addestramenti militari, fake news e reazioni di massa

Campo di addestramento la procura apre un'inchiesta

Il 22 giugno i mass media scrivono che a POGGIO RENATICO (FERRARA), c’è stato un addestramento militare che ha coinvolto anche il ruolo dei media, per sperimentare la reazione della massa (controllo sociale) alla diffusione di notizie vere, ma anche fake news!! A cosa servono queste simulazioni? Sono come quelle avvenute negli anni ‘60/’70 con le stragi di stato? A cosa serve alle forze del disordine il controllo dell’informazione? Sicuramente mettono in gioco il loro vecchio vizio: destabilizzare (in questo caso l’informazione), per stabilire il controllo militare sui mass media ……

L’esercitazione delle interforze Joint Stars è iniziata l’11 giugno. Dopo 10 giorni di occultamento della notizia, riappare il 22 giugno sui giornali, specificando che l’esercitazione si era conclusa nella base aeronautica di Poggio Renatico (Ferrara) alla presenza del ministro della Difesa Elisabetta Trenta e del capo di Stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano. I capi delle interforze hanno dichiarato ai mass media che erano circa in 500, tra militari di Esercito, Aeronautica, Marina e Carabinieri e che erano lì per concludere la seconda fase dell’Esercitazione, iniziata in Sardegna….

Inoltre dichiarano che a dirigere la regìa erano in tutto una novantina i militari graduati che hanno avuto il ruolo di registi delle operazioni, seguendo una sorta di sceneggiatura preparata (scritta a tavolino come la strategia della tensione: occultamento delle prove? Nasco?).

E la P2 ce lo siamo già dimenticati che cos’era? Non era e non è un problema da poco! e visti i tempi oscuri, è bene informarsi e approfondire …

Ricordiamoci del rapimento Moro e dei berretti dell’aviazione, della sparizione della borsa di Moro, dell’ agenda rossa di Borsellino, la sparizione del computer di Falcone!!

E la strategia della tensione? Ci siamo dimenticati anche quella? E le infiltrazione dei nuclei clandestini dello stato nei movimenti extraparlamentari degli anni ’70? Completamente rimossi? Male! Perché delineavano bene come si muovono meschinamente le forze del disordine…..

Ricordiamoci che Falcone fu ucciso perché aveva parlato di un gradino al di sopra della mafia gabellotta. Infatti dalle sue inchieste aveva dedotto e clonato la parola massomafia!! Parlando di massoneria, un gradino nobiliare un po’ più acculturato della mafia, un gradino che da secoli paga la mafia, fin da quando erano gabellotti e facevano da guardia ai loro averi.

Questo gradino sociale ha da sempre usato la mafia (e i movimenti degli anni ‘60/’70….), per fare i loro giochi sporchi (geopolitici, economici e militari) ….

Ma Ora se abbiamo capito il concetto, andiamo a vedere cosa ci costano queste esercitazioni militari (cosa si nasconde dietro a queste esercitazioni, oltre ai piani militari pianificati!!) …

Nel 2018 le spese militari italiane sono aumentate. l’Italia spenderà 100 milioni al giorno per le spese militari. Le spese sono aumentate di 25 miliardi, l’8,6% in più, soprattutto per nuove armi, ma anche per la servitù nucleare. Il Nobel per la Pace Daniel Högsta dichiara ai mass media: “Questi dati dimostrano come la presenza di armi nucleari abbia impatto negativo per i paesi che le ospitano non solo dal punto di vista ecoambietale e politico, ma anche della spesa pubblica”. Le spese italiane di supporto alle 59 basi Nato in Italia sono di 520 milioni l’anno, il contributo ai bilanci NATO e i costi nascosti (Mission Need Urgent Requirements) delle “infinite” missioni militari di pace all’estero sono di 192 milioni l’anno (16 anni di presenza in Afghanistan e 14 anni in Iraq), il costo della base militare italiana a Gibuti intitolata all’eroe di guerra fascista Comandante Diavolo ci costa 43 milioni l’anno, il “tesoretto” armato da 13 miliardi nascosto nel Fondo Investimenti voluto dal Governo Renzi (destinato anche ai nuovi droni armati della Piaggio), lo “scivolo d’oro” dimenticato per gli alti ufficiali (condannato dalla Corte dei Conti) e l’onerosa situazione dei 200 cappellani militari ancora a carico dello Stato sono di 15 milioni l’anno tra stipendi e pensioni.

A proposito di occultamento e del magna magna che è dietro ai miliardi sperperati per le spese militari: l’ex capo di Stato maggiore della Marina De Giorgi era stato accusato di avere avuto un ruolo su “Tempa Rossa” (accusa archiviata dalla Procura di Potenza): era sospettato di aver messo le mani sul business del petrolio e delle navi, che avrebbe avuto nel porto siciliano di Augusta il suo snodo principale. Quella volta l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e la ministra della Difesa Roberta Pinotti avevano partecipato a quella che era stata chiamata “l’operazione di soccorso dell’ammiraglio De Giorgi” pianificata dai servizi segreti….

I costi invece per la “servitù nucleare” legata alle spese di stoccaggio e sorveglianza delle testate atomiche tattiche Nato B-61 nelle basi italiane sono di 23 milioni, solo per l’aggiornamento delle apparecchiature di sorveglianza esterna e dei caveau contenenti le venti B-61 all’interno degli 11 hangar nucleari della base bresciana) e alle spese di stazionamento del personale militare Nato addetto e di mantenimento in prontezza di aerei e piloti italiani dedicati al “nuclear strike” (lo stesso acquisto del bombardiere nucleare F-35 da parte italiana, secondo il Pentagono, rappresenta “un fondamentale contributo alla missione nucleare” della Nato…).

Piccolo particolare:

Il Patto Atlantico (anticomunista – strategia della tensione – Piano Caos) fu istituito dalla Nato, e firmato a Washington il 4/4/1949 da Stati Uniti d’America, Canada, Regno Unito, Francia, Norvegia, Italia, Europa occidentale. Attualmente, fanno parte della NATO 29 stati del mondo….

E il piano CHAOS (1967)? Si avvaleva di due distinte operazioni, il Progetto MERRIMAC e il Progetto RESISTANCE. Il primo era inerente all’infiltrazione di agenti C.I.A. in gruppi pacifisti stanziati a Whashington ed in gruppi di attivisti neri. Il secondo riguardava la creazione di un retroterra informativo (manipolazione) destinato a scopi predittivi di episodi di violenza politica e si sviluppò soprattutto nei campus universitari….

Basta armi, basta guerre!! se invece di andare in giro ad uccidere civili si ammazzassero tra di loro non avremmo più forze del disordine, e coi soldi delle spese militari risparmiati, risolviamo finalmente il problema della povertà e delle tante ingiustizie sociali che ancora oggi esistono…

Salvini, pezzo di merda! Cattofascista! ritirati non sono più i tuoi tempi da cattocolonialista troglodita ….

I problemi sociali li risolvi col controllo sociale e la ghettizzazione della povera gente? Vergognati! Il nostro augurio è che tu vada in malora, così capisci anche i problemi che devi affrontare quando sei povero, come le umiliazioni e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo (caporalato)…

Gli apparati militari clandestini al tempo del fascismo

Ligresti l’aviatore, il “porco rosso mercenario” imprenditore cattosinistroide…

Chi dice “Stato” dice necessariamente “guerra”.

La lotta per la preponderanza, che è la base

dell’organizzazione economica borghese,

è anche la base dell’organizzazione politica

P. Kropotkin

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Gli apparati militari clandestini al tempo del fascismo

Nel 1922 la regia marina, come l’esercito reale, appoggiò l’imposizione del potere fascista.

Furono varie le spinte ideologiche legate all’aereo, il simbolo del progresso militare, capace di colpire obiettivi sensibili lontani chilometri dal campo di battaglia; questo simbolo del progresso fu portato in auge, in Italia, dal leccaculo del Re, Italo Balbo l’inventore delle bombe chimiche (furono inviate in Etiopia 3.300 bombe C-500.T di 280kg ciascuna da caricare ad iprite e 540 bombe C.100.P di 100 kg caricate ad arsine). E l’aereonautica entrò nel potere internazionale, diventando per le gerarchie militari, espressione di arditismo e futurismo. La nascente Regia Aeronautica diverrà bandiera ed inno della propaganda fascista.

Il 28 marzo 1923 Benito Mussolini, decise di istituire la Regia Aeronautica come forza armata autonoma (che obbediva solo a lui) dal Regio Esercito e dalla Regia Marina. I primi generali che assunsero l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica provenivano dai ruoli del Regio Esercito. I fascisti la chiamavano rivoluzione, ma era la presa del potere per instaurare una dittatura… Una rivoluzione che nasceva negli anni in cui l’ideologia fascista prese il potere in Italia con varie mutazioni sociali, repressive che portarono poi inevitabilmente a un regime liberale e a quello totalitario. Nel dicembre del ’34 Mussolini e Badoglio insieme al Duce discussero sulla grande utilità del mezzo aereo, e della sua superiorità assoluta come artiglieria e di gas. Alla propaganda di Mussolini risposero anche quelli della sinistra massimalista, che volevano la “socializzazione dello stato”. I Fasci di combattimento sarebbero serviti a legare questi mondi eterogenei come gli interventisti di sinistra, i futuristi, gli ex arditi, i repubblicani e i sindacalisti rivoluzionari. Il fascismo voleva riportare l’Italia sotto il potere delle corporazioni (lo sfarzo e il surplus della monarchia, fin dal medioevo), in una sorta di correzione ideologica della rivoluzione francese (“stato -popolo borghese”) e della rivoluzione russa (“stato -classe operaia”). I fascisti per mantenere il potere si allearono poi con altri poteri forti: nel 1923 si incorporarono con l’Associazione Nazionalista Italiana filo-monarchica, e poi nel 1929, col concordato fra stato e chiesa e fondarono un regime autoritario….

Il 3/9/1943 il capo del governo Badoglio convocò una riunione coi tre ministri militari, de Courten della Marina, Sorice della Guerra e Sandalli dell’Aeronautica, alla presenza di Ambrosio e del ministro della Real Casa Acquarone e li informò che erano in corso trattative per la firma dell’armistizio. Harold Alexander, generale inglese, nel 1942 fu posto al comando di tutte le forze britanniche dell’Africa settentrionale. Fu quindi il capo del corpo di spedizione alleato che sbarcò in Sicilia ed ebbe il comando di tutte le forze alleate presenti in Italia. Sul finire della II guerra mondiale fu nominato Comandante Supremo di tutte le forze alleate nel Mediterraneo.

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Alla mezzanotte dell’8 settembre 1943 il Capo di Stato Maggiore Generale Vittorio Ambrosio inviò un primo messaggio al Comando Supremo della Regia Aeronautica, comunicando che dalle 10.45 dovrà cessare ogni nostro atto ostile verso le forze angloamericane. Da quel momento, dopo la proclamazione dell’armistizio, ci fu la fuga dei regnanti e lo sfaldamento delle forze armate. Il Re decise di liberarsi di quello psicopatico di Mussolini (dopo averlo usato per conservare il potere) e lo fece arrestare. I soldati della regia aereonautica furono chiamati per decidere se andare a Brindisi e aderire al movimento fascista repubblicano, che avrebbe stabilito la sua sede a Salò, o stare col vecchio nemico angloamericano, ovvero, il nemico del vecchio alleato tedesco. E così molti soldati si trovarono allo sbando: non sapevano cosa fare! Fino a ieri avevano servito il regime fascista e ora dovevano obbedire al loro nemico angloamericano (Nato). La Regia Aeronautica, nei primi giorni di settembre 1943, con un armistizio firmato ma tenuto segreto, combatté contro lo sbarco degli Alleati in Calabria.

Ci furono anche dei generali aviatori che nella confusione (ovviamente pagati) aderirono anche alla Resistenza antifascista. Circa quattromila uomini della Regia Aeronautica che, trovandosi nel centro-nord Italia nei giorni seguenti l’armistizio, non risposero al bando del tenente colonnello Botto e non si incamminarono verso Brindisi per darsi invece alla macchia insieme ai primi componenti delle formazioni Bianche (vedi: conte Edgardo Sogno – Golpe Bianco 1974), composte prevalentemente da partigiani monarchici liberali. Ricordiamoci che dopo l’8 settembre 1943, il governo repubblicano (Rsi), avviò le procedure (una finta) per estromettere dalle pubbliche amministrazioni tutti quelli collusi col regime fascista. La defascistizzazione dello Stato ebbe inizio con il RDL 2 agosto 1943, nº 704, concernente la soppressione del PNF, e si concluse con la legge 14/5/1949, nº 326, con la revoca dei provvedimenti di epurazione (il segretario del Partito comunista italiano Palmiro Togliatti, allora ministro della Giustizia, scrisse di suo pugno l’amnistia, approvata nel luglio del 1946, che portò alla cancellazione di tutti i reati per i gerarchi fascisti e il loro braccio armato).

Il 29/9/1943, a Malta invece, fu firmato l’armistizio italiano. In esso si specificava che (art. 29) Benito Mussolini, i suoi principali associati fascisti e tutte le persone sospette di aver commesso delitti di guerra o reati analoghi […] saranno immediatamente arrestati e consegnati alle Forze delle Nazioni Unite e che (art. 30) tutte le organizzazioni fasciste, compresi tutti i rami della milizia fascista (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), la polizia segreta (OVRA) e le organizzazioni della Gioventù Fascista saranno sciolte in conformità alle disposizioni angloamericane.

La penisola restava divisa in due, occupata dalle forze alleate al sud e dalle forze tedesche al centro nord, con Roma tenuta dai tedeschi sino al 4 giugno 1944.

Ricordiamoci che la Repubblica Sociale Italiana (RSI – conosciuta come Repubblica di Salò), fu un regime voluto dalla Germania nazista e guidato da Benito Mussolini, al fine di governare parte dei territori italiani controllati militarmente dai tedeschi dopo l’armistizio di Cassibile (1943 1945). La RSI quindi fu un protettorato tedesco, sfruttato dai nazisti per legalizzare alcune loro annessioni e per ottenere manodopera a basso costo…

I Servizi Speciali della RSI erano organizzazioni con diversi organismi che preparavano volontari per missioni di sabotaggio e di informazione nei territori controllati dagli alleati. Anche l’aeronautica ebbe i suoi servizi segreti (Coordinatore il tenente col. Ferruccio Vossilla) che, con personale addestrato compì missioni in territorio controllato dagli alleati. Il nucleo paracadutisti fu creato per iniziativa del colonnello Giovanni Host Venturi e comandato dal sottotenente paracadutista Ruggero Benussi. Operò nei Balcani con lanci di uomini che compirono azioni contro i partigiani jugoslavi di Tito e a sostegno di re Pietro II che collaboravano con le truppe dell’Asse. Furono organizzati anche altri Servizi Speciali di Polizia dal Ministero dell’Interno, per addestrare squadre di sabotatori (stragi di stato)….

Dopo la liberazione dal nazifascismo, ci fu un’epurazione di facciata perché con l’amnistia di Togliatti nel 1946 i fasci non si mossero dalle poltrone del potere e gli alti gradi delle forze del disordine, proseguirono quindi a mettere nelle stanze del potere i loro adepti (politici, burattini, mediocri, facilmente comprabili e manovrabili, come Almirante – Rauti – Storace – Fini – Salvini ecc.; infatti, ancora oggi con 5mila euro ti comperi un sindaco, per il business milionario delle gara d’appalto) li hanno riciclati di nuovo!! Ma adesso dove si sono infiltrati? Quali sono oggi i loro gruppi extraparlamentari? Hanno riciclato il pattume in auge negli anni ‘70? La depurazione fascistissima dell’aereonautica fu “di facciata”, ma al suo interno mantenne valori e ideali autoritari presenti anche nella altre due forze armate. L’Amnistia di Togliatti ai fasci, fu una presa per il culo del regime monarchico cattosinistroide che si era formato dopo la liberazione attraverso l’istituzione della Repubblica liberale: Decreto Presidenziale, Gazzetta Ufficiale, 137/1946 (22 giugno)…

Ma ora cerchiamo di capire chi è Marco Minniti: a sinistra qualcuno lo definisce “un fascista”. Ai mass media ha dichiarato nel 2015: “Ero figlio di un generale dell’aviazione, sognavo di diventare un pilota, ma mia madre non ne voleva sapere. Così, a 17 anni, entrai nel Partito comunista. Immaginate con quanta gioia fosse vissuta in casa quella mia scelta”. Mia madre quando ormai avevo 24 anni mi disse che era meglio se diventavo un pilota”. ” Devono ringraziare mia madre, se no, come ministro dell’Interno gli toccava un ex ufficiale dell’Aeronautica” (P2?)….

Minniti conosce e frequenta la Curia da quando, durante la guerra in Kosovo nel 1999, incontrava come sottosegretario del governo D’Alema il vescovo Giovanni Battista Re. Oggi invece consulta il cardinale segretario di stato Pietro Parolin e monsignor Giovanni Angelo Becciu, il ministro dell’Interno vaticano. Gino Strada di Emergency invece dichiara ai mass media «Minniti ha una storia da sbirro e va avanti su quella strada. Per lui far finire donne e bambini ammazzati nelle carceri libiche è compatibile coi suoi valori». Minniti dal 1º dicembre 2009 è fondatore e presidente della fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), di cui il senatore Francesco Cossiga era presidente onorario….

Nel 2012 Minniti viene nominato, dal segretario nazionale del PD Pier Luigi Bersani responsabile del partito per la verifica dell’attuazione del programma del Governo Monti. Che istituì un governo Tecnico durato 556 giorni, giusto il tempo di imporci le manovre economiche anticostituzionali (bastardate contro i poveri) come la riforma del lavoro, la legge Fornero e il jobs act). Un governo cattosinistroide dove convivono cani e porci che mangiano e cagano assieme (umma umma), comandati dal potere del club Bilderberg).

Il ministro dell'Interno Marco Minniti con il leader Pd Matteo Renzi (LaPresse)

Il 12/12/2016 Minniti è stato designato dal nuovo presidente del consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, ministro dell’Interno. Uno dei primi provvedimenti adottati è stato la riapertura e l’aumento del numero dei Centri di identificazione ed espulsione dei migranti (CIE) e il raddoppio delle espulsioni, provvedimenti appoggiati anche dal capo della polizia Franco Gabrielli. Nel settembre 2017 Minniti nomina ai vertici della Direzione Investigativa Antimafia Gilberto Caldarozzi, già condannato in via definitiva a 3 anni e 8 mesi di reclusione per falso (G8 di Genova) “per aver partecipato alla creazione di false prove finalizzate ad accusare ingiustamente chi venne torturato da agenti rimasti impuniti” e perché “si è prestato a comportamenti illegali di copertura poliziesca propri dei peggiori regimi antidemocratici”, come scritto nella sentenza della Cassazione n.6138. Minniti uno degli uomini più potenti del governo Renzi, è un agente speciale con licenza di sconfinare in altri ministeri: Viminale, Difesa, Farnesina….

Minniti rimette al potere il comandante dell’arma dei carabinieri Tullio Del Sette, il capo di Stato maggiore generale Claudio Graziano, il prefetto di Roma Franco Gabrielli, ex capo del Sisde…….

Minniti ha in comune con Renzi l’adolescenza negli scout e la conoscenza con l’ex direttore della Dia Arturo De Felice, il questore di Catania Marcello Cardona e l’agente del Sismi Nicola Calipari. Ragazzi cresciuti nella Reggio Calabria dei primi anni ‘70 con la rivolta di destra, il boia chi molla…

Nella famiglia Minniti i militari sono di casa (il papà è generale e così i suoi fratelli). Ricordiamoci che nel 1999 Minniti è a Palazzo Chigi, come sottosegretario di D’Alema aveva approvato l’intervento in Kosovo. (guerra chiamata missione di Pace).

Con l’intelligence guidata da Minniti, la sinistra entra nelle forze armate (da un potere all’altro)…

Minniti salta fuori anche nell’inchiesta napoletana, per un finanziamento di 20mila euro della coop Cpl Concordia destinato alla fondazione Icsa che Minniti aprì nel 2009 con Francesco Cossiga. Dal 2013 il sottosegretario ha lasciato ogni incarico, oggi la fondazione è presieduta dal generale Leonardo Tricarico. Nella fondazione convivono magistrati, ambasciatori, generali, ammiragli e giornalisti….

