesso al boss, che all’epoca era solito tenere colloqui con uomini dei servizi segreti. E furono proprio questi a indicare a Papalia la sigla con cui rivendicare l’attentato. ..

Il 5/11/1990, la Falange rivendica l’omicidio a Catania degli industriali Francesco Vecchio e Alessandro Rovetta. Tra la fine del 1991 e l’inizio del 1992 Falange Armata fa propri gli attentati dinamitardi presso il commissario di Polizia di Bitonto, in Puglia, presso la sede del Comune di Taranto e una bomba sulle ferrovie salentine. La sigla rivendica poi tutti gli attentati del ’92 – l’omicidio di Salvo Lima e del maresciallo Giuliano Guazzelli, le bombe di Capaci e via D’Amelio – e le stragi di Firenze, Roma e Milano del 1993. Tra gennaio e dicembre del 1994 viene rivendicato il duplice omicidio vicino Reggio Calabria degli appuntati dei carabinieri Antonino Fava e Giuseppe Garofalo, e altri due attentati a pattuglie di militari. Le telefonate continuano anche nella seconda metà degli anni ’90, dopo la fine della strategia stragista di Cosa Nostra: come il furto di due Van Gogh e un Cezanne dalla Galleria di Arte Moderna di Roma o il ritrovamento di un’autobomba davanti al Palazzo di Giustizia di Milano nel 1998. O ancora l’omicidio di Massimo D’Antona nel 1999. L’ultima minaccia della falange armata è del 24/2/2014, in una lettera arrivata al carcere milanese di Opera e indirizzata al capo dei capi, Totò Riina: «Chiudi quella maledetta bocca. Per il resto stai tranquillo, ci pensiamo noi».

L’operazione criminale che ha terrorizzato l’Italia. La storia segreta della Falange Armata ebook by Massimiliano Giannantoni,Paolo Volterra

Ma chi erano i falangisti? Il fascicolo aperto dalla Procura di Roma dopo le prime telefonate, seguito dal pm Pietro Saviotti, è stato archiviato, mentre l’unica persona accusata di essere uno dei telefonisti anonimi, fu l’operatore carcerario Carmelo Scalone. Calò poi il silenzio sulla Falange Armata. Fino al 2015, quando è stato chiamato a testimoniare al processo sulla trattativa Stato-Mafia Francesco Paolo Fulci. Fulci è stato il capo del Cesis, l’organismo di coordinamento tra il servizio segreto civile e militare, dal maggio 1991 all’aprile 1993. Fulci finì nel mirino della Falange Armata, da cui fu ripetutamente minacciato. Per questo fece condurre alcuni accertamenti: Davide De Luca (analista del Cesis), ha dichiarato Fulci di fronte ai giudici di Palermo, «venne da me con l’aria preoccupata portando due mappe, da dove partivano le telefonate e dove erano le sedi periferiche del Sismi. Le due mappe erano sovrapponibili». Subito dopo la strage di via Palestro del 27 luglio 1993, Fulci consegnò al comandante generale dei Carabinieri Federici, una lista di 15 ufficiali e sottoufficiali del servizio segreto militare. I 15 nomi erano di alcuni appartenenti alla VII divisione del Sismi, quella incaricata di gestire i rapporti con quella Gladio di cui a inizio degli anni ’90 era stata svelata l’esistenza. La VII divisione era composta da un gruppo di super agenti, gli Ossi (Operatori Speciali Servizio Italiano), addestrati ad operazioni di guerra non ortodossa e all’uso di esplosivi (strategia della tensione – false flag). Per questo, sempre ai giudici di Palermo, Fulci dirà: «Mi sono convinto che tutta questa storia della Falange Armata faceva parte di quelle operazioni psicologiche previste dai manuali di “Stay Behind” (Gladio)».

Il 3 luglio 1993 “. Libero Gualtieri, presidente della commissione stragi dichiarava già allora ai mass media: “Dietro agli attentati di Milano e Roma non vedo la mafia o la criminalità, ma siamo dinanzi ad una fase inedita della strategia della tensione”. Libero Gualtieri, presidente della commissione stragi non ha dubbi. Gli occulti burattinai del sangue e del terrore, anche questa volta sono i soliti spezzoni deviati sopravvissuti a venti anni di istruttorie, di riforme e di epurazioni. “I servizi hanno costantemente lasciato le loro impronte digitali sulle stragi. E della loro intromissione parlano le carte processuali”, avverte Gualtieri. “Da piazza Fontana a Bologna, fino all’ episodio contro il treno 904”. Una tecnica di morte che nasconde un costante intreccio di complicità tra organizzazioni criminali, politici, 007 e settori di logge massoniche. Un’operazione di pulizia che, insieme alle inchieste di “Mani pulite”, sta segnando in modo irreversibile la fine del vecchio sistema occulto. Una storia infinita che va avanti almeno dal ’66, data dello “scandalo Sifar“. Nel 1964, a cavallo fra il primo e il secondo governo Moro, arrivò il golpe, quei nomi finirono nella lista di coloro che dovevano essere arrestati secondo il “piano Solo”. Scoppiò lo scandalo, secondo una prassi che si consoliderà negli anni a venire, ai servizi viene cambiato il vertice e il nome, ma non la sostanza. Nasce il Sid (doppio Sid), servizio informazioni difesa. Nel 1969, il 12 dicembre la strage di piazza Fontana inaugura la strategia della tensione. Si chiude un periodo di grande trasformazione sociale e la bomba di Milano apre la stagione delle deviazioni dei servizi segreti. Gli 007 tengono rapporti con la cellula nera di Freda e Ventura a Padova e quando l’ ammiraglio Eugenio Henke lascia il vertice del Sid, gli succede Vito Miceli. Si scatenano le fazioni interne ad uso e consumo di quelle in lotta nel Palazzo. Miceli, filoarabo e amico di Aldo Moro è in guerra col suo vice Gian Adelio Maletti, vicino agli israeliani e a Giulio Andreotti. Il ’74 è insanguinato dalle stragi di Brescia e del treno Italicus. Miceli viene arrestato e al Sid va l’ammiraglio Mario Casardi. Ma nelle sue file tutto continua come prima. Seconda metà degli anni ’70: s’inizia il dialogo tra settori delle forze moderate e il Pci. Ma il disgelo non piace agli atlantisti e ai dorotei. Il giornalista di “Op” Mino Pecorelli fu ucciso nel marzo del 1979 per aver divulgato stralci del fascicolo “M Fo Biali, un delitto che ha provocato il coinvolgimento nell’inchiesta di Giulio Andreotti. Erano carte che scottavano, perché coinvolgevano il capo della guardia di Finanza dell’epoca, Raffaele Giudice, per contrabbando di petrolio. Nel ’77 i servizi vengono ancora riformati. Sorgono il Sisde e il Sismi e al vertice di quest’ultimo è nominato il generale Giuseppe Santovito. I nuovi organismi preposti alla sicurezza nazionale hanno cambiato pelle ma non il vecchio vizio da mercenario. Il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro mostrano la loro voluta strategia di inefficienza. Mentre due anni dopo, a Napoli, il sequestro dell’assessore dc Ciro Cirillo fa scoprire invece gravi complicità. Santovito sottrae il caso al Sisde, i suoi agenti trattano col boss della camorra Cutolo e per Cirillo si muove la Dc. Nel 1980 ci fu la strage di Ustica. Il 2 agosto dello stesso anno la strage alla stazione di Bologna. Muoiono 81 civili. I giudici dedicheranno oltre 200 pagine a descrivere complicità e deviazioni degli 007 su questo episodio di sangue. Per tutti pagheranno il generale Pietro Musumeci e il colonnello Giuseppe Belmonte, condannati per aver depistato le indagini. La ragione dei depistaggi viene scoperta quando nel 1981 vengono ritrovate le liste degli iscritti alla P2, dove erano iscritti gran parte dei vertici dei servizi segreti che facevano capo alla Loggia di Gelli. Ancora una volta cambiano i vertici dei servizi segreti e la riforma di facciata viene affidata al generale Lugaresi…

Ma facciamo un po’ di storia:

Verso la fine del 1942 gli alleati della Nato si preparavano allo sbarco in Sicilia per trasformare l’isola in uno Stato “indipendente”, cioè un loro Paese-satellite. Per mezzo dei gangster italo-americani l’OSS si mette in contatto con la mafia siciliana e appoggia il Comitato per l’Indipendenza della Sicilia (CIS), che poi si trasformerà in MIS (Movimento Indipendentista Siciliano, detto anche “separatista”).

Albert Anastasia con la moglie

Fra le truppe USA che sbarcano nel luglio 1943 sono presenti alcuni famosi gangster che circolano in uniforme dell’esercito USA ed esercitano funzioni pubbliche nell’amministrazione alleata d’occupazione (Albert Anastasia, capo della “Anonima Omicidi”, Vito Genovese, Lucky Luciano, Max Mugnani). La Prima “operazione speciale” dei servizi Nato in Sicilia fu la liberazione di tutti i mafiosi imprigionati sull’isola di Favignana ( trattative -stato mafia). Intanto il Vaticano con la collaborazione dell’OSS, organizza la “operazione conventi” (detta anche “Canale dei Ratti”) per aiutare i criminali di guerra nazisti a rifugiarsi in America…

Fin dalla caduta del fascismo si costituiscono in Italia strutture più o meno legali e occulte, con l’unico scopo di impedire al partito comunista di entrare nel potere politico, economico, finanziario. Un piano militare voluto dal patto Atlantico, che ribadivano la loro volontà di egemonia su parti del mondo loro assegnate dopo Yalta. Una di queste strutture è la “Gladio”, e membri importanti di “Gladio” sono l’onorevole Francesco Cossiga e Licio Gelli. La Nato dopo il 1943 finanzia una nuova rete di organizzazioni di fascisti, che agisce sotto diverse sigle. Nel comitato centrale di una di queste (l’Armata Italiana della Libertà) si contano 4 ammiragli, 10 generali e 4 colonnelli. Vengono costituiti anche falsi raggruppamenti comunisti e socialisti incaricati di infiltrarsi nelle organizzazioni di sinistra.

Il 22 giugno del 1946, entrò in vigore l’ “amnistia di Togliatti”, che portò alla cancellazione di tutti i reati commessi da migliaia di ex membri del partito fascista. I fascisti e i loro collaboratori furono liberati dalle carceri o furono esonerati dai loro processi. L’amnistia aveva preso il nome dal leader del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti che all’epoca era ministro della Giustizia……

Licio Gelli, massone monarchico liberale, costituisce una struttura massonica segreta, la Loggia P2

(formata da politici , banchieri, imprenditori e alti gradi delle forze militari e dell’ ordine) che, a metà degli anni ’70, tende al sovvertimento della Repubblica e all’instaurazione di una seconda Repubblica atlantica Presidenziale, a carattere autoritario e liberistico.

La complessa organizzazione massonica P2 era formata da un sistema perverso di intrecci occulti: il suo sistema di rapporti col potere e la mafia, coi servizi segreti italiani e atlantici, la costituzione della Gladio, dei nuclei clandestini dello stato, portano a un complesso di organismi e di gruppi con legami nei servizi segreti, nei carabinieri, negli alti corpi di polizia, nella magistratura e in altri settori della pubblica amministrazione imprenditoriale , che costituiscono una struttura politico- militare, che agisce come un vero e proprio “Stato parallelo”, finalizzato ad impedire che i nostri equilibri politici si evolvano diversamente da quelli previsti dal patto Atlantico e imposti da Yalta …

La rete Stay Behind, (Gladio in Italia) era attiva anche in molti altri paesi europei, coordinata da accordi che intercorrevano tra i vari servizi segreti (geopolitica). Nel caso italiano la CIA e il SIFAR, come ha rilevato lo stesso giudice Casson nella sua indagine, che operavano per condizionare e scavalcare qualsiasi decisione del nostro Parlamento, unico organismo in grado di ratificare trattati internazionali di questa natura, qualora essi fossero ritenuti legittimi. Il SIFAR, servizio informazioni difesa, del generale De Lorenzo (golpe militare – piano Solo) reggerà le fila del controllo occulto della politica italiana degli anni caldi precedenti al rivoluzionario decennio aperto dalla contestazione del 1968. E’ una vecchia abitudine del regime fascista quella di organizzare reti clandestine totalmente svincolate da qualsiasi controllo, per piegare una democrazia, già vacillante (sotto i colpi delle feroci repressioni operaie del Ministro dell’Interno, on. Mario Scelba), protagonista della repressione di operai e braccianti negli anni immediatamente a ridosso della proclamazione della Repubblica democratica fondata sul lavoro. Mario Scelba va ricordato come il fondatore del reparto Celere della Polizia di Stato (negli anni divenuto tristemente famoso per i metodi antiguerriglia nella repressione delle agitazioni operaie e popolari di piazza). I servizi segreti, che per lungo tempo alcune forze politiche ci hanno fatto credere “deviati”, hanno coperto, non episodicamente, gravi reati, depistato giudici, posti in salvo i presunti attentatori, al fine di lasciare impunite le stragi più efferate.

 

 

Ti dicono di essere onesto, e per tutta la vita ti derubano.

Ti ordinano di rispettare la legge, e la legge protegge il capitalista che ti rapina.

Ti insegnano che non bisogna uccidere, mentre il governo impicca la gente,

la manda sulla sedia elettrica o la massacra in guerra.

Ti impongono di obbedire alla legge ed al governo, anche se legge e governo

sono sinonimi di rapina e omicidio.

(A. Berkman)

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

addestramenti militari, fake news e reazioni di massa

Campo di addestramento la procura apre un'inchiesta

Il 22 giugno i mass media scrivono che a POGGIO RENATICO (FERRARA), c’è stato un addestramento militare che ha coinvolto anche il ruolo dei media, per sperimentare la reazione della massa (controllo sociale) alla diffusione di notizie vere, ma anche fake news!! A cosa servono queste simulazioni? Sono come quelle avvenute negli anni ‘60/’70 con le stragi di stato? A cosa serve alle forze del disordine il controllo dell’informazione? Sicuramente mettono in gioco il loro vecchio vizio: destabilizzare (in questo caso l’informazione), per stabilire il controllo militare sui mass media ……

L’esercitazione delle interforze Joint Stars è iniziata l’11 giugno. Dopo 10 giorni di occultamento della notizia, riappare il 22 giugno sui giornali, specificando che l’esercitazione si era conclusa nella base aeronautica di Poggio Renatico (Ferrara) alla presenza del ministro della Difesa Elisabetta Trenta e del capo di Stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano. I capi delle interforze hanno dichiarato ai mass media che erano circa in 500, tra militari di Esercito, Aeronautica, Marina e Carabinieri e che erano lì per concludere la seconda fase dell’Esercitazione, iniziata in Sardegna….