Ma spieghiamo anche ai letterati mediocri che cosa sono le missioni di pace: l’Italia ha bombardato i serbi in Bosnia e in Kosovo, con raid aerei (aereonautica) che si sono spinti fino alla periferia di Belgrado. Ha combattuto in Iraq, nell’inutile e sanguinosa spedizione di Nassiriya. Ha attaccato l’esercito di Gheddafi in Libia, sganciando 710 tra bombe e missili. La parola “guerra” l’hanno astutamente occultata, oggi viene camuffata in missione di Pace!! La Libia non ha mai firmato la convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, quindi in Libia non si può chiedere asilo. I migranti vengono messi in carcere, non esiste nulla di paragonabile a una “politica dell’accoglienza” anche se il Paese è uno snodo cruciale della regione. Una parte di queste carceri sono gestite dal governo, altre da milizie, altre direttamente dai paramilitari e dai trafficanti di esseri umani per schiavizzarli come bassa manovalanza ….

Fascismo e comunismo sono sempre stati due poteri rivali, che si sono fatti le scarpe per detenere il potere statale, quindi il potere economico e militare. Anarchia L’unica via!!

I politici massoni dovrebbero fare il loro (sporco) lavoro per passione e gratuitamente, visto che sono già persone agiate economicamente. Poi andrebbero esclusi i sovvenzionamamenti ai sindacati statali, che sono diventati inutili per noi proletari e sottoproletari: se siamo nella merda è grazie a loro, che per non perdere i suddetti sovvenzionamenti, hanno firmato le leggi anticostituzionali del Governo tecnico del massone Monti!!!

Iniziamo da qui per sconfiggere la miseria e le ingiustizie fino ad ottenere l’uguaglianza dei diritti, per tutti gli esseri umani, al di là della classe sociale! A proposito: anche la banca dello Ior è da espropriare, per distribuire il surplus (accumulato speculando sulle disgrazie della povera gente, facendo ingrassare la borghesia arrivista e senza scrupoli). L’ha capito anche la mafia, che ha investito molti soldi proprio nello Ior per farli fruttare – rendere. Alla faccia (finta) della pietà cattolica…

 

Lo stato è nato dalla forza militare;

si è sviluppato servendosi della forza militare;

ed è ancora sulla forza militare che

logicamente deve appoggiarsi per mantenere la sua onnipotenza.

Da “Manifesto Internazionale Anarchico contro la guerra”. (1915)

 

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La repubblica delle stragi ci ha imposto anche il Jobs act e la Flat tax…

La repubblica delle stragi ci ha imposto anche il Jobs act e la Flat tax…

Il miscuglio elettorale che oggi si contende il potere, ricorda molto la repubblica liberale monarchica borghese nata nel 1946, la repubblica che tramò e pianificò l’inizio della strategia della tensione – anni di piombo. Strategia organizzata dai servizi segreti atlantici della Nato anticomunista: 1947 strage di Portella delle Ginestre, Piano Solo (1964), colpo di stato organizzato dal generale dell’arma dei carabinieri Giovanni de Lorenzo, strage di piazza Fontana (12/12/1969), strage della Questura di Milano 1973, strage di Piazza della Loggia, 28 maggio 1974 (oggi è l’anniversario e quell’ipocrita di Gentiloni non ha esitato a presenziare alle cerimonie ufficiali), strage treno Italicus, 4 agosto 1974, La strage di Ustica – 27 giugno 1980, strage di Bologna – 2 agosto 1980, strage Rapido 904 – 23 dicembre 1984 …

I servizi segreti della Nato incentivarono i gruppi extraparlamentari neofascisti, per evitare una crescita eccessiva di quelli comunisti (patto Atlantico 1949)…..

Ma ritorniamo al governo che si sta formando in questi giorni.

I politici cattofascistoidi (forza italia e lega) e cattosinistroidi (5 stelle e lega), si contendono il potere (finanziario, economico politico, militare) con guerre sotterranee, nel frattempo fanno anche propaganda e proselitismo alla massa mediocre che li tiene in piedi. Gli slogan usati come propaganda elettorale sono: reddito di cittadinanza per tutti!   Flat-tax per tutti!! Peccato che quest’ultima trovata, agevola solo i più ricchi e impoverisce le classi deboli, dopo aver tagliato i servizi sociali. Le nuove tasse saranno pagate in maggioranza dai lavoratori che già vivono con stipendi da fame, dimezzati grazie al Jobs act, e dai pensionati che sopravvivono con la minima. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, ce lo possiamo scordare: visto che con la flat-tax hanno aumentato le tasse anche ai redditi minimi, dove andrebbero a prelevare i fondi necessari? Tagliare le spese militari no è? Parliamo di CENTO MILIONI di euro AL GIORNO (una parte se la imboscano i graduati e il resto lo spendono per ammazzare, devastare, ecc.). Che immagine dovremmo farci del nostro futuro quando non ci saranno più i servizi sociali, non ci saranno più le scuole pubbliche e nemmeno gli ospedali pubblici (anche se ormai la massomafia ci sguazzava e se magnava tutto anche li)? Da tempo lo stato incentiva le scuole e gli ospedali privati iniettando soldi, così che i diritti di tutti, diventano privilegi per pochi: bastardiii!!

Ricordiamoci che Falcone aveva clonato la parola massomafia individuandone le gerarchie e la classe sociali di cui era composta (intrecci occulti e perversi tra massoneria, imprenditoria, politica, servizi segreti, mafia)….

Flat-tax: una tassa unica per agevolare i più ricchi  

     

L’idea della flat – tax era stata attivata prima da Donald Trump, che aveva deciso di abbassare le imposte sui profitti delle imprese e sui guadagni delle persone più ricche, e ora invece il governo cattosinistroide ce l’ha imposto anche in Italia. La flat tax è un’aliquota molto bassa e uguale per tutti, per tassare entrambi i tipi di reddito, personali e aziendali. Il p2ista Silvio Berlusconi coi suoi inciuci, naturalmente è d’accordo con la flat-tax, naturalmente pure Matteo Salvini è d’accordo e anche il movimento animalista di Michela Vittoria Brambilla ha detto si. Il candidato (ambiguo) Luigi Di Maio ha fatto tante promesse, proponendo poi le stesse cose proposte dalla destra cattofascista, compresa la flat-tax, che agevola i più ricchi e impoverisce le casse pubbliche per il sostentamento dei servizi sociali (scuole a norma, case popolari, ospedali ecc.). Nel 2008, tra Ires e Irap le imprese avevano pagato imposte sui profitti per 79,9 miliardi. Nel 2016 il gettito di quelle due stesse imposte è sceso invece a 51,1 miliardi, ovvero 28 miliardi in meno di 8 anni prima. In compenso però sono aumentate di più le tasse che pesano sulle famiglie e c’è soprattutto l’Irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche. Le imprese hanno ridotto il loro contributo al sostentamento delle spese dello stato, i cittadini l’hanno aumentato. Le scelte politiche dei cattosinistroidi hanno contribuito a ridurre la progressività dell’Irpef. La Costituzione, articolo 53, prevedeva che i più ricchi dovevano contribuire con una quota più elevata del loro reddito, i più poveri con una parte inferiore, in modo da attenuare e rendere sopportabili le differenze sociali. Ma invece per andare incontro alle richieste degli imprenditori, i vari governi che si sono susseguiti ( Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni) hanno ridotto le aliquote di Irap e Ires, hanno ristretto la base imponibile, hanno introdotto una serie di misure per favorire determinati fattori, come gli investimenti. Le imprese hanno subito sfruttato le opportunità. Così hanno sottoscritto con l’Agenzia delle Entrate un accordo di “patent box”, che Permette di dedurre dall’Ires il 50% dei redditi prodotti con l’uso di software, brevetti, know-how, disegni originali. Facciamo un esempio : la Moncler, ha siglato l’accordo e risparmierà circa 34 milioni solo sulle imposte relative al triennio 2015-2017. Il gigante mondiale degli occhiali Luxottica, che prima di spostare la sede a Parigi (si fonderà con la francese Essilor) ha sfruttato i benefici di questa agevolazione, siglando un patto con l’Agenzia che consentirà di risparmiare 100 milioni delle imposte dovute nel triennio 2015-17. Ci sono perfino le multinazionali come Philip Morris, Michelin, Microsoft che hanno firmato accordi riservati in Italia con l’Agenzia delle Entrate ( Alè Eldorado, la Svizzera delle evasioni, la Panama delle offshore).

Insomma, la flat tax è un ulteriore strategia creata per agevolare i ricchi e impoverire sempre di più i ceti meno abbienti, facendogli pagare più tasse, per esempio: chi guadagna 7.500 euro lordi annui oggi paga 58 euro di tasse, con la riforma ne verserebbe teoricamente 551. Chi percepisce 30mila euro di reddito annuo, con la flat-tax verserebbe 3.870 euro di tasse invece di 5.530. Il beneficio crescerebbe col crescere delle somme dichiarate: chi guadagna oltre 75mila euro, verserebbe 10.618 euro invece di 22.210. Con un reddito di 80mila euro le tasse da pagare scenderebbero da 27.400 a 16.000 euro. Lo sgravio fiscale sarebbe di circa il 40% per i redditi oltre 35mila euro. Una riforma che incentiva economicamente solo chi ha un alto reddito. Una riforma che incentiva sempre i soliti furbetti del quartierino (Chicco Gnutti, Stefano Ricucci, Giovanni Consorte, Giuseppe Statuto, Danilo Coppola & C., Gianpiero Fiorani), in un Paese come il nostro dove l’evasione di massa (furberia antica della massomafia), fa sì che la maggior parte del peso dell’imposta sui redditi ricada poi sui dipendenti e sui pensionati. Nel 2005 i furbetti del quartierino avevano unito destra e sinistra all’assalto di due banche e del Corriere della sera….

La flat-tax dunque è stato un grande regalo fatto ai ricchi, a scapito naturalmente dei meno abbienti: una furbata del governo P2 di Berlusca per evadere le tasse legalmente ….

La flat tax era stata proposta da quelle merde cattofasciste che compongono Forza Italia e Lega, che erano già al potere (governo) nel 2003, e dall’allora ministro Tremonti che la fece approvare per legge.

La flat tax è una tassa che accentua le ingiustizie sociali creando ulteriori dislivelli economici (chi ha troppo, chi sta conquistando i suoi diritti, e chi non ha nulla), infatti non verrà rispettato il principio di progressività richiesto dalla Costituzione, i ceti benestanti, con la flat tax di Brunetta, avranno di fatto gli stessi benefici dei ceti più deboli. Una riforma che costa 50 miliardi e indirizza il 40% dei suoi benefici al 5% dei contribuenti più ricchi. La flat tax rappresenta un ulteriore strategia per rubare il pane dalla bocca ai più poveri che non potranno conquistare mai niente, non potranno conquistare nessun diritto, infatti con la flat tax i governanti (la maggior parte massomafiosi), rinunciano ad utilizzare la politica fiscale come strumento di redistribuzione del reddito verso il basso. Chi ha un reddito basso o medio basso, pagherebbe più tasse di quanto non ne pagherebbe con un sistema progressivo. Per lo stato le entrate fiscali si ridurrebbero, venendo a mancare buona parte del prelievo sui patrimoni più cospicui. Di conseguenza si aggraverebbe la spesa pubblica e le condizioni sociali.

La costituzione italiana prevede anche che l’imprenditore si arricchisca, ma in cambio parte del suo reddito dev’essere utilizzato per fini di utilità sociale. La flat tax quindi è un’arma letale contro le classi meno abbienti. La soluzione semmai sarebbe una riforma fiscale che imponesse di pagare le tasse anche a chi non è dipendente o pensionato. Anche i sindacati istituzionalizzati hanno incentivato la flat tax, (per le agevolazioni alle grandi imprese), dandoci da bere che serviva per “creare nuovi posti di lavoro”, dopo aver firmato la riforma del lavoro e delle pensioni della Fornero, il Jobs Act, varie forme di sfruttamento e la progressiva perdita dei diritti acquisiti….

e-io-pago

 

Il capitalismo ti deruba e fa di te uno schiavo.

La legge autorizza e protegge questa rapina.

Il governo ti inganna facendoti credere

di essere libero e indipendente.

In questo modo, ogni giorno che passa

ci si fa gioco di te.

(A. Berkman)

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Poteri occulti (P2) proteggono lo stato di polizia violento e assassino!

Poteri occulti (P2) proteggono lo stato di polizia violento e assassino!

A proposito di paradossi e di occultamento della verità…

Il 21 marzo scorso, il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato accertamenti preliminari sul sostituto procuratore generale di Genova, Enrico Zucca, per le dichiarazioni fatte il giorno prima ai mass media sui casi giudiziari del G8 di Genova e sulla morte di Regeni. Il Pm Enrico Zucca ha fatto delle dichiarazioni coraggiose ma scomode per l’apparato paramilitare fascista: “La rimozione del funzionario condannato (per i massacri compiuti durante la manifestazione del G8 di Genova 2001) è un obbligo convenzionale, non una scelta politica, e queste cose le ho dette e scritte anche in passato. Il Governo deve spiegare perché ha tenuto ai vertici operativi dei condannati. Fa parte dell’esecuzione di una sentenza”. “I nostri torturatori sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all’Egitto di consegnarci i loro torturatori?”, ha dichiarato il Pm Zucca ai giudici del processo Diaz e con riferimento a ciò che accadde al G8 (stato di polizia – strategia della tensione), intervenendo ad un dibattito sulla vicenda di Giulio Regeni. “L’11 settembre 2001 e il G8 (ha affermato) hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper fare per vicende meno drammatiche”. Il padre di Regeni invece dichiara “Siamo decisi ad andare avanti anche a piccoli passi per la tutela degli italiani all’estero”. “Combattiamo per Giulio ma anche per tutti quelli che possono trovarsi in situazioni simili a quelle che lui ha vissuto”, ha sottolineato l’avvocato difensore della famiglia Alessandra Ballerini che ha ricostruito i depistaggi e la vicenda: “il corpo di Giulio parla da solo e si difende da solo. Siamo arrivati a 9 nomi delle forze di polizia implicati”…..

Il giallo della morte di Regeni: “Preso e ucciso dalla polizia”!!!….

il giovane era sorvegliato aveva partecipato agli scioperi dei lavoratori a Giza.

La sua uccisione probabilmente si ricollegava al lavoro di studioso del 28enne friulano sulla Primavera araba e le condizioni di vita del Paese. «Giulio aveva paura, da settimane chiedeva di firmare i suoi articoli per il quotidiano il Manifesto con uno pseudonimo: non era un attivista ma uno studioso che si occupava del movimento operaio egiziano e delle rivendicazioni sindacali. La polizia fascista quando trovò il corpo di Giulio dichiarò che era morto a causa di un incidente stradale ….

Il procuratore del Cairo, Ahmed Nagi, che guida il team impegnato nelle indagini, ha dichiarato all’Ap che sul corpo di Regeni ci sono segni di bruciature di sigaretta, torture, ferite da coltello e segni di una «morte lenta». Altre fonti della Procura parlano anche di «contusioni accanto agli occhi, come fossero il risultato di un pugno». Il corpo di Regeni, ha aggiunto ancora il procuratore Nagi, è stato trovato, sul ciglio dell’autostrada, nudo dalla cintola in giù. Un altro dettaglio incongruente con l’ipotesi dell’incidente stradale. il capo del sindacato egiziano degli ambulanti era un informatore dei servizi segreti. In un’intervista all’edizione araba dell’Huffington Post, Abdallah ha confessato di aver consegnato il ricercatore italiano Giulio Regeni al ministero dell’Interno, cioè agli uomini che fanno capo direttamente al presidente Al Sisi. Regeni era un ragazzo giovane che voleva cambiare il mondo per renderlo un po’ migliore e umano (Alberto Franceschini dice che a 20 anni sei facilmente vulnerabile perché conosci solo “metà della mela”; anche lui l’ha dovuto constatare…) ma i suoi sogni sono stati traditi dalla dura realtà (che non è affatto filosofica) di questa sozza società, ormai negativamente globalizzata. Regeni era stato incaricato dall’università di Cambridge di fare una ricerca nell’ambito del mondo sindacale, ma secondo Abdallah faceva troppe domande (il capo venduto dei sindacati, aveva forse paura che Regeni capisse cos’era l’ultimo gradino della scala gerarchica militare? I soliti intrecci – intrallazzi oscuri tra polizia, sindacati, paramilitari e narcos).

A proposito di strategia della tensione (dittatura militare)…

La strategia della tensione comprendeva anche l’addestramento paramilitare fatto ai fasci per compiere le stragi di stato (inizio strategia della tensione). La strategia era stata sovvenzionata e pianificata militarmente dal patto Atlantico anticomunista (1956). Un piano militare che serviva soprattutto a rafforzare e stabilizzare il potere liberale costruito dai partigiani bianchi dopo la II guerra mondiale (elezioni 3/6/1946) per imporci il potere cattofascista – andreottiano) come voleva il Conte Edgardo sogno (partigiano bianco cattosinistroide) l’ideatore del partito liberale (Piano Solo 1964 – Golpe bianco 1974)…

A Bologna il 20 marzo scorso, c’è stato un nuovo processo per l’esplosione alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che causò 85 morti e 200 feriti. Gilberto Cavallini, ex terrorista dei Nar, ergastolano attualmente in semilibertà, sarà imputato davanti alla Corte di assise e dovrà rispondere di concorso nella Strage con Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva come esecutori materiali. Cavallini è accusato dalla Procura di Bologna, di aver aiutato gli attentatori alloggiandoli in Veneto, fornendo documenti falsi e la vettura per il viaggio da Padova a Bologna. Al processo saranno presenti anche i familiari delle vittime: già 90 le parti civili costituite in udienza preliminare. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime della Strage del 2 Agosto, all’ingresso del Tribunale di Bologna (dove comincia il processo a Gilberto Cavallini, ex Nar, accusato di concorso nella strage), dichiara: “Il nostro stato d’animo è positivo perché c’è la possibilità di fare un passo avanti per la verità. Qui però bisogna vedere se la verità si vuole o meno, non tanto per questo processo ma per altre situazioni”. “Ho visto col quarantennale di Moro che si è dato più spazio a Morucci, e non alle commissioni parlamentari e a tutto quello che era venuto fuori, che demolisce completamente il memoriale Morucci che è stata la verità per 40 anni“. Il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage ha poi aggiunto: “Chiarezza si può fare, ma se si fa come per il quarantennale, con le istituzioni che hanno avallato questa situazione, credo sia molto difficile per tutti arrivare alla verità“. Bolognesi ha poi spiegato di aver mandato una lettera alla commissione Moro, invitando il procuratore “Giuseppe Pignatone a valutare tutte le ipotesi di depistaggio nei confronti dei vertici dell’Aisi, proprio sulla Gladio nera e i nuclei di difesa dello stato. “La verità chiaramente passa anche smascherando gli organi coperti dello stato (ha concluso) che hanno operato in maniera illegale facendo anche probabilmente cose relative alla strage di Bologna”. Cavallini era amico di Valerio Fioravanti, erano tutti e due delusi dai vecchi fascisti, ma erano affascinati entrambi dalla figura di Che Guevara!!… Cavallini proveniva dalla Curva Nord interista ed è stato uno dei fondatori dei Boys dell’Inter, in seguito ha abbandonato la vita di curva per entrare nella militanza politica cattofascista liberale. Cavallini si dichiara fascista, ben più che di destra o “anticomunista”….

Ma chi è veramente Morucci?

Valerio Morucci veniva da Potere operaio, (gruppo della sinistra extraparlamentare), era responsabile del servizio d’ordine, ed è stato tra i primi a sollecitare una militarizzazione del movimento, costituendo inizialmente piccole strutture clandestine insieme a militanti dell’estrema sinistra nella capitale. Franceschini ricorda nelle sue memorie (dal libro “Che cosa sono le Br”): “A quell’incontro arrivò in Mini Minor, giacca blu con bottoni d’oro, camicia di seta, cravatta, occhiali Ray-Ban: sembrava un fascistello sanbabilino. Parlò soprattutto lui, e di armi… Ci chiese di entrare nelle Brigate Rosse, ma nessuno fu d’accordo di accogliere Valerio. La nostra diffidenza verso quelli di Potere operaio era congenita… si decise soltanto di continuare ad avere con lui il rapporto che già avevamo, esclusivamente logistico”. Il 17/8/1990, su suggerimento della destra DC, Morucci compila insieme con la compagna Adriana Faranda il cosiddetto memoriale, un documento contenente nomi e fatti che descrive l’agguato di via Fani. Morucci nel periodo del sequestro Moro era uno dei principali responsabili del Fronte Logistico e, insieme a Bruno Seghetti, si incaricò di scortare fino a via Caetani la Renault 4 rossa, guidata da Moretti, col cadavere di Moro nel bagagliaio. Nel 1990 lo consegna in carcere a suor Barillà, una religiosa assistente dei carcerati che ha già collaborato coi Servizi segreti nel caso Cirillo. La suora fa pervenire il memoriale al capo dello stato Francesco Cossiga il 13/3/1990. Più di un mese dopo, passato di mano tra vari esponenti della DC, Cossiga lo consegna al capo della polizia, e questi a sua volta lo dà ai magistrati. Il documento viene presentato come la ricostruzione completa dell’operazione Moro, coi nomi e i cognomi dei brigatisti partecipanti. Poi nuove indagini lasceranno sospettare che si tratta di una versione parziale. I 9 brigatisti che Morucci identifica nell’agguato di via Fani sono Franco Bonisoli, arrestato nell’ottobre del 1978, Prospero Gallinari, Raffaele Fiore e Valerio Morucci, arrestati nel 1979, Bruno Seghetti, arrestato nel 1980, Mario Moretti, arrestato nel 1981, Barbara Balzerani, arrestata nel 1985, Alvaro Lojacono, arrestato nel 1988 e Alessio Casimirri, tuttora latitante in Nicaragua. Nell’ottobre 1993 Mario Moretti aggiungerà il nome di Rita Algranati, moglie di Casimirri, arrestata nel 2004 in Egitto. Morucci forse si vergogna di dire che sono stati eterodiretti? Attualmente Morucci si occupa di informatica, risiede a Roma e ha pubblicato nel corso degli anni dei libri: Ritratto di un terrorista da giovane e La peggio gioventù, in cui descrive la sua vita prima, durante e dopo l’esperienza nelle Brigate Rosse, e Patrie galere. Cronache dall’oltrelegge, che descrive la sua esperienza carceraria e che è stato presentato anche a Casapound (foto sopra).

A proposito di abusi di potere contro gli indifesi:

Il 20 marzo scorso i mass media ci ricordano la morte di Stefano Cucchi, un ragazzo esile, pesava 40 kg (era caduto nel tunnel dell’eroina), massacrato di botte da vari sbirri in caserma durante una perquisizione e arrestato poi per 28 grammi di hascisc e 1 grammo di coca.

Luigi Lainà, detenuto nel carcere romano in quel periodo, dichiara davanti alla I corte d’Assise che vede imputati 5 carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale: “Stefano mi raccontò che lo avevano picchiato due carabinieri in borghese nella prima caserma in cui fu portato”. Racconta Lainà che quella notte incontrò Cucchi nel Centro clinico del penitenziario: “Quando ho visto Stefano la prima volta stava ‘acciaccato’, era gonfio come una zampogna, aveva ematomi sul viso e sugli zigomi, era viola, perdeva sangue da un orecchio, non parlava bene e non riusciva neanche a deglutire. Quando gli ho visto la schiena sembrava uno scheletro, un cane bastonato, roba che neanche ad Auschwitz” dice Luigi Lainà, ascoltato oggi al processo bis sul caso di Stefano Cucchi, morto il 22/10/2009 all’ospedale Sandro Pertini di Roma. Per questa vicenda tre carabinieri, Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco sono accusati di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità. Tedesco è accusato anche di falso e calunnia col maresciallo Roberto Mandolini, mentre della sola calunnia risponde il militare Vincenzo Nicolardi. La sorella di Cucchi dichiara ai mass media: “Il racconto del testimone Lainà è drammatico dal punto di vista emotivo, rivedo anche il carattere e i modi di fare di mio fratello e soprattutto la sua sofferenza che per tanti anni è stata nascosta. Per anni si è parlato di lesioni lievi, lui stava malissimo invece, e quel dolore è aumentato ora dopo ora fino a farlo morire. In questi anni è stato tutto astratto, sembrava che mio fratello fosse morto senza una ragione, da oggi si comincia a capire cosa è effettivamente successo”. Domani inizierà il 3° processo d’Appello per i 5 medici dell’ospedale finiti sotto processo per non aver dato la giusta assistenza e attenzione a Stefano, e di avere occultato il suo vero stato di salute (ucciso dalle torture inflitte). Gli indagati nella sanità, per non aver prestato soccorso a una persona detenuta (servizio scadente scontato), debilitata e sofferente sono: Aldo Fierro (primario del Pertini), Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo, inizialmente portati a processo per l’accusa di abbandono d’incapace, furono condannati in primo grado nel giugno 2013 per omicidio colposo. Fu la prima Corte d’assise d’appello nell’ottobre 2014 a ribaltare poi la sentenza, mandandoli assolti.

Le forze del disordine (gabellotti), nate appunto per difendere i poteri autoritari, sono bastarde infami e vili in tutte le parti del mondo:

Il 16 marzo i mass media scrivono che a Rio de Janeiro alcuni sicari hanno assassinato la consigliera comunale Marielle Franco del Partito socialismo e liberta’ (Psol, di sinistra), molto attiva contro le diseguaglianze e la violenza nelle favelas carioca. Marielle, 38 anni, è stata uccisa con 4 colpi di pistola alla testa: una vera esecuzione. I sicari hanno anche ucciso il suo autista e ferito lievemente una sua assistente. Sul luogo del duplice omicidio furono trovati 9 bossoli. La ragazza aveva partecipato ad un evento in sostegno delle giovani donne nere delle favelas. La giovane consigliera aveva anche criticato pesantemente l’operato della polizia militare nelle favelas di Rio, definendo il corpo speciale incaricato per queste operazioni ”battaglione della morte, che uccide i nostri giovani”. Marièlle era nata nelle favelas (quartieri ghetto di baracche fatiscenti), ecco perché conosceva bene le tante speculazioni e ingiustizie sociali che ci girano attorno… Marièlle è stata ammazzata a causa delle lotte coraggiose che portava avanti per difendere i diritti della sua gente, (povera e schiavizzata dalle violenze, dal business e dalle speculazioni fatte dalla polizia e dai Narcos il loro braccio destro…).

L’omicidio ha creato un’ondata di sdegno in tutto il Brasile. Ma chi è Stato ad uccidere la consigliera comunale Marielle Franco? La classe politica corrotta spazzata via dai giudici? I narcos e le milizie paramilitari che si sono ripresi gli spazi perduti negli anni in cui la città era sotto gli occhi del mondo? Qualche giorno fa, il suo gruppo politico aveva convocato a Rio i giornalisti stranieri per lanciare una iniziativa di monitoraggio e denuncia sull’intervento dei militari a Rio. Ma chi l’ha uccisa dunque? La polizia corrotta, le milizie o i narcos? In tanti potrebbero aver avuto questo interesse…

Quattro giorni prima di morire Marielle aveva denunciato la morte ingiustificata di due giovani, alla periferia nord di Rio, per mano della polizia. Appena poche ore prima dell’agguato, aveva scritto su Twitter: «Quante altre persone dovranno morire prima che questa guerra finisca?». Soltanto la scorsa notte del 16 marzo, a Rio sono state ammazzate 5 persone. Tra loro Marielle e Anderson….

Stato di polizia corrotto ….

Il 25/2/2018 i mass media scrivono che in Messico sono stati arrestati 4 agenti della polizia locale di Tecalitlan, sono stati arrestati in relazione alla scomparsa dei tre italiani di cui non si hanno notizie da fine gennaio: Raffaele Russo, suo figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino. Lo ha detto il procuratore statale Raul Sanchez Jimenez, citato dai media messicani, secondo cui i 3 italiani sarebbero stati consegnati a un gruppo criminale locale. La rabbia dei parenti: “I nostri familiari sono stati venduti per 43 euro a una banda di criminali, poco più di 14 euro a persona.”…

Vi consigliamo di leggere il libro: “Italicus: 1974, l’anno delle quattro stragi” a cura di Paolo Bolognesi e Roberto Scardova.

 

Lo Stato è nato dalla forza militare;

si è sviluppato servendosi della forza militare

ed è ancora sulla forza militare che

logicamente deve appoggiarsi per mantenere

la sua onnipotenza.

Dal “Manifesto internazionale anarchico contro la guerra” (1915)

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Solidarietà alla compagna antifascista Lavinia

Solidarietà alla compagna antifascista che il 22 febbraio partecipò alla risposta antifascista di Torino contro l’arrivo del candidato premier di Casapound.

Un corteo antifascista che ha tentato a più riprese di raggiungere l’albergo nel centro storico in cui il fascistone Simone Di Stefano era presente per un appuntamento elettorale (propaganda fascista). Naturalmente la repressione ha dovuta subirla il movimento antifascista e non quello anticostituzionale fascista. Ancora una volta il movimento antifascista si ritrova a dover affrontare e subire la solita repressione fascista da parte degli sbirri, che erano li (anche quel giorno), per difendere i loro camerati. Durante una ‘carica di alleggerimento’ come dicono loro quando tirano i lacrimogeni (considerati cancerogeni) e manganellano i manifestanti, una insegnante precaria esasperata dall’ignoranza e dalla violenza repressiva sbirresca, in un momento di plausibile incazzatura insulta gli sbirri che stanno difendendo i fascisti di Casapaund che, come tutti ormai sanno, stanno uscendo dalle fogne per aprire sedi in tutt’Italia (alla faccia della Legge Scelba che condanna il reato di apologia del fascismo…). L’insegnante che già era precaria, è preoccupata per la campagna mediatica, costruita a tavolino contro di lei (contro un’antifascista che difendeva la costituzione dal fascismo), contro il suo lavoro, ma non è pentita di quanto fatto e detto durante la manifestazione contro Casapound. La compagna antifascista non ci sta a passare per il “male assoluto di questo Paese” e sulla richiesta di licenziamento immediato da parte del segretario del Pd, Matteo Renzi, è netta e dichiara ai mass media: “Quelle sue parole hanno dell’assurdo, Matteo, ancora si affanna per cercare di sembrare un sincero democratico di sinistra? [si chiede la maestra] Si testimonia da solo”. Un licenziamento immediato per un’insegnante (antifascista), che giustamente è delusa dal proprio sistema statale, per il vilipendio quotidiano che viene praticato, ogni giorno, nei confronti della Costituzione Italiana e per le connivenze, ormai non più tanto nascoste, tra la politica istituzionale e l’incalzare dell’ideologia, ma soprattutto delle pratiche fasciste, in questo Paese. “Oltre che un’insegnante, sono una persona e sono antifascista, perché amo la vita e credo nell’umanità” spiega l’insegnante antifascista, difesa dal sindacato Cub scuola.

Naturalmente quel massomafioso del pm di Torino, Antonio Rinaudo (già tristemente noto per le sue sporche vicende), ha iscritto l’insegnante antifascista nel registro degli indagati con l’accusa di istigazione a delinquere e minacce. Tre capi d’accusa che la donna non riconosce, perché avvenuti in un contesto concitato in cui gli agenti in tenuta antisommossa, avevano appena caricato il corteo di antifascisti in piazza… Naturalmente quell’arpia della ministra Fedeli, si è subito mossa per mettere in moto un bel procedimento disciplinare nei confronti dell’insegnante, che è stata prima sospesa e ora rischia il licenziamento. A chiedere l’immediato intervento contro l’insegnante sono stati soprattutto i sindacati di polizia, anche il segretario generale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) Gianni Tonelli si è subito associato….

Invece alle manifestazioni antifasciste, organizzate il 24 febbraio scorso a Roma, c’era anche Amnesty International Italia, per monitorare il comportamento delle forze di polizia ed eventuali usi sproporzionati della violenza. Naturalmente il tema delle violenze e delle torture perpetrate dalle forze dell’ordine è ancora un grosso problema che, nonostante l’approvazione della legge contro il reato di tortura (dopo trent’anni), non ha risolto. Ricordiamo alcuni tra i tanti uccisi dalle violenze e dalle torture delle forze del disordine: Giuseppe Pinelli, il 18enne Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, F. Mastrogiovanni, A. Bianzino , S. Frapporti, Carlo Giuliani, M. Lonzi, R. Maranzano, G. Uva, C. Saturno, Gino Zordan, Sole e Baleno.

Ricordiamoci che Casapound, è un partito politico italiano anticostituzionale di estrema destra, di matrice neofascista e populista e fu costituito nel giugno 2008 come associazione di promozione sociale. Nel dicembre 2003 occuparono uno stabile nel rione Esquilino di Roma e Casapound, fondò il primo centro sociale di ispirazione fascista. http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/11/03/news/tutti-i-soldi-e-le-societa-di-casapound-e-forza-nuova-cosi-si-finanziano-i-partiti-neofascisti-1.313304

Naturalmente non posiamo dimenticare la repressione, le bastardate e l’orrore creato dalle tante violenze e violazioni dei diritti, (dittatura militare) perpetrati dalle delle forze dell’ordine durante i 3 giorni del G8 di Genova nel 2001….

Ma il paradosso in Italia non finisce qua, infatti il 9 marzo scorso, i mass media scrivono che a Genova, la corte europea dei Diritti dell’uomo (Cedu), ha dichiarato «ammissibile» il ricorso presentato dai funzionari di polizia condannati in via definitiva per i fatti della Diaz relativi al G8 di Genova del 2001: i poliziotti, che erano stati assolti in primo grado, sono poi stati condannati in appello e in Cassazione per falso e calunnia. Gilberto Caldarozzi, oggi vicedirettore della Dia, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Filippo Ferri, Salvatore Gava, Francesco Gratteri e Giovanni Luperi (entrambi in pensione), Massimo Mazzoni, Spartaco Mortola, e Nando Dominici sono i funzionari condannati e che hanno presentato ricorso (lo stato non condanna se stesso…). Nella serata, il sostituto procuratore Enrico Zucca, ha ribadito e dichiarato ai mass media che «il fatto che la Corte europea abbia detto che il ricorso è “ammissibile” non significa che verrà accolto: ricordiamoci delle motivazioni della Cassazione, ma anche delle sentenze della Cedu su Diaz e Bolzaneto».

Il 26 Dicembre 2017, pochi mesi fa, i mass media scrivono che a Genova non si è placata la causa degli avvocati e magistrati che hanno combattuto per la verità sui pestaggi, le violenze e le torture praticate nel capoluogo ligure nel luglio di 16 anni fa, e dichiarano ai mass media che la nomina decisa dal ministero dell’Interno Minniti a numero due della Direzione investigativa antimafia di Gilberto Caldarozzi, ex capo della sezione Criminalità organizzata della polizia (Sco), condannato a 3 anni e 8 mesi in via definitiva per falso per i fatti del G8, è «qualcosa di grottesco». Per la corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo, Caldarozzi è stato uno dei responsabili di quanto fatto a Genova dalle forze di polizia, mentre la Cassazione aveva sancito che quei fatti avevano gettato «discredito sull’Italia agli occhi del mondo intero». Dichiara inoltre che è bizzarro che il ministro lo ritenga all’altezza di un ruolo così importante, visto che è stato condannato in via definitiva per avere partecipato alla realizzazione di false prove per occultare (giustificare) la violenza usata su giovani indifesi. Quell’evento fu soprannominato la “macelleria della scuola Diaz” per la violenza e le torture che hanno dovuto subire i manifestanti che protestavano contro lo strapotere economico e militare del G8 (dittatura militare). Ma del resto, tutti i condannati per quelle vicende si sono sempre comportati da finti tonti, come se avessero fatto solo il loro dovere, come se fossero loro le ingiuste vittime». Puntualizza ancora la corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo: «La cosa che fa ancora più specie è che nessuno dei politici che è pronto a battersi per la legalità abbia detto nulla su questa nomina»….

Troiani, condannato anche lui per falso perché portò le false molotov alla scuola Diaz, andrà invece a dirigere il centro operativo autostradale di Roma. Nel corso delle indagini sui fatti del G8 del 2001 di Genova, i magistrati scoprirono che Troiani aveva dato, tramite il suo autista, due molotov da consegnare agli uomini che stavano facendo le perquisizioni alla scuola Diaz, dove decine di manifestanti vennero picchiati brutalmente nel corso di un blitz mentre dormivano. Troiani era stato sospeso, era stato affidato ai servizi sociali e espiata la pena era rientrato in polizia….

Ma ritorniamo in dietro nella storia, puntualizzando che Torino è sempre stata la palestra della repressione sbirresca fin dagli anni ‘70 e che ancora oggi la dobbiamo subire!! Ma andiamo a vedere meglio la storia: il movimento No Tav nasce a fine anni ‘80 e comincia subito a dare fastidio (per la sua visibilità) agli interessi di mafiosi, agenti dei servizi segreti disoccupati e ufficiali dei carabinieri che in quel periodo erano molto attivi nel traffico di armi e di droga…

Nel 1998 esce l’inchiesta sugli attentati contro l’Alta velocità …..

I cento chilometri che dal capoluogo piemontese giungono al confine francese di Modane, sono stati teatro dei ricatti mafiosi dei clan calabresi insediati a Bardonecchia, dei traffici d’armi dell’armeria Brown Bess di Susa, delle azioni, a fine anni ’70, dei terroristi di Prima Linea, delle attività non sempre limpide degli uomini dei servizi insediati da Dalla Chiesa per reprimere (anche attraverso le infiltrazioni), lo stesso terrorismo e poi rimasti in valle sull’orlo di una imbarazzante disoccupazione. Al centro delle inchieste anche la Sitaf, la società che ha costruito l’autostrada per Modane e che nel 1998 voleva entrare a tutti i costi nel business degli appalti sull’Alta velocità. Il verminaio della val di Susa però, comincia a essere scoperchiato il 17/6/’93 con l’arresto dei titolari dell’armeria Brown Bess di Susa, Luisa Duodero e il figlio, Andrea Torta. I due sono accusati di traffico d’armi per aver fatto sparire 397 pistole. Finite a chi? E con quali complicità? Il 12/12/’94 il processo si chiude con la condanna dei due armieri, e nella requisitoria finale il pm avanza il sospetto che i due abbiano gestito il traffico grazie alla complicità di pubblici ufficiali. I responsabili dei carabinieri della zona avevano infatti reso dichiarazioni evasive al processo. La svolta nell’inchiesta arriva nel marzo del ’95 con una serie di esposti presentati in procura dall’ex maresciallo dei carabinieri di Susa, Germano Tessari, già uomo dei servizi antiterrorismo di Dalla Chiesa, che per salvarsi dall’inchiesta, svende il suo compare Fuschi. Infatti Tessari suggerisce ai magistrati di interrogare un altro personaggio legato ai servizi, Franco Fuschi, fino ad allora sconosciuto alle cronache. La procura approfondisce con Fuschi l’inchiesta sul traffico d’armi e sui misteriosi ritrovamenti di pistole ed esplosivi avvenuti in valle negli ultimi anni. Com’era prevedibile, Fuschi coinvolge pesantemente nelle sue rivelazioni l’ormai ex amico Tessari, accusandolo di aver organizzato, insieme ai servizi segreti, il traffico d’armi dell’armeria. Germano Tessari è stato maresciallo dei carabinieri di Susa fino al febbraio 1990. Nel corso della sua lunga permanenza in servizio si è occupato, oltreché di Prima linea, anche di vicende minori. E’ stato lui, ad esempio, ad arrestare nel 1981 Silvano Pellissero, uno dei tre frequentatori dei centri sociali accusato degli attentati contro l’Alta velocità. Pellissero viene arrestato col padre in seguito all’esplosione nel pollaio di casa, a Bussoleno, di un rudimentale ordigno. Terminata, nel ’90, la carriera di maresciallo, Tessari si ricicla in politica e viene eletto nello stesso anno assessore ai servizi sociali di Susa e consigliere provinciale nelle liste del Psdi. Nel ’92 si alza (per convenienza) in consiglio provinciale per una circostanziata denuncia contro la corruzione alla Sitaf (la vicenda porterà successivamente al processo e alla condanna di due funzionari della società). Nel ’94 lascia il consiglio provinciale tentando di farsi candidare dai Progressisti alle elezioni politiche. Nel ’95 ci riproverà nelle file del patto Segni alle regionali, anche qui senza successo. Sempre nel ’95 siccome non ha successo in politica si ricicla di nuovo nell’intreccio sporco del malaffare: all’ inizio del 1995 vengono ritrovati 100 candelotti di dinamite all’interno di una galleria in costruzione dell’autostrada Torino-Bardonecchia. Altri ritrovamenti di esplosivi vengono effettuati nelle settimane successive. All’inizio del marzo ’95 la Sitaf lo assume. Effettivamente i ritrovamenti cessano ma nel dicembre del ’96, nell’ambito delle nuove indagini sull’armeria di Susa, vengono perquisiti l’ufficio e l’abitazione di Tessari, dove l’ex maresciallo custodiva apparecchiature di intercettazione ambientale. L’ex carabiniere dei servizi segreti in pensione ha continuato a lavorare nel settore? Il suo avvocato, Claudio Novaro, lo difende affermando che tutte le attività di Tessari si sono svolte alla luce del sole. Ma le rivelazioni del loquace Fuschi riguardano anche altri esponenti dei servizi. In particolare i due agenti del Sisde Dante Caramellino e Raffaele Guccione: “Con loro (ha detto Fuschi ai magistrati) ci mettevamo d’accordo. Una volta hanno messo un po’ di armi in un furgone a Rivoli per poi farcele ritrovare”, naturalmente al termine di una brillante operazione. Tutte Iniziative e trame occulte escogitate da agenti dei servizi segreti disoccupati e in pensione, che si considerano ancora oggi super protetti e impuniti da questa società perbenista e ipocrita …

Il 19/4/’96, mentre viene interrogato in procura, Fuschi si fa accompagnare in bagno e si spara alla tempia. Sopravvivrà, ma da quel giorno la storia delle sue rivelazioni diventa di dominio pubblico… Pochi mesi dopo, in questo scenario di intrighi e ricatti, comincia la serie dei 13 attentati contro l’Alta velocità che si apre il 23/8/’96 e si chiude il 10 novembre. Per questi reati sono stati accusati: Edoardo Massari (Baleno), Pelissero e l’argentina Maria Soledad Rosas (Sole). Tre squatters anarchici che a partire dal marzo 1998 furono vittime di un vero e proprio complotto giudiziario e istituzionale guidato dal PM Maurizio Laudi. Accusati ingiustamente di aver compiuto azioni ecoterroristiche nel torinese, subirono una terribile gogna mediatica che portò al “suicidio” di Baleno (28 marzo) e Sole (11 luglio). Il processo conseguente porterà alla condanna di Silvano Pelissero, ma solo per reati minori e non certo per associazione terroristica.