Inoltre dichiarano che a dirigere la regìa erano in tutto una novantina i militari graduati che hanno avuto il ruolo di registi delle operazioni, seguendo una sorta di sceneggiatura preparata (scritta a tavolino come la strategia della tensione: occultamento delle prove? Nasco?).

E la P2 ce lo siamo già dimenticati che cos’era? Non era e non è un problema da poco! e visti i tempi oscuri, è bene informarsi e approfondire …

Ricordiamoci del rapimento Moro e dei berretti dell’aviazione, della sparizione della borsa di Moro, dell’ agenda rossa di Borsellino, la sparizione del computer di Falcone!!

E la strategia della tensione? Ci siamo dimenticati anche quella? E le infiltrazione dei nuclei clandestini dello stato nei movimenti extraparlamentari degli anni ’70? Completamente rimossi? Male! Perché delineavano bene come si muovono meschinamente le forze del disordine…..

Ricordiamoci che Falcone fu ucciso perché aveva parlato di un gradino al di sopra della mafia gabellotta. Infatti dalle sue inchieste aveva dedotto e clonato la parola massomafia!! Parlando di massoneria, un gradino nobiliare un po’ più acculturato della mafia, un gradino che da secoli paga la mafia, fin da quando erano gabellotti e facevano da guardia ai loro averi.

Questo gradino sociale ha da sempre usato la mafia (e i movimenti degli anni ‘60/’70….), per fare i loro giochi sporchi (geopolitici, economici e militari) ….

Ma Ora se abbiamo capito il concetto, andiamo a vedere cosa ci costano queste esercitazioni militari (cosa si nasconde dietro a queste esercitazioni, oltre ai piani militari pianificati!!) …

Nel 2018 le spese militari italiane sono aumentate. l’Italia spenderà 100 milioni al giorno per le spese militari. Le spese sono aumentate di 25 miliardi, l’8,6% in più, soprattutto per nuove armi, ma anche per la servitù nucleare. Il Nobel per la Pace Daniel Högsta dichiara ai mass media: “Questi dati dimostrano come la presenza di armi nucleari abbia impatto negativo per i paesi che le ospitano non solo dal punto di vista ecoambietale e politico, ma anche della spesa pubblica”. Le spese italiane di supporto alle 59 basi Nato in Italia sono di 520 milioni l’anno, il contributo ai bilanci NATO e i costi nascosti (Mission Need Urgent Requirements) delle “infinite” missioni militari di pace all’estero sono di 192 milioni l’anno (16 anni di presenza in Afghanistan e 14 anni in Iraq), il costo della base militare italiana a Gibuti intitolata all’eroe di guerra fascista Comandante Diavolo ci costa 43 milioni l’anno, il “tesoretto” armato da 13 miliardi nascosto nel Fondo Investimenti voluto dal Governo Renzi (destinato anche ai nuovi droni armati della Piaggio), lo “scivolo d’oro” dimenticato per gli alti ufficiali (condannato dalla Corte dei Conti) e l’onerosa situazione dei 200 cappellani militari ancora a carico dello Stato sono di 15 milioni l’anno tra stipendi e pensioni.

A proposito di occultamento e del magna magna che è dietro ai miliardi sperperati per le spese militari: l’ex capo di Stato maggiore della Marina De Giorgi era stato accusato di avere avuto un ruolo su “Tempa Rossa” (accusa archiviata dalla Procura di Potenza): era sospettato di aver messo le mani sul business del petrolio e delle navi, che avrebbe avuto nel porto siciliano di Augusta il suo snodo principale. Quella volta l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e la ministra della Difesa Roberta Pinotti avevano partecipato a quella che era stata chiamata “l’operazione di soccorso dell’ammiraglio De Giorgi” pianificata dai servizi segreti….

I costi invece per la “servitù nucleare” legata alle spese di stoccaggio e sorveglianza delle testate atomiche tattiche Nato B-61 nelle basi italiane sono di 23 milioni, solo per l’aggiornamento delle apparecchiature di sorveglianza esterna e dei caveau contenenti le venti B-61 all’interno degli 11 hangar nucleari della base bresciana) e alle spese di stazionamento del personale militare Nato addetto e di mantenimento in prontezza di aerei e piloti italiani dedicati al “nuclear strike” (lo stesso acquisto del bombardiere nucleare F-35 da parte italiana, secondo il Pentagono, rappresenta “un fondamentale contributo alla missione nucleare” della Nato…).

Piccolo particolare:

Il Patto Atlantico (anticomunista – strategia della tensione – Piano Caos) fu istituito dalla Nato, e firmato a Washington il 4/4/1949 da Stati Uniti d’America, Canada, Regno Unito, Francia, Norvegia, Italia, Europa occidentale. Attualmente, fanno parte della NATO 29 stati del mondo….

E il piano CHAOS (1967)? Si avvaleva di due distinte operazioni, il Progetto MERRIMAC e il Progetto RESISTANCE. Il primo era inerente all’infiltrazione di agenti C.I.A. in gruppi pacifisti stanziati a Whashington ed in gruppi di attivisti neri. Il secondo riguardava la creazione di un retroterra informativo (manipolazione) destinato a scopi predittivi di episodi di violenza politica e si sviluppò soprattutto nei campus universitari….

Basta armi, basta guerre!! se invece di andare in giro ad uccidere civili si ammazzassero tra di loro non avremmo più forze del disordine, e coi soldi delle spese militari risparmiati, risolviamo finalmente il problema della povertà e delle tante ingiustizie sociali che ancora oggi esistono…

Salvini, pezzo di merda! Cattofascista! ritirati non sono più i tuoi tempi da cattocolonialista troglodita ….

I problemi sociali li risolvi col controllo sociale e la ghettizzazione della povera gente? Vergognati! Il nostro augurio è che tu vada in malora, così capisci anche i problemi che devi affrontare quando sei povero, come le umiliazioni e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo (caporalato)…

Gli apparati militari clandestini al tempo del fascismo

Ligresti l’aviatore, il “porco rosso mercenario” imprenditore cattosinistroide…

Chi dice “Stato” dice necessariamente “guerra”.

La lotta per la preponderanza, che è la base

dell’organizzazione economica borghese,

è anche la base dell’organizzazione politica

P. Kropotkin

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

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Gli apparati militari clandestini al tempo del fascismo

Nel 1922 la regia marina, come l’esercito reale, appoggiò l’imposizione del potere fascista.

Furono varie le spinte ideologiche legate all’aereo, il simbolo del progresso militare, capace di colpire obiettivi sensibili lontani chilometri dal campo di battaglia; questo simbolo del progresso fu portato in auge, in Italia, dal leccaculo del Re, Italo Balbo l’inventore delle bombe chimiche (furono inviate in Etiopia 3.300 bombe C-500.T di 280kg ciascuna da caricare ad iprite e 540 bombe C.100.P di 100 kg caricate ad arsine). E l’aereonautica entrò nel potere internazionale, diventando per le gerarchie militari, espressione di arditismo e futurismo. La nascente Regia Aeronautica diverrà bandiera ed inno della propaganda fascista.

Il 28 marzo 1923 Benito Mussolini, decise di istituire la Regia Aeronautica come forza armata autonoma (che obbediva solo a lui) dal Regio Esercito e dalla Regia Marina. I primi generali che assunsero l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica provenivano dai ruoli del Regio Esercito. I fascisti la chiamavano rivoluzione, ma era la presa del potere per instaurare una dittatura… Una rivoluzione che nasceva negli anni in cui l’ideologia fascista prese il potere in Italia con varie mutazioni sociali, repressive che portarono poi inevitabilmente a un regime liberale e a quello totalitario. Nel dicembre del ’34 Mussolini e Badoglio insieme al Duce discussero sulla grande utilità del mezzo aereo, e della sua superiorità assoluta come artiglieria e di gas. Alla propaganda di Mussolini risposero anche quelli della sinistra massimalista, che volevano la “socializzazione dello stato”. I Fasci di combattimento sarebbero serviti a legare questi mondi eterogenei come gli interventisti di sinistra, i futuristi, gli ex arditi, i repubblicani e i sindacalisti rivoluzionari. Il fascismo voleva riportare l’Italia sotto il potere delle corporazioni (lo sfarzo e il surplus della monarchia, fin dal medioevo), in una sorta di correzione ideologica della rivoluzione francese (“stato -popolo borghese”) e della rivoluzione russa (“stato -classe operaia”). I fascisti per mantenere il potere si allearono poi con altri poteri forti: nel 1923 si incorporarono con l’Associazione Nazionalista Italiana filo-monarchica, e poi nel 1929, col concordato fra stato e chiesa e fondarono un regime autoritario….

Il 3/9/1943 il capo del governo Badoglio convocò una riunione coi tre ministri militari, de Courten della Marina, Sorice della Guerra e Sandalli dell’Aeronautica, alla presenza di Ambrosio e del ministro della Real Casa Acquarone e li informò che erano in corso trattative per la firma dell’armistizio. Harold Alexander, generale inglese, nel 1942 fu posto al comando di tutte le forze britanniche dell’Africa settentrionale. Fu quindi il capo del corpo di spedizione alleato che sbarcò in Sicilia ed ebbe il comando di tutte le forze alleate presenti in Italia. Sul finire della II guerra mondiale fu nominato Comandante Supremo di tutte le forze alleate nel Mediterraneo.

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Alla mezzanotte dell’8 settembre 1943 il Capo di Stato Maggiore Generale Vittorio Ambrosio inviò un primo messaggio al Comando Supremo della Regia Aeronautica, comunicando che dalle 10.45 dovrà cessare ogni nostro atto ostile verso le forze angloamericane. Da quel momento, dopo la proclamazione dell’armistizio, ci fu la fuga dei regnanti e lo sfaldamento delle forze armate. Il Re decise di liberarsi di quello psicopatico di Mussolini (dopo averlo usato per conservare il potere) e lo fece arrestare. I soldati della regia aereonautica furono chiamati per decidere se andare a Brindisi e aderire al movimento fascista repubblicano, che avrebbe stabilito la sua sede a Salò, o stare col vecchio nemico angloamericano, ovvero, il nemico del vecchio alleato tedesco. E così molti soldati si trovarono allo sbando: non sapevano cosa fare! Fino a ieri avevano servito il regime fascista e ora dovevano obbedire al loro nemico angloamericano (Nato). La Regia Aeronautica, nei primi giorni di settembre 1943, con un armistizio firmato ma tenuto segreto, combatté contro lo sbarco degli Alleati in Calabria.

Ci furono anche dei generali aviatori che nella confusione (ovviamente pagati) aderirono anche alla Resistenza antifascista. Circa quattromila uomini della Regia Aeronautica che, trovandosi nel centro-nord Italia nei giorni seguenti l’armistizio, non risposero al bando del tenente colonnello Botto e non si incamminarono verso Brindisi per darsi invece alla macchia insieme ai primi componenti delle formazioni Bianche (vedi: conte Edgardo Sogno – Golpe Bianco 1974), composte prevalentemente da partigiani monarchici liberali. Ricordiamoci che dopo l’8 settembre 1943, il governo repubblicano (Rsi), avviò le procedure (una finta) per estromettere dalle pubbliche amministrazioni tutti quelli collusi col regime fascista. La defascistizzazione dello Stato ebbe inizio con il RDL 2 agosto 1943, nº 704, concernente la soppressione del PNF, e si concluse con la legge 14/5/1949, nº 326, con la revoca dei provvedimenti di epurazione (il segretario del Partito comunista italiano Palmiro Togliatti, allora ministro della Giustizia, scrisse di suo pugno l’amnistia, approvata nel luglio del 1946, che portò alla cancellazione di tutti i reati per i gerarchi fascisti e il loro braccio armato).

Il 29/9/1943, a Malta invece, fu firmato l’armistizio italiano. In esso si specificava che (art. 29) Benito Mussolini, i suoi principali associati fascisti e tutte le persone sospette di aver commesso delitti di guerra o reati analoghi […] saranno immediatamente arrestati e consegnati alle Forze delle Nazioni Unite e che (art. 30) tutte le organizzazioni fasciste, compresi tutti i rami della milizia fascista (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), la polizia segreta (OVRA) e le organizzazioni della Gioventù Fascista saranno sciolte in conformità alle disposizioni angloamericane.

La penisola restava divisa in due, occupata dalle forze alleate al sud e dalle forze tedesche al centro nord, con Roma tenuta dai tedeschi sino al 4 giugno 1944.

Ricordiamoci che la Repubblica Sociale Italiana (RSI – conosciuta come Repubblica di Salò), fu un regime voluto dalla Germania nazista e guidato da Benito Mussolini, al fine di governare parte dei territori italiani controllati militarmente dai tedeschi dopo l’armistizio di Cassibile (1943 1945). La RSI quindi fu un protettorato tedesco, sfruttato dai nazisti per legalizzare alcune loro annessioni e per ottenere manodopera a basso costo…

I Servizi Speciali della RSI erano organizzazioni con diversi organismi che preparavano volontari per missioni di sabotaggio e di informazione nei territori controllati dagli alleati. Anche l’aeronautica ebbe i suoi servizi segreti (Coordinatore il tenente col. Ferruccio Vossilla) che, con personale addestrato compì missioni in territorio controllato dagli alleati. Il nucleo paracadutisti fu creato per iniziativa del colonnello Giovanni Host Venturi e comandato dal sottotenente paracadutista Ruggero Benussi. Operò nei Balcani con lanci di uomini che compirono azioni contro i partigiani jugoslavi di Tito e a sostegno di re Pietro II che collaboravano con le truppe dell’Asse. Furono organizzati anche altri Servizi Speciali di Polizia dal Ministero dell’Interno, per addestrare squadre di sabotatori (stragi di stato)….

Dopo la liberazione dal nazifascismo, ci fu un’epurazione di facciata perché con l’amnistia di Togliatti nel 1946 i fasci non si mossero dalle poltrone del potere e gli alti gradi delle forze del disordine, proseguirono quindi a mettere nelle stanze del potere i loro adepti (politici, burattini, mediocri, facilmente comprabili e manovrabili, come Almirante – Rauti – Storace – Fini – Salvini ecc.; infatti, ancora oggi con 5mila euro ti comperi un sindaco, per il business milionario delle gara d’appalto) li hanno riciclati di nuovo!! Ma adesso dove si sono infiltrati? Quali sono oggi i loro gruppi extraparlamentari? Hanno riciclato il pattume in auge negli anni ‘70? La depurazione fascistissima dell’aereonautica fu “di facciata”, ma al suo interno mantenne valori e ideali autoritari presenti anche nella altre due forze armate. L’Amnistia di Togliatti ai fasci, fu una presa per il culo del regime monarchico cattosinistroide che si era formato dopo la liberazione attraverso l’istituzione della Repubblica liberale: Decreto Presidenziale, Gazzetta Ufficiale, 137/1946 (22 giugno)…

Ma ora cerchiamo di capire chi è Marco Minniti: a sinistra qualcuno lo definisce “un fascista”. Ai mass media ha dichiarato nel 2015: “Ero figlio di un generale dell’aviazione, sognavo di diventare un pilota, ma mia madre non ne voleva sapere. Così, a 17 anni, entrai nel Partito comunista. Immaginate con quanta gioia fosse vissuta in casa quella mia scelta”. Mia madre quando ormai avevo 24 anni mi disse che era meglio se diventavo un pilota”. ” Devono ringraziare mia madre, se no, come ministro dell’Interno gli toccava un ex ufficiale dell’Aeronautica” (P2?)….

Minniti conosce e frequenta la Curia da quando, durante la guerra in Kosovo nel 1999, incontrava come sottosegretario del governo D’Alema il vescovo Giovanni Battista Re. Oggi invece consulta il cardinale segretario di stato Pietro Parolin e monsignor Giovanni Angelo Becciu, il ministro dell’Interno vaticano. Gino Strada di Emergency invece dichiara ai mass media «Minniti ha una storia da sbirro e va avanti su quella strada. Per lui far finire donne e bambini ammazzati nelle carceri libiche è compatibile coi suoi valori». Minniti dal 1º dicembre 2009 è fondatore e presidente della fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), di cui il senatore Francesco Cossiga era presidente onorario….

Nel 2012 Minniti viene nominato, dal segretario nazionale del PD Pier Luigi Bersani responsabile del partito per la verifica dell’attuazione del programma del Governo Monti. Che istituì un governo Tecnico durato 556 giorni, giusto il tempo di imporci le manovre economiche anticostituzionali (bastardate contro i poveri) come la riforma del lavoro, la legge Fornero e il jobs act). Un governo cattosinistroide dove convivono cani e porci che mangiano e cagano assieme (umma umma), comandati dal potere del club Bilderberg).

Il ministro dell'Interno Marco Minniti con il leader Pd Matteo Renzi (LaPresse)

Il 12/12/2016 Minniti è stato designato dal nuovo presidente del consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, ministro dell’Interno. Uno dei primi provvedimenti adottati è stato la riapertura e l’aumento del numero dei Centri di identificazione ed espulsione dei migranti (CIE) e il raddoppio delle espulsioni, provvedimenti appoggiati anche dal capo della polizia Franco Gabrielli. Nel settembre 2017 Minniti nomina ai vertici della Direzione Investigativa Antimafia Gilberto Caldarozzi, già condannato in via definitiva a 3 anni e 8 mesi di reclusione per falso (G8 di Genova) “per aver partecipato alla creazione di false prove finalizzate ad accusare ingiustamente chi venne torturato da agenti rimasti impuniti” e perché “si è prestato a comportamenti illegali di copertura poliziesca propri dei peggiori regimi antidemocratici”, come scritto nella sentenza della Cassazione n.6138. Minniti uno degli uomini più potenti del governo Renzi, è un agente speciale con licenza di sconfinare in altri ministeri: Viminale, Difesa, Farnesina….

Minniti rimette al potere il comandante dell’arma dei carabinieri Tullio Del Sette, il capo di Stato maggiore generale Claudio Graziano, il prefetto di Roma Franco Gabrielli, ex capo del Sisde…….

Minniti ha in comune con Renzi l’adolescenza negli scout e la conoscenza con l’ex direttore della Dia Arturo De Felice, il questore di Catania Marcello Cardona e l’agente del Sismi Nicola Calipari. Ragazzi cresciuti nella Reggio Calabria dei primi anni ‘70 con la rivolta di destra, il boia chi molla…

Nella famiglia Minniti i militari sono di casa (il papà è generale e così i suoi fratelli). Ricordiamoci che nel 1999 Minniti è a Palazzo Chigi, come sottosegretario di D’Alema aveva approvato l’intervento in Kosovo. (guerra chiamata missione di Pace).

Con l’intelligence guidata da Minniti, la sinistra entra nelle forze armate (da un potere all’altro)…

Minniti salta fuori anche nell’inchiesta napoletana, per un finanziamento di 20mila euro della coop Cpl Concordia destinato alla fondazione Icsa che Minniti aprì nel 2009 con Francesco Cossiga. Dal 2013 il sottosegretario ha lasciato ogni incarico, oggi la fondazione è presieduta dal generale Leonardo Tricarico. Nella fondazione convivono magistrati, ambasciatori, generali, ammiragli e giornalisti….

Ma spieghiamo anche ai letterati mediocri che cosa sono le missioni di pace: l’Italia ha bombardato i serbi in Bosnia e in Kosovo, con raid aerei (aereonautica) che si sono spinti fino alla periferia di Belgrado. Ha combattuto in Iraq, nell’inutile e sanguinosa spedizione di Nassiriya. Ha attaccato l’esercito di Gheddafi in Libia, sganciando 710 tra bombe e missili. La parola “guerra” l’hanno astutamente occultata, oggi viene camuffata in missione di Pace!! La Libia non ha mai firmato la convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, quindi in Libia non si può chiedere asilo. I migranti vengono messi in carcere, non esiste nulla di paragonabile a una “politica dell’accoglienza” anche se il Paese è uno snodo cruciale della regione. Una parte di queste carceri sono gestite dal governo, altre da milizie, altre direttamente dai paramilitari e dai trafficanti di esseri umani per schiavizzarli come bassa manovalanza ….

Fascismo e comunismo sono sempre stati due poteri rivali, che si sono fatti le scarpe per detenere il potere statale, quindi il potere economico e militare. Anarchia L’unica via!!

I politici massoni dovrebbero fare il loro (sporco) lavoro per passione e gratuitamente, visto che sono già persone agiate economicamente. Poi andrebbero esclusi i sovvenzionamamenti ai sindacati statali, che sono diventati inutili per noi proletari e sottoproletari: se siamo nella merda è grazie a loro, che per non perdere i suddetti sovvenzionamenti, hanno firmato le leggi anticostituzionali del Governo tecnico del massone Monti!!!

Iniziamo da qui per sconfiggere la miseria e le ingiustizie fino ad ottenere l’uguaglianza dei diritti, per tutti gli esseri umani, al di là della classe sociale! A proposito: anche la banca dello Ior è da espropriare, per distribuire il surplus (accumulato speculando sulle disgrazie della povera gente, facendo ingrassare la borghesia arrivista e senza scrupoli). L’ha capito anche la mafia, che ha investito molti soldi proprio nello Ior per farli fruttare – rendere. Alla faccia (finta) della pietà cattolica…

 

Lo stato è nato dalla forza militare;

si è sviluppato servendosi della forza militare;

ed è ancora sulla forza militare che

logicamente deve appoggiarsi per mantenere la sua onnipotenza.

Da “Manifesto Internazionale Anarchico contro la guerra”. (1915)

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

La repubblica delle stragi ci ha imposto anche il Jobs act e la Flat tax…

La repubblica delle stragi ci ha imposto anche il Jobs act e la Flat tax…

Il miscuglio elettorale che oggi si contende il potere, ricorda molto la repubblica liberale monarchica borghese nata nel 1946, la repubblica che tramò e pianificò l’inizio della strategia della tensione – anni di piombo. Strategia organizzata dai servizi segreti atlantici della Nato anticomunista: 1947 strage di Portella delle Ginestre, Piano Solo (1964), colpo di stato organizzato dal generale dell’arma dei carabinieri Giovanni de Lorenzo, strage di piazza Fontana (12/12/1969), strage della Questura di Milano 1973, strage di Piazza della Loggia, 28 maggio 1974 (oggi è l’anniversario e quell’ipocrita di Gentiloni non ha esitato a presenziare alle cerimonie ufficiali), strage treno Italicus, 4 agosto 1974, La strage di Ustica – 27 giugno 1980, strage di Bologna – 2 agosto 1980, strage Rapido 904 – 23 dicembre 1984 …

I servizi segreti della Nato incentivarono i gruppi extraparlamentari neofascisti, per evitare una crescita eccessiva di quelli comunisti (patto Atlantico 1949)…..

Ma ritorniamo al governo che si sta formando in questi giorni.

I politici cattofascistoidi (forza italia e lega) e cattosinistroidi (5 stelle e lega), si contendono il potere (finanziario, economico politico, militare) con guerre sotterranee, nel frattempo fanno anche propaganda e proselitismo alla massa mediocre che li tiene in piedi. Gli slogan usati come propaganda elettorale sono: reddito di cittadinanza per tutti!   Flat-tax per tutti!! Peccato che quest’ultima trovata, agevola solo i più ricchi e impoverisce le classi deboli, dopo aver tagliato i servizi sociali. Le nuove tasse saranno pagate in maggioranza dai lavoratori che già vivono con stipendi da fame, dimezzati grazie al Jobs act, e dai pensionati che sopravvivono con la minima. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, ce lo possiamo scordare: visto che con la flat-tax hanno aumentato le tasse anche ai redditi minimi, dove andrebbero a prelevare i fondi necessari? Tagliare le spese militari no è? Parliamo di CENTO MILIONI di euro AL GIORNO (una parte se la imboscano i graduati e il resto lo spendono per ammazzare, devastare, ecc.). Che immagine dovremmo farci del nostro futuro quando non ci saranno più i servizi sociali, non ci saranno più le scuole pubbliche e nemmeno gli ospedali pubblici (anche se ormai la massomafia ci sguazzava e se magnava tutto anche li)? Da tempo lo stato incentiva le scuole e gli ospedali privati iniettando soldi, così che i diritti di tutti, diventano privilegi per pochi: bastardiii!!

Ricordiamoci che Falcone aveva clonato la parola massomafia individuandone le gerarchie e la classe sociali di cui era composta (intrecci occulti e perversi tra massoneria, imprenditoria, politica, servizi segreti, mafia)….

Flat-tax: una tassa unica per agevolare i più ricchi  

     

L’idea della flat – tax era stata attivata prima da Donald Trump, che aveva deciso di abbassare le imposte sui profitti delle imprese e sui guadagni delle persone più ricche, e ora invece il governo cattosinistroide ce l’ha imposto anche in Italia. La flat tax è un’aliquota molto bassa e uguale per tutti, per tassare entrambi i tipi di reddito, personali e aziendali. Il p2ista Silvio Berlusconi coi suoi inciuci, naturalmente è d’accordo con la flat-tax, naturalmente pure Matteo Salvini è d’accordo e anche il movimento animalista di Michela Vittoria Brambilla ha detto si. Il candidato (ambiguo) Luigi Di Maio ha fatto tante promesse, proponendo poi le stesse cose proposte dalla destra cattofascista, compresa la flat-tax, che agevola i più ricchi e impoverisce le casse pubbliche per il sostentamento dei servizi sociali (scuole a norma, case popolari, ospedali ecc.). Nel 2008, tra Ires e Irap le imprese avevano pagato imposte sui profitti per 79,9 miliardi. Nel 2016 il gettito di quelle due stesse imposte è sceso invece a 51,1 miliardi, ovvero 28 miliardi in meno di 8 anni prima. In compenso però sono aumentate di più le tasse che pesano sulle famiglie e c’è soprattutto l’Irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche. Le imprese hanno ridotto il loro contributo al sostentamento delle spese dello stato, i cittadini l’hanno aumentato. Le scelte politiche dei cattosinistroidi hanno contribuito a ridurre la progressività dell’Irpef. La Costituzione, articolo 53, prevedeva che i più ricchi dovevano contribuire con una quota più elevata del loro reddito, i più poveri con una parte inferiore, in modo da attenuare e rendere sopportabili le differenze sociali. Ma invece per andare incontro alle richieste degli imprenditori, i vari governi che si sono susseguiti ( Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni) hanno ridotto le aliquote di Irap e Ires, hanno ristretto la base imponibile, hanno introdotto una serie di misure per favorire determinati fattori, come gli investimenti. Le imprese hanno subito sfruttato le opportunità. Così hanno sottoscritto con l’Agenzia delle Entrate un accordo di “patent box”, che Permette di dedurre dall’Ires il 50% dei redditi prodotti con l’uso di software, brevetti, know-how, disegni originali. Facciamo un esempio : la Moncler, ha siglato l’accordo e risparmierà circa 34 milioni solo sulle imposte relative al triennio 2015-2017. Il gigante mondiale degli occhiali Luxottica, che prima di spostare la sede a Parigi (si fonderà con la francese Essilor) ha sfruttato i benefici di questa agevolazione, siglando un patto con l’Agenzia che consentirà di risparmiare 100 milioni delle imposte dovute nel triennio 2015-17. Ci sono perfino le multinazionali come Philip Morris, Michelin, Microsoft che hanno firmato accordi riservati in Italia con l’Agenzia delle Entrate ( Alè Eldorado, la Svizzera delle evasioni, la Panama delle offshore).

Insomma, la flat tax è un ulteriore strategia creata per agevolare i ricchi e impoverire sempre di più i ceti meno abbienti, facendogli pagare più tasse, per esempio: chi guadagna 7.500 euro lordi annui oggi paga 58 euro di tasse, con la riforma ne verserebbe teoricamente 551. Chi percepisce 30mila euro di reddito annuo, con la flat-tax verserebbe 3.870 euro di tasse invece di 5.530. Il beneficio crescerebbe col crescere delle somme dichiarate: chi guadagna oltre 75mila euro, verserebbe 10.618 euro invece di 22.210. Con un reddito di 80mila euro le tasse da pagare scenderebbero da 27.400 a 16.000 euro. Lo sgravio fiscale sarebbe di circa il 40% per i redditi oltre 35mila euro. Una riforma che incentiva economicamente solo chi ha un alto reddito. Una riforma che incentiva sempre i soliti furbetti del quartierino (Chicco Gnutti, Stefano Ricucci, Giovanni Consorte, Giuseppe Statuto, Danilo Coppola & C., Gianpiero Fiorani), in un Paese come il nostro dove l’evasione di massa (furberia antica della massomafia), fa sì che la maggior parte del peso dell’imposta sui redditi ricada poi sui dipendenti e sui pensionati. Nel 2005 i furbetti del quartierino avevano unito destra e sinistra all’assalto di due banche e del Corriere della sera….

La flat-tax dunque è stato un grande regalo fatto ai ricchi, a scapito naturalmente dei meno abbienti: una furbata del governo P2 di Berlusca per evadere le tasse legalmente ….

La flat tax era stata proposta da quelle merde cattofasciste che compongono Forza Italia e Lega, che erano già al potere (governo) nel 2003, e dall’allora ministro Tremonti che la fece approvare per legge.