Metafora della vita: il 18 febbraio i mass media scrivono che la presidenza del Consiglio dei Ministri ha recentemente pubblicato un documento dal titolo: «Adeguamento dell’asse ferroviario Torino – Lione. Verifica del modello di esercizio per la tratta nazionale lato Italia fase 1 – 2030». A pagina 58, si legge: «Non c’è dubbio, infatti, che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica di questi anni, che ha portato anche a nuovi obiettivi per la società, nei trasporti declinabili nel perseguimento di sicurezza, qualità, efficienza. Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni e nessuna persona di buon senso ed in buona fede può stupirsi di ciò. Occorre quindi lasciare agli studiosi di storia economica la valutazione se le decisioni a suo tempo assunte potevano essere diverse. Quello che è stato fatto nel presente documento ed interessa oggi è, invece, valutare se il contesto attuale, del quale fa parte la costruzione del nuovo tunnel di base, ma anche le profonde trasformazioni attivate dal programma TEN-T e dal IV pacchetto ferroviario, richiede e giustifica la costruzione delle opere complementari: queste infatti sono le scelte che saremo chiamati a prendere a breve. Non importa che quelle valutazioni errate siano costate la più grave, e irreversibile per molti aspetti, crisi tra una comunità vasta e lo Stato repressivo che negli ultimi decenni ha risposto sempre con migliaia di processi, centinaia di arresti pur di ostacolare le lotte del movimento No Tav, che resiste da 25 anni e ancora oggi combatte energicamente contro questi meschini intrighi (trappole dei servizi segreti) e agli affari sporchi che girano attorno al business dell’alta velocità, facendo anche (già allora), una bella analisi sui danni ambientali (gli scavi nella roccia producono polvere di amianto e di metalli pesanti) che provoca questa mega infrastruttura. Le parole del governo, che riconoscono pienamente le ragioni del movimento Notav, non generano in val Susa il minimo senso di soddisfazione, bensì un vasto sentimento di rabbia. Anche perché la conclusione del papello governativo, prende atto anche dell’assenza di traffico sulla direttrice est – ovest: una struttura che non serviva, ma la si fa lo stesso….

La responsabilità sarebbe dell’Unione Europea che sbagliò i calcoli, par di capire dal documento governativo, ma ormai è tardi per tornare indietro. Chiosa enigmatica, perché al momento della Torino – Lione Av non esiste un solo metro, a meno che non si prenda in considerazione un piccolo tunnel geognostico costruito in val Clarea. Piercarlo Poggio, docente presso il Politecnico di Torino, fa parte del gruppo di accademici che hanno contrastato sul piano scientifico la tratta Torino – Lione Av, commenta: «Sono parole, quelle del Governo, che provano l’approccio scientifico tenuto dal movimento Notav: non abbiamo mai avuto una posizione ideologicamente contraria. I nostri sono sempre stati studi corretti, che provano l’inutilità dell’opera. A maggior ragione oggi è momento per tornare indietro, non per andare avanti come se nulla fosse». Il Tunnel di base costerà 8,6 miliardi di euro ripartiti tra Francia e Italia nella misura del 42,1% e del 57,9%, al netto del cofinanziamento UE che copre il 40% del costo complessivo. L’Italia quindi spenderà tre miliardi di euro a cui si devono sommare 1,7 miliardi necessari per il potenziamento della linea storica: è il cosiddetto «Tav low cost».

Per fare un macabro paragone, in Italia si spendono più di 100 milioni di euro al giorno per spese militari e controllo sociale!!! Ma chi controlla il controllore? (Diceva già allora Shakespeare)

E, come disse invece Totò: “E noi paghiamo…”.

Le strane amicizie del pm Rinaudo (dossier completo)

Le strane amicizie del pm Rinaudo (dossier completo)

 

Al minimo segno di ribellione, tutto il peso del governo,

della legge e dell’ordine ti cadrà sulla testa,

a cominciare dal manganello del poliziotto, dal carcere, dalla prigione,

fino alla forca o alla sedia elettrica.

A. Berkman

 

Pinelli, con Sole e Baleno, vivono e lottano insieme a noi.

Le nostre idee non cambieranno mai!!!

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Sono talmente esaltati che si ammazzano tra loro! tra sbirri !!

 Sono talmente esaltati che si ammazzano tra loro! tra sbirri !!

Il 13 febbraio i mass media scrivono che dentro alla caserma Montebello in via Vincenzo Monti a Milano è morto (mentre si stava addestrando) Andrea Vizzi, un appuntato dei carabinieri. L’appuntato è morto nel pomeriggio durante una esercitazione delle Api (Aliquote di pronto intervento), l’addestramento doveva essere con le armi scariche. Il militare che ha sparato è un brigadiere con una lunga esperienza nelle Api, è entrato nella squadra d’élite nel febbraio 2016 (la fondazione delle Api è del dicembre 2015). E’ stato verificato che, l’appuntato dei carabinieri è stato centrato in pieno petto da un colpo di pistola mitragliatrice M12 sparato durante un’esercitazione in un’area di addestramento ricavata nella zona dei garage della caserma dove stavano mettendo a punto delle tecniche di intervento speciale… Il capo squadra e gli altri 3 colleghi presenti, giustificano l’accaduto dicendo che è stato un incidente, ma non si sbilanciano molto a spiegare come è accaduto (perché hanno litigato?!!). Vizzi quando morì non indossava l’elmetto con visiera in dotazione al gruppo Api e non aveva nemmeno il giubbotti antiproiettile. Il fatto che Vizzi non indossava la divisa per addestrarsi, fa pensare che l’incidente sia avvenuto al termine della esercitazione o comunque in una fase di riposo….

Ma andiamo a vedere chi sono questo gruppo d’élite di supercarabinieri addestrati (servizi segreti)…

Il 24 marzo 2017 i mass media scrivono che il parlamento discute (dopo gli attentati di Parigi e poi quelli di Bruxelles), di istituire dei corpi speciali (ci sono già, Nocs, Gis e vari gruppi occulti – alè se magna…). Così sia i carabinieri sia la polizia hanno pensato di istituire altre forze speciali contro l’Islam (creando le guerre di religione!! Come nel 1100 con le guerre sante). Si tratta di alcune centinaia di uomini di alto grado, dislocati in tutta Italia, in varie caserme. Si chiamano Api, Aliquote primo intervento, e Sos, Squadre operative di supporto. Le squadre sono formate generalmente da tre unità più un comandante, e viaggiano sul un Land Rover Discovery, armate con Beretta 92 e fucili d’assalto AR 70/90. Attualmente vi sono operative 18 squadre Api e 13 Sos.

Ma chi erano i servizi segreti e i loro paramilitari che c’erano già prima delle Api?

Chi sono questi del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania? I paramilitari del Tuscania sono un’unità militare dell’arma dei carabinieri. Nacquero l’1/7/1940 come battaglione dei carabinieri reali, e venivano usati come paracadutisti, nella II guerra mondiale colonialista, collaborò anche l’Italia all’accaparramento delle risorse prime dell’ dell’Africa, usando la sopraffazione e la violenza. Nel 1951 l’ unità era a disposizione esclusiva del comando generale dell’arma dei carabinieri come unità di pronto impiego per servizi di ordine pubblico e l’1/10/1975 assunse la denominazione di 1º Battaglione carabinieri paracadutisti “Tuscania“. Nel 1977 si staccò una parte del battaglione per creare le unità antiterrorismo e forze speciali, Gruppi Intervento Speciale (GIS). Il 15/3/2002, a seguito della costituzione in Forza Armata Autonoma dell’ex Arma dei Carabinieri, il 1º Reggimento “Tuscania” esce dai ranghi dell’Esercito e della Brigata paracadutisti “Folgore” e viene posto alle dirette dipendenze della II Brigata Mobile Carabinieri. La Brigata paracadutisti “Folgore” fu istituita invece l’1/1/1963 a Pisa. Nel 1997 suscitò scalpore la pubblicazione da parte del settimanale Panorama, di notizie concernenti presunte torture subite da diversi cittadini somali da parte di alcuni paracadutisti della Folgore. A proposito del reggimento carabinieri Tuscania, vi ricordate cosa dichiarò ai mass media nel 2006 Placanica?

Placanica dichiara di essersi ritrovato in “un ingranaggio più grande di lui” e che sul G8 non sarebbe stata detta tutta la verità, dando anche per vera l’ipotesi, già formulata da inchieste indipendenti, relativa al fatto che la testa di Giuliani sarebbe stata colpita con un sasso mentre questi giaceva a terra morto, nel periodo di tempo in cui le Forze dell’ordine non facevano avvicinare né i giornalisti e nemmeno i manifestanti. Poi sostiene che mentre erano in corso le cariche e lui sparava lacrimogeni, «il maggiore Cappello (Claudio, ufficiale del Tuscania che ha partecipato a diverse missioni all’estero, mi ha preso il lanciagranate perché diceva che non ero capace. Io sparavo a parabola, invece lui ha iniziato a sparare ad altezza d’ uomo, colpendo in faccia le persone». Le dichiarazioni del carabiniere Placanica sono servite per riaprire il dibattito della commissione d’inchiesta parlamentare sul G8. Le rivelazioni mostrano un inquietante tessuto di menzogne da parte delle forze dell’ordine nei confronti dell’omicidio di Carlo Giuliani. Il G8 di Genova viene organizzato a un mese dalla nascita del governo P2 (P2?) di BerlusKa. La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che gli atti commessi dalle forze dell’ordine a Bolzaneto nei giorni del G8 del 2001, sono stati atti di tortura. La Corte europea dei diritti umani ha condannato quindi l’Italia per le azioni violente fatte dai membri delle forze dell’ordine ai manifestanti che parteciparono come opposizione al grande strapotere economico e militare che incarnano i potenti del G8 – G7.

Ma proseguiamo con l’analisi:

Prima della struttura Gladio, esisteva già in Italia nel 1949 un’altra organizzazione clandestina denominata “Ducae aveva le stesse funzioni occulte della Gladio (top secret), ed obbedivano già allora al Patto Atlantico (strategia tensione)…. Gladio fu costituita con un protocollo d’intesa tra il servizio segreto italiano e i servizi segreti della Nato il 26/11/1956. Fu un’intesa occulta tra SIFAR (al cui comando, al tempo della stesura del protocollo, era da poco stato posto Giovanni de Lorenzo) e la CIA. Ma ricordiamoci anche cos’è stato il piano Solo chiamato così perché fatto solo dai carabinieri: il Piano Solo è stato un colpo di stato che aveva obbiettivi ben precisi. Fu ideato dal capo dell’arma dei carabinieri, il generale Giovanni de Lorenzo, preoccupato per la crisi del I governo democristiano (Moro aveva fondato nell’estate 1964 all’interno del partito democristiano il centro sinistra, trovandosi in opposizione con Andreotti che era di centro destra). Al colpo di stato militare (Piano Solo) parteciparono: carabinieri, gruppi di civili, ex parà e repubblichini di Salò, la Confindustria e alcuni circoli militari invece, finanziarono alcune formazioni paramilitari… L’Arma dei carabinieri avrebbe assunto il controllo delle istituzioni e dei servizi pubblici principali, compresi la televisione, le ferrovie e l’ente telefonico nazionale ed avrebbe occupato con le armi le sedi dei partiti di sinistra, le redazioni de “L’Unità”, le sedi della RAI-TV e le prefetture. Quello del 1964 non fu, l’unico tentativo di colpo di stato. Il 7/12/1970 Junio Valerio Borghese e l’industriale romano Remo Orlandini tentarono un colpo si stato con l’operazione “Tora Tora”. Tre anni dopo, nel 1973, venne scoperta l’organizzazione segreta “Rosa dei Venti”, che puntava ad attuare un colpo di stato in sei fasi, tra cui un intervento militare e la fucilazione di ministri e parlamentari socialisti e comunisti, dirigenti della sinistra, vecchi comandanti partigiani comunisti. Nel 1974 ci fu il Golpe Bianco, un colpo di stato di stampo liberale e presidenzialista, promosso da ex partigiani antifascisti e anticomunisti. Un “golpe bianco”, che faceva capo a Edgardo Sogno, Randolfo Pacciardi, ex ministro della Difesa. Il progetto aveva il sostegno degli Usa e della loggia massonica P2 di Licio Gelli….

Brutti tempi (anche la logica di fare i giochetti sporchi è ancora la stessa): sono gli anni dei fascisti di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, del Golpe Borghese, di Gladio, di Gelli e della “Rosa dei venti”… Francesco Cossiga rimane la parte più enigmatica della storia, perché faceva da tramite tra i servizi segreti e la politica democristiana di Andreotti. Teniamo presente che Cossiga era Ministro dell’Interno nei governi Moro V, Andreotti III e Andreotti IV dal 1976 al ‘78 e durante il periodo in cui era sottosegretario alla difesa aveva la delega alla sovrintendenza di Gladio.

Il 31/1/1964 SCOPPIA LO SCANDALO DEL SIFAR (servizi segreti). Nel 1965 il SIFAR viene sciolto ma è uno scioglimento di facciata, l’ennesimo: con un decreto del Presidente della Repubblica, il 18/11/1965, nasce il SID (Servizio Informazioni Difesa) che del vecchio servizio continuerà a mantenere uomini e strutture. Nel gennaio 1978 Cossiga contribuì alla riforma dei servizi segreti e istituì i reparti speciali antiterrorismo della polizia NOCS e dei carabinieri GIS (Tuscania)….

Ma chi sono ‘sti NOCS? NOCS è un Corpo speciale della polizia di stato italiana; viene istituito per contrastare le rivendicazioni sociali ed economiche degli studenti e degli operai. Il N.O.C.S. dispone di un parco macchine composto da veicoli in borghese tra cui Jeep in borghese, Land Rover in borghese, altri tipi di SUV e fuoristrada in borghese e anche furgoni blindati in borghese.

E questi del Gis chi sono? Il Gis è sempre un reparto d’élite dell’Arma dei carabinieri e collaborano con le Forza Speciale: dell’Esercito, della Marina e con il 17º Stormo dell’Aeronautica. Il GIS nasce nel 1978 e dal 2004 è anche unità delle Forze Speciali, è attivo per ogni tipo di azione militare soprattutto internazionali. Il GIS è inquadrato nella II Brigata mobile carabinieri, dipende operativamente dal Comando interforze per le operazioni delle forze speciali. I suoi componenti, a differenza delle altre forze speciali italiane, oltre alla qualifica di incursore, hanno anche quella di agente di pubblica sicurezza. Il reparto dal 2000 si è “distinto” per le tante guerre a cui ha partecipato coi loro metodi autoritari – fascisti: Balcani, Afghanistan, Iraq, Corno d’Africa, ecc.. Durante gli anni ‘70 (anni di piombo), nonostante il Governo non avesse preso delle iniziative ufficiali, nei reparti d’élite delle Forze armate e di Polizia, furono create unità per lo sviluppo e la sperimentazione di tecniche di intervento militare (strategia della tensione). A partire dal 2004, il Comando generale dell’Arma dei carabinieri, ha promosso il Gruppo d’intervento speciale, da unità controterrorismo a forza speciale, enfatizzando la preparazione per i dispiegamenti nelle basi Nato (Patto Atlantico….) all’estero. I carabinieri che fanno domanda per entrare nel Gis, vengono inviati per essere addestrati presso il 1º Reggimento Tuscania dove iniziano il durissimo percorso. La sede dei GIS è a Livorno.

Facciamo una piccola parentesi sul periodo del ‘78: nel 1978 Cossiga istituì una commissione d’inchiesta per la liberazione di Aldo Moro, commissioni che poi si rivelò composta da appartenenti alla loggia P2: il direttore dei servizi segreti Bassini, il generale Santovito, il commissario Walter Pelusi e il generale Giudice, erano tuttiP2isti e collaboratori di Cossiga. Cossiga era preoccupato che Moro rivelasse, per salvarsi, i segreti di stato che riguardavano le trattative segrete per l’attuazione del “compromesso storico”, del ruolo della DC nel periodo dell’”attacco al cuore dello stato”, dal colpo di Stato di De Lorenzo, fino ai segreti militari che riguardavano la strage di Piazza Fontana, i segreti militari riguardanti la “Gladio” e l’affare “Lockeed”. Teniamo presente che nel 1967 c’era già stato lo scandalo del Sifar…

Ma cos’è la strategia della tensione? La strategia della tensione si basa su una serie di atti terroristici, volti a creare e a diffondere nella popolazione uno stato di tensione e di paura, tali da far giustificare o auspicare svolte politiche di stampo autoritario (dittatura militare), tattiche militari che consistevano nel commettere attentati dinamitardi e attribuirne la paternità ad altri (Patto Atlantico – stragi di Stato)…

La Strategia della tensione in Italia nasce a un convegno organizzato all’hotel Parco dei Principi, dal 3 al 5 maggio 1965. Il convegno è stato finanziato dallo Stato Maggiore dell’esercito. L’argomento principale era “la guerra controrivoluzionaria”, organizzata dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio. In quel convegno stabilirono e pianificarono la strategia della tensione e le operazione false flag.

Un periodo storico ancora occulto perché scomodo ai nostri politicanti sia di destra che di sinistra. Al convegno parteciparono militari di alto grado, imprenditori, politici, giornalisti, ed un gruppo di 20 studenti universitari da usare per infiltrare nei movimenti extraparlamentari di sinistra). Tra gli alti ufficiali c’era anche Guido Giannettini (giornalista e agente segreto di estrema destra) e Pino Rauti, tra gli studenti universitari invitati c’erano anche Stefano Delle Chiaie e Mario Merlino. Dopo il convegno fatto all’Istituto di studi militari Alberto Pollio, in Italia ci fu un periodo caratterizzato da un terrorismo neofascista molto violento e mai chiarito (mai messo in discussione), un terrorismo di Stato sostenuto da alcuni settori militari e politici che intendevano attuare colpi di Stato tutte le volte che la sinistra rischiava di entrare nel potere politico. Oggi sappiamo che è così, infatti dopo il 1991, la commissione stragi ha tolto il segreto di stato imposto fin dal 1945 dal regime liberale. Insomma: strategie militari autoritarie attuate soprattutto dopo il movimento del ‘68 e dell’autunno caldo…

Ma chi era quel cattosinistroide di Rauti, considerato allora il capo dei fascistelli universitari?