La flat tax è una tassa che accentua le ingiustizie sociali creando ulteriori dislivelli economici (chi ha troppo, chi sta conquistando i suoi diritti, e chi non ha nulla), infatti non verrà rispettato il principio di progressività richiesto dalla Costituzione, i ceti benestanti, con la flat tax di Brunetta, avranno di fatto gli stessi benefici dei ceti più deboli. Una riforma che costa 50 miliardi e indirizza il 40% dei suoi benefici al 5% dei contribuenti più ricchi. La flat tax rappresenta un ulteriore strategia per rubare il pane dalla bocca ai più poveri che non potranno conquistare mai niente, non potranno conquistare nessun diritto, infatti con la flat tax i governanti (la maggior parte massomafiosi), rinunciano ad utilizzare la politica fiscale come strumento di redistribuzione del reddito verso il basso. Chi ha un reddito basso o medio basso, pagherebbe più tasse di quanto non ne pagherebbe con un sistema progressivo. Per lo stato le entrate fiscali si ridurrebbero, venendo a mancare buona parte del prelievo sui patrimoni più cospicui. Di conseguenza si aggraverebbe la spesa pubblica e le condizioni sociali.

La costituzione italiana prevede anche che l’imprenditore si arricchisca, ma in cambio parte del suo reddito dev’essere utilizzato per fini di utilità sociale. La flat tax quindi è un’arma letale contro le classi meno abbienti. La soluzione semmai sarebbe una riforma fiscale che imponesse di pagare le tasse anche a chi non è dipendente o pensionato. Anche i sindacati istituzionalizzati hanno incentivato la flat tax, (per le agevolazioni alle grandi imprese), dandoci da bere che serviva per “creare nuovi posti di lavoro”, dopo aver firmato la riforma del lavoro e delle pensioni della Fornero, il Jobs Act, varie forme di sfruttamento e la progressiva perdita dei diritti acquisiti….

e-io-pago

 

Il capitalismo ti deruba e fa di te uno schiavo.

La legge autorizza e protegge questa rapina.

Il governo ti inganna facendoti credere

di essere libero e indipendente.

In questo modo, ogni giorno che passa

ci si fa gioco di te.

(A. Berkman)

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Poteri occulti (P2) proteggono lo stato di polizia violento e assassino!

Poteri occulti (P2) proteggono lo stato di polizia violento e assassino!

A proposito di paradossi e di occultamento della verità…

Il 21 marzo scorso, il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato accertamenti preliminari sul sostituto procuratore generale di Genova, Enrico Zucca, per le dichiarazioni fatte il giorno prima ai mass media sui casi giudiziari del G8 di Genova e sulla morte di Regeni. Il Pm Enrico Zucca ha fatto delle dichiarazioni coraggiose ma scomode per l’apparato paramilitare fascista: “La rimozione del funzionario condannato (per i massacri compiuti durante la manifestazione del G8 di Genova 2001) è un obbligo convenzionale, non una scelta politica, e queste cose le ho dette e scritte anche in passato. Il Governo deve spiegare perché ha tenuto ai vertici operativi dei condannati. Fa parte dell’esecuzione di una sentenza”. “I nostri torturatori sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all’Egitto di consegnarci i loro torturatori?”, ha dichiarato il Pm Zucca ai giudici del processo Diaz e con riferimento a ciò che accadde al G8 (stato di polizia – strategia della tensione), intervenendo ad un dibattito sulla vicenda di Giulio Regeni. “L’11 settembre 2001 e il G8 (ha affermato) hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper fare per vicende meno drammatiche”. Il padre di Regeni invece dichiara “Siamo decisi ad andare avanti anche a piccoli passi per la tutela degli italiani all’estero”. “Combattiamo per Giulio ma anche per tutti quelli che possono trovarsi in situazioni simili a quelle che lui ha vissuto”, ha sottolineato l’avvocato difensore della famiglia Alessandra Ballerini che ha ricostruito i depistaggi e la vicenda: “il corpo di Giulio parla da solo e si difende da solo. Siamo arrivati a 9 nomi delle forze di polizia implicati”…..

Il giallo della morte di Regeni: “Preso e ucciso dalla polizia”!!!….

il giovane era sorvegliato aveva partecipato agli scioperi dei lavoratori a Giza.

La sua uccisione probabilmente si ricollegava al lavoro di studioso del 28enne friulano sulla Primavera araba e le condizioni di vita del Paese. «Giulio aveva paura, da settimane chiedeva di firmare i suoi articoli per il quotidiano il Manifesto con uno pseudonimo: non era un attivista ma uno studioso che si occupava del movimento operaio egiziano e delle rivendicazioni sindacali. La polizia fascista quando trovò il corpo di Giulio dichiarò che era morto a causa di un incidente stradale ….

Il procuratore del Cairo, Ahmed Nagi, che guida il team impegnato nelle indagini, ha dichiarato all’Ap che sul corpo di Regeni ci sono segni di bruciature di sigaretta, torture, ferite da coltello e segni di una «morte lenta». Altre fonti della Procura parlano anche di «contusioni accanto agli occhi, come fossero il risultato di un pugno». Il corpo di Regeni, ha aggiunto ancora il procuratore Nagi, è stato trovato, sul ciglio dell’autostrada, nudo dalla cintola in giù. Un altro dettaglio incongruente con l’ipotesi dell’incidente stradale. il capo del sindacato egiziano degli ambulanti era un informatore dei servizi segreti. In un’intervista all’edizione araba dell’Huffington Post, Abdallah ha confessato di aver consegnato il ricercatore italiano Giulio Regeni al ministero dell’Interno, cioè agli uomini che fanno capo direttamente al presidente Al Sisi. Regeni era un ragazzo giovane che voleva cambiare il mondo per renderlo un po’ migliore e umano (Alberto Franceschini dice che a 20 anni sei facilmente vulnerabile perché conosci solo “metà della mela”; anche lui l’ha dovuto constatare…) ma i suoi sogni sono stati traditi dalla dura realtà (che non è affatto filosofica) di questa sozza società, ormai negativamente globalizzata. Regeni era stato incaricato dall’università di Cambridge di fare una ricerca nell’ambito del mondo sindacale, ma secondo Abdallah faceva troppe domande (il capo venduto dei sindacati, aveva forse paura che Regeni capisse cos’era l’ultimo gradino della scala gerarchica militare? I soliti intrecci – intrallazzi oscuri tra polizia, sindacati, paramilitari e narcos).

A proposito di strategia della tensione (dittatura militare)…

La strategia della tensione comprendeva anche l’addestramento paramilitare fatto ai fasci per compiere le stragi di stato (inizio strategia della tensione). La strategia era stata sovvenzionata e pianificata militarmente dal patto Atlantico anticomunista (1956). Un piano militare che serviva soprattutto a rafforzare e stabilizzare il potere liberale costruito dai partigiani bianchi dopo la II guerra mondiale (elezioni 3/6/1946) per imporci il potere cattofascista – andreottiano) come voleva il Conte Edgardo sogno (partigiano bianco cattosinistroide) l’ideatore del partito liberale (Piano Solo 1964 – Golpe bianco 1974)…

A Bologna il 20 marzo scorso, c’è stato un nuovo processo per l’esplosione alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che causò 85 morti e 200 feriti. Gilberto Cavallini, ex terrorista dei Nar, ergastolano attualmente in semilibertà, sarà imputato davanti alla Corte di assise e dovrà rispondere di concorso nella Strage con Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva come esecutori materiali. Cavallini è accusato dalla Procura di Bologna, di aver aiutato gli attentatori alloggiandoli in Veneto, fornendo documenti falsi e la vettura per il viaggio da Padova a Bologna. Al processo saranno presenti anche i familiari delle vittime: già 90 le parti civili costituite in udienza preliminare. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime della Strage del 2 Agosto, all’ingresso del Tribunale di Bologna (dove comincia il processo a Gilberto Cavallini, ex Nar, accusato di concorso nella strage), dichiara: “Il nostro stato d’animo è positivo perché c’è la possibilità di fare un passo avanti per la verità. Qui però bisogna vedere se la verità si vuole o meno, non tanto per questo processo ma per altre situazioni”. “Ho visto col quarantennale di Moro che si è dato più spazio a Morucci, e non alle commissioni parlamentari e a tutto quello che era venuto fuori, che demolisce completamente il memoriale Morucci che è stata la verità per 40 anni“. Il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage ha poi aggiunto: “Chiarezza si può fare, ma se si fa come per il quarantennale, con le istituzioni che hanno avallato questa situazione, credo sia molto difficile per tutti arrivare alla verità“. Bolognesi ha poi spiegato di aver mandato una lettera alla commissione Moro, invitando il procuratore “Giuseppe Pignatone a valutare tutte le ipotesi di depistaggio nei confronti dei vertici dell’Aisi, proprio sulla Gladio nera e i nuclei di difesa dello stato. “La verità chiaramente passa anche smascherando gli organi coperti dello stato (ha concluso) che hanno operato in maniera illegale facendo anche probabilmente cose relative alla strage di Bologna”. Cavallini era amico di Valerio Fioravanti, erano tutti e due delusi dai vecchi fascisti, ma erano affascinati entrambi dalla figura di Che Guevara!!… Cavallini proveniva dalla Curva Nord interista ed è stato uno dei fondatori dei Boys dell’Inter, in seguito ha abbandonato la vita di curva per entrare nella militanza politica cattofascista liberale. Cavallini si dichiara fascista, ben più che di destra o “anticomunista”….

Ma chi è veramente Morucci?

Valerio Morucci veniva da Potere operaio, (gruppo della sinistra extraparlamentare), era responsabile del servizio d’ordine, ed è stato tra i primi a sollecitare una militarizzazione del movimento, costituendo inizialmente piccole strutture clandestine insieme a militanti dell’estrema sinistra nella capitale. Franceschini ricorda nelle sue memorie (dal libro “Che cosa sono le Br”): “A quell’incontro arrivò in Mini Minor, giacca blu con bottoni d’oro, camicia di seta, cravatta, occhiali Ray-Ban: sembrava un fascistello sanbabilino. Parlò soprattutto lui, e di armi… Ci chiese di entrare nelle Brigate Rosse, ma nessuno fu d’accordo di accogliere Valerio. La nostra diffidenza verso quelli di Potere operaio era congenita… si decise soltanto di continuare ad avere con lui il rapporto che già avevamo, esclusivamente logistico”. Il 17/8/1990, su suggerimento della destra DC, Morucci compila insieme con la compagna Adriana Faranda il cosiddetto memoriale, un documento contenente nomi e fatti che descrive l’agguato di via Fani. Morucci nel periodo del sequestro Moro era uno dei principali responsabili del Fronte Logistico e, insieme a Bruno Seghetti, si incaricò di scortare fino a via Caetani la Renault 4 rossa, guidata da Moretti, col cadavere di Moro nel bagagliaio. Nel 1990 lo consegna in carcere a suor Barillà, una religiosa assistente dei carcerati che ha già collaborato coi Servizi segreti nel caso Cirillo. La suora fa pervenire il memoriale al capo dello stato Francesco Cossiga il 13/3/1990. Più di un mese dopo, passato di mano tra vari esponenti della DC, Cossiga lo consegna al capo della polizia, e questi a sua volta lo dà ai magistrati. Il documento viene presentato come la ricostruzione completa dell’operazione Moro, coi nomi e i cognomi dei brigatisti partecipanti. Poi nuove indagini lasceranno sospettare che si tratta di una versione parziale. I 9 brigatisti che Morucci identifica nell’agguato di via Fani sono Franco Bonisoli, arrestato nell’ottobre del 1978, Prospero Gallinari, Raffaele Fiore e Valerio Morucci, arrestati nel 1979, Bruno Seghetti, arrestato nel 1980, Mario Moretti, arrestato nel 1981, Barbara Balzerani, arrestata nel 1985, Alvaro Lojacono, arrestato nel 1988 e Alessio Casimirri, tuttora latitante in Nicaragua. Nell’ottobre 1993 Mario Moretti aggiungerà il nome di Rita Algranati, moglie di Casimirri, arrestata nel 2004 in Egitto. Morucci forse si vergogna di dire che sono stati eterodiretti? Attualmente Morucci si occupa di informatica, risiede a Roma e ha pubblicato nel corso degli anni dei libri: Ritratto di un terrorista da giovane e La peggio gioventù, in cui descrive la sua vita prima, durante e dopo l’esperienza nelle Brigate Rosse, e Patrie galere. Cronache dall’oltrelegge, che descrive la sua esperienza carceraria e che è stato presentato anche a Casapound (foto sopra).

A proposito di abusi di potere contro gli indifesi:

Il 20 marzo scorso i mass media ci ricordano la morte di Stefano Cucchi, un ragazzo esile, pesava 40 kg (era caduto nel tunnel dell’eroina), massacrato di botte da vari sbirri in caserma durante una perquisizione e arrestato poi per 28 grammi di hascisc e 1 grammo di coca.

Luigi Lainà, detenuto nel carcere romano in quel periodo, dichiara davanti alla I corte d’Assise che vede imputati 5 carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale: “Stefano mi raccontò che lo avevano picchiato due carabinieri in borghese nella prima caserma in cui fu portato”. Racconta Lainà che quella notte incontrò Cucchi nel Centro clinico del penitenziario: “Quando ho visto Stefano la prima volta stava ‘acciaccato’, era gonfio come una zampogna, aveva ematomi sul viso e sugli zigomi, era viola, perdeva sangue da un orecchio, non parlava bene e non riusciva neanche a deglutire. Quando gli ho visto la schiena sembrava uno scheletro, un cane bastonato, roba che neanche ad Auschwitz” dice Luigi Lainà, ascoltato oggi al processo bis sul caso di Stefano Cucchi, morto il 22/10/2009 all’ospedale Sandro Pertini di Roma. Per questa vicenda tre carabinieri, Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco sono accusati di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità. Tedesco è accusato anche di falso e calunnia col maresciallo Roberto Mandolini, mentre della sola calunnia risponde il militare Vincenzo Nicolardi. La sorella di Cucchi dichiara ai mass media: “Il racconto del testimone Lainà è drammatico dal punto di vista emotivo, rivedo anche il carattere e i modi di fare di mio fratello e soprattutto la sua sofferenza che per tanti anni è stata nascosta. Per anni si è parlato di lesioni lievi, lui stava malissimo invece, e quel dolore è aumentato ora dopo ora fino a farlo morire. In questi anni è stato tutto astratto, sembrava che mio fratello fosse morto senza una ragione, da oggi si comincia a capire cosa è effettivamente successo”. Domani inizierà il 3° processo d’Appello per i 5 medici dell’ospedale finiti sotto processo per non aver dato la giusta assistenza e attenzione a Stefano, e di avere occultato il suo vero stato di salute (ucciso dalle torture inflitte). Gli indagati nella sanità, per non aver prestato soccorso a una persona detenuta (servizio scadente scontato), debilitata e sofferente sono: Aldo Fierro (primario del Pertini), Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo, inizialmente portati a processo per l’accusa di abbandono d’incapace, furono condannati in primo grado nel giugno 2013 per omicidio colposo. Fu la prima Corte d’assise d’appello nell’ottobre 2014 a ribaltare poi la sentenza, mandandoli assolti.