Pino Rauti era un politico e giornalista come il suo compare sbirro (servizi segreti) Guido Giannettini, fu segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale dal 1990 al 1991, del Movimento Sociale Fiamma Tricolore dal 1995 al 2002 e del Movimento Idea Sociale dal 2004 al 2012. Rauti partecipò al convegno organizzato dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio nel 1965, un convegno organizzato e finanziato dallo Stato Maggiore dell’esercito, per pianificare la strategia della tensione.

Il 4 marzo 1972 il giudice Stiz di Treviso, emette mandato di cattura contro Rauti per gli attentati ai treni dell’8 e 9 agosto 1969. Successivamente l’incriminazione si estenderà agli attentati del 12 dicembre (tra cui la strage di Piazza Fontana), per cui fu anche incarcerato alcuni giorni, venendo rilasciato il 24/4/1972, prima di essere eletto deputato (la politica ripulisce tutto). Nel 1972 Rauti fu eletto deputato alla Camera nelle file del MSI nella circoscrizione del Lazio, dove verrà sempre rieletto fino alle elezioni del 1992. Rauti naturalmente come tutti i borghesi esosi, ambiziosi, avidi e voltagabbana, aveva cominciato a rinnegare l’esperienza della “Destra Nazionale di Almirante” per spostarsi su posizioni di sinistra e con lui andò tutto il gruppo di Ordine Nuovo. E fonda la “sinistra” all’interno dell’MSI-DN – centrodestra (un po’ come fece Moro che fondò un altro potere all’interno del potere democristiano – centrosinistra). Rauti per fare proselitismo e allinearsi alla sinistra centrista, ha portato avanti nel corso degli anni, temi quali l’anticapitalismo e il terzomondismo. Teniamo presente che alle elezioni anticipate del 1972 vinse la Democrazia Cristiana di centro-sinistra grazie anche alla cordata di Rauti – centrodestra (che voleva stare al potere al di là della bandiera).

Rauti fondò nel 1969 il Movimento Politico Ordine Nuovo. Ordine Nuovo fu un gruppo politico di estrema destra extraparlamentare che raccoglie l’eredita del Movimento Sociale Italiano e quella del Centro Studi Ordine Nuovo. Nel 1974, con la rivoluzione dei garofani in Portogallo, viene scoperta l’organizzazione eversiva internazionale fascista Aginter Press, con la quale aveva stretti rapporti anche Rauti attraverso l’agenzia Oltremare per la quale lavora. Il 22/12/2014 dai mass media giunge la notizia dell’arresto di 14 persone in diverse regioni italiane, altre furono indagate. Facevano parte di Avanguardia ordinovista, un gruppo che si richiamava agli ideali di Ordine Nuovo e progettava azioni violente. Tra gli indagati: Stefano Manni, ex carabiniere residente a Montesilvano e indicato come il leader del gruppo eversivo e il novantatreenne Rutilio Sermonti. Nel 1977 Cossiga ammise ai magistrati che, la sera della manifestazione in cui si causò la morte di Giorgiana Masi, fossero presenti agenti provocatori armati della polizia e dei carabinieri.

I fasci oggi ci vogliono prendere per il culo e si giustificano (per il fatto che l’Italia è antifascista), dicendo di essere fascisti moderni che non centrano col fascismo di Mussolini, fatto sta che i nomi delle loro organizzazioni extraparlamentari moderne e i loro metodi da sbirri infami non sono cambiati, come quello di prendersela con la povera gente indifesa!!!! Vabbè che questi adesso sono in politica (dentro le stanze del potere) e se la tirano pure, pensando anche di essere furbi (italiano mediocre)…

A proposito di gruppi occulti usciti dalle fogne della questura e mandati allo sbaraglio per destabilizzare per poi stabilizzare il potere autoritario (stategia della tensione): il 19 febbraio i mass media scrivono che Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca (sbirri) dichiara ai mass media: “Sono molto stanca e provata dalle continue concessioni e permessi premio ai killer della Uno Bianca. Marino Occhipinti la scorsa estate è andato in ‘vacanza’ in Valle d’Aosta per un convegno”. (Convegno de che?) La presidente, quindi, si dice “amareggiata da questa situazione, perché i Savi continuano a chiedere ed ottenere molti benefici”.

Ma la più grossa presa per il culo è accaduta il 20 febbraio: la sentenza di cassazione di Milano ha assolto due fascisti dal reato di apologia del fascismo per aver fatto il saluto romano durante una commemorazione organizzata dai parlamentari di Fratelli D’Italia. La suprema Corte fascista e liberale si è giustificata sentenziando che “non ha ritenuto un reato (alla faccia della legge Scelba) il saluto romano se ha intenti commemorativi, in questo senso, può essere considerata una libera manifestazione. (!!)

Compagni stiamo allerta, è ritornata la P2!!

A Modena invece (a proposito di sbirri fascisti), sempre il 20 febbraio i mass media scrivono che la Procura di Modena ha chiesto il processo per un agente della Polizia di Stato. Il processo è fissato per il 16 aprile e le accuse sono di lesioni volontarie e abuso d’ufficio, per aver picchiato una 15enne al volto col manganello durante gli scontri con giovani studenti appartenenti al collettivo ‘Guernica’. L’episodio risale al 16 maggio del 2016: nei tafferugli che seguirono lo sgombero di un edificio in centro storico, la minorenne fu colpita in pieno volto, riportando una frattura. Priva di sensi, fu soccorsa dal 118 e portata all’ospedale. La sequenza – l’agente che colpisce la giovane in mezzo al tumulto – fu ripresa e il video finì sul web. La 15enne ha dovuto affrontare un intervento chirurgico.

A proposito di fasci che escono dalle fogne delle questure:

Oggi 23 febbraio i mass media scrivono che nella notte è stato appiccato un incendio all’interno del centro sociale Magazzino 47 di Brescia. A fuoco una pila di libri accatastata al centro di una stanza. Ieri il centro sociale aveva annunciato una manifestazione per sabato mattina in centro città contro la presenza nel quartiere Carmine di un banchetto di Forza Nuova con Laura Castagna, candidata sindaco alle prossime amministrative.

Consigliamo di leggere i libri :

L’infiltrato – Autore Egidio Ceccato. E’ la storia di Bernardino Andreola, la spia fascista dai mille volti che ha macchiato l’Italia di rosso, un libro che riscrive la strategia della tensione, i delitti Pinelli e Feltrinelli.

Io sono un’arma. Memorie di un marine- Autore David Tell

Guerra & droga – autore Alessandro De Pascale

Storia dell’uso militare delle droghe – autore Lukasz Kamienski

 

DAI MONTI DI SARZANA (canto partigiano del battaglione anarchico Lucetti)

 

Questi assassini, questi ladri, si fanno un nome.

Raggiungono i gradi più alti, diventano senatori,

vengono coperti di decorazioni,

e qualcuno arriva perfino ad avere un monumento.

Sono eroi della guerra. Senza la guerra non salirebbero.

Senza la guerra rimarrebbero ignoti.

Se uccidessero e rubassero fuori dal mondo guerresco

sarebbero ritenuti assassini feroci e ladri volgari.

C. Berneri

 

Solidarietà agli antifascisti che protestano contro le aperture delle sedi fasciste e vengono repressi dagli sbirri fascisti.

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Regeni torturato e ucciso: il vecchio vizio dei servizi segreti

Il 25/1/2018 i genitori di Giulio Regeni dichiarano ai mass media: “Il nostro calendario mensile ha l’evidenza su tre date principali: il 25, la scomparsa di Giulio, il 3, giorno del ritrovamento del suo corpo, il 14, punto sulla situazione della scorta mediatica. Questo significa che tutti i cittadini che chiedono con noi verità e giustizia per Giulio, seguono attentamente tutto ciò che succede e tutte le scelte che vengono fatte per arrivare alla verità. Speriamo che a breve si aggiunga a queste tre date quella in cui ci verrà consegnata la verità ‘vera’ e completa sulle responsabilità della barbara uccisione di nostro figlio“.

Oggi sappiamo che Giulio, fu oggetto di una stringente attività di spionaggio da parte degli apparati repressivi e feroci del regime egiziano, alla vigilia del 5° anniversario della rivoluzione di piazza Tahrir. Quella prassi militare, fu alimentata anche dal tradimento di una persona di cui Giulio si fidava, l’allora leader del sindacato degli ambulanti, Mohammed Abdallah, infame – senza etica e morale, pronto a vendersi come informatore di polizia e Servizi. A consegnare a Giulio la patente di “spia”, quale non era, per conto dei Servizi britannici, fu la “”colpa” del suo lavoro di ricerca condotto per l’università di Cambridge. Per 2 anni il regime egiziano ha depistato le indagini, arrivando a concepire e consumare la macabra messa in scena della morte di 5 innocenti da offrire all’Italia come responsabili della morte di Giulio….

Ma facciamo un po’ di storia: Giulio Regeni era un ricercatore italiano dell’università di Cambridge scomparso al Cairo il 25/1/2016, nel 5° anniversario delle proteste di piazza Tahrir….

Il suo corpo è stato ritrovato il 3 febbraio alla periferia della capitale egiziana con evidenti segni di tortura. Aveva 28 anni. Le indagini sulla sua morte sono state intralciate da vari tentativi di depistaggio da parte dei servizi di sicurezza egiziani in allerta per reprimere la Rivoluzione araba, e insospettiti per le sue ricerche sui sindacati indipendenti. Da allora i suoi genitori portano avanti la campagna Verità per Giulio Regeni per chiedere al governo italiano di portare fino in fondo le indagini….

Dal 3 febbraio, giorno del ritrovamento del corpo, la collaborazione fra i giudici egiziani e italiani si è rivelata alterna e contraddittoria. Inizialmente le autorità locali hanno negato le loro responsabilità avvallando diverse versioni che andavano dall’incidente stradale alla pista omosessuale. Ma il tentativo di depistaggio più vigliacco fu fatto nel marzo del 2016 in cui le forze egiziane uccisero 5 persone accusate di essere una banda di rapitori di stranieri, e facendo ritrovare i documenti di Giulio nella loro abitazione. Da allora numerosi incontri tra procure e il rifiuto del Cairo di permettere agli investigatori italiani di interrogare direttamente alcuni membri delle forze di sicurezza lasciano una ricostruzione ancora parziale dei fatti, ma soprattutto non spiegano da chi sia partito l’ordine, e perché uccidere Giulio Regeni? Mohammed Lotfy, legale dell’ECRF, l’organizzazione che rappresenta la famiglia Regeni in Egitto dichiara ai mass media “Siamo riusciti ad avere una copia del faldone, ma dobbiamo mantenere la massima riservatezza, rispettando l’ordine della Procura, il contenuto degli interrogatori potrebbe essere decisivo per ricostruire le cause del rapimento e della morte di Giulio”. Le carte confermerebbero il coinvolgimento di Sharif Magdi Abdlaal, capitano della sicurezza di stato. Era l’uomo che teneva i contatti con Mohammed Abdallah, il capo degli ambulanti che ha filmato Giulio durante il loro incontro (il video fu pubblicato l’anno scorso dalla tv egiziana). È lo stesso che accusò e arrestò il direttore dell’ECRF Ahmed Abdallah. Poi c’è Mahmoud Hendy, l’ufficiale responsabile del depistaggio degli uomini giustiziati nel marzo del 2016, spacciati per una banda di rapitori di stranieri. Gli inquirenti italiani sono in possesso anche di un altro nome, quello di Osman Helmy, che secondo i tabulati telefonici sarebbe uno degli agenti della National Security che hanno arruolato (pagato) Mohammed Abdallah. “Sarà difficile ottenere la verità, il caso di Giulio è troppo compromettente per l’apparato egiziano”, spiega Lina Attallah, fondatrice del giornale indipendente Mada Masr. “La dinamica è la stessa adottata verso migliaia di dissidenti interni. In alcuni casi, quando la vittima era egiziana, c’è stata la possibilità di indagare e processare dei poliziotti. Ma resta un’opzione rara”. Come rare sono le possibilità di far luce sul rapimento, la tortura e la morte del giovane ricercatore italiano, perché sono gli stessi apparati di sicurezza che li hanno messi in atto. Anzi, l’ormai assodato coinvolgimento di reparti e nomi di rango, sia dell’intelligence interna sia di quella militare, potrebbero continuare a rallentare la collaborazione del governo del Cairo.

Ma paradossalmente è stata quella tesi sui sindacati indipendenti, (portata avanti sotto il regime dittatoriale di Abdel Fattah al Sisi) che portò alla morte lo studente Giulio Rogeni. Una tesi sociologica interessante, dove Giulio voleva capire e analizzare le condizioni sociali ed economiche di quei territori, dopo 30 anni di dittature militari. Giulio voleva capire soprattutto ed analizzare le motivazioni delle rivolte sociali avvenute durante la Primavera araba. La rivolta cominciò il 18/12/2010, in seguito alla protesta estrema del tunisino Mohamed Bouazizi, che si diede fuoco in seguito a maltrattamenti subiti da parte della polizia (dittatura militare), il cui gesto innescò l’intero moto di rivolta tramutatosi nella cosiddetta Rivoluzione dei Gelsomini. Per le stesse ragioni, un effetto domino si propagò ad altri Paesi del mondo arabo e della regione del Nord Africa. I risultati di quelle proteste e lotte sociali arrivarono nel 2011 quando 4 capi di stato furono costretti alle dimissioni, alla fuga e in alcuni casi portati alla morte: in Tunisia Zine El-Abidine Ben Ali (14/1/2011), in Egitto Hosni Mubarak (11/2/2011), in Libia Muhammar Gheddafi che, dopo una lunga fuga da Tripoli a Sirte, fu catturato e ucciso dai ribelli il 20/10/2011 e in Yemen Ali Abdullah Saleh (27/2/2012).

Ma torniamo indietro nel tempo:

La primavera araba, ricordata anche come la rivoluzione di piazza Tahrir, fu un insieme di proteste sociali (egiziane) che portarono alla caduta del dittatore Hosni Mubarak il 25/1/2011.

In occasione del 5° anniversario nel 2016, il governo egiziano aveva annunciato la linea dura contro i manifestanti. La rivoluzione egiziana fu uno degli eventi più importanti della cosiddetta “primavera araba”, quella serie di rivolte, proteste e sommosse che tra il 2011 e il 2012 hanno portato alla caduta dei regimi dittatoriali in Egitto, Tunisia, Libia e Yemen. Nel 2016, molti dei Paesi che avevano deposto i loro dittatori, erano ritornati a essere governati da una dittatura militare, come nel caso dell’Egitto, o peggio ancora sono travagliati da guerre civili (guerre di religione come nell’anno 1100), come Libia, Siria e Yemen. In Egitto, dopo la caduta di Mubarak si sono tenute elezioni democratiche che nel 2012 hanno portato alla vittoria dei Fratelli Musulmani e del loro candidato Mohamed Morsi. Una volta divenuto presidente però Morsi si è comportato da fascista dittatore, reprimendo nel sangue le proteste politiche indotte per lo più dalle condizioni sociali di miseria in cui la maggior parte dei poveri era costretta a vivere in un governo ancora fascista e autocratico che ha continuato a comandare, dopo più di 30 anni di dittatura militare …

Ricordiamoci che anche durante la guerra civile algerina (a partire dalla metà del 1994), erano state usate tattiche militari (false flag), impiegate dagli squadroni della morte che si travestivano da terroristi islamisti e commettevano attacchi ‘sotto falsa bandiera’. Tali gruppi includevano la OJAL o la OSSRA (organizzazione segreta per la salvaguardia della Repubblica algerina). Gli squadroni della morte erano composti da sottufficiali dei paracadutisti dell’esercito francese che avevano il compito di rastrellare i sospetti ribelli. I sottoufficiali erano pagati da organizzazioni militari o paramilitari che spalleggiano dittature o regimi basati sulla repressione e l’autoritarismo…

Anche il procuratore Giuseppe Pignatone il 25/1/2018 fa una dichiarazione ai mass media: “Giulio Regeni è stato ucciso per le sue ricerche, ed è certo il ruolo dei Servizi. Il movente, “pacificamente da ricondurre alle attività di ricerca effettuate da Giulio nei mesi di permanenza al Cairo”, e “l’azione degli apparati pubblici egiziani, che già nei mesi precedenti avevano concentrato su Giulio la loro attenzione, con modalità sempre più stringenti, fino al 25 gennaio, sono punti fermi”.

A proposito di servizi segreti e dei loro giochi sporchi geopolitici…

Anche in Italia abbiamo avuto le nostre incoerenze nella storia, coi partigiani bianchi, con le Stragi di stato organizzate dagli apparati di sicurezza militare: servizi segreti (P2) e il loro servi – braccio armato Gladio, Nuclei clandestini dello stato, Falange Armata, CC, Ps…..

Il 25/6/2015 i mass media annunciano che sono stati indagati 15 agenti segreti super addestrati sospettati di essere collegati con le bombe del 1993, e che le telefonate della Falange Armata partivano dalle sedi coperte del Sismi.

Forse non ci ricordavamo più chi era la Falange Armata, l’oscura sigla criminale che nei primi anni ‘90 rivendicava ogni singolo fatto di sangue in Italia: dai delitti della ‘banda della Uno bianca’ alle stragi mafiose del 1992 e ‘93. Un mistero mai risolto quello dei telefonisti del terrore che chiamavano i centralini dei mass media per firmare eccidi e stragi. Adesso però, a più di vent’anni di distanza, emerge un particolare nuovo: quelle chiamate sarebbero state fatte dalle stessa zone in cui all’epoca il Sismi aveva localizzato le sue basi periferiche. A raccontarlo è l’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, al vertice del Cesis (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza) tra il 1991 e il ‘93. “C’era questa storia della Falange Armata e allora incaricai questo analista del Sisde, si chiamava Davide De Luca e gli chiesi di lavorare sulle rivendicazioni”, è il racconto di Fulci, che dopo essere stato interrogato dai pm di Palermo Roberto Tartaglia e Nino Di Matteo nell’aprile del 2014, ha deposto anche nel gennaio 2015 al processo sulla Trattativa Stato – mafia. “Dopo alcuni giorni De Luca venne da me e mi disse: questa è la mappa dei luoghi da dove partono le telefonate e questa è la mappa delle sedi periferiche del Sismi in Italia, le due cartine coincidevano perfettamente, e in più De Luca mi disse che le chiamate venivano fatte sempre in orario d’ufficio”, racconta Fulci nell’aula bunker del carcere Ucciardone, davanti alla corte d’Assise di Palermo, che sta processando politici, boss mafiosi e ufficiali dei carabinieri per il patto segreto tra pezzi dello stato e Cosa Nostra (massomafia). Ma perché pezzi del Sismi avrebbero dovuto rivendicare le stragi di mafia? Fulci non lo dice, spiega però di “essersi convinto che tutta questa storia della Falange Armata faceva parte di quelle operazioni psicologiche previste dai manuali di Stay Behind, facevano esercitazioni, creare il panico in mezzo alla gente e creare le condizioni per destabilizzare il Paese” (Strategia della tensione – stragi di stato).

Teniamo presente anche che (secondo noi Rsp), gli sbirri erano preoccupati in quel periodo, perché nel 1991 fu istituita la prima commissione stragi, incaricata di desecretare, cioè togliere il segreto di stato ai documenti Top Secret, che riguardavano il piano militare Atlantico della strategia della tensione attuato anche in Italia dal 1947 al 1984: strage di Portella della Ginestra (1º maggio 1947), Piano Solo (1964) il colpo di Stato ( Stay behind – piano atlantico anticomunista) progettato dal generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni de Lorenzo, strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) strage di Bologna (2 agosto 1980), 4 agosto 1974 strage sull’ treno Italicus, 23 dicembre 1984 strage sull’ treno Rapido 904..

Anche Il compagno Giuseppe Pinelli fu vittima della repressione militare ( dittatura militare – strategia della tensione) di quell’autunno caldo (lotte e rivendicazioni sociali fatte dagli operai insieme agli studenti) dove gli apparati militari (Nato) anche italiani, erano pagati per attuare il piano militare Atlantico Anticomunista Stay Behind. Giuseppe Pinelli fu torturato e ucciso dentro la questura di Milano pochi minuti dopo la mezzanotte del 15 dicembre 1969…. Il corpo di Pinelli fu defenestrato dagli sbirri dal 4° piano della questura, perché continuava a dichiarare che la strage di Piazza fontana era una strage di Stato (una verità scomoda per gli apparati militari di sicurezza…).

Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico di 41 anni, era stato fermato dal commissario Luigi Calabresi la sera del 12 dicembre, qualche ora dopo la strage di piazza Fontana, e trattenuto illegalmente. La prima giustificazione del questore per la morte del compagno anarchico avvenuta in questura, fu che Pinelli era implicato nella strage di piazza Fontana, poi, che, sentendosi perduto, si sarebbe suicidato. La conclusione giudiziaria fu scandalosa. La pietra tombale fu posta nell’ottobre 1975 dal giudice istruttore (massone P2) Gerardo D’Ambrosio con la sua famosa sentenza di proscioglimento, unica nella giurisprudenza italiana, per cui non si trattò né di omicidio né di suicidio. Giuseppe Pinelli, in spregio alle più elementari leggi della fisica e della medicina legale, morì per un «malore »….

Ma non è finita qua l’umma – umma !!!

La Procura di Palermo invece, il 26 gennaio 2018, pochi giorni fa, ha chiesto 12 anni di carcere all’ex senatore Marcello Dell’Utri, imputato di minaccia e violenza a Corpo politico dello Stato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Dell’Utri sta scontando una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Per l’ex capo del Ros, Mario Mori chiesti 15 anni: è imputato di minaccia e violenza a Corpo politico dello Stato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Una condanna a sei anni di carcere è stata chiesta per l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, imputato di falsa testimonianza. Condanna rispettivamente a 16 e 12 anni di carcere chiesta per i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Per il pentito Giovanni Brusca, che rispondeva dello stesso reato, i pm hanno chiesto l’applicazione dell’attenuante speciale prevista per i collaboratori di giustizia e la dichiarazione di prescrizione delle accuse. Chiesta anche la dichiarazione della prescrizione per le accuse di concorso in associazione mafiose secondo lui, contestate nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia a Massimo Ciancimino.

Il 27 gennaio 2018 a Brescia invece, i mass media pubblicano le dichiarazioni di Claudio Castelli, il presidente della Corte d’Appello di Brescia che, nel corso del suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario puntualizza: “La sentenza definitiva della strage di Piazza Loggia è un simbolo, l’affermazione della legge, della fatica di tanti magistrati che hanno cercato di far luce su un delitto orrendo che ha segnato questa città”. Non dobbiamo mai dimenticare che le indagini su questa strage sono state per lungo tempo ostacolate, rallentate e depistate da pezzi di corpo dello Stato“. Castelli poi, nei confronti di Maggi e Tramonte, condannati all’ergastolo, afferma: “non si è trattato di spirito di vendetta e anzi siamo convinti che anche nei loro confronti deve avere piena e totale attuazione il percorso di rieducazione e recupero”.

Pinelli vive e lotta insieme a noi, le nostre idee non cambieranno mai !!!

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

Santiago Maldonado: dittatura militare in Argentina (P2 – anticomunismo atlantico)

SANTIAGO MALDONADO

dittatura militare in Argentina (P2 – anticomunismo atlantico)

 

il 30 novembre i mass media scrivono che si è chiuso in Argentina il più grande processo della sua storia con la condanna di 48 dei 54 ex militari e civili accusati di crimini contro l’umanità commessi durante la dittatura tra il 1976 ed il 1983, che ha provocato 30mila morti. L’ex capitano della marina argentina Alfredo Astiz, oggi 67enne, noto come l’angelo della morte, era un agente sotto copertura del regime, e in quegli anni si infiltrò in gruppi di attivisti, compresa l’associazione delle Madri di Plaza de Mayo, che chiedevano la verità sui loro figli scomparsi. Astiz e l’ex ufficiale di marina Jorge Acosta sono due dei 54 imputati del maxi processo su circa 800 casi di violazioni dei diritti umani alla ex scuola navale Esma, nota come uno dei principali luoghi di tortura del regime. Entrambi erano già stati condannati all’ergastolo in processi precedenti. In totale sono state 29 le condanne al carcere a vita, mentre a 19 imputati sono state comminate pene tra gli otto e i 25 anni di carcere.

In Argentina c’è ancora la dittatura militare al soldo delle multinazionali (vecchio vizio…)

Il 21/10/2017 i mass media scrivono che è stato ritrovato il corpo dell’attivista Santiago Maldonado.

Santiago Maldonado aveva 28 anni e l’ultima volta che era stato visto dai suoi amici fu il 1 agosto scorso in Patagonia, mentre veniva arrestato dalla polizia paramilitare intervenuta per reprimere e disperdere una marcia di protesta del gruppo indigeno Mapuche. I Mapuche rivendicano da anni le terre acquistate da Luciano Benetton, proprietario di 900.000 ettari di terreno in Patagonia. Il cadavere di Santiago è stato ritrovato in un fiume nel Sud dell’Argentina e la sua famiglia lo ha riconosciuto il 21 ottobre, a due giorni dalle elezioni politiche. In un Paese segnato dalla repressione della dittatura militare (1976-1983) e da oltre 30.000 desaparesidos, la scomparsa del giovane ha suscitato una grossa preoccupazione. Il governo di Macri aveva inizialmente cercato di addebitare agli attivisti Mapuche la scomparsa di Maldonado: il ministro per la Sicurezza, Patricia Bullrich, è stato quello più preso di mira dall’opinione pubblica per aver subito cercato di accusare i manifestanti della scomparsa e poi per aver consentito che le indagini venissero affidate alla stessa forza di sicurezza intervenuta durante la protesta. Il politico destroide Mauricio Macri è figlio di un imprenditore edile di origine calabrese emigrato in Argentina nel 1948. Nel 2003 ha fondato il partito di destra Compromesso per il Cambiamento, partito entrato a far parte nel 2005 della coalizione Proposta Repubblicana (PRO) da lui guidata. Il 24/6/2004 è stato eletto capo del governo della città di Buenos Aires, per poi essere riconfermato nel 2011. La sua rivale politica è l’ex presidente dell’Argentina Cristina Fernández de Kirchner leader del Fronte per la Vittoria e sostenuta dal partito del peronismo di sinistra e da una coalizione di centro-sinistra. il 22/11/2015, Mauricio Macri (Viola) vince il ballottaggio, diventando il 57° Presidente dell’Argentina….

Ci sono stati tanti Desaparecidos: nei primi anni del franchismo in Spagna, in Paraguay, in Brasile, in Nicaragua, nell’Iraq di Saddam Hussein, nella Libia di Gheddafi e in molti altri paesi; recentemente il fenomeno è ricomparso in maniera massiccia nell’Egitto di al-Sisi….

Ma facciamo un po’ di Storia

L’origine dell’operazione Golpista argentina (faceva parte del Piano Condor), va ricercata in un incontro, avvenuto nel febbraio 1974, tra alcuni elementi di spicco delle polizie segrete di Cile, Bolivia, Argentina, Uruguay e Paraguay con Manuel Contreras, capo della DINA (i servizi segreti di Pinochet), a Santiago del Cile. Ma fu durante la “Decima conferenza degli eserciti americani” del 3 settembre 1973, che il generale brasiliano Breno Borges Fortes propose di estendere le partnership e le collaborazioni tra i vari servizi segreti al fine di combattere il comunismo (Patto Atlantico anticomunista 1949). L’operazione fu facilitata da una serie di colpi di stato tra gli anni ‘50 e ‘70:

Nel 1954 il Generale Alfredo Stroessner sale al potere in Paraguay e costituisce una dittatura.

Nel 1964 le forze armate brasiliane rovesciano il governo democratico di João Goulart.

Il 21/4/1967 ci fu in Grecia un colpo di stato (dittatura dei colonnelli). Il colpo di stato del 1967, ed i seguenti 7 anni di dittatura militare, furono la conseguenza dell’anomala situazione politica sviluppatasi nel dopoguerra. Secondo gli accordi di Jalta, l’influenza politica nella penisola spettava per il 70% al Regno Unito (in accordo con gli Stati Uniti) e per il restante 30% ai sovietici (mentre nelle restanti nazioni europee c’era una chiara dominanza dell’una o dell’altra parte). Stalin considerava la Grecia di esclusiva pertinenza occidentale e non fornì alle formazioni comuniste il supporto che queste speravano, mentre il Regno Unito, dopo l’intervento militare in favore del governo greco nel periodo della guerra civile, si disimpegnò dall’area lasciandola, di fatto, sotto l’influenza statunitense.

Nel 1971 il Generale Hugo Banzer prende il potere (dittatura militare) in Bolivia dopo vari colpi di stato.

Nel 1973 le Forze leali al Generale Augusto Pinochet organizzano un golpe, (assediano il palazzo presidenziale in Cile) e rovesciano il governo di Salvador Allende.

Nel 1976 una giunta militare capeggiata dal Generale Jorge Rafael Videla sale al potere in Argentina e costituisce la dittatura….

Le dittature ricevettero massicci aiuti dalla Nato Atlantica, in termini di risorse economiche, addestramento e forniture militari, di preparazione e organizzazione dell’Intelligence. Si appoggiarono anche alle formazioni di estrema destra, che in tutti i casi contribuirono a portarle al potere, e nei momenti di crisi si organizzarono in squadroni armati (Squadroni della morte), per assassinare oppositori politici e militanti di sinistra. Tra le più famigerate organizzazioni repressive di destra vi furono la Tripla A argentina e l’organizzazione Patria y Libertad cilena, entrambe finanziate dai servizi segreti anticomunisti atlantici. Nel frattempo, alla fine del 1974, le organizzazioni Movimento di Sinistra Rivoluzionaria (MIR, Cile), l’Esercito Rivoluzionario del Popolo (ERP, Argentina), Tupamaros (Uruguay), e l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN, boliviano), a loro volta avevano formato la Junta de Coordinación Revolucionaria (J.C.R.).

Il 17/5/2013 i mass media annunciano che Jorge Rafael Videla il dittatore più crudele della storia di Buenos Aires è morto. Il dittatore cattofascista è morto nel carcere di Marcos Paz, all’età di 87 anni. A dare la notizia del decesso è stata l’attivista di ultradestra e moglie di un membro della giunta militare, Cecilia Pando. A Buenos Aires erano le 6.30 e nella sua cella c’era sempre quell’unico mobile prescelto: una libreria piena di testi di storia e di religione. Accanto al tavolo aveva un grande crocifisso di legno. Nora Cortiñas, cofondatrice delle madri di Plaza de Mayo poco dopo rilascia un’intervista al quotidiano argentino Clarín: «Non c’è niente da festeggiare: è morto e si è portato con sé i segreti più importanti di un’epoca tragica». Quella dei 30 mila desaparecidos.

Ma chi è Stato Videla? Videla nasce il 2 agosto del 1925 a Mercedes, in una famiglia di militari di alto rango e di politici di prestigio, aveva cominciato la sua carriera militare a diciotto anni. Nel 1975 Isabel, la vedova di Juan Domingo Perón alla guida del Paese, lo aveva nominato capo dell’esercito. Fu allora che le Forze armate presero in mano il potere: l’Argentina si stava ribellando alla crisi economica che creò l’inflazione e la miseria. Perfino all’interno del movimento peronista erano nate profonde spaccature. Il 24/3/1976 i golpisti spodestavano così la Perón, scioglievano i partiti politici, chiudevano il Parlamento. Cominciava il cosiddetto Processo di riorganizzazione nazionale. Cominciò così la dittatura militare, che governò il potere per 7 anni. Cinque dei quali con Videla al comando. Col regime, che godette dell’appoggio del potere del Paese, sparivano 30mila persone. Molte, dopo essere state torturate, vennero gettate dai “voli della morte” al Río de la Plata o in mare. Altri furono fucilati. Migliaia andarono in esilio o vennero sequestrati, torturati e dopo liberati. Senza contare i circa 500 bambini, nati durante la prigionia, che furono sottratti alle loro madri e affidati ai militari o a persone legate al regime. Solo nel 1983 si tentò di far luce sul potere esercitato dalla junta militar, autorizzando le prime indagini contro i golpisti. L’ex dittatore Videla venne condannato per la prima volta all’ergastolo nel 1985, per aver capeggiato il golpe. Nel 1990 però l’allora presidente Carlos Menem concesse l’indulto a Videla e agli altri militari condannati. Solo qualche anno dopo, in Spagna, il giudice Baltasar Garzón ha riaperto le indagini contro il generale, già accusato di crimini contro l’umanità. Nel 2003, con Néstor Kirchner alla presidenza dell’Argentina, l’indulto di Menem è stato dichiarato incostituzionale e nel 2010 l’ex dittatore è stato condannato un’altra volta all’ergastolo per i crimini commessi. Lui però non si è mai sentito colpevole. Anzi, qualche giorno prima di morire, aveva perfino esortato la popolazione argentina di disfarsi del «regime neo-comunista» della Kirchner. Nel 2013 l’avvocato Giancarlo Maniga è stato legale di parte civile nel processo sui casi di 6 desaparecidos di origine italiana, che si è concluso a Roma nel 2004 con la condanna all’ergastolo dei generali Guillermo Suàrez Mason e Santiago Omar Riveros e di altri ufficiali argentini. Maniga ha seguito anche le sorti di tre cittadini di origine italiana nell’ambito del processo Esma, con cui sono stati condannati all’ergastolo, tra gli altri, l’ex capitano di corvetta Alfredo Astiz e il “Tigre” Jorge Acosta, uno dei più efferati torturatori dei tempi della dittatura. L’avvocato conosce a fondo quell’epoca oscura: ha ascoltato le testimonianze di decine di familiari di desaparecidos ma anche di studenti, sindacalisti, professori universitari, persone comuni sopravvissute alla crudeltà dei centri clandestini. Maniga nel 2013 dichiara ai mass media: “In quel momento storico drammatico, la Chiesa argentina ha brillato per la sua assenza, un’assenza così marcata da sconfinare nella complicità”. “A Buenos Aires, ma anche a Rosario o Cordoba, ogni giorno spariva qualcuno. La Chiesa non poteva non sapere”. “Tanto più che vi sono testimonianze secondo cui ai desaparecidos, prima di venire lanciati in mare dai famigerati voli della morte, veniva data l’estrema unzione da sacerdoti convocati ad hoc”. Quello che alcuni definiscono un silenzio prudente si traduce, nei ricordi dell’avvocato in colpevole omertà. Sino al mea culpa in occasione del 30° anniversario del golpe, quando papa Francesco, allora arcivescovo di Buenos Aires, incoraggiò la Chiesa a pubblicare un documento in cui ammetteva in parte le proprie responsabilità. Secondo Maniga non è sufficiente. Della maggioranza dei desaparecidos non si seppe mai nulla e solo dopo la caduta del regime militare e il ritorno alla democrazia, con la pubblicazione del rapporto Nunca más (Mai più), che permise la ricostruzione di una parte degli avvenimenti e della sorte di un certo numero di “scomparsi”, fu possibile conoscere che molti di loro furono detenuti in campi di concentramento e in centri di detenzione clandestini, torturati e infine assassinati segretamente, con l’occultamento delle salme in fosse comuni o gettati nell’Oceano Atlantico o nel Rio de la Plata con i cosiddetti voli della morte. La sparizione forzata è un fenomeno che si è verificato anche in altri paesi e in altri momenti storici, facendo del termine spagnolo una parola mantello d’uso comune. Tale fenomeno è stato riconosciuto come crimine contro l’umanità dall’articolo 7 dello Statuto di Roma del 17/7/1998. Un episodio tristemente famoso fu quello che iniziò nel settembre 1976 e che passò alla storia come notte delle matite spezzate, un’operazione di repressione organizzata contro i movimenti studenteschi delle scuole superiori; il pretesto furono le manifestazioni per la concessione, e successivamente contro l’abolizione, del boleto estundiantil, un tesserino studentesco che consentiva sconti sui libri di testo e sui trasporti. Un grande numero di studenti, per la maggior parte minorenni, fu sequestrato, sottoposto a torture e almeno 238 di loro furono uccisi. Un altro fenomeno fu quello delle donne arrestate mentre si trovavano in stato interessante oppure rimaste incinte a seguito delle violenze subite nei centri di detenzione: molte donne partorirono mentre erano detenute, molte di esse furono uccise, e i loro figli illegalmente affidati in adozione a famiglie di militari o poliziotti. La denuncia e la scoperta degli orrori avvenuti in Argentina durante il regime militare si deve in grande parte all’azione delle Madri di Plaza de Mayo, madri dei giovani desaparecidos che con una protesta pacifica, sfidando il regime, riuscirono a far conoscere alla opinione pubblica il dramma che stava avvenendo nel loro Paese.

Anche l’Italia ha rischiato una dittatura militare con colpi di stato e stragi fatti dai liberal conservatori (cattofascisti):

Nel 1964 ci fu Il Piano Solo (fatto solo dai carabinieri), un colpo di Stato ideato dal capo dell’Arma dei Carabinieri, il generale Giovanni De Lorenzo, durante la crisi del primo governo di centrosinista di Moro.

7-8 dicembre 1970 ci fu il Golpe Borghese, un colpo di stato organizzato dal principe nero Junio Valerio Borghese, sotto la sigla Fronte Nazionale (Italia), in stretto rapporto con Avanguardia Nazionale.

Nel 1973 ci fu un colpo di stato chiamato Rosa dei Venti (organizzazione segreta italiana di stampo neofascista, collegata con ambienti militari) nel 1973 successivo al golpe denominato “Golpe Borghese”, che aveva annoverato nelle sue file esponenti di primo piano come Junio Valerio Borghese, Stefano Delle Chiaie e altri membri e simpatizzanti della destra eversiva italiana, oltre ad alti membri delle forze armate e dei servizi segreti atlantici.

Stragi di stato avvenute in Italia con la complicità dei servizi segreti e delle forze dell’ordine:

Milano 12 dicembre 1969: Strage di piazza Fontana

Brescia 28 maggio 1974: Strage di piazza della Loggia

2 agosto 1980 Stage di Bologna

27 giugno 1980 :Strage di Ustica

L’allegoria del ’68 era finita: gli spiriti “rivoluzionar e la voglia di cambiare” che l’avevano incitato, no. In tutto l’Occidente, si veniva a creare uno scenario più libero, un’aria più cattosinistroide di quella che, fino a quel momento, aveva impregnato i diversi paesi (cattofascisti). In Italia, gli anni ‘70, sono ricordati come gli anni di piombo: quel periodo storico è stato attraversato da un disegno più grande, atto a destabilizzare il Paese e spingere la popolazione a richiedere una guida liberal – conservatrice, lontana dagli spettri della sinistra (seppur cattolica). I soldati del terrorismo nero e quello della guardia rossa appaiono, oggi, come mere pedine sulla scacchiera geopolitica dei potenti (potere militare). Tra questi, oltre alla mafia e alla politica, c’era la massoneria piduista (servizi segreti P2). L’ uomo chiave del potere criminale era Licio Gelli, capo della P2, vicino a Cosa Nostra e all’eversione nera, da cui pure attingevano gli americani per rinfocolare le proprie fila all’interno dell’unità Stay behind di Trapani, la famigerata Gladio Atlantica, ufficialmente nata per “ostacolare l’avanzata comunistain tutto il mondo. Gelli fu accusato di aver rubato venti tonnellate d’oro nel 1942, durante l’occupazione fascista della Jugoslavia, e che Gelli stesso le avrebbe trasferite in Argentina. L’Italia durante la guerra fredda diventò un paese di frontiera tra l’Ovest e l’Est, in un brulichio di spie, affaristi e politicanti, avevano trasformato il Venerabile Gelli in un uomo capace di infilarsi ovunque, dai partiti ai servizi segreti. Licio Gelli era il capo della loggia massonica P2, una loggia formata principalmente dagli alti gradi delle forze militari (marina, aereonautica, esercito, cc, ps) ed era amico del dittatore generale e presidente argentino Roberto Eduardo Viola e l’ammiraglio Emilio Massera, durante il periodo della dittatura. Gelli ricevette pure un passaporto diplomatico dell’Argentina. Massera pochi giorni dopo il golpe, il 28/3/1976, scrisse a Gelli per esprimere «la sua sincera allegria per come tutto si fosse sviluppato secondo i piani prestabiliti» e augurargli «un governo forte e fermo sulle sue posizioni e nei suoi propositi che sappia soffocare l’insurrezione dei dilaganti movimenti di sinistra». I rapporti con i militari continueranno anche dopo il ritorno della democrazia in Argentina, nel 1983. Il filo, non invisibile, che legava la P2 al regime dittatoriale instaurato in Argentina, era soprannominato “El Negro”. L’ammiraglio Emilio Eduardo Massera, comandante della marina militare argentina e componente della giunta Videla, era un membro della P2 tramite la quale molti imprenditori italiani fecero affari miliardari nel Paese sudamericano. Al governo argentino, l’Italia avrebbe inoltre venduto armi ed offerto sostegno politico. Il Sud America, chiamato “il cortile dell’America” per la sua vicinanza agli Stati Uniti, è una zona di grande interesse economico e politico (fin dai tempi del colonialismo) nel quale ancora oggi non possono prendere piede movimenti che vanno contro gli interessi americani, come era successo ad esempio a Cuba.