Le forze del disordine (gabellotti), nate appunto per difendere i poteri autoritari, sono bastarde infami e vili in tutte le parti del mondo:

Il 16 marzo i mass media scrivono che a Rio de Janeiro alcuni sicari hanno assassinato la consigliera comunale Marielle Franco del Partito socialismo e liberta’ (Psol, di sinistra), molto attiva contro le diseguaglianze e la violenza nelle favelas carioca. Marielle, 38 anni, è stata uccisa con 4 colpi di pistola alla testa: una vera esecuzione. I sicari hanno anche ucciso il suo autista e ferito lievemente una sua assistente. Sul luogo del duplice omicidio furono trovati 9 bossoli. La ragazza aveva partecipato ad un evento in sostegno delle giovani donne nere delle favelas. La giovane consigliera aveva anche criticato pesantemente l’operato della polizia militare nelle favelas di Rio, definendo il corpo speciale incaricato per queste operazioni ”battaglione della morte, che uccide i nostri giovani”. Marièlle era nata nelle favelas (quartieri ghetto di baracche fatiscenti), ecco perché conosceva bene le tante speculazioni e ingiustizie sociali che ci girano attorno… Marièlle è stata ammazzata a causa delle lotte coraggiose che portava avanti per difendere i diritti della sua gente, (povera e schiavizzata dalle violenze, dal business e dalle speculazioni fatte dalla polizia e dai Narcos il loro braccio destro…).

L’omicidio ha creato un’ondata di sdegno in tutto il Brasile. Ma chi è Stato ad uccidere la consigliera comunale Marielle Franco? La classe politica corrotta spazzata via dai giudici? I narcos e le milizie paramilitari che si sono ripresi gli spazi perduti negli anni in cui la città era sotto gli occhi del mondo? Qualche giorno fa, il suo gruppo politico aveva convocato a Rio i giornalisti stranieri per lanciare una iniziativa di monitoraggio e denuncia sull’intervento dei militari a Rio. Ma chi l’ha uccisa dunque? La polizia corrotta, le milizie o i narcos? In tanti potrebbero aver avuto questo interesse…

Quattro giorni prima di morire Marielle aveva denunciato la morte ingiustificata di due giovani, alla periferia nord di Rio, per mano della polizia. Appena poche ore prima dell’agguato, aveva scritto su Twitter: «Quante altre persone dovranno morire prima che questa guerra finisca?». Soltanto la scorsa notte del 16 marzo, a Rio sono state ammazzate 5 persone. Tra loro Marielle e Anderson….

Stato di polizia corrotto ….

Il 25/2/2018 i mass media scrivono che in Messico sono stati arrestati 4 agenti della polizia locale di Tecalitlan, sono stati arrestati in relazione alla scomparsa dei tre italiani di cui non si hanno notizie da fine gennaio: Raffaele Russo, suo figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino. Lo ha detto il procuratore statale Raul Sanchez Jimenez, citato dai media messicani, secondo cui i 3 italiani sarebbero stati consegnati a un gruppo criminale locale. La rabbia dei parenti: “I nostri familiari sono stati venduti per 43 euro a una banda di criminali, poco più di 14 euro a persona.”…

Vi consigliamo di leggere il libro: “Italicus: 1974, l’anno delle quattro stragi” a cura di Paolo Bolognesi e Roberto Scardova.

 

Lo Stato è nato dalla forza militare;

si è sviluppato servendosi della forza militare

ed è ancora sulla forza militare che

logicamente deve appoggiarsi per mantenere

la sua onnipotenza.

Dal “Manifesto internazionale anarchico contro la guerra” (1915)

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Solidarietà alla compagna antifascista Lavinia

Solidarietà alla compagna antifascista che il 22 febbraio partecipò alla risposta antifascista di Torino contro l’arrivo del candidato premier di Casapound.

Un corteo antifascista che ha tentato a più riprese di raggiungere l’albergo nel centro storico in cui il fascistone Simone Di Stefano era presente per un appuntamento elettorale (propaganda fascista). Naturalmente la repressione ha dovuta subirla il movimento antifascista e non quello anticostituzionale fascista. Ancora una volta il movimento antifascista si ritrova a dover affrontare e subire la solita repressione fascista da parte degli sbirri, che erano li (anche quel giorno), per difendere i loro camerati. Durante una ‘carica di alleggerimento’ come dicono loro quando tirano i lacrimogeni (considerati cancerogeni) e manganellano i manifestanti, una insegnante precaria esasperata dall’ignoranza e dalla violenza repressiva sbirresca, in un momento di plausibile incazzatura insulta gli sbirri che stanno difendendo i fascisti di Casapaund che, come tutti ormai sanno, stanno uscendo dalle fogne per aprire sedi in tutt’Italia (alla faccia della Legge Scelba che condanna il reato di apologia del fascismo…). L’insegnante che già era precaria, è preoccupata per la campagna mediatica, costruita a tavolino contro di lei (contro un’antifascista che difendeva la costituzione dal fascismo), contro il suo lavoro, ma non è pentita di quanto fatto e detto durante la manifestazione contro Casapound. La compagna antifascista non ci sta a passare per il “male assoluto di questo Paese” e sulla richiesta di licenziamento immediato da parte del segretario del Pd, Matteo Renzi, è netta e dichiara ai mass media: “Quelle sue parole hanno dell’assurdo, Matteo, ancora si affanna per cercare di sembrare un sincero democratico di sinistra? [si chiede la maestra] Si testimonia da solo”. Un licenziamento immediato per un’insegnante (antifascista), che giustamente è delusa dal proprio sistema statale, per il vilipendio quotidiano che viene praticato, ogni giorno, nei confronti della Costituzione Italiana e per le connivenze, ormai non più tanto nascoste, tra la politica istituzionale e l’incalzare dell’ideologia, ma soprattutto delle pratiche fasciste, in questo Paese. “Oltre che un’insegnante, sono una persona e sono antifascista, perché amo la vita e credo nell’umanità” spiega l’insegnante antifascista, difesa dal sindacato Cub scuola.

Naturalmente quel massomafioso del pm di Torino, Antonio Rinaudo (già tristemente noto per le sue sporche vicende), ha iscritto l’insegnante antifascista nel registro degli indagati con l’accusa di istigazione a delinquere e minacce. Tre capi d’accusa che la donna non riconosce, perché avvenuti in un contesto concitato in cui gli agenti in tenuta antisommossa, avevano appena caricato il corteo di antifascisti in piazza… Naturalmente quell’arpia della ministra Fedeli, si è subito mossa per mettere in moto un bel procedimento disciplinare nei confronti dell’insegnante, che è stata prima sospesa e ora rischia il licenziamento. A chiedere l’immediato intervento contro l’insegnante sono stati soprattutto i sindacati di polizia, anche il segretario generale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) Gianni Tonelli si è subito associato….

Invece alle manifestazioni antifasciste, organizzate il 24 febbraio scorso a Roma, c’era anche Amnesty International Italia, per monitorare il comportamento delle forze di polizia ed eventuali usi sproporzionati della violenza. Naturalmente il tema delle violenze e delle torture perpetrate dalle forze dell’ordine è ancora un grosso problema che, nonostante l’approvazione della legge contro il reato di tortura (dopo trent’anni), non ha risolto. Ricordiamo alcuni tra i tanti uccisi dalle violenze e dalle torture delle forze del disordine: Giuseppe Pinelli, il 18enne Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, F. Mastrogiovanni, A. Bianzino , S. Frapporti, Carlo Giuliani, M. Lonzi, R. Maranzano, G. Uva, C. Saturno, Gino Zordan, Sole e Baleno.

Ricordiamoci che Casapound, è un partito politico italiano anticostituzionale di estrema destra, di matrice neofascista e populista e fu costituito nel giugno 2008 come associazione di promozione sociale. Nel dicembre 2003 occuparono uno stabile nel rione Esquilino di Roma e Casapound, fondò il primo centro sociale di ispirazione fascista. http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/11/03/news/tutti-i-soldi-e-le-societa-di-casapound-e-forza-nuova-cosi-si-finanziano-i-partiti-neofascisti-1.313304

Naturalmente non posiamo dimenticare la repressione, le bastardate e l’orrore creato dalle tante violenze e violazioni dei diritti, (dittatura militare) perpetrati dalle delle forze dell’ordine durante i 3 giorni del G8 di Genova nel 2001….

Ma il paradosso in Italia non finisce qua, infatti il 9 marzo scorso, i mass media scrivono che a Genova, la corte europea dei Diritti dell’uomo (Cedu), ha dichiarato «ammissibile» il ricorso presentato dai funzionari di polizia condannati in via definitiva per i fatti della Diaz relativi al G8 di Genova del 2001: i poliziotti, che erano stati assolti in primo grado, sono poi stati condannati in appello e in Cassazione per falso e calunnia. Gilberto Caldarozzi, oggi vicedirettore della Dia, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Filippo Ferri, Salvatore Gava, Francesco Gratteri e Giovanni Luperi (entrambi in pensione), Massimo Mazzoni, Spartaco Mortola, e Nando Dominici sono i funzionari condannati e che hanno presentato ricorso (lo stato non condanna se stesso…). Nella serata, il sostituto procuratore Enrico Zucca, ha ribadito e dichiarato ai mass media che «il fatto che la Corte europea abbia detto che il ricorso è “ammissibile” non significa che verrà accolto: ricordiamoci delle motivazioni della Cassazione, ma anche delle sentenze della Cedu su Diaz e Bolzaneto».

Il 26 Dicembre 2017, pochi mesi fa, i mass media scrivono che a Genova non si è placata la causa degli avvocati e magistrati che hanno combattuto per la verità sui pestaggi, le violenze e le torture praticate nel capoluogo ligure nel luglio di 16 anni fa, e dichiarano ai mass media che la nomina decisa dal ministero dell’Interno Minniti a numero due della Direzione investigativa antimafia di Gilberto Caldarozzi, ex capo della sezione Criminalità organizzata della polizia (Sco), condannato a 3 anni e 8 mesi in via definitiva per falso per i fatti del G8, è «qualcosa di grottesco». Per la corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo, Caldarozzi è stato uno dei responsabili di quanto fatto a Genova dalle forze di polizia, mentre la Cassazione aveva sancito che quei fatti avevano gettato «discredito sull’Italia agli occhi del mondo intero». Dichiara inoltre che è bizzarro che il ministro lo ritenga all’altezza di un ruolo così importante, visto che è stato condannato in via definitiva per avere partecipato alla realizzazione di false prove per occultare (giustificare) la violenza usata su giovani indifesi. Quell’evento fu soprannominato la “macelleria della scuola Diaz” per la violenza e le torture che hanno dovuto subire i manifestanti che protestavano contro lo strapotere economico e militare del G8 (dittatura militare). Ma del resto, tutti i condannati per quelle vicende si sono sempre comportati da finti tonti, come se avessero fatto solo il loro dovere, come se fossero loro le ingiuste vittime». Puntualizza ancora la corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo: «La cosa che fa ancora più specie è che nessuno dei politici che è pronto a battersi per la legalità abbia detto nulla su questa nomina»….

Troiani, condannato anche lui per falso perché portò le false molotov alla scuola Diaz, andrà invece a dirigere il centro operativo autostradale di Roma. Nel corso delle indagini sui fatti del G8 del 2001 di Genova, i magistrati scoprirono che Troiani aveva dato, tramite il suo autista, due molotov da consegnare agli uomini che stavano facendo le perquisizioni alla scuola Diaz, dove decine di manifestanti vennero picchiati brutalmente nel corso di un blitz mentre dormivano. Troiani era stato sospeso, era stato affidato ai servizi sociali e espiata la pena era rientrato in polizia….

Ma ritorniamo in dietro nella storia, puntualizzando che Torino è sempre stata la palestra della repressione sbirresca fin dagli anni ‘70 e che ancora oggi la dobbiamo subire!! Ma andiamo a vedere meglio la storia: il movimento No Tav nasce a fine anni ‘80 e comincia subito a dare fastidio (per la sua visibilità) agli interessi di mafiosi, agenti dei servizi segreti disoccupati e ufficiali dei carabinieri che in quel periodo erano molto attivi nel traffico di armi e di droga…

Nel 1998 esce l’inchiesta sugli attentati contro l’Alta velocità …..

I cento chilometri che dal capoluogo piemontese giungono al confine francese di Modane, sono stati teatro dei ricatti mafiosi dei clan calabresi insediati a Bardonecchia, dei traffici d’armi dell’armeria Brown Bess di Susa, delle azioni, a fine anni ’70, dei terroristi di Prima Linea, delle attività non sempre limpide degli uomini dei servizi insediati da Dalla Chiesa per reprimere (anche attraverso le infiltrazioni), lo stesso terrorismo e poi rimasti in valle sull’orlo di una imbarazzante disoccupazione. Al centro delle inchieste anche la Sitaf, la società che ha costruito l’autostrada per Modane e che nel 1998 voleva entrare a tutti i costi nel business degli appalti sull’Alta velocità. Il verminaio della val di Susa però, comincia a essere scoperchiato il 17/6/’93 con l’arresto dei titolari dell’armeria Brown Bess di Susa, Luisa Duodero e il figlio, Andrea Torta. I due sono accusati di traffico d’armi per aver fatto sparire 397 pistole. Finite a chi? E con quali complicità? Il 12/12/’94 il processo si chiude con la condanna dei due armieri, e nella requisitoria finale il pm avanza il sospetto che i due abbiano gestito il traffico grazie alla complicità di pubblici ufficiali. I responsabili dei carabinieri della zona avevano infatti reso dichiarazioni evasive al processo. La svolta nell’inchiesta arriva nel marzo del ’95 con una serie di esposti presentati in procura dall’ex maresciallo dei carabinieri di Susa, Germano Tessari, già uomo dei servizi antiterrorismo di Dalla Chiesa, che per salvarsi dall’inchiesta, svende il suo compare Fuschi. Infatti Tessari suggerisce ai magistrati di interrogare un altro personaggio legato ai servizi, Franco Fuschi, fino ad allora sconosciuto alle cronache. La procura approfondisce con Fuschi l’inchiesta sul traffico d’armi e sui misteriosi ritrovamenti di pistole ed esplosivi avvenuti in valle negli ultimi anni. Com’era prevedibile, Fuschi coinvolge pesantemente nelle sue rivelazioni l’ormai ex amico Tessari, accusandolo di aver organizzato, insieme ai servizi segreti, il traffico d’armi dell’armeria. Germano Tessari è stato maresciallo dei carabinieri di Susa fino al febbraio 1990. Nel corso della sua lunga permanenza in servizio si è occupato, oltreché di Prima linea, anche di vicende minori. E’ stato lui, ad esempio, ad arrestare nel 1981 Silvano Pellissero, uno dei tre frequentatori dei centri sociali accusato degli attentati contro l’Alta velocità. Pellissero viene arrestato col padre in seguito all’esplosione nel pollaio di casa, a Bussoleno, di un rudimentale ordigno. Terminata, nel ’90, la carriera di maresciallo, Tessari si ricicla in politica e viene eletto nello stesso anno assessore ai servizi sociali di Susa e consigliere provinciale nelle liste del Psdi. Nel ’92 si alza (per convenienza) in consiglio provinciale per una circostanziata denuncia contro la corruzione alla Sitaf (la vicenda porterà successivamente al processo e alla condanna di due funzionari della società). Nel ’94 lascia il consiglio provinciale tentando di farsi candidare dai Progressisti alle elezioni politiche. Nel ’95 ci riproverà nelle file del patto Segni alle regionali, anche qui senza successo. Sempre nel ’95 siccome non ha successo in politica si ricicla di nuovo nell’intreccio sporco del malaffare: all’ inizio del 1995 vengono ritrovati 100 candelotti di dinamite all’interno di una galleria in costruzione dell’autostrada Torino-Bardonecchia. Altri ritrovamenti di esplosivi vengono effettuati nelle settimane successive. All’inizio del marzo ’95 la Sitaf lo assume. Effettivamente i ritrovamenti cessano ma nel dicembre del ’96, nell’ambito delle nuove indagini sull’armeria di Susa, vengono perquisiti l’ufficio e l’abitazione di Tessari, dove l’ex maresciallo custodiva apparecchiature di intercettazione ambientale. L’ex carabiniere dei servizi segreti in pensione ha continuato a lavorare nel settore? Il suo avvocato, Claudio Novaro, lo difende affermando che tutte le attività di Tessari si sono svolte alla luce del sole. Ma le rivelazioni del loquace Fuschi riguardano anche altri esponenti dei servizi. In particolare i due agenti del Sisde Dante Caramellino e Raffaele Guccione: “Con loro (ha detto Fuschi ai magistrati) ci mettevamo d’accordo. Una volta hanno messo un po’ di armi in un furgone a Rivoli per poi farcele ritrovare”, naturalmente al termine di una brillante operazione. Tutte Iniziative e trame occulte escogitate da agenti dei servizi segreti disoccupati e in pensione, che si considerano ancora oggi super protetti e impuniti da questa società perbenista e ipocrita …