In una situazione di crisi energetica internazionale il capitalismo globale trama e occulta, per sottomettere, spesso attraverso la dittatura militare, i paesi più poveri, depredando senza scrupoli le risorse primarie (schiavitù – sfruttamento). Il capitalismo cerca di darsi delle risposte su come affrontare la crisi economica ed energetica e fondano il 23 giugno 1973 su iniziativa di David Rockefeller presidente della Chase Manhattan Bank, e altri dirigenti e notabili, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski fondano la Commissione Trilaterale, mentre in ambito globale cercano di mettere in atto dei piani per evitare l’avanzamento della sinistra in America latina e in Italia con strategie diverse. E’ in questo contesto che si inserisce il lavoro sporco e occulto della P2: gli affari che porta avanti la loggia (non solo affari economici ma anche politici) in Italia, finanzieranno la strategia della tensione (colpo di stato – stragi –genocidi), mentre in Argentina iniziano a creare situazioni di destabilizzazione e di caos in modo tale che si renda necessario un colpo di stato…

 

Sotto le false sembianze di amministratore

della cosa pubblica, di difensore della legge,

di protettore dell’ordine, lo Stato non è invece

che il gendarme preposto alla sorveglianza

di istituzioni stabilite per mezzo della violenza,

sistematicamente organizzata.

S. Faure

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

4 novembre festa delle forze armate…Cos’è il Field Manual FM 30-31B imposto dal Pentagono?

4 novembre festa delle forze armate…

Cos’è il Field Manual FM 30-31B imposto dal Pentagono?

All’inizio della II guerra mondiale, gli Stati Uniti (colonialisti) sempre più consci della posizione di assoluta preminenza sul piano civile e politico dello scacchiere internazionale, cominciarono a progettare la costruzione di una sede che potesse ospitare il loro gigantesco corpo diplomatico e militare.

I lavori per la costruzione del Pentagono iniziarono l’11 settembre 1941, al termine di accordi e di trattative segretissime vennero avviati i lavori per la costruzione di una sede che potesse ospitare il gigantesco corpo diplomatico e militare degli Stati Uniti, il più grande apparato burocratico del mondo, sotto l’egida dell’architetto statunitense George Bergstrom. Il 15 gennaio del 1943 l’edificio di forma pentagonale fu inaugurato e aperto ufficialmente ai corpi dirigenti delle forze armate statunitensi. L’importanza dell’edificio è cresciuta sempre di più nel corso degli anni, fino a rappresentare col suo stesso nome l’intero apparato logistico-militare della superpotenza planetaria. All’interno dell’edificio ci sono i vertici dei 5 dipartimenti: Segretario della Difesa (Secretary of Defense), Stato Maggiore Interforze (Joint Staff), Esercito USA: Marina, Aeronautica, Marines.

Il 4/4/1949 venne firmato a Washington il Patto Atlantico (piano militare anticomunista). A esso aderirono anche paesi non geograficamente atlantici (ossia senza sbocchi sull’Oceano Atlantico) come l’Italia, la Grecia, la Turchia ed altri. Una settimana dopo l’ingresso ufficiale della Germania Ovest nella NATO (6 maggio 1955), l’Unione Sovietica ed altre nazioni a regime comunista costituirono a loro volta il patto di Varsavia, sancendo l’inizio del periodo della cosiddetta guerra fredda….

L’Operazione Gladio e la ‘strategia della tensione’ in Italia iniziano nel 1969.

L’Operazione Gladio fu organizzata da ‘fascisti’ all’interno dei servizi di sicurezza occidentali. La loro perversa idea era di uccidere gente innocente e quindi incolpare altri di questo (Giuseppe Pinelli – strage di Piazza Fontana). La Gladio riguardava il mantenimento del potere da parte dell’élite di destra. La ragione era alquanto semplice: costringere l’opinione pubblica a rivolgersi allo stato per chiedere maggiore sicurezza”. Il primo ministro italiano Giulio Andreotti, rivelò l’esistenza di Gladio solo nel 1991 ….

Gestiti da elementi ‘fascisti’ nella NATO ed al Pentagono, le milizie di destra eseguirono azioni terroristiche e di sovversione elettorale in paesi come Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Turchia e Germania Ovest. Gladio era il nome utilizzato in Italia. In Austria il nome era Schwert, in Belgio Sdra 8, in Gran Bretagna Stay Behind, in Francia Glaive, in Grecia Operazione Pergamena, in Olanda, Svezia Sveaborg, in Svizzera P26 ed in Turchia Dipartimento Guerra Speciale.

Un documento del Pentagono, il Field Manual FM 30-31B, espone dettagliatamente i metodi per sferrare attacchi terroristici. Il 2 agosto 1980 rimasero uccise 85 persone nell’attentato alla stazione ferroviaria di   Bologna. Secondo il Senato italiano, dopo la sua inchiesta del 2000, più tardi si scoprì che gli attentatori erano “uomini all’interno delle istituzioni dello stato italiano e uomini collegati alle strutture dei servizi segreti degli Stati Uniti”. Secondo quanto riferito, la bomba di Bologna faceva parte della ‘strategia della tensione’ di Gladio, creare paura per mantenere la popolazione alla mercé di “leader forti” che proteggano la nazione dalla onnipresente minaccia terrorista. L’inizio della ‘strategia della tensione’ in Italia arrivò il 12/12/1969, quando esplose una bomba all’interno della Banca Nazionale dell’ Agricoltura, in Piazza Fontana a Milano. 16 persone rimasero uccise e 58 ferite.

Il Pentagono vuole comprare elicotteri russi per l'Afghanistan nonostante il Congresso

“Gladio era il nome dato alla sezione italiana di una rete con l’innocuo nome ufficiale di Commissione di coordinamento alleata, istituita con l’assistenza britannica negli anni ’50, operata dai servizi segreti ed in parte finanziata dalla CIA statunitense”.Spaventata dalla ‘apertura a sinistra’ sotto il premierato democristiano di   Aldo Moro e dal successo alle elezioni dei comunisti, che alle elezioni del 1963 ottennero il 25% dei voti, la destra italiana cominciò a fare piani per aprire la strada all’impianto di un governo di ‘salute pubblica’ composto da democristiani di destra, alti dirigenti e militari. “Il generale Giovanni de Lorenzo, comandante dei carabinieri e capo dei servizi segreti italiani, assieme ad altri venti ufficiali superiori dell’esercito e con la conoscenza e l’intesa col presidente Antonio Segni, stesero un piano per un colpo di stato di tipo presidenziale. Il ‘Piano Solo’ doveva concludersi con l’assassinio del premier, Aldo Moro. “Il potere esecutivo doveva essere trasferito al democristiano di destra Cesare Merzagora. Il golpe fu cancellato all’ultimo momento per un compromesso tra i socialisti ed i democristiani di destra. Comunque, il generale de Lorenzo ed i suoi colleghi non erano tipi da arrendersi così facilmente e, sebbene i loro piani in questa occasione furono ostacolati, i congiurati non li abbandonarono”. …

Documenti declassificati nel 1991 del servizio segreto rivelano che Ted Shackley, vice capo della stazione CIA a Roma negli anni ’70, presentò il famigerato Licio Gelli, capo della loggia massonica neo-fascista P2 e per anni fuggiasco in Argentina, al generale Alexander Haig, allora segretario generale di Nixon e più tardi, dal 1974 al ‘79, comandante supremo della NATO. La P2 era un governo ombra di destra, pronto a prendere il potere in Italia; comprendeva 4 ministri, tutti i tre capi dell’intelligence, 48 parlamentari, 160 ufficiali, banchieri, industriali, alti diplomatici ed il capo di S.M. dell’esercito. Dopo incontri tra Gelli, alti gradi militari e uomini della CIA all’ambasciata, fu data a Gladio rinnovata approvazione, ed altro denaro da Haig e dall’allora capo del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, Henry Kissinger. “La gestione operativa di Gladio venne trasferita dalla NATO al SISMI nel 1980″. “Secondo la commissione parlamentare sul terrorismo, i componenti della bomba che uccise 85 persone alla stazione ferroviaria di Bologna nel 1980 provengono da un arsenale utilizzato da Gladio…

Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970 un gruppo di neofascisti, capeggiati dal “principe nero” Junio Valerio Borghese, ex comandante della X MAS, mise in atto un colpo di stato, nome in codice “Tora, Tora“, passato alle cronache come il “Golpe Borghese”. Il tentativo di colpo di stato fallì e ancora oggi per molti aspetti appare velato di “misteri”. Il neo capo del SID, il gen. Vito Miceli, molto legato ad Aldo Moro e nemico dell’on. Giulio Andreotti, tacque di quel tentativo di golpe, prima di tutto con la magistratura. Quando nel 1975 l’inchiesta giudiziaria sul golpe Borghese arriverà alla sua stretta finale, Miceli aveva già lasciato il servizio, a causa delle incriminazioni che lo porteranno ad essere arrestato per altri fatti, ancora oggi non del tutto chiariti, come la creazione della Rosa dei Venti, un’altra struttura militare para-golpista e dello scontro durissimo col capo dell’ufficio D, un fedelissimo di Andreotti, il gen. Gianadelio Maletti. Gli anni della gestione Miceli furono gli anni dello stragismo in Italia: da Peteano, alla strage alla Questura di Milano, dalla strage di Piazza della Loggia a Brescia, all’Italicus. Come era già accaduto a De Lorenzo, anche Miceli finirà la sua carriera in Parlamento: eletto, anche lui, nelle file del MSI-DN di Giorgio Almirante, così come anni dopo capiterà ad un altro capo dei servizi segreti, il gen. Antonio Ramponi, nelle file dell’Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini….

La prima riforma organica dei servizi segreti risale al 1977.

Sempre più vicino all’area di governo, impegnato in una politica improntata al consociativismo, il PCI partecipa direttamente, nella persona del sen. Ugo Pecchioli, alla riforma. Per la prima volta venne introdotta una figura responsabile dell’attività dei servizi segreti di fronte al Parlamento: è il Presidente del Consiglio che si avvale della collaborazione di un consiglio interministeriale, il CESIS, che ha anche un compito di coordinamento. Inoltre i servizi devono rispondere delle loro attività ad un Comitato parlamentare. Una importante novità, introdotta dalla riforma dei servizi segreti, riguarda lo sdoppiamento dei servizi stessi: al SISMI (Servizio d’Informazioni per la Sicurezza Militare) il compito di occuparsi della sicurezza nei confronti dell’esterno, al SISDE (Servizio d’Informazioni per la Sicurezza Democratica) quello di vigilare all’interno. Con in più un’altra differenza: se il SISMI restava completamente affidato a personale militare, il SISDE diventava una struttura civile, affidata alla polizia, nel frattempo trasformata in corpo smilitarizzato. Quindi, a prima vista, una riforma buona nelle intenzioni, ma gli uomini che andranno a far parte del SISMI e del SISDE saranno gli stessi del SIFAR e del SID, il servizio civile, del disciolto e famigerato Ufficio Affari Riservati del ministero dell’Interno…

Dal 1978 il SISMI sarà retto dal gen. Giuseppe Santovito, già stretto collaboratore del gen. De Lorenzo. Il SISDE, pur essendo una struttura non militare, finirà proprio per essere assegnata alla direzione di un militare, il generale dei carabinieri Giulio Grassini. Regista di questa inutile riforma fu il ministro dell’Interno on. Francesco Cossiga. Il primo scandalo in cui incapparono i servizi riformati è quello della Loggia P2. I nomi di tutti i comandanti al vertice dei servizi segreti (SISMI, SISDE ed anche del CESIS, l’organo di coordinamento) sono compresi nella famosa lista della Loggia P2 del Maestro Venerabile Licio Gelli, scoperta nella villa del Gelli a Castiglion Fibocchi il 17/3/1981 dai magistrati milanesi che indagano su Michele Sindona. Di certo oggi sappiamo che entrambi i servizi segreti furono coinvolti fino al collo nel caso Moro, in quei 55 giorni che trascorsero fra il sequestro del presidente della DC da parte di un commando delle Brigate rosse e l’uccisione dell’uomo politico (16 marzo-9 maggio 1978). Nei 55 giorni del sequestro di Aldo Moro accaddero un’incredibile serie di stranezze, misteri, coincidenze, buchi nelle indagini, che ebbero l’effetto di agevolare il compito dei brigatisti, al punto da far pensare che il sequestro Moro fosse stato ispirato, e in qualche modo teleguidato, da qualcuno che nulla aveva a che fare con i brigatisti “veri”. Era ministro dell’Interno sempre l’on. Cossiga, che la mattina del rapimento di Moro stava andando in Parlamento dove doveva nascere un governo con l’appoggio esterno del Partito comunista, il primo importante passo verso l’ingresso del PCI di Berlinguer nella maggioranza….

Qualche settimana prima, Aldo Moro era uscito sconvolto da un colloquio avuto negli USA con Henry Kissinger, allora segretario di stato. “Mi ha intimato di non fare il governo con l’appoggio dei comunisti”, dirà ai suoi collaboratori Moro. Sarà il piduista Miceli che si recherà in USA a prendere ordini per il rilascio di Moro. Dopo essere stato incriminato e assolto per avere coperto il golpe Borghese, accusato dal rapporto Pike di avere avuto 500 milioni per eseguire operazioni segrete in Italia, nell’aprile 1978 fece un viaggio segreto negli Usa e si incontrò con politici americani. Negli incontri egli chiese di mettere in atto dispositivi della Nato per evitare che l’Italia finisse nell’orbita di Mosca. Miceli poté lanciare il proprio proclama negli ambienti del congresso Usa introdotto da una lobby denominata ‘Americans for democratic Italy’ capeggiata da due italoamericani, Philip Guarino e Marcello Nisi che forniva appoggi economici al partito repubblicano di reagan e Bush. Philip Guarino presentò Miceli agli esponenti repubblicani riuniti il 7 aprile 1978 in una sala del Capital hill club di Washington, il club dei deputati repubblicani nei pressi del congresso. In Usa Miceli incontrò uomini della Cia come l’ex direttore William Colby e Ray Cline ex direttore del servizio informazioni del Dipartimento di stato, poi alto funzionario della Cia e nel 1978 direttore dell’Institute for international and strategic studies, che compie ricerche per il Pentagono e i servizi di spionaggio Usa di cui fa parte Henry Kissinger. Questo istituto è stato promotore di una campagna di pressione su Kennedy perché impedisse che in Italia vi fosse un’apertura nei confronti del Pci. Al processo contro Miceli, uno dei golpisti, Amos Spiazzi, dirà: “Confermo che in Italia esistevano agli ordini di Miceli oltre 500 cellule attivabili sparse per la penisola, generali e colonnelli che frequentavano terroristi e bombardieri; e non si può negare che Miceli avesse creato il Supersid di tutto rispetto”. Durante il rapimento Moro venne costituito un comitato di crisi presso il ministero dell’Interno, comitato che risulterà composto tutto da aderenti alla P2 (Gelli operava con un proprio ufficio presso la Marina Militare. Gladio era mobilitata). Tra gli esperti, chiamati da Cossiga per il comitato di crisi nei giorni del sequestro, c’era Steve Pieczenick, del dipartimento di stato Usa. Cossiga lodò il consulente americano. Non disse nulla, però, della attività svolta da Pieczenick, che in un documento, di cui esiste copia presso l’ambasciata americana di Roma, così si esprimeva: “E’ essenziale dimostrare che nessun uomo è indispensabile alla vita della Nazione”. Sembra, insomma, che Piecznick fosse interessato più alla svalutazione di Moro nella politica italiana che alla sua liberazione. Un altro consulente di Cossiga, Franco Ferracuti, criminologo, piduista e collaboratore della CIA, con la sua perizia convinse gli Italiani che il Moro che scriveva dal carcere brigatista era “fuori di sé” e che, quindi, non andavano presi in considerazione i suoi scritti, contenenti, invece, preziose indicazioni sulla sua prigionia…..

Negli anni ‘70 i dirigenti del SID (mutamento del nome del servizio segreto da SIFAR a SID, dopo lo scandalo del “piano Solo”), esplicarono soprattutto azioni per proteggere eversori di destra e sospetti autori di stragi. Gli ufficiali del SISMI, che ne costituirono le strutture occulte, nel 1978-‘81 spaziarono dalla trattativa trilaterale con Br e camorra per la liberazione di Cirillo, al depistaggio dei giudici impegnati nelle indagini sulla strage del 2 agosto alla stazione di Bologna, dalla operazione “Billygate” al peculato. La P2 era un’articolazione del SUPERSISMI. La Loggia P2 era un vero e proprio servizio segreto atlantico, una sede di raccordo e di incontro tra tutte le strutture parallele che gestivano il potere reale in Italia. Nelle liste della P2, rinvenute il 17/3/1981 nella villa di Gelli di Castiglion Fibocchi, risultavano iscritti numerosi nomi di dirigenti dei servizi segreti: Miceli, Maletti, La Bruna, D’Amato, Fanelli, Viezzer. Vi risultavano anche Giuseppe Santovito, Grassini e Walter Pelosi, capo del CESIS dal maggio 1978.

Secondo la commissione parlamentare d’inchiesta, l’elenco completo degli iscritti alla P2 era all’incirca di 2500 nomi; ne mancano 1650. Solo la magistratura ha avuto il coraggio di punire gli appartenenti alla P2.

L’assoluzione più sconcertante è stata quella dei militari, voluta dal ministro della Difesa Lagorio, socialista e iscritto alla massoneria. Tra i 962 iscritti c’è anche l’ex presidente del consiglio dal 2001 al 2006, l’on. Cav. Silvio Berlusconi. Berlusconi risulta iscritto alla loggia P2, con la tessera numero 1816, codice e.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, il 26/1/1978. Per molti iscritti la data di iniziazione era immediatamente precedente o successiva al passaggio nei servizi segreti. Nel 1962-‘64 il generale De Lorenzo e il SIFAR predisposero principalmente un’attività di schedatura dei cittadini e di preparazione di un possibile colpo di stato….. L’attività della P2 negli anni ’70 era frenetica.

C’era la pratica costante della raccomandazione e c’erano gli affari, e gli affari intrecciati col potere che lo alimentavano. Degli affari citiamo i più noti: l’ Eni-Petronim, il banco Ambrosiano, il crak della Banca Privata di Sindona, la scalata al “Corriere della Sera”, tutti collegati a scandali e cadaveri come quello di Calvi, penzolante sotto un ponte di Londra o quello di Ambrosoli, liquidatore della banca Privata di Michele Sindona. A volte gli uomini della P2 si servirono delle organizzazioni criminali: mafia, camorra, ‘ndrangheta, banda della magliana, banda dei marsigliesi. I nomi degli iscritti alla P2 ritornano con ossessiva puntualità in tutte le indagini sui misteri d’Italia: la strage sul treno Italicus, il caso Moro, la strage della stazione di Bologna, il delitto Mattarella, il traffico di armi e droga, solo per citarne alcuni. I giudici milanesi, come quelli di Palmi, che indagavano sulle nuove logge coperte, scoprirono che attraverso la P2 passavano molti dei misteri e degli scandali italiani di quegli anni, e furono costretti a suddividere in capitoli il materiale raccolto: la P2 e lo scandalo Eni; la P2 e il Banco Ambrosiano; la P2 e lo scandalo dei petroli; la P2 e la magistratura; la P2 e la Rizzoli; la P2 e i segreti di stato; la P2 e i finanziamenti all’eversione nera; la P2 e le stragi; la P2 e il sequestro Moro; la P2 e il caso Pecorelli; Strage del treno Italicus; ;strage di Bologna; strage di Ustica; strage di Piazza Fontana; strage del rapido 904; omicidio Calvi; omicidio Pecorelli; omicidio Olof Palme; omicidio Semerari; colpo di stato militare in Argentina; colpo di stato di Junio Valerio Borghese; colpo di stato della Rosa dei Venti; caso dei dossier illegali del SIFAR; operazione Minareto; falso rapimento Sindona; tentativo di depistaggio durante il rapimento Moro; rapimento Bulgari; rapimento Ortolani; fuga di Herbert Kappler; crack Sindona; crack Banco Ambrosiano; crack Finabank; scandali finanziari legati allo IOR; caso Rizzoli-Corriere della Sera; caso SIPRA-Rizzoli; scandalo dei Petroli; finanziamenti FIAT alla massoneria. Un altro gigantesco capitolo fu aperto dall’inchiesta del giudice Carlo Palermo sul traffico di armi, che coinvolgeva molti piduisti e da cui trasparivano forti legami con la criminalità organizzata e col traffico di droga. Un intreccio solido quello che traspare dalle inchieste giudiziarie su mafia e massoneria.