Il 19/4/’96, mentre viene interrogato in procura, Fuschi si fa accompagnare in bagno e si spara alla tempia. Sopravvivrà, ma da quel giorno la storia delle sue rivelazioni diventa di dominio pubblico… Pochi mesi dopo, in questo scenario di intrighi e ricatti, comincia la serie dei 13 attentati contro l’Alta velocità che si apre il 23/8/’96 e si chiude il 10 novembre. Per questi reati sono stati accusati: Edoardo Massari (Baleno), Pelissero e l’argentina Maria Soledad Rosas (Sole). Tre squatters anarchici che a partire dal marzo 1998 furono vittime di un vero e proprio complotto giudiziario e istituzionale guidato dal PM Maurizio Laudi. Accusati ingiustamente di aver compiuto azioni ecoterroristiche nel torinese, subirono una terribile gogna mediatica che portò al “suicidio” di Baleno (28 marzo) e Sole (11 luglio). Il processo conseguente porterà alla condanna di Silvano Pelissero, ma solo per reati minori e non certo per associazione terroristica.

Metafora della vita: il 18 febbraio i mass media scrivono che la presidenza del Consiglio dei Ministri ha recentemente pubblicato un documento dal titolo: «Adeguamento dell’asse ferroviario Torino – Lione. Verifica del modello di esercizio per la tratta nazionale lato Italia fase 1 – 2030». A pagina 58, si legge: «Non c’è dubbio, infatti, che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica di questi anni, che ha portato anche a nuovi obiettivi per la società, nei trasporti declinabili nel perseguimento di sicurezza, qualità, efficienza. Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni e nessuna persona di buon senso ed in buona fede può stupirsi di ciò. Occorre quindi lasciare agli studiosi di storia economica la valutazione se le decisioni a suo tempo assunte potevano essere diverse. Quello che è stato fatto nel presente documento ed interessa oggi è, invece, valutare se il contesto attuale, del quale fa parte la costruzione del nuovo tunnel di base, ma anche le profonde trasformazioni attivate dal programma TEN-T e dal IV pacchetto ferroviario, richiede e giustifica la costruzione delle opere complementari: queste infatti sono le scelte che saremo chiamati a prendere a breve. Non importa che quelle valutazioni errate siano costate la più grave, e irreversibile per molti aspetti, crisi tra una comunità vasta e lo Stato repressivo che negli ultimi decenni ha risposto sempre con migliaia di processi, centinaia di arresti pur di ostacolare le lotte del movimento No Tav, che resiste da 25 anni e ancora oggi combatte energicamente contro questi meschini intrighi (trappole dei servizi segreti) e agli affari sporchi che girano attorno al business dell’alta velocità, facendo anche (già allora), una bella analisi sui danni ambientali (gli scavi nella roccia producono polvere di amianto e di metalli pesanti) che provoca questa mega infrastruttura. Le parole del governo, che riconoscono pienamente le ragioni del movimento Notav, non generano in val Susa il minimo senso di soddisfazione, bensì un vasto sentimento di rabbia. Anche perché la conclusione del papello governativo, prende atto anche dell’assenza di traffico sulla direttrice est – ovest: una struttura che non serviva, ma la si fa lo stesso….

La responsabilità sarebbe dell’Unione Europea che sbagliò i calcoli, par di capire dal documento governativo, ma ormai è tardi per tornare indietro. Chiosa enigmatica, perché al momento della Torino – Lione Av non esiste un solo metro, a meno che non si prenda in considerazione un piccolo tunnel geognostico costruito in val Clarea. Piercarlo Poggio, docente presso il Politecnico di Torino, fa parte del gruppo di accademici che hanno contrastato sul piano scientifico la tratta Torino – Lione Av, commenta: «Sono parole, quelle del Governo, che provano l’approccio scientifico tenuto dal movimento Notav: non abbiamo mai avuto una posizione ideologicamente contraria. I nostri sono sempre stati studi corretti, che provano l’inutilità dell’opera. A maggior ragione oggi è momento per tornare indietro, non per andare avanti come se nulla fosse». Il Tunnel di base costerà 8,6 miliardi di euro ripartiti tra Francia e Italia nella misura del 42,1% e del 57,9%, al netto del cofinanziamento UE che copre il 40% del costo complessivo. L’Italia quindi spenderà tre miliardi di euro a cui si devono sommare 1,7 miliardi necessari per il potenziamento della linea storica: è il cosiddetto «Tav low cost».

Per fare un macabro paragone, in Italia si spendono più di 100 milioni di euro al giorno per spese militari e controllo sociale!!! Ma chi controlla il controllore? (Diceva già allora Shakespeare)

E, come disse invece Totò: “E noi paghiamo…”.

Le strane amicizie del pm Rinaudo (dossier completo)

Le strane amicizie del pm Rinaudo (dossier completo)

 

Al minimo segno di ribellione, tutto il peso del governo,

della legge e dell’ordine ti cadrà sulla testa,

a cominciare dal manganello del poliziotto, dal carcere, dalla prigione,

fino alla forca o alla sedia elettrica.

A. Berkman

 

Pinelli, con Sole e Baleno, vivono e lottano insieme a noi.

Le nostre idee non cambieranno mai!!!

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Sono talmente esaltati che si ammazzano tra loro! tra sbirri !!

 Sono talmente esaltati che si ammazzano tra loro! tra sbirri !!

Il 13 febbraio i mass media scrivono che dentro alla caserma Montebello in via Vincenzo Monti a Milano è morto (mentre si stava addestrando) Andrea Vizzi, un appuntato dei carabinieri. L’appuntato è morto nel pomeriggio durante una esercitazione delle Api (Aliquote di pronto intervento), l’addestramento doveva essere con le armi scariche. Il militare che ha sparato è un brigadiere con una lunga esperienza nelle Api, è entrato nella squadra d’élite nel febbraio 2016 (la fondazione delle Api è del dicembre 2015). E’ stato verificato che, l’appuntato dei carabinieri è stato centrato in pieno petto da un colpo di pistola mitragliatrice M12 sparato durante un’esercitazione in un’area di addestramento ricavata nella zona dei garage della caserma dove stavano mettendo a punto delle tecniche di intervento speciale… Il capo squadra e gli altri 3 colleghi presenti, giustificano l’accaduto dicendo che è stato un incidente, ma non si sbilanciano molto a spiegare come è accaduto (perché hanno litigato?!!). Vizzi quando morì non indossava l’elmetto con visiera in dotazione al gruppo Api e non aveva nemmeno il giubbotti antiproiettile. Il fatto che Vizzi non indossava la divisa per addestrarsi, fa pensare che l’incidente sia avvenuto al termine della esercitazione o comunque in una fase di riposo….

Ma andiamo a vedere chi sono questo gruppo d’élite di supercarabinieri addestrati (servizi segreti)…

Il 24 marzo 2017 i mass media scrivono che il parlamento discute (dopo gli attentati di Parigi e poi quelli di Bruxelles), di istituire dei corpi speciali (ci sono già, Nocs, Gis e vari gruppi occulti – alè se magna…). Così sia i carabinieri sia la polizia hanno pensato di istituire altre forze speciali contro l’Islam (creando le guerre di religione!! Come nel 1100 con le guerre sante). Si tratta di alcune centinaia di uomini di alto grado, dislocati in tutta Italia, in varie caserme. Si chiamano Api, Aliquote primo intervento, e Sos, Squadre operative di supporto. Le squadre sono formate generalmente da tre unità più un comandante, e viaggiano sul un Land Rover Discovery, armate con Beretta 92 e fucili d’assalto AR 70/90. Attualmente vi sono operative 18 squadre Api e 13 Sos.

Ma chi erano i servizi segreti e i loro paramilitari che c’erano già prima delle Api?

Chi sono questi del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania? I paramilitari del Tuscania sono un’unità militare dell’arma dei carabinieri. Nacquero l’1/7/1940 come battaglione dei carabinieri reali, e venivano usati come paracadutisti, nella II guerra mondiale colonialista, collaborò anche l’Italia all’accaparramento delle risorse prime dell’ dell’Africa, usando la sopraffazione e la violenza. Nel 1951 l’ unità era a disposizione esclusiva del comando generale dell’arma dei carabinieri come unità di pronto impiego per servizi di ordine pubblico e l’1/10/1975 assunse la denominazione di 1º Battaglione carabinieri paracadutisti “Tuscania“. Nel 1977 si staccò una parte del battaglione per creare le unità antiterrorismo e forze speciali, Gruppi Intervento Speciale (GIS). Il 15/3/2002, a seguito della costituzione in Forza Armata Autonoma dell’ex Arma dei Carabinieri, il 1º Reggimento “Tuscania” esce dai ranghi dell’Esercito e della Brigata paracadutisti “Folgore” e viene posto alle dirette dipendenze della II Brigata Mobile Carabinieri. La Brigata paracadutisti “Folgore” fu istituita invece l’1/1/1963 a Pisa. Nel 1997 suscitò scalpore la pubblicazione da parte del settimanale Panorama, di notizie concernenti presunte torture subite da diversi cittadini somali da parte di alcuni paracadutisti della Folgore. A proposito del reggimento carabinieri Tuscania, vi ricordate cosa dichiarò ai mass media nel 2006 Placanica?

Placanica dichiara di essersi ritrovato in “un ingranaggio più grande di lui” e che sul G8 non sarebbe stata detta tutta la verità, dando anche per vera l’ipotesi, già formulata da inchieste indipendenti, relativa al fatto che la testa di Giuliani sarebbe stata colpita con un sasso mentre questi giaceva a terra morto, nel periodo di tempo in cui le Forze dell’ordine non facevano avvicinare né i giornalisti e nemmeno i manifestanti. Poi sostiene che mentre erano in corso le cariche e lui sparava lacrimogeni, «il maggiore Cappello (Claudio, ufficiale del Tuscania che ha partecipato a diverse missioni all’estero, mi ha preso il lanciagranate perché diceva che non ero capace. Io sparavo a parabola, invece lui ha iniziato a sparare ad altezza d’ uomo, colpendo in faccia le persone». Le dichiarazioni del carabiniere Placanica sono servite per riaprire il dibattito della commissione d’inchiesta parlamentare sul G8. Le rivelazioni mostrano un inquietante tessuto di menzogne da parte delle forze dell’ordine nei confronti dell’omicidio di Carlo Giuliani. Il G8 di Genova viene organizzato a un mese dalla nascita del governo P2 (P2?) di BerlusKa. La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che gli atti commessi dalle forze dell’ordine a Bolzaneto nei giorni del G8 del 2001, sono stati atti di tortura. La Corte europea dei diritti umani ha condannato quindi l’Italia per le azioni violente fatte dai membri delle forze dell’ordine ai manifestanti che parteciparono come opposizione al grande strapotere economico e militare che incarnano i potenti del G8 – G7.

Ma proseguiamo con l’analisi:

Prima della struttura Gladio, esisteva già in Italia nel 1949 un’altra organizzazione clandestina denominata “Ducae aveva le stesse funzioni occulte della Gladio (top secret), ed obbedivano già allora al Patto Atlantico (strategia tensione)…. Gladio fu costituita con un protocollo d’intesa tra il servizio segreto italiano e i servizi segreti della Nato il 26/11/1956. Fu un’intesa occulta tra SIFAR (al cui comando, al tempo della stesura del protocollo, era da poco stato posto Giovanni de Lorenzo) e la CIA. Ma ricordiamoci anche cos’è stato il piano Solo chiamato così perché fatto solo dai carabinieri: il Piano Solo è stato un colpo di stato che aveva obbiettivi ben precisi. Fu ideato dal capo dell’arma dei carabinieri, il generale Giovanni de Lorenzo, preoccupato per la crisi del I governo democristiano (Moro aveva fondato nell’estate 1964 all’interno del partito democristiano il centro sinistra, trovandosi in opposizione con Andreotti che era di centro destra). Al colpo di stato militare (Piano Solo) parteciparono: carabinieri, gruppi di civili, ex parà e repubblichini di Salò, la Confindustria e alcuni circoli militari invece, finanziarono alcune formazioni paramilitari… L’Arma dei carabinieri avrebbe assunto il controllo delle istituzioni e dei servizi pubblici principali, compresi la televisione, le ferrovie e l’ente telefonico nazionale ed avrebbe occupato con le armi le sedi dei partiti di sinistra, le redazioni de “L’Unità”, le sedi della RAI-TV e le prefetture. Quello del 1964 non fu, l’unico tentativo di colpo di stato. Il 7/12/1970 Junio Valerio Borghese e l’industriale romano Remo Orlandini tentarono un colpo si stato con l’operazione “Tora Tora”. Tre anni dopo, nel 1973, venne scoperta l’organizzazione segreta “Rosa dei Venti”, che puntava ad attuare un colpo di stato in sei fasi, tra cui un intervento militare e la fucilazione di ministri e parlamentari socialisti e comunisti, dirigenti della sinistra, vecchi comandanti partigiani comunisti. Nel 1974 ci fu il Golpe Bianco, un colpo di stato di stampo liberale e presidenzialista, promosso da ex partigiani antifascisti e anticomunisti. Un “golpe bianco”, che faceva capo a Edgardo Sogno, Randolfo Pacciardi, ex ministro della Difesa. Il progetto aveva il sostegno degli Usa e della loggia massonica P2 di Licio Gelli….

Brutti tempi (anche la logica di fare i giochetti sporchi è ancora la stessa): sono gli anni dei fascisti di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, del Golpe Borghese, di Gladio, di Gelli e della “Rosa dei venti”… Francesco Cossiga rimane la parte più enigmatica della storia, perché faceva da tramite tra i servizi segreti e la politica democristiana di Andreotti. Teniamo presente che Cossiga era Ministro dell’Interno nei governi Moro V, Andreotti III e Andreotti IV dal 1976 al ‘78 e durante il periodo in cui era sottosegretario alla difesa aveva la delega alla sovrintendenza di Gladio.

Il 31/1/1964 SCOPPIA LO SCANDALO DEL SIFAR (servizi segreti). Nel 1965 il SIFAR viene sciolto ma è uno scioglimento di facciata, l’ennesimo: con un decreto del Presidente della Repubblica, il 18/11/1965, nasce il SID (Servizio Informazioni Difesa) che del vecchio servizio continuerà a mantenere uomini e strutture. Nel gennaio 1978 Cossiga contribuì alla riforma dei servizi segreti e istituì i reparti speciali antiterrorismo della polizia NOCS e dei carabinieri GIS (Tuscania)….

Ma chi sono ‘sti NOCS? NOCS è un Corpo speciale della polizia di stato italiana; viene istituito per contrastare le rivendicazioni sociali ed economiche degli studenti e degli operai. Il N.O.C.S. dispone di un parco macchine composto da veicoli in borghese tra cui Jeep in borghese, Land Rover in borghese, altri tipi di SUV e fuoristrada in borghese e anche furgoni blindati in borghese.

E questi del Gis chi sono? Il Gis è sempre un reparto d’élite dell’Arma dei carabinieri e collaborano con le Forza Speciale: dell’Esercito, della Marina e con il 17º Stormo dell’Aeronautica. Il GIS nasce nel 1978 e dal 2004 è anche unità delle Forze Speciali, è attivo per ogni tipo di azione militare soprattutto internazionali. Il GIS è inquadrato nella II Brigata mobile carabinieri, dipende operativamente dal Comando interforze per le operazioni delle forze speciali. I suoi componenti, a differenza delle altre forze speciali italiane, oltre alla qualifica di incursore, hanno anche quella di agente di pubblica sicurezza. Il reparto dal 2000 si è “distinto” per le tante guerre a cui ha partecipato coi loro metodi autoritari – fascisti: Balcani, Afghanistan, Iraq, Corno d’Africa, ecc.. Durante gli anni ‘70 (anni di piombo), nonostante il Governo non avesse preso delle iniziative ufficiali, nei reparti d’élite delle Forze armate e di Polizia, furono create unità per lo sviluppo e la sperimentazione di tecniche di intervento militare (strategia della tensione). A partire dal 2004, il Comando generale dell’Arma dei carabinieri, ha promosso il Gruppo d’intervento speciale, da unità controterrorismo a forza speciale, enfatizzando la preparazione per i dispiegamenti nelle basi Nato (Patto Atlantico….) all’estero. I carabinieri che fanno domanda per entrare nel Gis, vengono inviati per essere addestrati presso il 1º Reggimento Tuscania dove iniziano il durissimo percorso. La sede dei GIS è a Livorno.

Facciamo una piccola parentesi sul periodo del ‘78: nel 1978 Cossiga istituì una commissione d’inchiesta per la liberazione di Aldo Moro, commissioni che poi si rivelò composta da appartenenti alla loggia P2: il direttore dei servizi segreti Bassini, il generale Santovito, il commissario Walter Pelusi e il generale Giudice, erano tuttiP2isti e collaboratori di Cossiga. Cossiga era preoccupato che Moro rivelasse, per salvarsi, i segreti di stato che riguardavano le trattative segrete per l’attuazione del “compromesso storico”, del ruolo della DC nel periodo dell’”attacco al cuore dello stato”, dal colpo di Stato di De Lorenzo, fino ai segreti militari che riguardavano la strage di Piazza Fontana, i segreti militari riguardanti la “Gladio” e l’affare “Lockeed”. Teniamo presente che nel 1967 c’era già stato lo scandalo del Sifar…

Ma cos’è la strategia della tensione? La strategia della tensione si basa su una serie di atti terroristici, volti a creare e a diffondere nella popolazione uno stato di tensione e di paura, tali da far giustificare o auspicare svolte politiche di stampo autoritario (dittatura militare), tattiche militari che consistevano nel commettere attentati dinamitardi e attribuirne la paternità ad altri (Patto Atlantico – stragi di Stato)…

La Strategia della tensione in Italia nasce a un convegno organizzato all’hotel Parco dei Principi, dal 3 al 5 maggio 1965. Il convegno è stato finanziato dallo Stato Maggiore dell’esercito. L’argomento principale era “la guerra controrivoluzionaria”, organizzata dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio. In quel convegno stabilirono e pianificarono la strategia della tensione e le operazione false flag.

Un periodo storico ancora occulto perché scomodo ai nostri politicanti sia di destra che di sinistra. Al convegno parteciparono militari di alto grado, imprenditori, politici, giornalisti, ed un gruppo di 20 studenti universitari da usare per infiltrare nei movimenti extraparlamentari di sinistra). Tra gli alti ufficiali c’era anche Guido Giannettini (giornalista e agente segreto di estrema destra) e Pino Rauti, tra gli studenti universitari invitati c’erano anche Stefano Delle Chiaie e Mario Merlino. Dopo il convegno fatto all’Istituto di studi militari Alberto Pollio, in Italia ci fu un periodo caratterizzato da un terrorismo neofascista molto violento e mai chiarito (mai messo in discussione), un terrorismo di Stato sostenuto da alcuni settori militari e politici che intendevano attuare colpi di Stato tutte le volte che la sinistra rischiava di entrare nel potere politico. Oggi sappiamo che è così, infatti dopo il 1991, la commissione stragi ha tolto il segreto di stato imposto fin dal 1945 dal regime liberale. Insomma: strategie militari autoritarie attuate soprattutto dopo il movimento del ‘68 e dell’autunno caldo…

Ma chi era quel cattosinistroide di Rauti, considerato allora il capo dei fascistelli universitari?

Pino Rauti era un politico e giornalista come il suo compare sbirro (servizi segreti) Guido Giannettini, fu segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale dal 1990 al 1991, del Movimento Sociale Fiamma Tricolore dal 1995 al 2002 e del Movimento Idea Sociale dal 2004 al 2012. Rauti partecipò al convegno organizzato dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio nel 1965, un convegno organizzato e finanziato dallo Stato Maggiore dell’esercito, per pianificare la strategia della tensione.

Il 4 marzo 1972 il giudice Stiz di Treviso, emette mandato di cattura contro Rauti per gli attentati ai treni dell’8 e 9 agosto 1969. Successivamente l’incriminazione si estenderà agli attentati del 12 dicembre (tra cui la strage di Piazza Fontana), per cui fu anche incarcerato alcuni giorni, venendo rilasciato il 24/4/1972, prima di essere eletto deputato (la politica ripulisce tutto). Nel 1972 Rauti fu eletto deputato alla Camera nelle file del MSI nella circoscrizione del Lazio, dove verrà sempre rieletto fino alle elezioni del 1992. Rauti naturalmente come tutti i borghesi esosi, ambiziosi, avidi e voltagabbana, aveva cominciato a rinnegare l’esperienza della “Destra Nazionale di Almirante” per spostarsi su posizioni di sinistra e con lui andò tutto il gruppo di Ordine Nuovo. E fonda la “sinistra” all’interno dell’MSI-DN – centrodestra (un po’ come fece Moro che fondò un altro potere all’interno del potere democristiano – centrosinistra). Rauti per fare proselitismo e allinearsi alla sinistra centrista, ha portato avanti nel corso degli anni, temi quali l’anticapitalismo e il terzomondismo. Teniamo presente che alle elezioni anticipate del 1972 vinse la Democrazia Cristiana di centro-sinistra grazie anche alla cordata di Rauti – centrodestra (che voleva stare al potere al di là della bandiera).

Rauti fondò nel 1969 il Movimento Politico Ordine Nuovo. Ordine Nuovo fu un gruppo politico di estrema destra extraparlamentare che raccoglie l’eredita del Movimento Sociale Italiano e quella del Centro Studi Ordine Nuovo. Nel 1974, con la rivoluzione dei garofani in Portogallo, viene scoperta l’organizzazione eversiva internazionale fascista Aginter Press, con la quale aveva stretti rapporti anche Rauti attraverso l’agenzia Oltremare per la quale lavora. Il 22/12/2014 dai mass media giunge la notizia dell’arresto di 14 persone in diverse regioni italiane, altre furono indagate. Facevano parte di Avanguardia ordinovista, un gruppo che si richiamava agli ideali di Ordine Nuovo e progettava azioni violente. Tra gli indagati: Stefano Manni, ex carabiniere residente a Montesilvano e indicato come il leader del gruppo eversivo e il novantatreenne Rutilio Sermonti. Nel 1977 Cossiga ammise ai magistrati che, la sera della manifestazione in cui si causò la morte di Giorgiana Masi, fossero presenti agenti provocatori armati della polizia e dei carabinieri.

I fasci oggi ci vogliono prendere per il culo e si giustificano (per il fatto che l’Italia è antifascista), dicendo di essere fascisti moderni che non centrano col fascismo di Mussolini, fatto sta che i nomi delle loro organizzazioni extraparlamentari moderne e i loro metodi da sbirri infami non sono cambiati, come quello di prendersela con la povera gente indifesa!!!! Vabbè che questi adesso sono in politica (dentro le stanze del potere) e se la tirano pure, pensando anche di essere furbi (italiano mediocre)…

A proposito di gruppi occulti usciti dalle fogne della questura e mandati allo sbaraglio per destabilizzare per poi stabilizzare il potere autoritario (stategia della tensione): il 19 febbraio i mass media scrivono che Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca (sbirri) dichiara ai mass media: “Sono molto stanca e provata dalle continue concessioni e permessi premio ai killer della Uno Bianca. Marino Occhipinti la scorsa estate è andato in ‘vacanza’ in Valle d’Aosta per un convegno”. (Convegno de che?) La presidente, quindi, si dice “amareggiata da questa situazione, perché i Savi continuano a chiedere ed ottenere molti benefici”.

Ma la più grossa presa per il culo è accaduta il 20 febbraio: la sentenza di cassazione di Milano ha assolto due fascisti dal reato di apologia del fascismo per aver fatto il saluto romano durante una commemorazione organizzata dai parlamentari di Fratelli D’Italia. La suprema Corte fascista e liberale si è giustificata sentenziando che “non ha ritenuto un reato (alla faccia della legge Scelba) il saluto romano se ha intenti commemorativi, in questo senso, può essere considerata una libera manifestazione. (!!)

Compagni stiamo allerta, è ritornata la P2!!

A Modena invece (a proposito di sbirri fascisti), sempre il 20 febbraio i mass media scrivono che la Procura di Modena ha chiesto il processo per un agente della Polizia di Stato. Il processo è fissato per il 16 aprile e le accuse sono di lesioni volontarie e abuso d’ufficio, per aver picchiato una 15enne al volto col manganello durante gli scontri con giovani studenti appartenenti al collettivo ‘Guernica’. L’episodio risale al 16 maggio del 2016: nei tafferugli che seguirono lo sgombero di un edificio in centro storico, la minorenne fu colpita in pieno volto, riportando una frattura. Priva di sensi, fu soccorsa dal 118 e portata all’ospedale. La sequenza – l’agente che colpisce la giovane in mezzo al tumulto – fu ripresa e il video finì sul web. La 15enne ha dovuto affrontare un intervento chirurgico.

A proposito di fasci che escono dalle fogne delle questure:

Oggi 23 febbraio i mass media scrivono che nella notte è stato appiccato un incendio all’interno del centro sociale Magazzino 47 di Brescia. A fuoco una pila di libri accatastata al centro di una stanza. Ieri il centro sociale aveva annunciato una manifestazione per sabato mattina in centro città contro la presenza nel quartiere Carmine di un banchetto di Forza Nuova con Laura Castagna, candidata sindaco alle prossime amministrative.

Consigliamo di leggere i libri :

L’infiltrato – Autore Egidio Ceccato. E’ la storia di Bernardino Andreola, la spia fascista dai mille volti che ha macchiato l’Italia di rosso, un libro che riscrive la strategia della tensione, i delitti Pinelli e Feltrinelli.

Io sono un’arma. Memorie di un marine- Autore David Tell

Guerra & droga – autore Alessandro De Pascale

Storia dell’uso militare delle droghe – autore Lukasz Kamienski

 

DAI MONTI DI SARZANA (canto partigiano del battaglione anarchico Lucetti)

 

Questi assassini, questi ladri, si fanno un nome.

Raggiungono i gradi più alti, diventano senatori,

vengono coperti di decorazioni,

e qualcuno arriva perfino ad avere un monumento.

Sono eroi della guerra. Senza la guerra non salirebbero.

Senza la guerra rimarrebbero ignoti.

Se uccidessero e rubassero fuori dal mondo guerresco

sarebbero ritenuti assassini feroci e ladri volgari.

C. Berneri

 

Solidarietà agli antifascisti che protestano contro le aperture delle sedi fasciste e vengono repressi dagli sbirri fascisti.

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Regeni torturato e ucciso: il vecchio vizio dei servizi segreti

Il 25/1/2018 i genitori di Giulio Regeni dichiarano ai mass media: “Il nostro calendario mensile ha l’evidenza su tre date principali: il 25, la scomparsa di Giulio, il 3, giorno del ritrovamento del suo corpo, il 14, punto sulla situazione della scorta mediatica. Questo significa che tutti i cittadini che chiedono con noi verità e giustizia per Giulio, seguono attentamente tutto ciò che succede e tutte le scelte che vengono fatte per arrivare alla verità. Speriamo che a breve si aggiunga a queste tre date quella in cui ci verrà consegnata la verità ‘vera’ e completa sulle responsabilità della barbara uccisione di nostro figlio“.

Oggi sappiamo che Giulio, fu oggetto di una stringente attività di spionaggio da parte degli apparati repressivi e feroci del regime egiziano, alla vigilia del 5° anniversario della rivoluzione di piazza Tahrir. Quella prassi militare, fu alimentata anche dal tradimento di una persona di cui Giulio si fidava, l’allora leader del sindacato degli ambulanti, Mohammed Abdallah, infame – senza etica e morale, pronto a vendersi come informatore di polizia e Servizi. A consegnare a Giulio la patente di “spia”, quale non era, per conto dei Servizi britannici, fu la “”colpa” del suo lavoro di ricerca condotto per l’università di Cambridge. Per 2 anni il regime egiziano ha depistato le indagini, arrivando a concepire e consumare la macabra messa in scena della morte di 5 innocenti da offrire all’Italia come responsabili della morte di Giulio….