Inesplorata resta la questione delle coperture assicurate a Gelli dai politici, a cominciare da Andreotti, suo grande amico, poi da Cossiga, da Fanfani, da Craxi, da Forlani e da molti altri. William Colby, che fu capo della CIA dal 1973 al 1976, riferendosi al 1948 scrive:

“La possibilità di una presa del potere comunista in Italia come risultato elettorale aveva preoccupato molto gli ambienti politici di Washington prima delle elezioni italiane del 1948. Anzi, era stata soprattutto questa paura a portare alla creazione dell’Office of Policy Coordination, che dava alla CIA la possibilità di intraprendere operazioni politiche, propagandistiche e paramilitari segrete”. Una struttura occulta, parallela al Servizio Segreto Militare, emersero in sede giudiziaria intorno alla metà degli anni ‘70. Sarà Andreotti il 26/2/1991, a comunicare ufficialmente alla Commissione stragi, l’esistenza di Gladio.

Nel 2005 Davanti alle telecamere di NEXT, l’approfondimento quotidiano di Rainews24 curato da Piero Di Pasquale, l’ex vicepresidente del CSM ed ex vicesegretario della DC Giovanni Galloni confida un ricordo degli anni di piombo che suggerisce paragoni con la vicenda del rapimento dell’imam della moschea milanese da parte della CIA. “Non posso dimenticare un discorso con Moro poche settimane prima del suo rapimento: si discuteva delle BR, delle difficoltà di trovare i covi. E Moro mi disse: ‘La mia preoccupazione è questa: che io so per certa la notizia che i servizi segreti sia americani che israeliani hanno infiltrati nelle BR ma noi non siamo stati avvertiti di questo, sennò i covi li avremmo trovati’ “.

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Non sono i delitti punibili dalla legge quelli a cui

bisogna imputare i peggiori mali del mondo.

Sono i torti legalizzati, i crimini che godono

di impunità, giustificati e protetti

dalle leggi e dal governo.

A. Berkman

 

Pinelli è vivo e lotta insieme a noi,

le nostre idee non cambieranno mai!

 

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Il 28 ottobre i fascisti escono dalle fogne (parlamento) per ricordare la marcia fascista su Roma

Il 28 ottobre i fascisti escono dalle fogne (parlamento) per ricordare la marcia fascista su Roma (1922).

A Roma il 14 ottobre hanno sfilato i politici fascisti del Movimento Nazionale per la Sovranità e la loro bassa manovalanza (movimenti extraparlamentari). Quelle merde, con la scusa di essere entrati in politica si organizzano anche i cortei, per fare propaganda razzista xenofoba contro gli emigrati. Ma se i fasci sono anticostituzionali, chi gli ha dato il permesso di fare la loro pagliacciata allegorica? Chi ha fatto entrare in politica queste merde massone di piazza del Gesù (loggia massonica di destra)?

Ad aprire il corteo c’era il presidente del Movimento Francesco Storace e il segretario Gianni Alemanno, che hanno detto: “Siamo 20mila”. In piazza c’erano anche i rappresentanti parlamentari di Fi e Lega.

Ma chi sono quelle merdine altolocate di Storace e Alemanno?

Sia il fascistone Alemanno e il suo socio Storace sono stati allievi (adepti) del liberale cattofascista Pino Rauti.

Ma chi è Pino Rauti? (destra? Sinistra? “False flag”!!)….

Intestazione-strada-a-Pino-Rauti-losservazione-di-Noi-con-Salvini

Rauti da giovane si arruolò come volontario nella RSI (RSI fu un regime dittatoriale voluto dalla Germania nazista e guidato da Benito Mussolini) e fu inquadrato nella Guardia Nazionale Repubblicana. Rauti entrò in politica per la prima volta nel 1952 partecipando al III Congresso missino a L’Aquila con la corrente evoliana. Nel 1953 Graziani costituì con Pino Rauti, Paolo Andriani e Paolo Signorelli il Centro Studi Ordine Nuovo, un laboratorio di idee cattofasciste che si rifaceva agli insegnamenti di Evola, (una componente interna del Movimento Sociale Italiano). Al congresso nazionale missino di Milano del novembre 1956 ON si allea con la “sinistra” di Almirante e Massi, perdendo di misura sui moderati di Michelini che è confermato segretario. Tutto il gruppo di Ordine Nuovo esce allora dal partito. Nel ’59 un’ulteriore scissione produrrà il secondo gruppo della destra radicale degli anni ’60: Avanguardia Nazionale, con a capo Stefano Delle Chiaie. ON e AN, pur mantenendo rapporti col vertice e con singoli dirigenti del MSI, conducono una politica autonoma dal partito di riferimento, fino al ’60 impegnato a sostenere governi democristiani e dopo a cercare di contrastare il centro-sinistra. Da un lato ON e AN indottrinano giovani, spronandoli alla rivoluzione nazionalsocialista, quindi aizzandoli alle risse, ai pestaggi, in un contesto xenofobo, discriminante razzista. Dall’altro Rauti, Delle Chiaie e Mario Merlino (ON e AN) e altri dirigenti dei due movimenti si inseriscono nelle alte gerarchie militari (P2), negli ambienti dei servizi segreti e della rete CIA-Stay Behind-Gladio. False flag…..

Teniamo presente che Rauti partecipò nel maggio del 1965 al convegno organizzato dall’istituto di studi militari Alberto Pollio. Un convegno finalizzato per attuare e pianificare la strategia della tensione (colpi di stato – stragi) anche in Italia, (patto Atlantico anticomunista – Stay Beind). L’evento fu organizzato a Roma all’Hotel Parco dei Principi e viene finanziato dallo Stato Maggiore dell’esercito e cioè dall’Ufficio REI del SIFAR diretto dal colonnello Renzo Rocca. Si trattava di un raduno fra fascisti, alte cariche dello stato militare e imprenditori: Rauti presenta una relazione su “La tattica della penetrazione comunista in Italia”…..

Nel 1969, quando Giorgio Almirante assunse la guida del partito alla morte di Arturo Michelini, Rauti e quasi tutti i dirigenti del “Centro studi ON” rientrarono nel MSI; il 21 dicembre Graziani coi pochi dirigenti dissidenti, tra i quali Elio Massagrande, fondò un movimento politico extraparlamentare chiamato Ordine Nuovo. Il movimento pubblicò il periodico Ordine Nuovo Azione e divenne l’organizzazione più consistente della destra extraparlamentare, giungendo ad annoverare circa diecimila iscritti. Ordine Nuovo scelse come proprio simbolo l’ascia bipenne e come proprio motto il motto delle SS: “Il mio onore si chiama fedeltà” (cane da guardia che obbedisce). La canzone La vandeana, una antica ballata controrivoluzionaria, il cui ritornello è “Spade della Vandea, falci (o asce) della boscaglia, baroni e contadini siam pronti alla battaglia”, diventerà l’inno di Ordine Nuovo in piena coerenza con l’insegnamento evoliano di difesa della Francia monarchica e pregiacobina.

Il primo congresso nazionale del movimento extraparlamentare ON si tenne a Lucca nell’ottobre 1970. Il nuovo movimento avvia i corsi di formazione quadri. I corsi per la formazione ideologica duravano due mesi e erano suddivisi in 8 sezioni: rivoluzione tradizionale e sovversione, le due razze, impeto della vera cultura, orientamenti, la guerra santa, la contrapposizione di Oriente ed Occidente, rivolta contro il mondo moderno, la plutocrazia come forza sovversiva. Opere consigliate: quelle di Julius Evola e René Guénon. I corsi per la formazione politica duravano sempre due mesi e erano suddivisi in 5 sezioni: la guerra rivoluzionaria, le tecniche della guerra rivoluzionaria, la propaganda, l’organizzazione e la scelta dei temi di lotta. Volumi consigliati: la guerra rivoluzionaria di Clemente Graziani, Tecniche della guerra rivoluzionaria di Guido Giannettini e Mein Kampf di Adolf Hitler. La linea politica del movimento è quella tradizionale conservatrice liberale, anche se con l’esempio della Cina di Mao, si omologano e si aggregano molti gruppi giovanili, non solo comunisti, ma anche correnti nazimaoiste e frediane. Nel 1974 gli ordinovisti, legandosi ad altri estremisti neofascisti, si predispongono alla lotta armata organizzando il proprio movimento in modo clandestino, sull’esempio delle OAS. In questo periodo avvengono gli attentati di Ordine Nero, le stragi di Brescia e dell’Italicus, gli attentati di Savona e numerosi altri. Il 19 luglio 1976 Concutelli esegue l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio (che in quel momento sta indagando sui sequestri di persona e sulla P2) che era stato il PM al processo ad Ordine Nuovo nel 1973. Le indagini porteranno nel 1977 all’individuazione e all’arresto di numerosi ex ordinovisti, Concutelli incluso. L’omicidio di Occorsio segna il periodo di unificazione con Avanguardia Nazionale. Numerosi militanti (diventati famosi) hanno partecipato alla lotta armata di estrema destra (ad esempio Augusto Cauchi, Massimo Batani, Viincenzo Vinciguerra, Carlo Digilio, Carlo Maria Maggi, Marcello Soffiati, Concutelli, Delfo Zorzi, Sergio Calore, Marco Affatigato, Mauro Tomei), con un ruolo importante nella “strategia della tensione” ( colpi di stato – stragi). Rauti riuscì a fare massa perché si discostò totalmente dalla tradizione fascista, ricercando nuovi orizzonti di omologazione, di infiltrazioni, e scelse come autori di riferimento Corneliu Codreanu, Giuseppe Tucci, Pio Filippani Ronconi e René Guénon e cominciando a immaginare, contrapposta alla dicotomia USA-URSS, una “Europa Nazione”. In breve tempo l’influenza culturale di Ordine Nuovo, con la sua visione eroica e aristocratica di impostazione evoliana esercitò una forte influenza sui giovani militanti di destra rimasti nel MSI che non rinunciarono a richiederne la partecipazione ufficiale ai Convegni del movimento giovanile come quello di Perugia del gennaio 1967 organizzato dal FUAN….

Nel frattempo, le piazze italiane furono dominate dal movimento del ‘68 (operai e studenti che si ribellavano al contesto autoritario cattofascista che incombeva ovunque, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle famiglie ecc…

Logica conseguenza sarà la strategia della tensione, iniziata proprio nella seconda metà degli anni ’60, fatta di bombe, infiltrazioni nei partiti di sinistra, golpe militari, costruzioni di falsi indizi (morte di Pinelli), schedature di uomini politici, ecc. Nel ’64 l’Italia aveva corso il rischio di un colpo di stato attuato dai carabinieri del generale De Lorenzo (Piano Solo), col consenso del capo di stato, Antonio Segni. Ma la strategia della tensione fu qualcosa di molto più lungo, sottile e mostruoso: 19 stragi impunite, centinaia di morti e feriti innocenti, un ventennio di repubblica liberale cattofascista. Il vero momento di inizio della strategia della tensione è sicuramente la strage di piazza Fontana, il 12/12/’69, organizzata col chiaro fine di attribuirne la colpa agli Anarchici, e quindi di creare un clima di tensione, appunto, e di indotto desiderio di ordine, disciplina, repressione, di destra militare, ecc. Così è stato per il golpe dell’8 dicembre ’70, per le bombe del ’73/’74, per la strage di Bologna (e quella di Ustica) dell’80, per la strage di Natale dell’84. Anche le bombe del ’93 contro monumenti e passanti rientrano nella strategia delle stragi.

Negli anni ’70 le formazioni di estrema destra quindi divengono esplicitamente terroristiche e clandestine: Ordine Nero, una nuova Avanguardia Nazionale, quindi i NAR, Terza Posizione e Costruiamo l’azione. I NAR, in particolare, costituiti da militanti del FUAN (organizzazione giovanile del MSI) romano nel ’77-’78 e guidati dal borghese viziato Valerio Fioravanti. Il 4 marzo 1972 il giudice Stiz di Treviso, emette un mandato di cattura contro Rauti per gli attentati ai treni dell’8 e 9 agosto 1969. Successivamente l’incriminazione si estenderà agli attentati del 12 dicembre (tra cui la strage di Piazza Fontana), per cui fu anche incarcerato alcuni giorni, venendo rilasciato il 24/4/’72, prima di essere eletto deputato. Nel 1974, con la rivoluzione dei garofani in Portogallo, viene scoperta l’organizzazione eversiva internazionale fascista Aginter Press, con la quale ha stretti rapporti anche Rauti attraverso l’agenzia Oltremare per la quale lavora.

Rauti indagato è stato ben protetto dai politici conservatori repubblichini, infatti per ripulirlo dalle inchieste lo riciclano (1972), come deputato alla Camera nelle file del MSI nella circoscrizione del Lazio, dove verrà sempre rieletto al potere fino alle elezioni del 1992.

Dopo la forte avanzata elettorale del 1972 il MSI nelle elezioni successive del 1976 subì un arretramento. Rauti che già alcuni mesi prima delle elezioni aveva cominciato a considerare conclusa l’esperienza della “Destra Nazionale”, fortemente voluta da Almirante, si spostò su posizioni di sinistra seguito da tutto il gruppo che proveniva da Ordine Nuovo rappresentando in sostanza l’unica corrente di opposizione interna nel MSI. Fautore di una svolta movimentista, divenne animatore della “sinistra” del MSI-DN, seguito in questo soprattutto dal movimento giovanile. La lotta contro il comunismo secondo Rauti, avrebbe dovuto quindi spostarsi dai vecchi motivi nazionalisti a posizioni alternative di destra, contendendo l’elettorato alla sinistra sui temi sociali. Alle elezioni europee del 1989 il MSI subì un calo elettorale e Fini perse il supporto di alcuni suoi grandi elettori. Al XVI Congresso di Rimini del 1990, coalizzandosi con la componente di Domenico Mennitti, Rauti vinse su Fini nello scontro per la segreteria. Rauti per motivi di salute delegò come segretario Mennitti.  Dopo il congresso di Fiuggi del 1995, che trasforma il Movimento Sociale in Alleanza Nazionale, Rauti fondò insieme con gli ex senatori Giorgio Pisanò e Cesare Biglia e all’ex deputato Tommaso Staiti di Cuddia il Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Per alcuni anni il Msft, fu l’unico partito che riuscì a coagulare tutta la destra rimasta dichiaratamente fascista in un movimento ben strutturato con percentuali non insignificanti risultando determinante per la vittoria del centro-destra di Berlusconi alle elezioni regionali del 2000 in Abruzzo e in Calabria. Alla guida del MSFT, Rauti si candidò a sindaco di Roma alle elezioni amministrative del 1997. Alle elezioni politiche italiane del 2001 con tutta una serie di desistenze, Rauti ottenne la rielezione del senatore Luigi Caruso nel collegio di Avola, che si presentò questa volta, sempre come rappresentante della Fiamma Tricolore, nella lista della Casa delle Libertà, risultando vincitore nel collegio uninominale con la percentuale di circa il 42% dei voti validi. Nell’ottobre 2003 Rauti è stato espulso da Fiamma Tricolore e ha fondato, nel 2004, il Movimento Idea Sociale. Il MIS di Rauti ha partecipato alle elezioni europee del 2004 raccogliendo lo 0,1% dei consensi, ma alle elezioni regionali del 2005 trovò un accordo con la Casa delle Libertà ottenendo lo 0,5% di media nazionale. Il Movimento Idea Sociale è rimasto nell’orbita della Casa delle Libertà fino ai primi mesi del 2006. Nel 2008 il suo MIS partecipa alle elezioni politiche nazionali sotto il simbolo del partito di Roberto Fiore (Forza Nuova) avendo siglato un accordo elettorale, e mantenendo in piedi il Patto d’Azione. Al secondo turno delle elezioni comunali di Roma Rauti esprime il suo appoggio al candidato del PDL Gianni Alemanno, suo genero, che fu poi eletto sindaco della città….

Successivamente Pino Rauti fu inquisito per la strage di Piazza della Loggia a Brescia e in merito il 15/5/2008 è stato rinviato a giudizio. Assolto “per non aver commesso il fatto”, il 16/11/2010 con la sentenza numero 2 della Corte d’Assise di Brescia ai sensi dell’articolo 530, comma 2 del codice di procedura penale. Nelle richieste del pm Roberto Di Martino, per quanto concerne la posizione di Pino Rauti, il pm fascistone, chiede l’assoluzione, affermando che la sua è una “responsabilità morale (teorica), ma la sua posizione non è equiparabile a quella degli altri imputati dal punto di vista processuale (esecutori). La sua posizione è quella del predicatore di idee praticate da altri ma non ci sono situazioni di responsabilità oggettiva. La conclusione è che Rauti va assolto perché non ha commesso il fatto”.

Il 22 dicembre 2014, la procura distrettuale antimafia dell’Aquila ha indagato 14 persone che facevano parte di Avanguardia ordinovista, gruppo che si richiamava agli ideali di Ordine Nuovo e progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali. Tra gli indagati: Stefano Manni, ex carabiniere residente a Montesilvano e indicato come possibile leader del gruppo eversivo e il 93enne Rutilio Sermonti, intellettuale di estrema destra ed ideologo del gruppo, aveva redatto anche un documento denominato “Statuto della Repubblica dell’Italia Unita” che rappresenta una nuova Costituzione della Repubblica nella quale viene tracciato il nuovo ordine costituzionale della nazione esplicitamente ispirato all’epoca fascista». Tra i reati contestati all’organizzazione, l’associazione con finalità di terrorismo, di eversione dell’ordine democratico e finalizzata all’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici o religiosi.

File:Ignazio La Russa in divisa da paracadutista.jpg

Il 20 ottobre quelli di Forza Nuova, annunciano ai mass media che rinunciano alla manifestazione del 28 ottobre, (anniversario della Marcia su Roma fascista del 1922). Anche se nel pomeriggio i promotori si sono presentati dai loro camerati in questura, per concordare – mediare, le nuove modalità di svolgimento dell’iniziativa. Il 28 ottobre, quindi, non si terrà nessun evento. Forza Nuova ha presentato preavviso per un’altra data. “Non abbiamo ancora sciolto la riserva sul 28 ottobre (precisa il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore). C’é un importante appello firmato da La Russa (parlamentare di Fratelli d’Italia) e dal generale Bertolini con cui si chiede di tenere il corteo il 28 ottobre”…..

Non è che il potere internazionale e militare della P2 golpista e stragista (loggia massonica militare), si è rafforzato con l’Unione Europea? Un Europa che sta andando a destra!!!!

 

Ne’ destra, ne’ sinistra. Anarchia senza gerarchia!! ….

No alla logica militare! Eliminiamo i servi della P2!

Chi sa domina chi non sa e noi questo lo vogliamo evitare …..

Ne’ dio ne’ stato ne’ servi ne’ padroni, ma occupazioni e autogestione !!!!!

Lasciateci passare, a Noi sognatori e utopisti!! Lasciateci mettere in discussione il mondo e poterlo anche cambiare!! perché No?

Cultura e giustizia sociale per tutti quelli che stanno tribolando – sopravvivendo.

La nostra patria è il mondo intero la nostra legge è la libertà! Anarchia l’unica via….

 

Sotto le false sembianze di amministratore della cosa pubblica,

di difensore della legge, di protettore dell’ordine,

lo Stato non è invece che il gendarme preposto alla sorveglianza di istituzioni

stabilite per mezzo della violenza, sistematicamente organizzata.

(S. Faure)

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)