Ma facciamo un po’ di storia: Giulio Regeni era un ricercatore italiano dell’università di Cambridge scomparso al Cairo il 25/1/2016, nel 5° anniversario delle proteste di piazza Tahrir….

Il suo corpo è stato ritrovato il 3 febbraio alla periferia della capitale egiziana con evidenti segni di tortura. Aveva 28 anni. Le indagini sulla sua morte sono state intralciate da vari tentativi di depistaggio da parte dei servizi di sicurezza egiziani in allerta per reprimere la Rivoluzione araba, e insospettiti per le sue ricerche sui sindacati indipendenti. Da allora i suoi genitori portano avanti la campagna Verità per Giulio Regeni per chiedere al governo italiano di portare fino in fondo le indagini….

Dal 3 febbraio, giorno del ritrovamento del corpo, la collaborazione fra i giudici egiziani e italiani si è rivelata alterna e contraddittoria. Inizialmente le autorità locali hanno negato le loro responsabilità avvallando diverse versioni che andavano dall’incidente stradale alla pista omosessuale. Ma il tentativo di depistaggio più vigliacco fu fatto nel marzo del 2016 in cui le forze egiziane uccisero 5 persone accusate di essere una banda di rapitori di stranieri, e facendo ritrovare i documenti di Giulio nella loro abitazione. Da allora numerosi incontri tra procure e il rifiuto del Cairo di permettere agli investigatori italiani di interrogare direttamente alcuni membri delle forze di sicurezza lasciano una ricostruzione ancora parziale dei fatti, ma soprattutto non spiegano da chi sia partito l’ordine, e perché uccidere Giulio Regeni? Mohammed Lotfy, legale dell’ECRF, l’organizzazione che rappresenta la famiglia Regeni in Egitto dichiara ai mass media “Siamo riusciti ad avere una copia del faldone, ma dobbiamo mantenere la massima riservatezza, rispettando l’ordine della Procura, il contenuto degli interrogatori potrebbe essere decisivo per ricostruire le cause del rapimento e della morte di Giulio”. Le carte confermerebbero il coinvolgimento di Sharif Magdi Abdlaal, capitano della sicurezza di stato. Era l’uomo che teneva i contatti con Mohammed Abdallah, il capo degli ambulanti che ha filmato Giulio durante il loro incontro (il video fu pubblicato l’anno scorso dalla tv egiziana). È lo stesso che accusò e arrestò il direttore dell’ECRF Ahmed Abdallah. Poi c’è Mahmoud Hendy, l’ufficiale responsabile del depistaggio degli uomini giustiziati nel marzo del 2016, spacciati per una banda di rapitori di stranieri. Gli inquirenti italiani sono in possesso anche di un altro nome, quello di Osman Helmy, che secondo i tabulati telefonici sarebbe uno degli agenti della National Security che hanno arruolato (pagato) Mohammed Abdallah. “Sarà difficile ottenere la verità, il caso di Giulio è troppo compromettente per l’apparato egiziano”, spiega Lina Attallah, fondatrice del giornale indipendente Mada Masr. “La dinamica è la stessa adottata verso migliaia di dissidenti interni. In alcuni casi, quando la vittima era egiziana, c’è stata la possibilità di indagare e processare dei poliziotti. Ma resta un’opzione rara”. Come rare sono le possibilità di far luce sul rapimento, la tortura e la morte del giovane ricercatore italiano, perché sono gli stessi apparati di sicurezza che li hanno messi in atto. Anzi, l’ormai assodato coinvolgimento di reparti e nomi di rango, sia dell’intelligence interna sia di quella militare, potrebbero continuare a rallentare la collaborazione del governo del Cairo.

Ma paradossalmente è stata quella tesi sui sindacati indipendenti, (portata avanti sotto il regime dittatoriale di Abdel Fattah al Sisi) che portò alla morte lo studente Giulio Rogeni. Una tesi sociologica interessante, dove Giulio voleva capire e analizzare le condizioni sociali ed economiche di quei territori, dopo 30 anni di dittature militari. Giulio voleva capire soprattutto ed analizzare le motivazioni delle rivolte sociali avvenute durante la Primavera araba. La rivolta cominciò il 18/12/2010, in seguito alla protesta estrema del tunisino Mohamed Bouazizi, che si diede fuoco in seguito a maltrattamenti subiti da parte della polizia (dittatura militare), il cui gesto innescò l’intero moto di rivolta tramutatosi nella cosiddetta Rivoluzione dei Gelsomini. Per le stesse ragioni, un effetto domino si propagò ad altri Paesi del mondo arabo e della regione del Nord Africa. I risultati di quelle proteste e lotte sociali arrivarono nel 2011 quando 4 capi di stato furono costretti alle dimissioni, alla fuga e in alcuni casi portati alla morte: in Tunisia Zine El-Abidine Ben Ali (14/1/2011), in Egitto Hosni Mubarak (11/2/2011), in Libia Muhammar Gheddafi che, dopo una lunga fuga da Tripoli a Sirte, fu catturato e ucciso dai ribelli il 20/10/2011 e in Yemen Ali Abdullah Saleh (27/2/2012).

Ma torniamo indietro nel tempo:

La primavera araba, ricordata anche come la rivoluzione di piazza Tahrir, fu un insieme di proteste sociali (egiziane) che portarono alla caduta del dittatore Hosni Mubarak il 25/1/2011.

In occasione del 5° anniversario nel 2016, il governo egiziano aveva annunciato la linea dura contro i manifestanti. La rivoluzione egiziana fu uno degli eventi più importanti della cosiddetta “primavera araba”, quella serie di rivolte, proteste e sommosse che tra il 2011 e il 2012 hanno portato alla caduta dei regimi dittatoriali in Egitto, Tunisia, Libia e Yemen. Nel 2016, molti dei Paesi che avevano deposto i loro dittatori, erano ritornati a essere governati da una dittatura militare, come nel caso dell’Egitto, o peggio ancora sono travagliati da guerre civili (guerre di religione come nell’anno 1100), come Libia, Siria e Yemen. In Egitto, dopo la caduta di Mubarak si sono tenute elezioni democratiche che nel 2012 hanno portato alla vittoria dei Fratelli Musulmani e del loro candidato Mohamed Morsi. Una volta divenuto presidente però Morsi si è comportato da fascista dittatore, reprimendo nel sangue le proteste politiche indotte per lo più dalle condizioni sociali di miseria in cui la maggior parte dei poveri era costretta a vivere in un governo ancora fascista e autocratico che ha continuato a comandare, dopo più di 30 anni di dittatura militare …

Ricordiamoci che anche durante la guerra civile algerina (a partire dalla metà del 1994), erano state usate tattiche militari (false flag), impiegate dagli squadroni della morte che si travestivano da terroristi islamisti e commettevano attacchi ‘sotto falsa bandiera’. Tali gruppi includevano la OJAL o la OSSRA (organizzazione segreta per la salvaguardia della Repubblica algerina). Gli squadroni della morte erano composti da sottufficiali dei paracadutisti dell’esercito francese che avevano il compito di rastrellare i sospetti ribelli. I sottoufficiali erano pagati da organizzazioni militari o paramilitari che spalleggiano dittature o regimi basati sulla repressione e l’autoritarismo…

Anche il procuratore Giuseppe Pignatone il 25/1/2018 fa una dichiarazione ai mass media: “Giulio Regeni è stato ucciso per le sue ricerche, ed è certo il ruolo dei Servizi. Il movente, “pacificamente da ricondurre alle attività di ricerca effettuate da Giulio nei mesi di permanenza al Cairo”, e “l’azione degli apparati pubblici egiziani, che già nei mesi precedenti avevano concentrato su Giulio la loro attenzione, con modalità sempre più stringenti, fino al 25 gennaio, sono punti fermi”.

A proposito di servizi segreti e dei loro giochi sporchi geopolitici…

Anche in Italia abbiamo avuto le nostre incoerenze nella storia, coi partigiani bianchi, con le Stragi di stato organizzate dagli apparati di sicurezza militare: servizi segreti (P2) e il loro servi – braccio armato Gladio, Nuclei clandestini dello stato, Falange Armata, CC, Ps…..

Il 25/6/2015 i mass media annunciano che sono stati indagati 15 agenti segreti super addestrati sospettati di essere collegati con le bombe del 1993, e che le telefonate della Falange Armata partivano dalle sedi coperte del Sismi.

Forse non ci ricordavamo più chi era la Falange Armata, l’oscura sigla criminale che nei primi anni ‘90 rivendicava ogni singolo fatto di sangue in Italia: dai delitti della ‘banda della Uno bianca’ alle stragi mafiose del 1992 e ‘93. Un mistero mai risolto quello dei telefonisti del terrore che chiamavano i centralini dei mass media per firmare eccidi e stragi. Adesso però, a più di vent’anni di distanza, emerge un particolare nuovo: quelle chiamate sarebbero state fatte dalle stessa zone in cui all’epoca il Sismi aveva localizzato le sue basi periferiche. A raccontarlo è l’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, al vertice del Cesis (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza) tra il 1991 e il ‘93. “C’era questa storia della Falange Armata e allora incaricai questo analista del Sisde, si chiamava Davide De Luca e gli chiesi di lavorare sulle rivendicazioni”, è il racconto di Fulci, che dopo essere stato interrogato dai pm di Palermo Roberto Tartaglia e Nino Di Matteo nell’aprile del 2014, ha deposto anche nel gennaio 2015 al processo sulla Trattativa Stato – mafia. “Dopo alcuni giorni De Luca venne da me e mi disse: questa è la mappa dei luoghi da dove partono le telefonate e questa è la mappa delle sedi periferiche del Sismi in Italia, le due cartine coincidevano perfettamente, e in più De Luca mi disse che le chiamate venivano fatte sempre in orario d’ufficio”, racconta Fulci nell’aula bunker del carcere Ucciardone, davanti alla corte d’Assise di Palermo, che sta processando politici, boss mafiosi e ufficiali dei carabinieri per il patto segreto tra pezzi dello stato e Cosa Nostra (massomafia). Ma perché pezzi del Sismi avrebbero dovuto rivendicare le stragi di mafia? Fulci non lo dice, spiega però di “essersi convinto che tutta questa storia della Falange Armata faceva parte di quelle operazioni psicologiche previste dai manuali di Stay Behind, facevano esercitazioni, creare il panico in mezzo alla gente e creare le condizioni per destabilizzare il Paese” (Strategia della tensione – stragi di stato).

Teniamo presente anche che (secondo noi Rsp), gli sbirri erano preoccupati in quel periodo, perché nel 1991 fu istituita la prima commissione stragi, incaricata di desecretare, cioè togliere il segreto di stato ai documenti Top Secret, che riguardavano il piano militare Atlantico della strategia della tensione attuato anche in Italia dal 1947 al 1984: strage di Portella della Ginestra (1º maggio 1947), Piano Solo (1964) il colpo di Stato ( Stay behind – piano atlantico anticomunista) progettato dal generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni de Lorenzo, strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) strage di Bologna (2 agosto 1980), 4 agosto 1974 strage sull’ treno Italicus, 23 dicembre 1984 strage sull’ treno Rapido 904..

Anche Il compagno Giuseppe Pinelli fu vittima della repressione militare ( dittatura militare – strategia della tensione) di quell’autunno caldo (lotte e rivendicazioni sociali fatte dagli operai insieme agli studenti) dove gli apparati militari (Nato) anche italiani, erano pagati per attuare il piano militare Atlantico Anticomunista Stay Behind. Giuseppe Pinelli fu torturato e ucciso dentro la questura di Milano pochi minuti dopo la mezzanotte del 15 dicembre 1969…. Il corpo di Pinelli fu defenestrato dagli sbirri dal 4° piano della questura, perché continuava a dichiarare che la strage di Piazza fontana era una strage di Stato (una verità scomoda per gli apparati militari di sicurezza…).

Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico di 41 anni, era stato fermato dal commissario Luigi Calabresi la sera del 12 dicembre, qualche ora dopo la strage di piazza Fontana, e trattenuto illegalmente. La prima giustificazione del questore per la morte del compagno anarchico avvenuta in questura, fu che Pinelli era implicato nella strage di piazza Fontana, poi, che, sentendosi perduto, si sarebbe suicidato. La conclusione giudiziaria fu scandalosa. La pietra tombale fu posta nell’ottobre 1975 dal giudice istruttore (massone P2) Gerardo D’Ambrosio con la sua famosa sentenza di proscioglimento, unica nella giurisprudenza italiana, per cui non si trattò né di omicidio né di suicidio. Giuseppe Pinelli, in spregio alle più elementari leggi della fisica e della medicina legale, morì per un «malore »….

Ma non è finita qua l’umma – umma !!!

La Procura di Palermo invece, il 26 gennaio 2018, pochi giorni fa, ha chiesto 12 anni di carcere all’ex senatore Marcello Dell’Utri, imputato di minaccia e violenza a Corpo politico dello Stato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Dell’Utri sta scontando una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Per l’ex capo del Ros, Mario Mori chiesti 15 anni: è imputato di minaccia e violenza a Corpo politico dello Stato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Una condanna a sei anni di carcere è stata chiesta per l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, imputato di falsa testimonianza. Condanna rispettivamente a 16 e 12 anni di carcere chiesta per i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Per il pentito Giovanni Brusca, che rispondeva dello stesso reato, i pm hanno chiesto l’applicazione dell’attenuante speciale prevista per i collaboratori di giustizia e la dichiarazione di prescrizione delle accuse. Chiesta anche la dichiarazione della prescrizione per le accuse di concorso in associazione mafiose secondo lui, contestate nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia a Massimo Ciancimino.

Il 27 gennaio 2018 a Brescia invece, i mass media pubblicano le dichiarazioni di Claudio Castelli, il presidente della Corte d’Appello di Brescia che, nel corso del suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario puntualizza: “La sentenza definitiva della strage di Piazza Loggia è un simbolo, l’affermazione della legge, della fatica di tanti magistrati che hanno cercato di far luce su un delitto orrendo che ha segnato questa città”. Non dobbiamo mai dimenticare che le indagini su questa strage sono state per lungo tempo ostacolate, rallentate e depistate da pezzi di corpo dello Stato“. Castelli poi, nei confronti di Maggi e Tramonte, condannati all’ergastolo, afferma: “non si è trattato di spirito di vendetta e anzi siamo convinti che anche nei loro confronti deve avere piena e totale attuazione il percorso di rieducazione e recupero”.

Pinelli vive e lotta insieme a noi, le nostre idee non cambieranno mai !!!

 

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